Cronaca
Inter-Cagliari 3-1, i nerazzurri tornano a +6 sul Napoli
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7 mesi fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Una vittoria importante per la corsa scudetto e che permette ai nerazzurri di approcciarsi nel miglior modo possibile alla sfida di mercoledì contro il Bayern Monaco. L’Inter vince 3-1 contro il Cagliari e torna a +6 sul Napoli, con la squadra di Antonio Conte che sarà chiamata a rispondere nel Monday Night contro l’Empoli per non perdere contatto col primo posto. Decisive le reti di Arnautovic, Lautaro Martinez e Bisseck, Piccoli all’inizio della ripresa ha dato l’illusione ai sardi di poter ribaltare il 2-0 del primo tempo: 21esima vittoria per i nerazzurri che tra quattro giorni torneranno a San Siro per il quarto di ritorno di Champions League contro i bavaresi. Simone Inzaghi ha potuto gestire le forze, scientifici i cambi da parte del tecnico piacentino durante l’arco della gara: determinante l’approccio dei padroni di casa, dopo appena 13 minuti lo stesso Arnautovic, dopo una sponda di Carlos Augusto, ha superato Caprile con una conclusione violenta sotto la traversa. Al 25′ l’episodio che ha cambiato l’inerzia del match, Piccoli lanciato in campo aperto si è fatto ipnotizzare da Sommer fallendo di fatto il gol del pareggio. Sul ribaltamento di fronte Lautaro Martinez, con un tocco sotto, ha raddoppiato. Nel secondo tempo i rossoblù hanno sfruttato il calo di concentrazione dei nerazzurri, al 3′ Piccoli praticamente solo nell’area piccola ha dimezzato lo svantaggio. Al 10′ Bisseck ha riportato i suoi avanti di due reti archiviando la pratica. Gli ospiti hanno comunque provato a riaprire nuovamente il match, ancora Sommer su un tiro-cross di Zortea ha deviato un pallone pericoloso in calcio d’angolo. Nel prossimo turno l’Inter giocherà in casa del Bologna, il Cagliari cercherà punti salvezza nella gara interna contro la Fiorentina: +6 sull’Empoli, ma i toscani devono ancora scendere in campo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Fibra ultraveloce per Milano-Cortina, da Open Fiber rete da 900 km
Pubblicato
5 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Un ambizioso progetto, già avviato, per garantire una connessione di rete ad alta velocità nei principali presidi di pronto intervento in vista dei giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026.
E’ questa la base dell’accordo operativo presentato oggi tra la Città metropolitana di Milano e Open Fiber.
Come illustrato da Stefano Mazzitelli, direttore commerciale di Open Fiber, “in totale sono circa 900 km di rete nuova per i tre anelli previsti. Dal punto di vista economico parliamo di un ordine di grandezza di circa 3 milioni di euro. Le tempistiche del progetto sono molto strette: le Olimpiadi sono alle porte e quindi dobbiamo completarlo fra novembre e gennaio. Mi piace annunciare il fatto che c’è stata una richiesta specifica di accelerare un progetto per l’ospedale Niguarda e la linea Milano-Livigno è già operativa. La nostra rete FTTH, grazie a caratteristiche di resilienza, affidabilità e altissima velocità, si conferma il mezzo ideale per sostenere servizi di pubblica utilità e sicurezza, garantendo comunicazioni real-time e mission critical fondamentali per la protezione del territorio e la gestione di informazioni delicate”.
I tre anelli in fibra ottica ad altissima velocità saranno in grado di garantire una connessione sicura e protetta fino a 10 Gigabit al secondo. Nello specifico, il primo anello riguarderà la Polizia di Stato e raggiungerà la Centrale Operativa Interforze Semogo a Valdidentro (SO), l’Ufficio Polizia di Frontiera a Tirano, la Questura di Sondrio e il Commissariato di Sesto S. Giovanni (MI).
Il secondo anello interesserà diversi enti del territorio di Sondrio: la Questura, la Polizia stradale, il Comune, la Prefettura e il Comando Provinciale dei Carabinieri.
Il terzo anello invece collegherà i presidi di Livigno, Bormio e Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano.
“La sinergia sviluppata con Città Metropolitana di Milano ci consentirà di completare rapidamente un progetto fondamentale, collegando enti pubblici strategici che devono scambiarsi informazioni sensibili in tempo reale con la massima sicurezza, un’esigenza cruciale soprattutto in occasione di un evento globale come i giochi olimpici invernali Milano-Cortina 2026”, ha aggiunto Mazzitelli.
Francesco Vassallo, Vicesindaco della Città metropolitana di Milano, ha definito il progetto “il risultato di oltre vent’anni di lavoro silenzioso ma determinato, frutto di una visione chiara e condivisa: dotare il territorio metropolitano di un’infrastruttura digitale robusta e pubblica”. Il riferimento è ai circa 8000 km di fibra ottica posti dal 2005 che circondano la città metropolitana di Milano. Un’infrastruttura che collega circa 100 comuni metropolitani, 156 istituti scolastici, ospedali, la questura di Milano e la Polizia Postale e delle Comunicazioni della Lombardia.
