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Cronaca

Novella Calligaris compie 70 anni “Io un mito? Più uno spartiacque”

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ROMA (ITALPRESS) – Un’altra bracciata nella storia. Novella Calligaris, mito assoluto del nuoto italiano e non solo, compie settant’anni. Nata a Padova il 27 dicembre 1957, Novella batte tutti i record di precocità e porta a casa tre medaglie olimpiche, un oro e due bronzi, ai Giochi di Monaco 1972. Nel suo palmares vanta anche tre medaglie iridate (un oro e due bronzi) e tre medaglie europee (un argento e due bronzi) oltre a decine di titoli italiani. “Non mi sento un mito dello sport italiano, mi sento uno spartiacque – ha dichiarato Novella Calligaris nel corso di un’intervista presso la sede romana dell’Italpress – Quello che ho fatto io alla mia epoca è stato qualcosa di straordinario per una donna. Ero una ragazzina esile che non aveva i muscoli o un fisico alto due metri”. Diventa un’atleta straordinaria anche per via del connubio che si crea con la sua squadra, la Rari Nantes Patavium 1905, e l’incontro con il suo storico allenatore Costantino Dennerlein detto ‘Bubì e scomparso un anno fa: “Bubi è stato un faro nella mia carriera sportiva e non solo – ha raccontato Calligaris – Lui non era solo un grandissimo allenatore riconosciuto in tutto il mondo, ma era anche un filosofo dello sport”. “Avevo un rispetto totale nei suoi confronti, non l’ho mai messo in dubbio anche se mi faceva fare delle cose pesanti però mugugnavo e le facevo tutte sino in fondo. Devo dire grazie a lui, è stato fondamentale non solo nello sport ma anche nella vita. Mi ha insegnato il rispetto delle regole, mi ha insegnato a rialzarmi quando sono caduta e poi mi ha insegnato a perdere”. Un verbo che Novella non conosceva in Italia, ragion per cui il suo allenatore la portava a gareggiare contro le atlete della Germania dell’Est: “Loro battevano un pò tutte, il problema è che loro erano state sottoposte ad un doping di Stato – ha spiegato – Quelle ragazze non avevano scelto la via del doping, sono state delle vittime. Chi ha chiesto indietro le medaglie, con la caduta del muro, si doveva vergognare. L’unica cosa che rimaneva a queste ragazze era quella medaglia. Molte ragazze sono morte, molte hanno avuto tumori, molte hanno avuto figli deformi e vogliamo togliergli anche le medaglie?”. Novella chiude la sua carriera a soli vent’anni ed oggi è giornalista, presidente dell’Associazione Azzurri Olimpici d’Italia (ANAOAI) e nonna di due splendidi nipotini. “Ho fatto un figlio meraviglioso che è il centro della mia vita, ma devo dire grazie a tutta la mia famiglia. Se dovessi scegliere vorrei essere ricordata per quello che sono. Con i miei difetti e con i miei pregi”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

