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Cronaca

Riforme, Casellati “Non si tocca il Colle, confronto in Parlamento”

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ROMA (ITALPRESS) – “La riforma costituzionale non riguarda affatto questo governo, ma il futuro del nostro Paese. Il tempo è maturo per uscire da una situazione di stallo”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati. “Il testo è ispirato a un criterio ‘minimalè di modifica della Costituzione, perchè si limita a interventi che servono a conseguire i nostri obiettivi: garantire stabilità e ricondurre la composizione dei governi alla volontà popolare”, spiega. Quanto alla crtiche delle opposizioni per il ridimensionamento dei poteri del capo dello Stato, il ministro osserva che “nove sono gli articoli della Costituzione che riguardano il ruolo e le prerogative del capo dello Stato. Nulla è stato toccato, compreso il potere di sciogliere le Camere dopo aver constatato il fallimento di un governo. I continui e insensati richiami dell’opposizione al Quirinale mi sembrano solo strumentalizzazioni e goffi tentativi di coprire l’infondatezza evidente delle obiezioni”, inoltre “con la norma antiribaltone – sottolinea Casellati – il capo dello Stato nomina un altro parlamentare della stessa maggioranza, nel rispetto della volontà dei cittadini. Il subentro è vincolato all’attuazione del programma, garantendo stabilità e continuità di governo. E’ una formula meno rigida, che dà centralità al Parlamento e attenua il principio del simul stabunt simul cadent, che prevede subito elezioni se cade il governo”. Comunque, assicura, “sarà il Parlamento a stabilire i limiti della riforma. Mi aspetto un’opposizione che non alzi muri ideologici, che non sia quella del no a prescindere. Dialogo e confronto significano scambiare idee e venirsi incontro reciprocamente, ma non scrivere un testo sotto dettatura, che si tradurrebbe in una riforma a colpi di minoranza”.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Cronaca

Incendio al carcere di San Vittore, Dap “Istituto in sicurezza, nessun ferito”

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MILANO (ITALPRESS) – Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria interviene con una nota “in riferimento all‘incendio verificatosi ieri presso la Casa circondariale di Milano San Vittore”, comunicando che “l’evento è stato prontamente gestito e non si registrano danni né al personale né ai detenuti”.

“Il primo focolaio – sottolinea la nota – è stato domato intorno alle ore 15.30, mentre un secondo incendio, che ha interessato il sottotetto adiacente alla cupola della rotonda, si è verificato in tarda serata ed è stato anch’esso completamente spento. A titolo precauzionale, a seguito del cortocircuito che ha causato l’interruzione della corrente elettrica in un intero reparto, si è proceduto allo sfollamento di tutti i detenuti interessati, trasferiti presso istituti penitenziari della Lombardia e, in parte, presso strutture di altre regioni. Anche gli ultimi trasferimenti verso la Casa di reclusione di Milano Bollate termineranno a brevissimo”.

“L’istituto di San Vittore – prosegue la nota – è stato messo in completa sicurezza e le operazioni si sono svolte in modo ordinato e senza criticità, garantendo in ogni momento la tutela delle persone coinvolte. Sono attualmente in corso gli accertamenti dei Vigili del Fuoco per determinare con precisione le cause dell’incendio. Importante e tempestivo è stato anche il contributo dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile del Comune di Milano, il cui intervento ha consentito di contenere rapidamente l’evento e di ripristinare le condizioni di sicurezza”.

– Foto IPA Agency –

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(ITALPRESS).

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Cronaca

Schlein sfida Meloni “Uniti per mandare a casa destra e vincere elezioni”