“Oggi mettiamo a disposizione la nostra esperienza consolidata in 25 anni: fornire connettività di qualità agli organi istituzionali che ne fanno richiesta – ha aggiunto Vassallo – vogliamo offrire una connettività che al termine delle olimpiadi rimarrà a disposizione delle comunità stesse. La nostra rete non è solo un insieme di cavi, ma il cuore pulsante di una nuova amministrazione intelligente, capace di integrare scuola, sanità, sicurezza e immobilità sostenibile in un sistema digitale realmente connesso e al servizio dei cittadini”.
Sull’importanza che questo progetto avrà non soltanto per la durata delle Olimpiadi, ma anche per il futuro del territorio si è soffermato anche Alberto Zoli, Direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano e Medical Care manager per la Lombardia per i giochi olimpici Milano-Cortina 2026.
“Sarà un sostanziale miglioramento perchè riusciremo a garantire in una sorta di ospedale diffuso le trasmissioni di immagini, dati e quant’altro occorre per il trattamento dei pazienti. I nostri pazienti avranno come punti di riferimento non solo le Medical Station e i policlinici nelle venue, ma soprattutto nei villaggi olimpici peraltro diffusi in Alto Valtellina – ha affermato – Saranno erogate delle prestazioni sanitarie anche di tipo diagnostico, dove immagini e dati saranno sostanzialmente quelle che faranno la differenza tra esserci o non esserci. E la telemedicina sarà quella che farà da padrone da questo punto di vista”.
Alla fine “rimarrà – aggiunge – un ospedale diffuso che terrà in collegamento diretto e concreto l’ospedale di Sondalo con l’ospedale Niguarda di Milano. Molti operatori dell’ospedale di Milano sono già impegnati in Alta Valtellina e quindi stanno lavorando”.
Per il Questore di Milano Bruno Megale “questo progetto ha consentito di portare la fibra ottica in tutti gli uffici della Questura di Milano e nei commissariati distaccati. Un collegamento che ha accelerato la trasmissione dei dati e le attività di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione dei video, delle immagini, ma anche i servizi per il cittadino”.
“Con questi collegamenti siamo riusciti anche a implementare servizi tipo i passaporti, l’ufficio immigrazione… servizi che interessano direttamente tutta la cittadinanza di Milano. Quindi un collegamento attivo all’avanguardia tra la questura centrale e tutti gli uffici distaccati sul territorio”, ha aggiunto Megale ricordando la centrale operativa comune in via Drago “che permetterà di seguire tutti gli eventi in tempo reale”.
-foto f14/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Cina-Italia: Xìan-Roma a piedi, viaggio di un uomo sulla nuova Via della seta
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5 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS/XINHUA) – Sotto il dolce sole autunnale, il trentaquattrenne Cheng Long stava in piedi davanti al Colosseo di Roma, con accanto uno zaino logoro. Vestito con una semplice maglietta blu, la sua pelle scurita da due anni di viaggio, sembrava in tutto e per tutto un viandante. Era il punto finale di un viaggio iniziato a Xìan, in Cina, ripercorrendo gli echi moderni dell’antica Via della seta attraverso l’Eurasia.
“Ho provato a cercare le parole giuste, ma nessuna sembrava adatta”, ha detto Cheng al suo pubblico durante una diretta streaming. Ha pianto per due ore, sopraffatto dalla stanchezza, dall’orgoglio e dall’incredulità di aver concluso in Italia il suo cammino durato due anni.
Cheng è cresciuto nella provincia nord-occidentale cinese di Shaanxi, terra di antiche storie di carovane e dell’antica capitale Xìan. Da bambino era affascinato dalla leggenda dell’inviato Zhang Qian, mandato a occidente oltre 2.100 anni fa per aprire quella che sarebbe diventata la Via della seta. Quella storia ha piantato in lui un sogno che decenni dopo lo avrebbe portato attraverso i continenti.
Si è allenato duramente, correndo mezze maratone e scalando i monti Qinling. A 23 anni ha camminato da Sichuan a Xizang, oltre 2.000 chilometri, e sapeva che un giorno sarebbe andato ancora più lontano. Dopo anni di lavoretti e di assistenza alla madre malata, nel 2023 Cheng ha deciso che il valore della vita si misura nel significato, non nel comfort. Quando la madre è guarita, ha venduto la sua macchina, ha fatto un bagaglio leggero, ha portato con sè una bandiera nazionale e ha iniziato a camminare verso ovest.
Si è fatto chiamare “Dragon Walker”. Dai soli 8.000 follower sui social media all’inizio, il suo pubblico è cresciuto fino a quasi 300.000 quando è arrivato a Roma.
