Cronaca
Giovan Battista Moroni in mostra alle Gallerie d’Italia di Milano
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1 anno fa-
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RedazioneMILANO (ITALPRESS) – E’ dedicata a Giovan Battista Moroni la mostra che apre al pubblico dal 6 dicembre 2023 al 1° aprile 2024 alle Gallerie d’Italia di Milano, museo di Intesa Sanpaolo, il gruppo bancario guidato da Carlo Messina.
L’esposizione “Moroni (1521 – 1580). Il ritratto del suo tempo” a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è inserita nel programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ed è realizzata in partnership con Accademia Carrara di Bergamo e Fondazione Brescia Musei.
La mostra, la prima dedicata alla carriera di Giovan Battista Moroni, presenta oltre 100 opere tra disegni, libri, medaglie, armature, ma soprattutto dipinti provenienti da prestigiosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemàldegalerie – Staatliche Museen di Berlino, il Musèe du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Art di Washington e il Philadelphia Museum of Art.
Alle opere di Moroni si affiancano importanti testimonianze figurative di Lotto, Moretto, Savoldo, Anthonis Mor, Tiziano, Veronese e Tintoretto.
Giovanni Bazoli, Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo, afferma: “Siamo lieti di presentare un progetto espositivo di ampio respiro dedicato a Giovan Battista Moroni, che consente di riscoprire e ammirare negli spazi delle Gallerie d’Italia una delle pagine più belle e intense della pittura del Cinquecento lombardo e italiano. Questa iniziativa, cui hanno concorso importanti musei nazionali e internazionali, suggella l’impegno della nostra banca nella valorizzazione del patrimonio di Brescia e di Bergamo, nell’anno in cui sono state Capitale della Cultura italiana”.
La mostra è suddivisa in nove nuclei tematici, ciascuno dedicato ad un particolare aspetto della produzione artistica dell’artista lombardo. Il percorso inizia con un approfondimento della figura di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro di Moroni, di cui verranno esposte due testimonianze figurative capitali quali la Pala di Sant’Andrea e San Paolo caduto da cavallo. A partire dall’inizio degli anni ’40 del Cinquecento, Moroni è documentato nella bottega bresciana del suo maestro ed è proprio qui che inizia a raccogliere appunti grafici che andranno a costituire un prezioso taccuino di disegni, ricostruito in occasione della mostra.
Successivamente è possibile trovare una sezione di approfondimento su Lorenzo Lotto, molto attivo a Bergamo dove ha lasciato significative tracce del suo passaggio. Sia sul fronte delle invenzioni di soggetto sacro sia su quello del genere ritrattistico Lotto ha rappresentato per Moroni una continua fonte di ispirazione: ne sono testimonianza il confronto tra le due Trinità esposte in mostra e i cosiddetti ritratti “in azione”.
Segue un approfondimento sul contesto trentino della metà del Cinquecento a partire dal Ritratto di Cristoforo Madruzzo, il Principe-Vescovo di Trento dipinto da Tiziano nel 1552. Segue la comparazione tra il Ritratto di Alessandro Vittoria, scultore trentino, con il Ritratto di Giulio Romano di Tiziano. Chiude la sezione la cosiddetta Pala dei Dottori, un’opera pubblica commissionata a Moroni dalla corporazione dei legali e dei dottori per il proprio altare nella basilica di Santa Maria Maggiore, all’epoca sede delle sedute conciliari.
Moroni dedica un’ampia parte della sua carriera alla ritrattistica che viene approfondita in tutte le sue sfaccettature. Una delle sezioni della mostra espone i ritratti del potere, in particolare è possibile ammirare i ritratti di Tiziano e Tintoretto, in grado di valorizzare lo status del personaggio perdendone di vista le specificità individuali, in contrasto con quelli realizzati da Moroni che, nonostante fossero nati con lo scopo esplicito di esaltare il loro ruolo pubblico, non ha potuto fare a meno di restituirci l’aspetto umano. Esemplare in questo contesto “Ritratto di un Podestà” del 1560-65 proveniente da Accademia Carrara di Bergamo.
La sezione successiva, dedicata ai ritratti al naturale, indaga un aspetto peculiare della produzione moroniana. Questa tipologia di ritratto riproduce in maniera fedele, senza forme di idealizzazione le persone immortalate nei quadri. Moroni, tendenzialmente, costruisce dei set di posa sempre uguali – come facevano i fotografi nell’Ottocento – concentrando l’attenzione dell’osservatore sulla testa, lo sguardo, la posa delle mani e i dettagli della moda.
