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Cronaca

Tumore prostata, con prevenzione e cure 91% dei pazienti sopravvive

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ROMA (ITALPRESS) – Il tumore della prostata è il più diffuso tra la popolazione maschile italiana: rappresenta infatti il 19,8% di tutti i tumori diagnosticati negli uomini. Solo nel 2023, secondo i dati de “I Numeri del Cancro di AIOM”, sono state stimate 41.100 diagnosi.
Nonostante il numero crescente di diagnosi, il rischio di un esito infausto è ridotto, specialmente se la malattia viene individuata e trattata tempestivamente. In Italia, gli uomini che convivono con una diagnosi di tumore della prostata sono oggi 564.000 e la sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 91%.
Da queste premesse sono iniziati oggi i lavori dell’evento istituzionale “PROSpective – Qualità di vita e tumore della prostata: evoluzione terapeutico-gestionale per il paziente”, organizzato da Cencora-Pharmalex, con il patrocinio di AIRO – Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Europa Uomo, SIURO – Società Italiana di Uro-Oncologia e Fondazione Longevitas e con il contributo non condizionato di Astellas Pharma.
Clinici, istituzioni e Associazioni pazienti hanno discusso come le più innovative tecniche chirurgiche e trattamenti terapeutici, garantiscono oggi ottimi risultati in quasi il 100% dei casi, a condizione che la diagnosi sia tempestiva. Inoltre, i trattamenti farmacologici hanno visto significative innovazioni, migliorando il tasso di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti.
“Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della prostata è l’età. La sua incidenza aumenta con il progredire degli anni e colpisce prevalentemente la popolazione maschile over 50 con un picco intorno ai 70 anni” – spiega il Prof. Andrea Tubaro, Professore Ordinario di Urologia, Direttore UOC urologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Roma – “Nel tumore della prostata la prevenzione, intesa come diagnosi precoce e tempestiva, riveste grande importanza. La percentuale dei pazienti che sopravvive a 5 anni dalla diagnosi è del 91%, ciò grazie a tutti gli strumenti altamente efficaci ad oggi disponibili e che possono anche essere combinati tra loro, come la chirurgia e la radioterapia, insieme a terapie di nuova generazione che ne hanno modificato il trattamento”.
Grazie alla maggiore diffusione di esami, tra cui il test PSA, è possibile una presa in carico tempestiva del paziente con tumore della prostata. Come per altre patologie oncologiche, anche il tumore della prostata richiede una corretta gestione clinico-assistenziale fondata su una piena integrazione multidisciplinare, così da garantire al paziente una presa in carico funzionale alle diverse esigenze che la patologia richiede. Nel percorso di cura è, infatti, fondamentale un approccio multidisciplinare che vede coinvolti, oltre all’urologo, anche oncologi radioterapisti, oncologi medici, anatomo-patologi, psicologi e infermieri. Nonostante le Prostate Cancer Units o Unità Prostatiche Multidisciplinari rappresentano il modello di riferimento per un’adeguata ed efficiente gestione del più diffuso tumore maschile, di cui le strutture sanitarie dispongono, in Italia esiste un bisogno di multidisciplinarietà sottolineato dai pazienti. Secondo la recente indagine di Cittadinanzattiva, emerge che l’84,5% dei pazienti con tumore della prostata chiede di essere preso in carico da un team multidisciplinare .
“Il tumore della prostata spesso è asintomatico all’esordio, è pertanto di vitale importanza una sua diagnosi quanto più precoce possibile, prestando tuttavia attenzione al rischio di diagnosticare forme clinicamente non importanti e da non trattare (sorveglianza attiva), motivo del fallimento dei programmi di screening basati sul PSA. Oggi, la disponibilità di strumenti diagnostici sempre più precisi e di innovative conoscenze biologiche, unite a nuove opzioni terapeutiche, sta cambiando il decorso di questa patologia, riuscendo ad allungare l’aspettativa di sopravvivenza e a garantire una buona qualità di vita ai pazienti.” – spiega il Prof. Sergio Bracarda, Presidente Società Italiana di Uro-Oncologia, SIUrO e Direttore della struttura complessa di Oncologia medica e traslazionale e del dipartimento di Oncologia presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni – “In quest’ottica nel paziente oncologico prostatico, l’approccio multidisciplinare basato sulla sinergia e competenza di più specialisti coinvolti, tra cui oncologo, radioterapista e urologo, che collaborano fra loro, permette di porre il paziente al centro del percorso di diagnosi e cura sempre più personalizzate in tutte le fasi della malattia”.
Il nodo cruciale emerso nel trattamento dei pazienti con tumore della prostata è, ancora oggi, la necessità di definire Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA) certificati, dove l’approccio multidisciplinare è fondamentale per garantire una presa in carico tempestiva, integrata ed efficiente del paziente.
“In una società in cui la vulnerabilità maschile non ha diritto di cittadinanza, discutere della sofferenza degli uomini diventa un atto di dolce forza per un sistema socio-sanitario sempre più equo e orientato al benessere totale del cittadino-paziente. Sotto l’ideale culturale dell’individuo sempre sano e forte, troppi uomini nascondono il proprio malessere e trascurano i segnali di malattia. Ribadisco, quindi, la necessità di una maggiore sensibilizzazione sul tema e il ruolo preponderante di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali ben strutturati, che prevedano un approccio multidisciplinare e personalizzato, in grado di rispondere alle esigenze specifiche di ogni paziente, riconoscendo e affrontando anche gli aspetti psicologici e sociali legati alla malattia. Solo così potremo migliorare ulteriormente il tasso di sopravvivenza e la qualità della vita di chi è colpito dal cancro della prostata.” – così il Senatore Antonio Guidi, membro della commissione Affari sociali e Sanità e della commissione Cultura del Senato, già ministro alla Famiglia e neuropsichiatra.
Nel tumore alla prostata il percorso è chiaro e va dalla diagnosi precoce, attraverso programmi di screening, fino alla diagnosi tempestiva che porta al trattamento grazie a team multidisciplinari. L’innovazione terapeutica, sempre più avanzata e meno invasiva, sta contribuendo ad aumentare la durata della vita e a migliorare il benessere dei pazienti.
Fulvio Berardo, amministratore delegato di Astellas Italia, ha commentato: “Una diagnosi di tumore ha un impatto significativo sulla vita e sulle prospettive non solo del paziente, ma anche dei suoi familiari. Per garantire una gestione ottimale del tumore della prostata, è di fondamentale importanza sensibilizzare gli uomini adulti affinchè superino le barriere, i tabù e le resistenze che spesso ostacolano l’accesso alla diagnosi precoce. Riuscire a individuare il tumore in fase iniziale, anche prima che compaiano i sintomi, rappresenta un fattore determinante per aumentare le possibilità di guarigione, ridurre la mortalità e migliorare la qualità della vita dei pazienti. E’ inoltre importante che le persone con carcinoma prostatico possano poter accedere a percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari che permettano una presa in carico olistica del paziente. Negli ultimi dieci anni, Astellas ha compiuto notevoli progressi nella ricerca in campo oncologico con l’obiettivo di sviluppare soluzioni che possano migliorare la salute delle persone e ridefinire gli standard di cura”.
-foto ufficio stampa Pharmalex –
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Barista ucciso a coltellate nel Bresciano, arrestato un 32enne

