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Cronaca

L’ANVUR nel registro EQAR per la qualità della formazione superiore

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ROMA (ITALPRESS) – L’ANVUR, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, entra nel Registro EQAR – European Quality Assurance Register for Higher Education.
L’organismo di valutazione indipendente del Registro EQAR ha pubblicato e trasmesso all’Agenzia la decisione di sostanziale conformità delle attività dell’ANVUR agli Standard e alle Linee Guida per l’Assicurazione della Qualità nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (ESG 2015). Questo risultato conferma l’allineamento delle procedure di assicurazione della qualità implementate dall’Agenzia ai migliori principi e pratiche internazionali.
Alla registrazione in EQAR si associa anche la conferma dello status di membro di ENQA, l’associazione che riunisce le agenzie di assicurazione della qualità operanti nello spazio europeo della formazione superiore, di cui l’ANVUR fa parte dal 2019 e nel cui board siede anche un rappresentante dell’Agenzia.
Il Registro EQAR, nato nell’ambito del Processo di Bologna come strumento di supporto alle politiche europee per l’istruzione superiore, comprende le agenzie di assicurazione della qualità riconosciute a livello europeo, garantendo che i processi di valutazione delle istituzioni di formazione superiore e dei corsi di studio siano condotti secondo criteri condivisi nello spazio europeo della formazione superiore. L’ammissione dell’ANVUR in EQAR è un grande risultato anche per le istituzioni di alta formazione italiane verso la piena integrazione nel contesto europeo.
“Si tratta di un risultato di grande rilievo per il nostro sistema di assicurazione della qualità. E’ il riconoscimento del lavoro che l’Agenzia svolge con professionalità e trasparenza, la conferma di un impegno costante e della capacità di evolvere in sintonia con gli scenari europei della formazione superiore” – ha affermato Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’ANVUR. “In una fase storica in cui i processi di valutazione sono chiamati a coniugare rigore metodologico, flessibilità e capacità evolutiva, questo importante riconoscimento ci sprona a continuare con ancora maggiore determinazione e responsabilità lungo il cammino del dialogo internazionale. Un ringraziamento particolare va a tutto il personale dell’ANVUR, ai colleghi e agli esperti valutatori, inclusi gli studenti, che hanno attivamente preso parte all’iter valutativo e al Ministro, sen. Anna Maria Bernini, per il costante e convinto sostegno alle attività dell’Agenzia”.
Marilena Maniaci, componente del Consiglio direttivo e referente per le attività internazionali dell’ANVUR, ha dichiarato: “L’ammissione in EQAR – che offre un contributo essenziale all’integrazione del nostro sistema accademico nel contesto europeo – rappresenta il coronamento di un percorso di crescente internazionalizzazione dell’ANVUR, fortemente sostenuto dall’attuale Consiglio direttivo. Un percorso che si è concretizzato nella costruzione di una solida rete di collaborazioni con le altre agenzie europee, nella partecipazione attiva a progetti e gruppi di lavoro internazionali, e anche nella mia elezione nel Board di ENQA. Si tratta di un risultato corale, reso possibile dall’impegno costante del personale dell’Agenzia e dal sostegno fondamentale del sistema universitario e AFAM, degli studenti e del Ministero, con cui l’ANVUR ha intrattenuto in questi anni un dialogo aperto e proficuo, che ha contribuito in modo decisivo al buon esito del processo valutativo”.
Il Direttore dell’ANVUR, Daniele Livon, ha sottolineato: “Questo risultato rappresenta un obiettivo strategico raggiunto, che ora dovrà essere consolidato nel tempo. E’ il frutto di interventi concreti sia sul piano organizzativo che su quello valutativo, su cui abbiamo lavorato intensamente negli ultimi anni. Grazie a questo riconoscimento, l’Agenzia potrà essere coinvolta anche nelle valutazioni internazionali e le nostre università avranno maggiori opportunità di assumere ruoli di leadership nelle alleanze europee: due passaggi fondamentali per rafforzare l’internazionalizzazione del nostro sistema di istruzione superiore”.
-foto ufficio stampa ANVUR –
(ITALPRESS).