Moroni dedica parte della sua produzione ai ritratti delle personalità del suo tempo, fra i quali spiccano la poetessa Isotta Brembati, gli aristocratici Prospero Alessandri, Giovan Gerolamo Grumelli e Gabriel de la Cueva (futuro Governatore di Milano) i cui ritratti saranno messi in dialogo con cinquecentine, armi e armature, selezionati con lo scopo di creare una relazione diretta con i dipinti.
Viene, inoltre, approfondito il legame tra Lotto e Moretto che non si limita alla reciproca influenza artistica ma si tratta di un modo comune e originale di interpretare i tempi della Riforma cattolica. La scelta di esporre lo Stendardo delle Croci – parte della Collezione di Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, museo di riferimento per Moretto – e l’Elemosina di Sant’Antonino vuole mettere in evidenza la presenza di ritratti reali, l’establishment della Chiesa bresciana nel primo caso, anonimi poveri e diseredati nel secondo.
Su questi modelli Moroni continuerà a produrre immagini destinate a una Diocesi fedele ai dettami del Concilio di Trento: in questa sezione saranno messi in risalto i personaggi ritratti che hanno chiesto di entrare a far parte delle storie sacre illustrate nelle varie pale d’altare, oltre a opere pubbliche di Moroni in perenne bilico tra innovazione e conservazione.
Una sezione della mostra è dedicata alla preghiera individuale che durante la Controriforma trova riscontro in numerosi dipinti. Nel caso di Moretto e Moroni il ruolo del personaggio ritratto diventa sempre più incombente nei dipinti dove è protagonista l’orazione mentale: una sorta di visione dei fatti sacri ricreata nella mente del devoto.
La mostra si chiude con Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni. Non è un caso che il personaggio sia stato ripreso mentre sta tagliando con la forbice un pezzo di stoffa tinta di nero, colore per antonomasia della moda europea del tempo. Da qui nasce l’idea di raccogliere ritratti della seconda metà del Cinquecento in grado di evidenziare la diffusione di abiti e cappelli, anche di fogge diverse, tutti costituiti da varie tipologie di stoffe nere.
Il Libro del Sarto, un repertorio di modelli raccolto da un sarto milanese nella seconda metà del Cinquecento, illustra in modo efficace l’uso del nero nella moda del tempo. In alcuni di questi ritratti compaiono delle imprese: motti e iscrizioni che si combinano con degli oggetti simbolici per restituire al gesto esibito dal ritrattato un significato allegorico.
Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia/Skira.
La sede espositiva di Milano, insieme a quelle di Torino, Napoli e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici.
-foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
(ITALPRESS).
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In queste ore la giovane mamma ha trovato la forza di scrivere un post su Facebook con la foto della famiglia riunita, dopo la paura, per ringraziare tutta la Calabria che si è mossa per la sua bambina. «Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell’Italia. Vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che ieri sera si stava sgretolando in mille pezzi» ha scritto su Facebook. Nel post ha pubblicato anche una foto della piccola con il fratellino di sei anni. «Le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un intera città anzi Regione si è bloccata per cercare la nostra bambina» si legge ancora nel post della donna. «Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che Sofia sta bene. Grazie grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che ieri sono morti e risorti». Finalmente una vicenda a lieto fine.
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Perchè non mi piaccio? Perchè non mi fido dei politici? Perchè non siamo felici?”. Sono solo alcuni dei quesiti cui Armando Siri, consigliere economico del vicepremier Matteo Salvini ed ex sottosegretario ai Trasporti, prova a dare un proprio punto di vista nel suo ultimo libro, intitolato “A tutto c’è un perchè. Le 99 risposte che l’intelligenza artificiale non ti può dare”. L’esponente leghista, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress, parte dal libro per tracciare una sua visione a tutto tondo non solo dell’impatto dell’intelligenza artificiale sull’essere umano, ma anche dell’avvento bis di Donald Trump alla Casa Bianca e sulla situazione dei trasporti in Italia.
Le risposte che Siri cerca di dare nel libro sono prevalentemente di carattere esistenziale, ma c’è una grande attenzione all’attualità e alla dimensione sociale. L’ex sottosegretario sottolinea come “il libro sia un manualetto in cui ogni domanda e risposta occupa in media una pagina o poco più. Tutto è partito da una suggestione ricevuta dai ragazzi della scuola di formazione politica: gran parte dei quesiti non c’entra nulla con la politica, anche se alla fine si potrebbe dire che tutto è politica, ma si tratta piuttosto di domande di carattere sia personale che sociale”. Curiosa anche la scelta del numero 99, motivata dallo stesso Siri con la volontà di “dire che non si può rispondere a tutto, ma ci si può chiedere di tutto: chi legge si accorgerà che c’è sempre un buon motivo per continuare a leggere”.