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BRESCIA (ITALPRESS) – Un barista di 55 anni è stato accoltellato a Sarezzo, nel Bresciano, ed è morto qualche ora dopo, in ospedale. L’aggressione è avvenuta fuori dal locale in cui l’uomo lavorava, lungo la strada provinciale 345. I Carabinieri hanno fermato un 32enne, accusato di omicidio aggravato. Il coltello trovato in un cassonetto nei pressi del bar.

– Foto ufficio stampa Carabinieri –
(ITALPRESS).

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Tecnici di laboratorio in rete, incontro su prospettive e competenze

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MILANO (ITALPRESS) – Il Coordinamento regionale degli Ordini TSRM e PSTRP e le Commissioni d’Albo dei Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico (TSLB) della Lombardia si sono riuniti mercoledì 10 dicembre 2025 presso la Sala Solesin di Palazzo Lombardia per “mettere in rete” prospettive e competenze. Il convegno ha rappresentato un momento di confronto ad elevata caratura istituzionale sul ruolo del TSLB nel Servizio Sanitario Regionale, con l’obiettivo di rafforzare la rete professionale dei Tecnici di Laboratorio della Lombardia e di sviluppare progettualità condivise al servizio dei cittadini e dei professionisti.

“La Lombardia può contare su un modello sanitario che guarda al futuro, basato sull’integrazione delle diverse competenze e sul dialogo con le istituzioni. Grazie a un approccio lungimirante, che si consolida nel dialogo continuo tra i decisori regionali e gli Ordini professionali, il TSLB si trova nelle condizioni di esprimere appieno il proprio potenziale nei percorsi diagnostici, di prevenzione e di formazione” dichiara Diego Catania, Presidente della Federazione nazionale Ordini TSRM e PSTRP e dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio, presente ai lavori.