Cronaca

VOGHERA SALUTA FRANCA, LA “BARISTA COL CIUFFO” CHE FONDÒ IL BAR DAGLIA

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Si è spenta all’età di 93 anni Franca Tinillini, per tutti semplicemente Franca o Mamma Franca, così come era conosciuta da migliaia di clienti passati in quel bar di Voghera che ancora oggi è un’istituzione, il Bar Daglia.
La storia del Bar Daglia si distingue dalle classiche storie familiari che abbiamo conosciuto negli anni grazie anche a tanti autori locali che ci hanno regalato aneddoti sulle famiglie più note della città e dei loro bar. Mamma Franca, era stata ribattezzata così da tutti proprio perché i primi immigrati dal sud che andavano a fare la pausa pranzo in quel bar “della camionale” si sentivano immediatamente adottati. Avendo lasciato la famiglia al sud lei stessa, la solitudine spesso veniva un po’ attutita da questa donna passata nell’immaginario collettivo di tutti come “la barista col ciuffo”, capelli rigorosamente raccolti, grembiule ed un sorriso per tutti. Queste erano le sue caratteristiche principali, unite dalla bontà d’animo che in più occasioni la portava a mettere una fetta di prosciutto in più nel panino dell’operaio perché sapeva che quello sarebbe stato l’unico pasto del giorno.
Questa sua generosità si riversò anche con i primi ‘migranti marocchini” con la cassetta. Comprava calze e accendini a tutti, offrendo loro un pasto caldo. Il bar, che in precedenza era stato conosciuto come “Bar Aurora”, fu riscattato da Franca e suo marito solo nel 1970, in vista di un investimento pensato dai coniugi Daglia come unica fonte di denaro per una famiglia come la loro composta da 5 persone.
Non a caso Celso, per tutti “Celsino” oggi al timone del bar giornaliero e notturno, è considerato una vera e propria icona della città per le serate di più generazioni. Era un bimbo di appena 12 anni quando mamma Franca lo metteva alla cassa, iniziando così il suo percorso dietro al banco senza mai smettere.
Il marito di Franca aveva avuto intuito negli affari e purtroppo anche nel cattivo destino che lo vedrà lasciare prematuramente la famiglia, nel 1976. Per anni Franca con Celsino è stata la signora dell’alba, che apriva il bar al mattino presto per cedere poi il timone al figlio. Fino a metà degli anni 80 era consuetudine vedere pullman di persone che si fermavano apposta per mangiare pane e salame, accolti sempre calorosamente da Franca. Quando i primi di Agosto si andava in ferie, (chiudevano le fabbriche) e la camionale era una via di pellegrinaggio per raggiungere le mete di vacanza, Franca si preparava aprendo anche un’ora prima per dare ristoro ai suoi clienti che venivano una sola volta all’anno.
Lascia i figli Graziella, Giuseppe e Celso con i nipoti che l’hanno amata e accudita incondizionatamente. Come vanno ricordato i familiari “Ha fatto i conti a mente fino a 10 giorni fa! Non si fidava della calcolatrice ed era comunque più veloce delle macchinette!! È stata attenta a ogni particolare, a coccolare i suoi clienti e a farsi voler bene. Il Daglia è sempre stato luogo di passaggio, lei non ha mai fatto distinzioni, forse per questo ha un po’ perso lo smalto del locale di grido. Però sono sempre rimasti tutti clienti di sempre, affezionati a Celsino e a lei, a cui portavano sempre qualcosa, soprattutto frutta e verdura del loro orto e per lei era oro!!! Aveva la capacità di entusiasmarsi sempre. Ha passato momenti davvero difficili: provenendo da una famiglia numerosa di Sant’Albano. A 46 anni è rimasta vedova rimboccandosi le maniche e continuando a lavorare, in casa e al bar, non mancando di essere una mamma e nonna presente.”
La nipote Pietrapaola racconta: “Mi ha insegnato a fare mille cose di casa e a cucire. Diceva che se sai tenere in mano un ago sai tenere in piedi tutta la famiglia. Io ho imparato ma la mia si è scucita lo stesso. Comunque la sua forza è stata sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno e la sua cura era il canto! Ha cantato sempre, per scacciare la depressione e i brutti pensieri, per esaltare i momenti belli e ultimamente per comunicare. Dopo la sua ischemia non aveva sempre momenti di lucidità, non sapeva chi fossimo, allora cantavamo e lei adorava le canzoni delle mondine, della sua epoca. Con voce sempre più flebile ma ha mantenuto il contatto con noi sino all’ultimo, anche solo muovendo le labbra, perché la voce non usciva più. La sua frase più usata era “un mondo di bene”, che poi è quello che ha dispensato a tutti noi! È stata moderna nel pensiero e moderata nei modi.”
Voghera perde così una commerciante simbolo ed un volto amatissimo da tante generazioni che al Bar Daglia ancora oggi si incontrano per un caffè o un pacchetto di sigarette. Martedì 15 Luglio alle 15.00 presso la chiesa dei Barnabiti l’ultimo saluto.

