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Ranieri “Niente calcoli, Roma in campo senza paura”

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BILBAO (SPAGNA) (ITALPRESS) – “Se è replicabile la partita di andata? Credo che all’interno di una partita ci siano tante partite. Una gara non è mai uguale alle altre. Con la spinta del loro pubblico, spingeranno ancora di più, noi dovremo cercare di fare il nostro gioco, come stiamo facendo ultimamente”. Lo ha detto il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, in conferenza stampa alla vigilia del match di ritorno degli ottavi di finale di Europa League contro l’Athletic Bilbao.

Si parte dalla vittoria per 2-1 ottenuta da Dybala e compagni all’andata, nel match dell’Olimpico. “Dobbiamo entrare in campo e proporre il nostro gioco sapendo che davanti avremo una squadra bella e compatta – ha aggiunto l’allenatore -. Se entriamo in campo col pensiero che il pareggio ci sta bene, la andiamo a perdere. Attacchiamo in undici e difendiamo in undici, sapendo quali sono i nostri pregi e quali sono i nostri difetti”. Tra le armi a disposizione di questa Roma, sicuramente Paulo Dybala. “Non è solo un leader carismatico e tecnico, è diventato leader in tutto e per tutto. Essere leader significa sentirsi partecipe delle sorti di una squadra e fare tutto per il bene del gruppo. Paulo ha capito benissimo questo aspetto e lo sta portando avanti, così come altri suoi compagni”, spiega Ranieri che poi parla anche delle emozioni di una vigilia che fino a qualche mese pensava di non vivere più. “L’anno scorso sapevo di smettere, quindi quando andavo a San Siro e all’Olimpico ci andavo col pensiero che sarebbe stata l’ultima volta – ha detto parlando delle emozioni di giocare un ottavo di finale europeo pochi mesi dopo l’annuncio del ritiro -. Sono orgoglioso di essere qui, ma per come sono fatto so che dopo aver smesso non andrò a vedere le cose positive della carriera ma quelle che ho sbagliato. E’ la vita, non mi pesano gli errori e non mi fanno volare di testa le cose fatte bene. Metto tutto nel calderone, sono un uomo fortunato perchè faccio il lavoro che amo e non sono in tanti a poter dire lo stesso”.

Carico e determinato Paulo Dybala, che sente forte il desiderio di mettersi alle spalle la finale di Europa League persa in giallorosso. “Sicuramente c’è voglia di riscattare quella partita che ci ha lasciato un sapore molto amaro, eravamo vicini a vincere un trofeo molto importante, adesso manca tanto alla finale ma il desiderio è quello di tornare in questo stadio per giocare la finale – dice l’argentino -. Ho sempre detto che sin dal primo giorno i tifosi della Roma mi hanno fatto sentire uno del club, sento il dovere di dover dare qualcosa indietro a questa tifoseria, il desiderio più grande è dar loro un trofeo, ci siamo andati molto vicini il primo anno e ho sempre dentro questa voglia di rivincita e di poter dare questo trofeo ai nostri tifosi. Stiamo facendo molto bene, ma manca ancora tanto”, ha aggiunto Dybala che poi chiude commentando il rinnovo di Paredes. “Merito mio? No, ma sono molto contento che rimanga ancora con noi, al di là che lo considero un fratello è un grandissimo campione”.

– Foto Ipa Agency –

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Gattuso “Play-off? Vanno ancora conquistati, testa a Israele”

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UDINE (ITALPRESS) – “Se abbiamo iniziato a parlare di play-off? Prima ci dobbiamo arrivare, pensiamo alla partita di domani”. Rino Gattuso mette subito le cose in chiaro. Sfumato il primo posto nel girone, ormai saldamente in mano alla Norvegia, l’Italia dovrà passare dagli spareggi per arrivare ai Mondiali del 2026 e per farlo dovrà mettere al sicuro la seconda piazza. Ecco perchè la gara di domani di Udine contro Israele non va presa sottogamba.

