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Economia

Immobiliare, nel primo bimestre compravendite in calo

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ROMA (ITALPRESS) – Nei primi due mesi dell’anno si è registrato in Italia un calo del 2,72% del numero delle compravendite di abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2022. In realtà il calo si manifesta nel mese di febbraio e non a gennaio 2023.
Il primo mese dell’anno infatti registra un aumento del 5,43% rispetto a gennaio del 2022. E’ quindi il calo delle compravendite dell’8,68% nel mese di febbraio a pesare sulla riduzione del 2,72% del bimestre. E’ quanto emerge dai dati statistici notarili, resi noti dal Consiglio Nazionale del Notariato.
Se invece si analizza nel dettaglio il mercato tra prime e seconde case del primo bimestre 2023 i dati evidenziano ulteriori particolarità. Il calo riguarda solo le prime case che registrano rispettivamente un – 6% per le compravendite tra privati e – 24% per acquisti da impresa mentre il mercato delle seconde case sia tra privati sia tra imprese segna un dato positivo rispettivamente 2,82% e del 3,37%. In generale il vero crollo per entrambi i tipi di acquisti, che sia prima o seconda casa tra privati o imprese, si ha nel mese di febbraio 2023 (-8,68%). Nello specifico si registra una riduzione dell’11,7% di acquisti di prime case tra privati, del 33,7% di prima casa tra imprese, del 3,54% di seconde case tra privati e dello 0,83% di seconde case tra imprese. I mutui per l’acquisto della casa nei primi due mesi del 2023 sono diminuiti del 23,56% rispetto allo stesso periodo del 2022. A gennaio la diminuzione dei prestiti bancari è stata pari al 15,8% per accentuarsi a febbraio con una diminuzione del 29,3%. In calo di conseguenza anche il numero delle persone fisiche che hanno contratto un mutuo (-21,15%), andando da un – 19,3% della fascia di età 18-35 anni a un picco del 33,3% della fascia 66-75 anni. Per il 2023, sulla base dello studio statistico a cura del Consiglio Nazionale del Notariato, ci si aspetta un calo del mercato del 10,7% rispetto al 2022. La riduzione è generalizzata su prime e seconde case, sia da acquisto tra privati sia da impresa ma i dati nello specifico evidenziano importanti differenze. Il mercato a subire la più forte riduzione è quello delle compravendite di prime case.
Per il 2023 si immagina una riduzione nel 2023 del 17,1% per l’acquisto di prime case tra privati e del 16,1% di acquisto di prime case da impresa. Gli acquisti di seconde case, pur se in calo, dovrebbero attestarsi rispettivamente a un – 2,5% di acquisti di seconde case tra privati e a un – 7,7% di seconde case acquistate da impresa. In merito ai mutui, con tasso di rifinanziamento della BCE nell’Eurozona e stime previsionali degli operatori di mercato, fino a qualche giorno fa, per il 2023 che porteranno al 4% il tasso da giugno a dicembre 2023, si prospetta un calo del numero dei finanziamenti del 10,1%. Dalle proiezioni sul 2023 l’unica fascia di età che potrà avere un dato positivo della concessione dei finanziamenti è quella 18-35 con un +9%. Tutte le altre fasce di età subiranno un forte calo con un picco negativo del 44,7% per la fascia 66-75. Il mercato delle surroghe, infine, subirà un calo del 49,5% rispetto al 2022.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Economia

Commercio estero, a maggio in calo l’export extra Unione Europea

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ROMA (ITALPRESS) – A maggio 2025 l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra UE27, una riduzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le importazioni (-7,6%) rispetto alle esportazioni (-3,5%). La contrazione su base mensile dell’export si deve principalmente alle minori vendite di energia (-27,6%), beni intermedi (-6%) e beni strumentali (-3,7%); diminuiscono anche le esportazioni di beni di consumo durevoli (-2,9%) mentre aumentano, in misura contenuta, quelle di beni di consumo non durevoli (+0,6%).

