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Cronaca

Via libera del Consiglio dei ministri al Dl Giustizia

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di giustizia. Lo comunica Palazzo Chigi.
Le nuove norme, tra l’altro, rafforzano gli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria a tutela delle vittime di violenza di genere e di atti persecutori. Si integrano le norme relative alle “particolari modalità di controllo”, cioè al cosiddetto “braccialetto elettronico”, per precisare che tra gli accertamenti già previsti da parte della polizia giudiziaria in relazione alla “fattibilità tecnica” dell’utilizzo di tale strumento è inclusa anche la fattibilità operativa, collegata alla effettiva efficacia e funzionalità dello strumento rispetto al caso concreto e durante tutto il corso dell’applicazione della misura cautelare. In particolare, preliminarmente alla scelta da parte del giudice della misura cautelare ritenuta più idonea, la polizia giudiziaria verifica l’attivabilità, l’operatività e la funzionalità dei mezzi elettronici o degli altri strumenti tecnici negli specifici casi e contesti applicativi, analizzando le caratteristiche dei luoghi, le distanze, la copertura di rete, la qualità della connessione e i tempi di trasmissione dei segnali elettronici del luogo o dell’area di installazione, la gestione dei predetti mezzi o strumenti tecnici e ogni altra circostanza rilevante in concreto ai fini delle valutazioni sull’efficacia del controllo sull’osservanza delle prescrizioni imposte all’imputato.
Di tali verifiche, continua la nota, viene redatto specifico rapporto che è trasmesso, entro 48 ore, all’autorità giudiziaria per le valutazioni di competenza. Nel caso di non fattibilità tecnica e operativa, qualora siano stati disposti l’allontanamento dalla casa familiare o il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, il giudice potrà disporre l’applicazione, anche congiunta, di ulteriori misure cautelari anche più gravi di quelle già adottate. In caso di trasgressione alle prescrizioni imposte o di una o più condotte gravi o reiterate che impediscono o ostacolano il regolare funzionamento del braccialetto elettronico, il giudice può disporre la revoca degli arresti domiciliari e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere.
Inoltre, le norme introdotte provvedono a: prorogare di quattro mesi il termine per le elezioni dei consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione, al fine di riallineare la data delle elezioni per il loro rinnovo con le disposizioni introdotte dal decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215.
Modificare la disciplina per il conferimento degli incarichi direttivi di legittimità. Tali funzioni potranno essere conferite esclusivamente a magistrati che, alla data della vacanza del posto messo a concorso, assicureranno almeno due anni di servizio prima della data di collocamento a riposo (anzichè almeno quattro anni); prevedere una deroga temporanea al limite di permanenza nell’incarico fissato dalla legge per i magistrati assegnati ai procedimenti in materia di famiglia, in vista dell’imminente operatività del neoistituito tribunale delle persone, dei minorenni e della famiglia, incentivando i magistrati che già svolgono tali funzioni all’inserimento nell’organizzazione del nuovo ufficio; differire l’obbligo di frequenza dei corsi di formazione per i magistrati cui sono conferiti incarichi direttivi e semidirettivi all’avvenuto conferimento dell’incarico (entro 6 mesi), invece che anticipatamente, in modo da velocizzare le procedure di conferimento; ridurre da due anni ad uno il periodo di assegnazione dei giudici onorari di pace all’ufficio del processo, in modo da assicurarne un più rapido impiego nella concreta attività per la quale sono stati selezionati; modificare la disciplina istitutiva del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria al fine di affrontare in maniera ancor più efficiente l’emergenza carceraria in corso; chiarire la portata delle disposizioni transitorie dettate per il correttivo al Codice della crisi di insolvenza; prevedere misure in materia di copertura INAIL in favore dei soggetti impegnati in lavori di pubblica utilità.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Sparatoria a Bondi Beach in Australia, morti e feriti

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SYDNEY (AUSTRALIA) (ITALPRESS) – Due attentatori hanno aperto il fuoco a Bondi Beach, rinomata spiaggia dell’Australia nei pressi di Sydney dove era in corso una celebrazione della festività ebraica di Hanukkah. Secondo le ultime notizie riferite dalle autorità locali, almeno dodici persone, tra cui uno dei due attentori, sarebbero morte. Anche il Rabbino di Sydney, Eli Schlanger, è tra le vittime. Lo ha reso noto un portavoce della comunità ebraica locale, citato dal Times of Israel. E’ di dodici, tra cui due agenti, invece il bilancio attuale dei feriti. Il secondo attentatore è in custodia ed è ferito. A comunicarlo è la Polizia del Nuovo Galles del Sud.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Impresa Robinson nel Super G di St.Moritz, terza Sofia Goggia

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ST. MORITZ (SVIZZERA) (ITALPRESS) – Secondo podio in due giorni per Sofia Goggia a Sankt Moritz, in Svizzera, nel giorno dell’impresa di Alice Robinson nel primo Super G femminile della stagione di Coppa del Mondo di sci alpino. Il tempo di 1’14″84 regala alla gigantista neozelandese il primo podio della sua carriera nella specialità, davanti alla francese Romane Miradoli (2°, +0″08) e alla fuoriclasse azzurra (3°; +0″19), che bissa la terza piazza di ieri in discesa e trova il 64esimo podio in carriera in Coppa del Mondo (il nono a St. Moritz). Solo quarto posto per Lindsey Vonn (4°, +0″27). Sesta posizione per Elena Curtoni (+0″53), davanti a Laura Pirovano (8°, +0″60). E’ caduta Emma Aicher, fresca di successo ieri in discesa. Uscita di scena anche per Mikaela Shiffrin, al ritorno nella velocità.

– Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Foti “La maggioranza non si dividerà, gli aiuti all’Ucraina servono alla pace”

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ROMA (ITALPRESS) – Come “ha sempre fatto”, l’Italia “continuerà ad aiutare l’Ucraina”, per arrivare ad una pace che sia “giusta e duratura”, non una resa incondizionata che esporrebbe “la stessa Europa a gravi pericoli di integrità, con una Russia che finora si è mostrata molto aggressiva”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr, convinto che “la maggioranza si mostrerà unita come è sempre stato” sul tema degli aiuti da approvare a fine anno “a differenza dell’opposizione, che da campo largo su questi temi è un campo minato”. E comunque il governo Meloni insisterà nel “proporre soluzioni per la pace, senza che inutili retroscena e messe in scena lo mettano in dubbio”.
“Ma di cosa stiamo parlando? Si guardano fatti non rilevanti solo per invidia nei confronti della premier, che sta facendo benissimo”, dice Foti, che aggiunge: “Uno degli elementi qualificanti e qualificati di quello che potrebbe essere un piano di pace, nasce proprio da una nostra proposta di qualche mese fa: allargare le tutele dell’articolo 5 all’Ucraina, che permettono agli Stati della Nato, Usa compresi, di intervenire in caso di attacco. E lo stesso Zelensky ha dato atto alla nostra premier di un lavoro, in favore del suo Paese, straordinario. Non solo: 5 mesi fa abbiamo ospitato la conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina, passaggio fondamentale per oggi e domani”. “Gli aiuti – sottolinea – non servono a continuare la guerra, ma a favorire il processo di pace, e perchè alla pace si arrivi davvero bisogna essere in due: finora non vediamo grande disponibilità della Russia, per usare un eufemismo: lanciano 1.200 missili in un giorno con il tentativo di colpire il 90% degli obiettivi civili”.
Alla domanda se Zelensky dovrebbe forse concedere di più, risponde: “In un accordo di pace tutti cedono qualcosa, ma non è pace se c’è resa incondizionata. L’Europa non può permettersi di avere ai confini situazioni di totale instabilità tali da far temere ciò che ha ipotizzato il segretario generale della Nato, ovvero che esiste il fondato timore di attacchi russi in Europa”.
Ed in merito alle dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commenta: “Nessuno può permettersi di tirare il capo dello Stato per la giacca. Mattarella è stato molto chiaro nell’analisi della situazione, e quelle parole spiegano il perchè FdI, che pure era all’opposizione, dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, sostenne la posizione del governo Draghi di schierarsi con Kiev. Per la prima volta dal 1945 l’Europa si è trovata di fronte ad una guerra di aggressione verso un Paese che dell’Europa fa parte. Ed è bene anche che si acceleri il percorso perchè l’Ucraina entri a far parte della Ue, anche se ora logicamente i parametri non sono tutti rispettati a causa della guerra. Come è necessario che Europa e Usa restino uniti, senza strappi”. “Ci sono troppi ‘pacifintì e troppi furbi – aggiunge -. I soldi che ci servivano per far star meglio gli italiani li hanno spesi altri per ristrutturare castelli di lusso, non noi. Ma se si vuole un futuro di libertà, e anche della nostra società – ospedali e scuole sono sempre i primi obiettivi dei conflitti – bisogna avere una difesa adeguata alle sfide del futuro, dalla cybersicurezza alla disinformazione. Che facciamo, stiamo fermi, marginalizzati?”.
“Noi – ricorda Foti – abbiamo votato sì in sede Ue a togliere limiti di tempo al blocco degli asset russi, lo abbiamo fatto per non dividere l’Europa. Ma stiamo molto attenti: questa decisione è stata presa a maggioranza qualificata, ed è uno strappo alle regole europee, un precedente pericoloso. Così si fa male all’Europa, che avrebbe bisogno di serie riforme, come scritto anche nei rapporti di Draghi e Letta e non solo detto in modo brutale da Trump”. Poi, in merito alla manovra, spiega: “E’ una storiella bambinesca quella per cui una Finanziaria è buona solo se abbonda in risorse. Tra il 2020 e il 2030 abbiamo a disposizione 134 miliardi per la Coesione, con l’ok per nona e decima tranche del Pnrr ne avremo ottenuti altri 194. E’ come avere 30 miliardi l’anno per ogni Finanziaria, con il vantaggio che noi, tenendo a posto i conti, possiamo avere oggi uno spread di 70 punti, quindi meno spesa per interessi sul debito. Questa è una politica forte, ed è quella del governo Meloni”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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