“Faremo qualcosa di diverso rispetto all’Estonia – ha aggiunto il ct azzurro – Bisogna fare attenzione: è innegabile che hanno qualità con i due attaccanti esterni dentro il campo, hanno superiorità numerica perchè hanno giocatori che saltano l’uomo con facilità”. N

on si può però non parlare di tutto quello che c’è attorno, anche se gli sviluppi degli ultimi giorni hanno alleggerito la tensione. “Siamo felici che ci sia una tregua, vedere la gente che torna a casa, quel fiume di persone che tornano nella propria terra è emozionante, sono state immagini bellissime. Domani ci sarà gente fuori dallo stadio che contesterà, lo rispettiamo anche se dispiace per quelle famiglie che volevano portare i loro figli a una serata di festa. Ma avremo 10-11 mila persone dentro lo stadio e dobbiamo essere bravi noi a fargli venire voglia di incitarci e starci vicini. Se ho parlato alla squadra di questa situazione? No, abbiamo parlato solo della partita ma i ragazzi lo sanno che ci sarà un pò di gente fuori. Vedranno però anche quelli che sono dentro e ci concentreremo su quello che dobbiamo fare”.

Tornando al campo, avanti con i due attaccanti. “Avevo solo un dubbio, se riuscivamo a sopportarne il peso quando non avevamo la palla. Io sono contento non dei gol ma del lavoro che stanno facendo: rincorrono l’avversario, si sono fatti trovare pronti”.

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In generale si respira un’altra atmosfera in casa azzurra. “Mi piace vedere come i ragazzi stanno insieme, come affrontano gli allenamenti. Abbiamo un percorso, sapevamo già due mesi fa che non possiamo sbagliare ma la crescita mi piace. Sappiamo che dobbiamo migliorare ma ci sono anche tante cose positive. Sono venuto qua e sapevo al 100% quello che volevo fare e ho provato a fare quello che sto facendo: lavorare con voglia, con senso di appartenenza, sto cercando di fare questo. E parlare quando si deve parlare: noi non parliamo per 24 ore di calcio, lo facciamo quando dobbiamo. A me da calciatore dava fastidio, mi gasavo con poco, mi dovevano lasciare tranquillo. Ma i meriti sono tutti dei giocatori, li vedo con voglia: Bastoni poteva andare via ieri e invece è andato via solo stamattina, Moise sapevamo che non recuperava ma è rimasto fino a pranzo per mangiare con la squadra”.

A proposito di Kean, Pio Esposito si candida a una maglia da titolare dopo l’ottima prova di Tallinn. “E’ un ragazzo semplice, di poche parole, che pedala molto forte – dice del giovane attaccante dell’Inter – Ha numeri, corre come un centrocampista, poi bisogna vedere: sabato ha giocato 70-75 minuti e non li aveva fatti finora, la partita dura 95 minuti, c’è chi gioca dall’inizio e dà il massimo per 50-60 minuti e poi ci sono gli altri che entrano e fanno la differenza”.

Per quanto riguarda il suo ruolo, “penso che ci sia tantissima gente che pagherebbe per essere qua. Io vivo come un sogno mettere questa maglia. Quando sono arrivato qui ho pensato agli allenatori che ho avuto, a Lippi, a Trapattoni, chi l’avrebbe mai detto che avrei avuto questa possibilità? La vivo così. E’ vero che mi sento a mio agio, ho vissuto 11 anni indossando questa maglia, ho ritrovato persone con cui avevo già lavorato insieme da calciatore e tante cose mi vengono facili. Mi sembra di stare a casa, è un sogno”.

Ieri il suo predecessore, Luciano Spalletti, lo ha definito l’uomo giusto per la Nazionale. “E’ un uomo molto schietto e quello che dice lo pensa, ho apprezzato quello che ha detto. E’ uno che quando parla non regala mai niente”, ha concluso Gattuso.