Dal lato dell’import, si rilevano riduzioni congiunturali diffuse, le più ampie per beni di consumo durevoli (-11,7%) e non durevoli (-11,5%) ed energia (-9,8%). Nel trimestre marzo-maggio 2025, rispetto al precedente, l’export diminuisce dell’1,0%; a esclusione di beni di consumo non durevoli (+3,1%), la riduzione riguarda tutti i raggruppamenti ed è molto ampia per energia (-24,7%). Nello stesso periodo, anche l’import registra una flessione (-1,8%) che riguarda tutti i raggruppamenti, tranne i beni di consumo non durevoli, in forte aumento (+20,1%).

A maggio 2025 l’export flette su base annua del 5,2% (era -1,4% ad aprile). La flessione tendenziale dell’export nazionale verso i mercati extra UE si deve alle minori vendite di energia (-35,3%), beni di consumo durevoli (-13,0%), beni strumentali (-9,7%) e beni intermedi (-7,2%); per contro, aumenta l’export di beni di consumo non durevoli (+6,8%). L’import registra una flessione tendenziale del 3,6%, spiegata principalmente dalla contrazione degli acquisti di energia (-13,3%) e beni strumentali (-12%). A maggio 2025 l’avanzo commerciale con i paesi extra UE27 è pari a +5.256 milioni di euro (+5.906 milioni nello stesso mese del 2024). Il deficit energetico (-3.704 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-4.071 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici scende da 9.977 milioni di maggio 2024 a 8.960 milioni di maggio 2025.

A maggio 2025 si rilevano ampie riduzioni su base annua delle esportazioni verso Cina (-22,8%) e Turchia (-22,7%); si riducono anche le vendite verso Regno Unito (-9,6%) e paesi MERCOSUR (-6,2%) mentre crescono quelle verso Svizzera (+9,2%), paesi ASEAN (+4,4%) e Stati Uniti (+2,5%). Le importazioni da Stati Uniti (+18,5%) e Cina (+11,4%) registrano un marcato aumento tendenziale. Per contro, diminuiscono gli acquisti da tutti gli altri principali paesi partner extra UE27; le riduzioni tendenziali più ampie riguardano paesi OPEC (-28,9%), Regno Unito (-18,8%) e India (-13,3%).

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“A maggio, per il secondo mese consecutivo, l’export verso i paesi extra UE registra una riduzione congiunturale, determinata soprattutto dalle minori vendite di beni intermedi e beni strumentali – commenta l’Istat -. Su base annua, la sua flessione riguarda tutti i raggruppamenti – tranne i beni di consumo non durevoli – ed è per oltre due terzi dovuta alla contrazione delle vendite dirette verso Cina, Turchia e Regno Unito”.

“L’import diminuisce su base mensile e torna a flettere su base annua; la riduzione congiunturale è generalizzata, quella tendenziale riguarda tutti i raggruppamenti, a esclusione di beni di consumo non durevoli. Nei primi cinque mesi del 2025, la dinamica tendenziale dell’export verso i paesi extra UE è moderatamente positiva (+0,5%; +1,3% al netto dell’energia), mentre quella dell’import è più sostenuta (+8,4%) – sottolinea l’Istituto di Statistica -. Il saldo commerciale con i paesi extra UE è positivo (+18,9 miliardi di euro) ma in marcata riduzione (era +26,6 miliardi nei primi cinque mesi del 2024)”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Bce “Per i tassi si terrà conto anche di rischi e incertezza”

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FRANCOFORTE (GERMANIA) (ITALPRESS) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha pubblicato gli esiti della valutazione della propria strategia, illustrati in una dichiarazione sulla strategia di politica monetaria aggiornata.

A seguito del riesame della strategia condotto nel 2020-2021, il Consiglio direttivo ha annunciato che avrebbe valutato con cadenza regolare l’adeguatezza della propria strategia di politica monetaria. La valutazione pubblicata oggi adempie a questo impegno, “assicurando che il nostro assetto, strumentario e approccio siano sempre adeguati”, si legge in una nota.