E’ morta Ornella Vanoni, leggenda della musica italiana

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ROMA (ITALPRESS) – E’ morta, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni. “Con profondo dolore riceviamo la notizia della scomparsa di Ornella Vanoni. Grazie per tutto quello che ci hai regalato Ornella, lo terremo sempre nel nostro cuore” si legge sul profilo X di “Che tempo che fa”, programma in cui era stata spesso ospite.
Nata a Milano, considerata tra le maggiori interpreti della musica leggera italiana, è stata una delle artiste italiane dalla carriera più longeva. Inizia a lavorare nel 1956 (come attrice in “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello dopo avere studiato all’Accademia di arte drammatica” del Piccolo Teatro di Giorgio Strehler del quale è diventata allieva prediletta e compagna). Nel 1957 il debutto canoro con le “canzoni della mala”, brani che traggono spunto da antiche ballate dialettali e raccontano storie di poliziotti e malfattori. Dopo gli esordi, il suo stile interpretativo unico e sofisticato le consente di attraversare un repertorio che comprende il pop d’autore, la bossa nova (da ricordare l’album “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” realizzato con Toquinho e Vinicius de Moraes) e il jazz che la porta a collaborare con musicisti del calibro di George Benson, Michael Brecker e Randy Brecker, solo per citarne alcuni. E a vendere oltre 55 milioni di dischi con i suoi 112 lavori pubblicati, tra album, EP e raccolte, con autori che portano il nome di Dario Fo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Franco Califano, Mogol, Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nel 1960 Vanoni incontra Gino Paoli con il quale nasce un’intensa stria d’amore che va di pari passo con la collaborazione artistica: basti citare l’indimenticabile “Senza fine”. Nonostante l’amore per Paoli, la cantante sposa l’impresario teatrale Lucio Ardenzi da cui si separa ancor prima che nasca il figlio Cristiano. Non a caso, il suo primo 45 giri di grande successo commerciali è “Cercami” dedicata proprio a Paoli. Mentre prosegue anche l’impegno teatrale (tra gli altri, è Rosetta in “Rugantino” di Garinei e Giovannini), arriva la prima (di otto) partecipazione al Festival di Sanremo: nel 1965, con “Abbracciami forte”. Seguono quelle nel 1966 (“Io ti darò di più”), nel 1967 (“La musica è finita”), nel 1968 (“Casa bianca”), nel 1970 (“Eternità”), nel 1989 (“Io come farò”), nel 1999 (“Alberi”, con Enzo Gragnaniello) e nel 2018 (“Imparare ad amarsi”, con Bungaro e Pacifico). Nonostante tutti i Festival, i suoi maggiori successi discografici sono altri: “Una ragione di più” (1969), “L’appuntamento” (1970), “Domani è un altro giorno” (1971), “Più” (1976, con Gepy).
Poi c’è la televisione, che vede la Vanoni impegnata negli anni come conduttrice, prima donna o ospite fissa: da “Giardino d’inverno” a “Studio Uno”, da “Senza rete” a “Serata d’onore”, da Fatti e fattacci” a “Risatissima”. E’ anche giudice in “Star Academy” e “Amici Celebrities”. Nella carriera sessantennale non manca nemmeno il cinema dal primo “Romolo e Remo” di Sergio Corbucci del 1961 all’ultimo “7 donne e un mistero” di Alessandro Genovesi del 2021. L’abbiamo vista anche nello sceneggiato “Il mulino del Po” di Sandro Bolchi e, in un cameo, nella fiction di Rai1 “La Compagnia del Cigno” di Ivan Cotroneo. Tra i premi assegnati a Ornella Vanoni ce ne sono tre del Club Tenco (due Premi e una Targa) e due volte il Premio Lunezia.
-foto Ipa Agency-
(ITALPRESS).

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Cronaca

L’Italia di Davis batte il Belgio 2-0 e vola in finale

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BOLOGNA (ITALPRESS) – L’Italia vola in finale in Coppa Davis. La nazionale capitanata da Filippo Volandri soffre ma batte il Belgio per 2-0, senza passare dal doppio decisivo. Bastano i due singolari agli azzurri nella prima semifinale delle Finals, in scena sul cemento indoor di Bologna. Dopo la vittoria di Matteo Berrettini contro Raphael Collignon (6-3 6-4), il punto del successo l’ha firmato Flavio Cobolli (22 del mondo), battendo Zizou Bergs (numero 43 del ranking Atp) col punteggio di 6-3 6-7 (5) 7-6 (15), dopo poco più di tre ore di autentica battaglia. L’azzurro ha annullato ben sette match point all’avversario. Di contro Cobolli ha chiuso la partita al settimo match point in suo favore (dopo che Bergs gli aveva annullato sei “punti match”).
Dopo la finale del 2023, vinta contro l’Australia, e quella dello scorso anno, vinta contro l’Olanda, l’Italia per il terzo anno consecutivo (prima volta nella storia) giocherà l’ultimo atto della Coppa Davis. L’ultima Nazione a giocare tre finali di fila è stata l’Australia, fra il 1999 e il 2001.
Si estende a 12 successi la striscia positiva dell’Italia nei match di Coppa Davis. L’ultimo ko risale al 2023, contro il Canada. Non riesce ad approdare alla finale di Davis, invece, il Belgio, ancora a secco di insalatiere e giunto alle Final Eight di Bologna attraverso le qualificazioni.
Domenica gli azzurri affronteranno nel match decisivo per la difesa del titolo la vincente dell’incontro tra Germania e Spagna, che si scontreranno domani, a partire dalle 12.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cina, think tank evidenzia progressi nella protezione e governance di fiumi

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NANCHINO (CINA) (ITALPRESS/XINHUA) – La foto mostra copie del rapporto del think tank intitolato “Sfruttare i fiumi per la prosperità nazionale e il benessere pubblico – Uno studio sulla strategia fluviale della nuova era”. Il rapporto è stato pubblicato venerdì dal National High-Level Think Tank dell’Agenzia di Stampa Xinhua e dal China Institute of Water Resources and Hydropower Research del Ministero delle Risorse Idriche, a Nanchino, nella provincia cinese orientale di Jiangsu.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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