Aggiunge Luigi Peroni, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Brescia e Coordinatore degli Ordini TSRM e PSTRP della Lombardia: “Rivolgo un sincero plauso a questa iniziativa, che testimonia la forza della collaborazione tra gli Ordini territoriali e le Commissioni di Albo TSLB della Lombardia. Lavorare in sinergia significa saper valorizzare le eccellenze presenti nei diversi territori e costruire, insieme, una rete di competenze capace di rispondere con efficacia alle esigenze del tessuto sociosanitario regionale”.

L’iniziativa è stata possibile grazie all’impegno degli Ordini e delle Commissioni d’Albo di Bergamo, di Brescia, di Cremona, di Mantova, di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio, di Pavia e di Varese, che hanno contribuito alla progettazione dei contenuti, alla composizione dei gruppi di lavoro e all’organizzazione dei lavori. Si è registrata una presenza significativa di TSLB provenienti da tutte le province della Lombardia, segno di una comunità professionale matura, consapevole e desiderosa di contribuire in modo proattivo all’evoluzione del sistema salute.

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“La governance della professione non è un mero esercizio formale, ma un processo vivo che nasce nei laboratori, si alimenta nel confronto tra colleghi e si traduce in progetti concreti a beneficio dei pazienti e del sistema sanitario” sottolinea Fabio Corbino, Presidente della Commissione d’Albo nazionale dei Tecnici sanitari di laboratorio biomedico e della Commissione d’Albo TSLB di Milano.

Il programma dei lavori ha affrontato temi di particolare rilevanza strategica: dal contributo del TSLB alla Rete Regionale dei Laboratori della Lombardia, all’impiego della tecnologia RFID nella medicina trasfusionale per tracciabilità e sicurezza, fino ai nuovi scenari della diagnostica decentrata (POCT) e agli investimenti nello screening in anatomia patologica quali scelte di salute pubblica e di responsabilità regionale. Tali approfondimenti mettono al centro l’innovazione organizzativa, l’evoluzione delle competenze e la capacità del TSLB di governare processi complessi ad alta intensità tecnologica. Le Commissioni d’Albo TSLB si impegnano a dare continuità al percorso avviato, alimentando una rete stabile di collaborazione che renda sempre più riconoscibile il contributo dei TSLB alla qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni erogate ai cittadini della Lombardia

– Foto ufficio stampa Coordinamento regionale degli Ordini TSRM e PSTRP –

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Favoriva l’immigrazione clandestina, arrestato 47enne trafficante eritreo

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BERGAMO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato di Bergamo ha arrestato un uomo di origine eritrea residente a Milano, 47 anni, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e concorso nella produzione di documenti falsi validi per l’espatrio, nell’ambito del fenomeno migratorio proveniente dalla regione dell’Africa-orientale, cosidetto “corno d’africa”.

L’arresto al termine di una attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, avviata dalla locale squadra mobile insieme ai poliziotti dell’Ufficio di Polizia di Frontiera presso lo scalo aereo di Orio al Serio (BG) che, tra maggio e luglio scorsi, hanno arrestato sei diversi eritrei perchè trovati in possesso di documenti falsi apparentemente prodotti in Europa (per lo più carte di identità spagnole, belga, svedesi).

L’attività di attenta analisi dei viaggi effettuati dai migranti eritrei in partenza dall’aeroporto di Orio al Serio, con destinazione paesi del Nord Europa, ha consentito agli investigatori di ricostruire le modalità operative di gestione delle partenze.

E’ infatti emerso che le prenotazioni dei vari biglietti venivano effettuate da un’unica persona sempre mediante la stessa casella di posta elettronica e utilizzando la medesima carta di credito. Alla luce di tali elementi, le indagini si sono concentrate sull’arrestato, un quarantasettenne residente a Milano, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio e le falsità, da circa 20 anni in Italia in possesso di titolo di soggiorni per protezione sussidiaria. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare che le persone in partenza venivano sistematicamente accompagnati in aeroporto dall’indagato che, forniva loro indicazioni fino alla successiva fase di imbarco.

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Le indagini, anche di natura tecnica, con intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche hanno consentito di acquisire ulteriori riscontri. Ieri, considerato che l’indagato stava per lasciare il territorio nazionale utilizzando un documento falso per tornare in patria, è stata eseguita una misura cautelare personale in carcere emessa dal Tribunale di Bergamo. L’uomo è stato di fatto fermato all’imbarco della frontiera aerea di Milano-Malpensa mentre era diretto ad Istanbul e condotto presso la casa circondariale di Bergamo.

Contestualmente il G.I.P. di Bergamo ha emesso la misura reale del sequestro preventivo del veicolo utilizzato dal trafficante per accompagnare i migranti. A seguito di perquisizione domiciliare sono stati sequestrati documenti la carte di credito utilizzata per le transazioni.

– Foto: Polizia di Stato –

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