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ROMA (ITALPRESS) – “E’ tempo che l’Italia ricominci a sognare e a sperare. Ci sono tutte le potenzialità per mandare a casa questa destra e vincere le elezioni”. Così Elly Schlein all’assemblea nazionale del Pd, sfida Giorgia Meloni in un duello a distanza, negli stessi minuti in cui la premier è sul palco di Atreju. “La partita delle politiche è apertissima”, ribadisce la segretaria. “Il PD è cresciuto, in questi tre anni, come nessun altro partito europeo. Dopo la dolorosa sconfitta nel 2022, abbiamo restituito al partito slancio e protagonismo e si respira un clima di fiducia che insieme ci onora e ci responsabilizza”. “La discussione è la nostra forza, dobbiamo rivendicare quello che siamo: non un partito personale, ma un partito plurale. Non un partito come ce ne sono tanti, a caserma, o un partito-comitato elettorale. Non mi fido dei partiti in cui non vola mai una mosca perchè parla solo il capo”. Lo scontro con Meloni si gioca tutto sulla distanza del ‘palazzò dal paese reale. “Esca da Palazzo Chigi e faccia un giro in un qualsiasi alimentari di quartiere, perchè mentre voi ripetete che va tutto bene, anzi non è mai andato meglio, davanti a quegli scaffali le famiglie sono costrette a scegliere. E non più tra le cose superflue, ma tra le cose necessarie. Va benissimo festeggiare l’importante riconoscimento della cucina italiana patrimonio UNESCO, ma Meloni si dovrebbe occupare del fatto che il frigo degli italiani è sempre più vuoto”. Per Schlein, quella che il governo si appresta a varare “è un’altra manovra di promesse tradite: scende la spesa per la sanità pubblica e per la scuola pubblica in rapporto al Pil, sulla ricerca, sulla politica industriale e anche sulla casa. Salgono invece le spese militari. Volevano abolire la Fornero, invece mandano il 96% dei lavoratori in pensione più tardi. Dovevano aumentare le minime a 1.000 euro, invece le hanno aumentate di un paio di caffè. Meloni aveva parlato di un grande piano sulla casa. Sapete quanto è messo in manovra sulla casa? Zero, non hanno nemmeno rimesso i fondi sul fondo affitti e sul fondo morosità. Le accise per la benzina? La campionessa di incoerenza le ha aumentate. Ma chi pensa di prendere in giro?”, chiede. “La maggioranza si riempie la bocca di retorica sulla sicurezza, ma l’Italia deve sapere che stanno tagliando risorse ai Comuni e nella legge di bilancio non c’è nemmeno un euro in più per gli stipendi delle forze dell’ordine che sono sotto organico ovunque. Riportate in Italia i soldi pagati per quei centri vuoti inumani e illegali in Albania e usateli per assumere più agenti di polizia”. L’unico investimento in manovra è “quello sbagliato e dannoso del ponte sullo stretto di Messina che peraltro ha bloccato la Corte dei Conti. 13 miliardi di euro buttati che si potevano usare per migliorare le infrastrutture a partire dalla Sicilia e dalla Calabria, dove si fa fatica a spostarsi”, sottolinea. E anche sull’ex Ilva “Meloni dovrebbe prendersi la responsabilità di dare risposta ai lavoratori e alle lavoratrici che stanno rischiando il posto. Serve un intervento dello Stato, una cordata di partecipate che possa fare una proposta concreta e solida di decarbonizzazione per garantire in modo realistico la produzione, l’occupazione, la tutela della salute e la tutela dell’ambiente”.
Per questo “abbiamo presentato un pacchetto unitario” di proposte alla manovra “che rappresentano già un impianto di politiche economiche condivisa con tutta la coalizione progressista che si è presentata alle regionali. Penso che questi emendamenti” fatti con “un lavoro di condivisione con le altre forze sia un’alternativa potente. E anche così, nei fatti, che germoglia l’elaborazione di governo comune. E’ il metodo giusto, senza rinunciare alle proprie diversità, alla propria sensibilità. Uniti nella diversità abbiamo prodotto delle proposte condivise indicando al Paese una visione alternativa, una strada diversa possibile, un’altra agenda politica economica e sociale”, sottolinea Schlein, rilanciando l’alleanza di centrosinistra e rivendicando il ruolo del PD. “C’era chi scommetteva sulle divisioni nel nostro campo, invece non solo ci siamo, ma siamo competitivi e siamo la prima forza di opposizione. Il partito è più unito e compatto che mai, è finito il tempo delle divisioni e dei litigi, continuerò a essere sempre la segretaria di tutto il partito” conclude, annunciando “da gennaio un tour di ascolto dell’Italia sul programma”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Meloni ad Atreju “Europa non è al tramonto, Italia leale ma non subalterna”