La strategia di politica monetaria consente al Consiglio direttivo di rispondere efficacemente a importanti variazioni del contesto di inflazione. “Ciò è particolarmente rilevante poichè i cambiamenti strutturali in atto, come la frammentazione economica e geopolitica, il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale, i mutamenti demografici e i pericoli per la sostenibilità ambientale, suggeriscono che il contesto di inflazione resterà incerto e potenzialmente più volatile, con più ampie deviazioni dall’obiettivo di inflazione simmetrico del 2% – sottolinea la Bce -. Per mantenere la simmetria dell’obiettivo, è importante un’azione di politica monetaria adeguatamente incisiva o persistente in risposta a scostamenti ampi e durevoli dell’inflazione dall’obiettivo in entrambe le direzioni. Ciò contribuirà a evitare il disancoraggio delle aspettative di inflazione e il radicarsi degli scostamenti dell’inflazione dall’obiettivo”.

“Sono lieta di annunciare che nella sua ultima riunione il Consiglio direttivo ha approvato la strategia di politica monetaria aggiornata della BCE”, ha dichiarato la presidente della BCE Christine Lagarde.

“Questa valutazione ci ha offerto una preziosa occasione per rivedere con spirito critico il nostro pensiero, verificare il nostro strumentario e affinare la nostra strategia. Ci fornisce una base ancora più solida per condurre la politica monetaria e assolvere il nostro mandato di mantenere la stabilità dei prezzi in un contesto sempre più incerto”, ha aggiunto.
Tutti gli strumenti di politica monetaria ai quali attualmente ricorre il Consiglio direttivo rimarranno disponibili. Il loro utilizzo in qualsiasi momento continuerà a essere subordinato a un’analisi di proporzionalità approfondita. La loro scelta, struttura e applicazione saranno abbastanza flessibili da consentire di rispondere agilmente alle variazioni del contesto di inflazione.

“Nelle decisioni di politica monetaria il Consiglio direttivo, oltre a tenere conto della traiettoria più probabile dell’inflazione e dell’economia, considera altresì i rischi e l’incertezza che le circondano, anche attraverso l’opportuno utilizzo degli scenari e delle analisi di sensibilità – spiega la Bce -. La prima riunione periodica di politica monetaria del Consiglio direttivo che darà applicazione alla strategia aggiornata sarà tenuta il 23-24 luglio 2025. Il Consiglio direttivo intende valutare con cadenza regolare l’adeguatezza della propria strategia di politica monetaria. La prossima valutazione è prevista per il 2030″.

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Economia

L’inflazione risale a giugno, aumenta anche il carrello della spesa: i dati Istat

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ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari, nel mese di giugno 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione del +0,2% su base mensile e del +1,7% su giugno 2024 (da +1,6% del mese precedente). Lo rende noto Istat, sottolineando che la dinamica tendenziale dell’indice generale risente dell’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +3,5% a +4,2%) e lavorati (da +2,7% a +3,0%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,6% a +2,9%), oltre che dell’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni durevoli (da -1,1% a -0,8%). Decelerano, invece, i prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +29,3% a +22,7%) e si amplia la flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -4,3% a -4,6%).

Nel mese di giugno l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera (da +1,9% a +2,1%), mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile (a +2,1%). La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si accentua lievemente (da +0,8% a +1,0%), come anche quella dei servizi (da +2,6% a +2,7%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce seppur di poco, portandosi a +1,7 punti percentuali da +1,8 del mese precedente.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano una dinamica in accelerazione (da +2,7% a +3,1%); accelerano anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,5% a +2,1%). La variazione congiunturale positiva dell’indice generale è dovuta prevalentemente all’aumento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,6%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (-2,9%) e non regolamentati (-1,1%) e di quelli dei Beni alimentari non lavorati (-0,4%).

L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,4% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a +0,2% su base mensile e a +1,7% su base annua (stabile rispetto al mese precedente). “A giugno 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione sale leggermente portandosi all’1,7%, soprattutto per effetto delle tensioni registrate sui prezzi dei Beni alimentari (+3,5% da +3,0% di maggio) – è il commento dell’Istat -. Nel comparto energetico, al contrario, si accentua la flessione dei prezzi su base tendenziale (-2,5% da -2,0%), trainata della forte decelerazione dei prezzi della componente regolamentata (+22,7% da +29,3%). A giugno il tasso di crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” aumenta (+3,1% da +2,7%) e aumenta anche l’inflazione di fondo (+2,1%, dall’+1,9% di maggio)”.

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