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Mancini “Con la Nazionale qualsiasi partita è come una finale”

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UDINE (ITALPRESS) – “Qualsiasi partita è come una finale, con questa maglietta ci sono delle responsabilità da portare in campo e domani sappiamo a cosa andremo incontro e cosa fare”. Così Gianluca Mancini, difensore della Roma e della Nazionale, alla vigilia della sfida di Udine con Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026.

“All’andata è stata una partita un po’ folle, eravamo sul 4-2 all’86’ e ci siamo fatti rimontare da polli – ricorda il difensore giallorosso in conferenza stampa – Abbiamo però analizzato i nostri errori e cercheremo di non ripeterli contro una squadra che si è rivelata insidiosa”.

Sul suo ritorno in azzurro: “La Nazionale è il sogno di ogni bambino che inizia a giocare a calcio, portare questa maglia mi rende orgoglioso – sottolinea ancora l’ex Atalanta, che ammette di essere migliorato nel tempo dal punto di vista caratteriale – Quando vengo chiamato corro a prendere il treno per Coverciano, spero di restare in azzurro il più a lungo possibile e fare buone prestazioni”.

Mancini si sofferma sul gruppo formato da Gattuso: “E’ un aspetto che conta tantissimo, per iniziare un percorso e proseguirlo nel tempo è la parte fondamentale. I grandi gruppi sono alla base dei successi, allenarsi forte con il sorriso è la cosa più importante, e il mister ci mette nelle migliori condizioni tecniche possibili per rendere al meglio”.

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Tra l’Italia e il Mondiale si prospetta ancora lo ‘spettrò del play-off: “Finchè la matematica non ci condanna… Però non dobbiamo pensare troppo avanti ma a noi stessi, a dove siamo arrivati col mister e a crearci un futuro importante”, conclude Mancini.

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Test Armenia per l’U21 di Baldini “Diamo il massimo, ho fiducia”

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CREMONA (ITALPRESS) – Una nazionale che vince, convince e non vuole fermarsi. L’Under 21 azzurra, dopo aver battuto la Svezia 4-0 a Cesena, si prepara per il secondo test casalingo di questa sosta dedicata agli impegni di qualificazione agli Europei di categoria del 2027. Allo ‘Zinì di Cremona, domani alle 18:15, l’avversaria sarà l’Armenia, che ha zero punti nel gruppo E guidato proprio da Italia e Polonia, entrambe a punteggio pieno.

“Stiamo preparando bene la partita, abbiamo un gruppo straordinario di ragazzi che hanno voglia di giocare e allenarsi insieme. Per un allenatore è il massimo, sono molto fiducioso”, ha detto il ct Silvio Baldini alla vigilia del match. “Ripartiamo da zero, l’Armenia sarà un avversario diverso dalla Svezia, ma dobbiamo fare lo stesso tipo di prestazione. Dobbiamo dare il massimo contro chiunque”, ha aggiunto il tecnico toscano, ricordando l’ultimo successo. Possibili alcuni cambi di formazione, ma “in questa squadra non esiste il turn over, sono tutti bravi. L’unica ingiustizia è mandare in tribuna ragazzi che meriterebbero di giocare”, ha precisato Baldini.

Carico e ottimista anche Luca Marianucci: “I complimenti per la vittoria di Cesena fanno piacere – ha aggiunto il difensore del Napoli -, ma ce li siamo già messi alle spalle: guardiamo avanti ripartendo da dove abbiamo finito”.

In questo percorso di qualificazione gli azzurrini hanno incassato un solo gol: “Sicuramente parte del merito è della difesa, ma quello che dico sempre è che il primo che detta i tempi di pressioni e difende è l’attaccante: se abbiamo subito pochi gol è perchè tutta la squadra lavora bene”.

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Numeri ben diversi per l’Armenia. La squadra allenata da Armen Gyulbudaghyants (nel 2018 sulla panchina della Nazionale maggiore) è reduce da tre sconfitte con Svezia, Polonia e Macedonia del Nord, con un totale di 9 gol subiti. Sarà il terzo confronto diretto, dopo le due gare nelle qualificazioni 2021, chiuse con un doppio successo azzurro.

– Foto Ipa Agency –
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