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Cronaca

Philip Morris lancia in Italia ZYN

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MILANO (ITALPRESS) – Philip Morris International lancia in Italia i sacchetti di nicotina ZYN, l’ultima novità del suo portafoglio di prodotti senza combustione. ZYN consiste in bustine di cellulosa, prive di foglie di tabacco, pensate per essere una soluzione alternativa alla sigaretta tradizionale. ZYN non produce fumo, vapore, cenere o odore. Con ZYN – tra i brand leader nella categoria dei prodotti contenenti nicotina per uso orale – l’azienda amplia ulteriormente il suo portafoglio di prodotti senza combustione che comprende già: IQOS, il sistema per il riscaldamento elettronico del tabacco numero uno al mondo, con oltre 2 milioni di utilizzatori esclusivi in Italia; e VEEV, leader di mercato in Italia nella categoria delle sigarette elettroniche a sistema chiuso.
“ZYN rappresenta una nuova categoria di prodotti che ci consentirà di accelerare ulteriormente la nostra ambiziosa visione di costruire un futuro senza fumo – ha dichiarato Pasquale Frega, neo Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia, nel corso di una conferenza stampa a Milano -. L’eliminazione del fumo rappresenta una delle principali sfide di salute pubblica di questo secolo. Siamo molto orgogliosi dei progressi che stiamo registrando anche grazie agli sforzi di una filiera integrata del Made in Italy che conta oltre 40mila persone e 8mila imprese. Il lancio di oggi rappresenta un altro, importante passo per rendere le sigarette un pezzo da museo nel più breve tempo possibile”.
Secondo Gianluca lannelli, Head of Smoke-Free Products Category di Philip Morris Italia, “i nuovi sacchetti di nicotina ZYN rappresentano un importante arricchimento del nostro portafoglio di prodotti senza combustione. Le esperienze internazionali di Paesi come la Svezia e gli Stati Uniti dimostrano chiaramente il ruolo che questa categoria può avere per accelerare la conversione dei fumatori verso i prodotti senza combustione”. L’obiettivo di Philip Morris International è che i ricavi netti derivanti dai prodotti senza combustione superino i 2/3 del totale entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, dal 2008 l’azienda ha investito oltre 14 miliardi di dollari per sviluppare, sostanziare scientificamente e commercializzare i propri prodotti senza combustione.

– foto xp2/Italpress –
(ITALPRESS).

Cronaca

SINDACO LISSIA ANNUNCIA SVOLTA NELLA VICENDA DEI CANI MALTRATTATI A PAVIA

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Svolte nella vicenda dei cani maltrattati da un clochard a Pavia sotto i portici di Corso Cavour: dopo che sui social era apparso un video nel quale si vedeva il senzatetto colpire uno degli animali con una manata in testa era esplosa la rabbia di molti cittadini, che hanno chiamato in causa amministrazione comunale e associazioni animaliste. Oggi è tornato sull’argomento il sindaco Michele Lissia in un post: “I cani sono stati sequestrati in applicazione delle norme legislative e regolamentari vigenti e sono stati portati in una struttura idonea dedicata. Le visite effettuate dal veterinario competente a cui erano stati sottoposti ieri, effettuate a seguito della richiesta ad ATS da parte del Sindaco, non evidenziavano segni di incuria o di maltrattamento.
Le istituzioni che hanno operato nel rispetto di norme e procedure sono giunte a una soluzione giusta ed efficace. Grazie al lavoro congiunto della Polizia Locale, della Questura e dei veterinari ATS, è stato possibile intervenire nei tempi e nei modi corretti per tutelare gli animali.
Tutti siamo colpiti da gesti di violenza gratuita, ma le situazioni sono spesso più complesse di quello che appaiono e devono essere affrontate con lucidità e senza scavalcare le regole.
Come amministrazione condanniamo qualsiasi gesto violento, sia nei confronti degli animali che delle persone. È pertanto assolutamente necessario abbassare i toni per evitare processi di piazza o giustizia sommaria o di sciacallaggio mediatico che rischiano di creare disordine e allarme sociale”.