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ROMA (ITALPERSS) – Da un’Europa viva e che “non chiede il permesso di esistere” alle riforme da portare avanti sulla giustizia e sul premierato, fino alle critiche al campo largo (“un’ammucchiata”) e a Elly Schlein, che “con il suo ‘nannimorettianò ‘mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per nientè, ha comunque fatto parlare di noi”. Giorgia Meloni chiude l’edizione di Atreju “più intensa e partecipata di sempre”, ringraziando i giovani “per questo entusiasmo” che “mi ripaga di ogni notte passata senza dormire abbastanza e di ogni fine settimana passato a lavorare”. Atreju è un luogo “in cui il valore delle persone si misura solo sui contenuti e chi scappa dimostra di non avere quei contenuti”, sottolinea, riferendosi a Schlein. “Ho proposto un confronto due contro uno qui e m’hanno detto di no, non perchè loro non volessero confrontarsi con me, ma perchè non si volevano confrontare fra di loro. Questi vogliono governare la nazione insieme… come la governano, con le lettere degli avvocati?”, chiede ironica, criticando “le ammucchiate che la sinistra ha fatto per anni in Parlamento e tenta ancora oggi di replicare pur di gestire il potere, un comportamento anni luce distante da quello che facciamo noi”. L’alleanza di centrodestra “non nasce per ravanare qualche poltrona, ma per mettere al servizio della nazione una visione condivisa. Lo so che molti sperano che il dibattito tra i partiti della maggioranza finisca per degenerare per mandare il governo a casa però qualcosa mi dice che non accadrà”, sottolinea. “Dalle nostre parti si discute per ragionare insieme e per trovare una sintesi, che abbiamo sempre trovato perchè siamo alleati e siamo amici”. E ai “suoi” ricorda: “Sapevamo che governare significava decidere e decidere significava anche sbagliare”, ma “gli unici che non sbagliano mai sono quelli che si accontentano di sopravvivere sotto coperta”, mentre “noi siamo nati per stupire. Sappiamo che in ogni cuore dorme una forza che attende solo la scintilla giusta” che “proteggeremo dai venti contrari: se ci riusciremo, vi garantisco che scriveremo la storia”, sottolinea la premier.
“Vogliamo costruire una nazione giusta che investe prioritariamente le risorse dove servono e non regala soldi a chi già ce li ha” e “non accettiamo lezioni da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbocapitalista a favore dei potenti”, dice a proposito delle critiche delle opposizioni. “Dicono che noi favoriamo i ricchi perchè abbiamo tagliato di due punti l’Irpef ai redditi fino a 50mila euro l’anno, dopo che già avevamo accorpato le prime due aliquote dell’Irpef abbassando le tasse a chi percepisce fino a 28mila euro l’anno. Perchè per loro chi guadagna 2500 euro lordi al mese e magari ci mantiene tre figli e magari ci paga il mutuo è ricco. Noi invece abbiamo un’altra idea di chi siano i ricchi in Italia: i gruppi di potere che gestivano le concessioni autostradali, quelli che monopolizzavano determinati settori industriali, i grandi gruppi finanziari e sono tutte realtà alle quali la sinistra al governo ha ampiamente garantito il suo favore”.
Sulle riforme, ribadisce, “avanti con il premierato che restituirà agli italiani il banale e sacrosanto diritto di scegliere, per mettere fine ai giochi di palazzo che hanno permesso alla sinistra di restare abbarbicata alla poltrona. Avanti con l’autonomia differenziata e Roma capitale”. E al referendum sulla giustizia “fregatevene della Meloni, tanto questo governo rimane in carica fino alla fine della legislatura. I governi passano, ma le leggi rimangono e incidono sulla vostra vita più di quanto possiate immaginare. Votate per voi stessi, per i vostri figli e per il futuro di questa nazione, votate perchè non ci possa più essere una vergogna come quella di Garlasco”. E i poi i centri in Albania che “funzioneranno, solo che grazie ai giudici funzioneranno con un anno e mezzo di ritardo. A chi dice si configura un danno erariale, il tema c’è ma non è al governo che va contestato, visto che potevamo partire un anno e mezzo fa. Mi diverte immaginare cosa diranno i giudici visto che l’Europa sta approvando una lista dove ci sono esattamente i paesi da dove provengono i migranti che le loro sentenze ideologiche hanno bloccato”.
L’Europa, ribadisce Meloni, “non è al tramonto, non è un museo del passato: è una civiltà che ha ancora una missione e che non chiede il permesso di esistere neanche alle istituzioni che la governano”. Trump “ha detto in maniera decisa che gli europei dovranno difendersi da soli. Buongiorno Europa! Per 80 anni avete appaltato la sicurezza agli Usa pensando che questo giorno non sarebbe arrivato e che sarebbe stato gratis, ma non lo era. La libertà ha un prezzo e noi abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima – ma apparentemente comoda – servitù. Per questo abbiamo parlato in tempi non sospetti della necessità di rafforzare la nostra capacità di difesa e sicurezza” e “abbiamo rivendicato la necessità di creare finalmente una colonna europea della NATO di pari forza e dignità rispetto a quella americana, in grado di parlare a pieno titolo con tutte le potenze del mondo. Significa anche rafforzare il nostro legame con gli Stati Uniti, ma in un dialogo tra pari e non in condizioni di subalternità. Vogliamo un’Italia leale con tutti i suoi partner, ma che non sia subalterna a nessuno”. Il sostegno all’Ucraina non è in discussione. “Dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neoimperialismo di stampo sovietico della Russia e continueremo a farlo per il senso di giustizia, ma soprattutto per difendere il nostro interesse nazionale e la nostra sicurezza e per arrivare alla pace” che “oggi come ieri non si costruisce con le canzoni di John Lennon, ma con la deterrenza”.
– foto Ipa Aggency –
(ITALPRESS)

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