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EX ASSESSORE PAVESE ASSANELLI PRECIPITA IN MONTAGNA, GRAVE MA FUORI PERICOLO

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Brutta avventura in vacanza per Piero Sandro Assanelli, 81enne ex assessore ai servizi sociali del Comune di Pavia dal 2009 al 2014 nella giunta del sindaco Cattaneo: è rimasto vittima di un incidente in montagna domenica mattina in provincia di Lecco. L’incidente è avvenuto durante una camminata: Assanelli era in gruppo, ma ad un certo punto ha rallentato il cammino, è caduto per circa 30 metri mentre saliva la Grignetta lungo la Cresta Cermenati nel territorio comunale di Mandello del Lario (Lecco). Ha iniziato a gridare aiuto, alcune persone di passaggio hanno sentito le grida e dato l’allarme. Sul posto è intervenuto un elicottero di pronto intervento. Assanelli era cosciente ma con diverse contusioni. È stato portato d’urgenza all’ospedale Manzoni di Lecco dove i medici del pronto soccorso dove è stato sedato in coma farmacologico per fratture costali, si temevano fratture al cranio ma gli esami hanno scongiurato il peggio. E’ ancora in gravi condizioni ma fuori pericolo.

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GARLASCO, DNA IGNOTO 3 SARA’ COMPARATO CON ALMENO 30 PERSONE

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L’omicidio di Garlasco: ci dovrebbe essere anche chi si occupò di riesumare il corpo di Chiara Poggi per prendere le impronte dattiloscopiche, tra coloro che potrebbero essere sottoposti a tampone per verificare se il Dna maschile individuato nel cavo orofaringeo sia o meno una contaminazione. I prelievi per la comparazione dovrebbero essere fatti a tutti quelli che sono entrati in contatto col cadavere. La comparazione dunque, compresi i profili già prelevati, riguarderà almeno 30 persone. Intanto è polemica per la scelta tecnica effettuata durante l’autopsia: invece di utilizzare tamponi sterili, è stata usata una garza di stoffa. La dottoressa Denise Albani, genetista nominata dal gip, ha annunciato che chiederà chiarimenti sul motivo della scelta e sulle persone presenti al momento del prelievo. L’uso della garza, secondo gli esperti, potrebbe aver introdotto materiale genetico estraneo, rendendo difficile distinguere tra una traccia significativa e una contaminazione accidentale. La mancanza di protocolli rigorosi ha sollevato dubbi sull’intera procedura di raccolta

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