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Cronaca

GDF SEQUESTRA 100.000 ACCESSORI CARNEVALE NON A NORMA IN OLTREPO

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Oltre 105mila accessori per i travestimenti di Carnevale, privi dei requisiti minimi di sicurezza e potenzialmente pericolosi soprattutto per i bambini con meno di 3 anni, sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza in provincia di Pavia. L’operazione ha consentito alle Fiamme Gialle di individuare dieci esercizi commerciali (quattro a Voghera, due a Broni e gli altri a Codevilla, Garlasco, Landriano e Stradella) che mettevano in vendita gli accessori in violazione alla normativa del codice al consumo. I legali rappresentanti di questi punti vendita sono stati segnalati alla Camera di Commercio di Pavia per l’applicazione delle sanzioni amministrative previste dal Codice del Consumo.

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Cronaca

Frode fiscale nell’importazione di prodotti da Cina, sequestrati 71 mln

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ROMA (ITALPRESS) – Su delega della Procura Europea – Ufficio di Roma, i finanzieri dei Comandi Provinciali di Roma e Firenze hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni per oltre 71 milioni di euro.
Il provvedimento riguarda i beni nella disponibilità di 17 persone (13 di origine cinese e 4 italiana), indagate a vario titolo per le ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi reati tributari e all’abusiva attività finanziaria. L’importo oggetto di sequestro è corrispondente all’imposta sul valore aggiunto che sarebbe stata evasa dall’associazione attraverso 29 soggetti economici (con sedi nelle province di Firenze, Prato e Roma) utilizzate per commettere un’ampia frode fiscale nell’importazione di beni dalla Repubblica Popolare Cinese.
Il sequestro rappresenta l’epilogo delle investigazioni, dirette dalla Procura Europea capitolina ed eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze, dalle quali è emerso un progetto criminoso orchestrato principalmente da imprenditori di origine cinese perfettamente integrati nel tessuto economico e sociale italiano. Al vertice della struttura figurava una coppia di coniugi cinesi che, attraverso numerose società e professionisti compiacenti, riusciva a introdurre sul mercato italiano beni di provenienza cinese – quali capi di abbigliamento, calzature, borse ed accessori vari – immessi in libera pratica in altri Stati membri dell’Unione Europea, in completa evasione dell’IVA.
Il meccanismo di frode si basava sull’abuso del del cosiddetto “regime doganale 42”, che consente l’immissione in libera pratica in uno Stato UE, senza il pagamento dei dazi doganali e dell’IVA, dei beni destinati a essere consumati in un altro Stato membro. In concreto, come ricostruito anche attraverso canali di cooperazione attivati dalla Procura Europea in 9 diversi Stati membri, la merce cinese veniva “sdoganata” principalmente in Bulgaria, Ungheria o Grecia, e poi trasferita direttamente negli hub logistici ubicati in Italia, per la successiva commercializzazione. Dal punto di vista documentale, la merce subiva invece varie cessioni intracomunitarie tra operatori fittizi, accompagnate da fatture per operazioni inesistenti.
Al fine di evitare controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria e doganale, le società terminavano il loro ciclo vitale in un lasso di tempo molto breve (circa 2 anni), per essere poi sostituite da altri soggetti economici appositamente creati dal sodalizio per proseguire lo schema di frode.
Le attività di indagine hanno anche fatto emergere come l’associazione criminale, sostituendosi agli ordinari canali di intermediazione finanziaria, offrisse alla comunità cinese stabilmente residente nel territorio nazionale, servizi occulti di trasferimento di denaro in madrepatria, previa richiesta di una percentuale sull’importo oggetto di transazione.
-foto Gdf-
(ITALPRESS).

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