LA VOCE PAVESE – PAVIA, LE MORTI IN CARCERE, L’IPOCRISIA DEL PUNTARE IL DITO
Il cavo dell’antenna della televisione come cappio e poi il suicidio. Gli agenti della polizia penitenziaria hanno provato a intervenire ma l’uomo si era anche curato di ostacolare l’ingresso nella cella. Pochi interminabili minuti, poi gli agenti arrivano, prestano i primi soccorsi e provvedono all’immediato trasferimento in ospedale. Ahmed Fathy Ehaddad, egiziano, è morto a 42 anni dopo qualche giorno di agonia in terapia intensiva. Nei prossimi giorni avrebbe dovuto essere processato con il rito abbreviato davanti al gup di Monza, per un caso gravissimo di violenza sessuale. Ha deciso di togliersi la vita all’interno della sezione «protetti» del carcere di Pavia. La stessa dove, durante la notte tra l’11 e il 12 marzo scorsi, è stato trovato morto il brianzolo Jordan Tinti, 26 anni, di Bernareggio, noto alle cronache come Jordan Jeffrey Baby, il nome scelto dal giovane nel tentativo di sfondare con la musica trap, già condannato a 4 anni e 4 mesi per rapina aggravata ai danni di un immigrato alla stazione di Carnate nell’estate 2022. Il giovane era stato trovato impiccato alle sbarre. Il padre Roberto Tinti ha dichiarato pubblicamente di non credere al suicidio del figlio. Nel carcere di Pavia tra il 2021 e il 2022 si sono verificati ben nove casi di suicidio. Ma basta indignarsi il giorno dopo per queste morti? E’ sufficiente puntare il dito sulla struttura detentiva? Oppure le domande da farsi sono altre… e investono chi ha ridotto così il sistema carcerario italiano?
Anche oggi c’è l’incontro con Don Franco Tassone, parroco del SS.mo Salvatore e della Chiesa del Sacro Cuore a Pavia. Sacerdote da sempre a fianco degli ultimi, tra la Mensa del Fratello di Don Giuseppe Ubicini e la Casa del Giovane con il venerabile Don Enzo Boschetti, nei segni di un cammino che ha fatto crescere opere e segni della presenza del Signore al servizio dei poveri ed emarginati.
LA VOCE PAVESE – TERRE D’OLTREPÒ, BEDUSCHI FA "COPIA/INCOLLA": CAMBIANO CDA, LA LINEA NO
Un burrascoso cambio ai vertici, ma non nella sostanza. Dopo l’insediamento dei nuovi Consigli di Amministrazione della cooperativa e della Spa di Terre d’Oltrepò, l’intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, si è rivelato sorprendentemente allineato al piano industriale e alla visione strategica tracciata nei mesi precedenti dall’ex governance, in particolare dall’amministratore delegato Umberto Callegari.
Nonostante l’annunciato rinnovamento in discontinuità, le dichiarazioni dell’assessore hanno finito per riproporre fedelmente — e in alcuni passaggi quasi testualmente — le linee guida già note: il rafforzamento del brand unico Terre d’Oltrepò, l’attenzione alla filiera produttiva, la valorizzazione del vino del territorio sui mercati esteri, il focus sulla qualità come leva competitiva e la centralità del socio all’interno della strategia aziendale. A ciò si è aggiunto l’appello – reiterato da Callegari allo sfinimento – di concentrare il conferimento delle uve per dare slancio alle strategie aziendali.
Più che un nuovo corso, quello delineato da Beduschi appare dunque come un’esplicita conferma del lavoro impostato nei mesi scorsi da Callegari e dalla precedente dirigenza. Nessuna discontinuità reale è stata annunciata, né dal punto di vista industriale né dal punto di vista commerciale. Al contrario, la ripresa pressoché integrale del programma conferma la bontà del percorso già avviato, riconoscendone implicitamente il valore e la concretezza anche agli occhi della Regione.
Una scelta che, di fatto, legittima retroattivamente l’operato della precedente gestione, pur in un contesto in cui si è optato per un ricambio dei vertici societari. Il segnale che arriva da Beduschi, quindi, non è quello di una rivoluzione o di un cambio di rotta, ma piuttosto quello di una prosecuzione di un piano che ha già dimostrato di essere solido, coerente e in linea con le necessità di sviluppo dell’Oltrepò vitivinicolo. Ma allora perché la politica non l’ha lasciato attuare a una governance spinta a dimettersi a un mese dalla vendemmia in una situazione già di per sé delicatissima? Ma davvero c’era da dare lo zuccherino a chi aveva scelto di mestare nel torbido e optare per gli attacchi personali anziché badare alla sostanza?
ZONA LOMBARDIA – 13 LUGLIO 2025
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24.
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