Al centro del libro c’è naturalmente l’intelligenza artificiale, ormai diffusa e in lungo e in largo ma pur sempre tema di dibattito tra chi ne percepisce gli effetti positivi e chi la teme. Il consigliere di Salvini si sofferma sull’approccio diverso tra giovani e meno giovani: “Per un ragazzo di 15, 16, 17 anni l’intelligenza artificiale è un modo abbastanza facile per risolvere i problemi, mentre un uomo adulto la vede con più inquietudine: nessuna macchina può essere intelligente ma solo efficiente, quindi c’è già un equivoco di base, ovvero voler consegnare all’esterno facoltà esclusive all’essere umano. E’ rischioso delegare troppe funzioni all’algoritmo”.
Per quanto riguarda il ritorno alla presidenza Usa di Trump, Siri focalizza l’attenzione su un aspetto a suo dire curioso: “Il 99% dei miliardari presenti al suo insediamento erano quelli che fino a poco prima gli avevano fatto la guerra, ad esempio bloccando i suoi post sui vari social, mentre ora sono tornati a corte nel vederlo con un ruolo di governo”. La forza del tycoon, secondo l’esponente leghista, è stata quella di “portare avanti la sua visione del mondo, che è stata premiata dal popolo americano”.
Guardando al versante italiano, l’aspetto al centro della riflessione di Siri è quello del trasporto ferroviario, finito al centro delle cronache recenti sia per i ritardi che per i presunti sabotaggi: “Gli ultimi episodi sui treni sono legati ad attività ai limiti del criminale – sottolinea -. E’ chiaro che la rete ferroviaria è abbastanza obsoleta, ma dall’arrivo di Salvini al ministero sono stati fatti una serie di investimenti”.
– Foto Italpress –
(ITALPRESS).
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Il Pentagono invierà 1500 soldati al confine con il Messico
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RedazioneWASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Secondo quanto dichiarato dai funzionari statunitensi, il Pentagono inizierà a schierare fino a 1500 soldati in servizio attivo per contribuire a proteggere il confine meridionale nei prossimi giorni. Si tratta di uno dei primi provvedimenti istituzionali dall’insediamento di Trump, che fin dal giorno del suo giuramento ha esposto degli ordini esecutivi ben precisi per reprimere l’immigrazione. Il segretario alla Difesa Robert Salesses avrebbe dovuto firmare gli ordini di schieramento mercoledì, ma non era ancora chiaro quali truppe o unità si sarebbero dovute recare al confine. Il provvedimento cambierà radicalmente il ruolo delle truppe americane per la prima volta dopo decenni. Le forze in servizio attivo si unirebbero alle circa 2500 forze della Guardia Nazionale e della Riserva degli Stati Uniti già presenti. L’obiettivo dei soldati sarà quello di supportare gli agenti della pattuglia di confine, con logistica, trasporto e costruzione di barriere. L’atteso provvedimento, messo in atto già nei primi giorni del secondo mandato di Trump, rappresenta un primo passo di un piano pubblicizzato a lungo dal magnate durante la campagna elettorale, che prevede proprio lo schieramento lungo il confine. In uno dei suoi primi provvedimenti di lunedì, Trump ha ordinato al segretario alla Difesa di elaborare un piano per “sigillare i confini” e respingere “l’immigrazione di massa illegale”. Martedì, proprio mentre Trump licenziava il comandante della Guardia Costiera, l’ammiraglio Linda Fagan, il servizio ha annunciato che avrebbe inviato più navi, aerei e personale nel Golfo del Messico, ribattezzato da Trump come “Golfo d’America” durante il suo discorso di insediamento: “Dichiarerò un’emergenza nazionale al nostro confine meridionale. Tutti gli ingressi illegali saranno immediatamente bloccati e inizieremo il processo di rimpatrio di milioni e milioni di immigrati clandestini nei luoghi da cui sono arrivati”, ha affermato Trump durante la cerimonia di inaugurazione nella Rotonda del Campidoglio. Dagli anni Novanta, il personale militare è stato inviato al confine quasi ininterrottamente per contribuire a contrastare i fenomeni di migrazione, traffico di droga e criminalità transnazionale. Negli ordini esecutivi firmati lunedì, Trump ha suggerito che l’esercito aiuterà il Dipartimento della sicurezza interna con “spazi di detenzione, trasporti aerei e altri servizi logistici”.
Nel suo primo mandato, Trump ordinò alle truppe in servizio attivo di recarsi al confine in risposta a una vasta quantità di migranti che si stava lentamente facendo strada negli Stati Uniti attraverso il Messico dal 2018. Oltre 7000 truppe in servizio attivo furono inviate in Texas, Arizona e California, tra cui la polizia militare, un battaglione di elicotteri d’assalto, varie unità di comunicazione, mediche e di quartier generale, ingegneri di combattimento, pianificatori e unità di affari pubblici. (ITALPRESS).
Foto: xp6
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