Il percorso di Cheng lo ha portato attraverso Horgos, nello Xinjiang, poi in Kazakistan, sul Caucaso, in Turchia, in Grecia e, infine, in Italia – più di 10.000 chilometri a piedi. Ha sopportato il caldo sopra i 50 gradi Celsius, valichi di montagna coperti di neve e notti senza un riparo. Ha consumato diciannove paia di scarpe, si è infortunato a un ginocchio e spesso ha sofferto la fame. In Kazakistan, un colpo di calore lo ha quasi ucciso, prima che degli stranieri lo portassero in una piccola clinica.
I soldi erano scarsi. Mentre i suoi risparmi stavano diminuendo in Europa, ha cominciato a trasmettere in diretta streaming, accettando piccole donazioni dagli spettatori per poter proseguire. “All’inizio rifiutavo – ha detto – ma senza quell’aiuto non sarei riuscito a finire”.
L’Italia gli ha lasciato una profonda impressione. Quando è arrivato a Benevento, nel sud del Paese, senza un posto dove dormire, un macellaio locale gli ha permesso di dormire nel cortile e la mattina gli ha portato caffè e cibo – un gesto che, ha detto Cheng, “ha catturato il calore dell’Italia”.
Per Cheng, la strada non era solo un test fisico ma un riflesso vivente della nuova Via della seta. Ha visto autostrade costruite dai cinesi in Asia centrale, auto familiari in città straniere e le reti digitali che connettono regioni un tempo isolate. “La Via della seta oggi è fatta di acciaio e fibra, non di cammelli e sabbia”, ha detto. “Ma lo spirito della connessione rimane”.
Ciò che lo ha colpito di più è stata la gentilezza umana. Sconosciuti gli hanno offerto cibo, passaggi e amicizia senza badare a nazionalità o fede. “La gentilezza è la lingua che tutti parlano”, ha detto.
Cheng intende tornare in Cina per un breve riposo, per poi viaggiare di nuovo per rivedere le persone che lo hanno aiutato. Il suo viaggio, terminato nella Città Eterna italiana, ha dimostrato che anche nel ventunesimo secolo la Via della seta continua a collegare le persone attraverso strade, lavoro e compassione condivisi.
“La cosa importante è non aspettare il momento perfetto, ma fare il primo passo”, ha detto Cheng ai suoi follower.
Fonte foto: Xinhua
(ITALPRESS).
Cronaca
A Perugia il nuovo volto dei portalettere tra esperienza e tecnologia
Pubblicato
5 minuti fa-
28 Ottobre 2025di
Redazione
PERUGIA (ITALPRESS) – Il portalettere è la perfetta sintesi tra la tradizione, rappresentata da raccomandate e cartoline, e l’inevitabile innovazione arrivata per esempio con i tablet e i mezzi elettrici. Può essere riassunto in questa frase il lavoro di Poste Italiane e del Centro di distribuzione cittadino a Perugia che copre gran parte della città umbra. Da Via Mario Angeloni infatti vengono portati a termine ogni giorno 52 servizi in città e 9 nel vicino comune di Masciano. Sono 41.390 le abitazioni che vengono raggiunte e 60 le persone che lavorano all’interno del Centro.
Per gestire una quantità di posta del genere serve una precisa organizzazione e infatti i portalettere sono suddivisi in tre sotto insiemi: livello Base è colui che porta la posta ogni mattina ai numeri civici nella zona di sua competenza, questo servizio viene garantito a giorni alterni poichè i portalettere coprono diverse zone della città e quindi la consegna ad un dato indirizzo è garantita a giorni alterni. Dove non va il portalettere Base arriva invece ogni giorno un’altra tipologia di postino, denominata livello Business, che consegna tutto quel materiale che deve necessariamente essere giornaliero (quotidiani, pacchi e raccomandate su tutti). Il terzo e ultimo livello riguarda invece le grandi aziende, gli uffici amministrativi e i punti postali come i Tabacchi, in grande crescita negli ultimi anni. Quest’ultimo è denominato livello Mercato. Per tutte e tre i servizi l’orario di copertura è dalla mattina alle 7:30 fino alla sera alle 19:30. Da gennaio a settembre 2025 sono stati 175.000 gli invii postali e 133.000 invece i pacchi consegnati. Un dato che in prospettiva potrebbe superare quello dello scorso anno quando gli invii furono complessivamente 428.000.
Come in ogni ufficio il rapporto tra colleghi è fondamentale perchè mette in contatto persone con diverse abilità ed esperienze. Paolo, per esempio, lavora come portalettere nel Centro di distribuzione di Perugia dal 1992, conosce ogni palmo della sua città e quando è entrato non aveva tablet, pagamenti elettronici o il GPS e tutto ciò era sostituito da carta e inchiostro.
“Quando ho iniziato io – racconta Paolo all’Italpress – il casellario per mettere le lettere era fatto a buche quindi era il postino a doverle mettere in ordine ogni volta, adesso con questa suddivisione verticale e più specifica il lavoro è molto più veloce e semplice”. Poi sull’arrivo della tecnologia aggiunge: “Prima dei tablet si faceva tutto con fogli e carta e anche i pagamenti erano molto più complessi e non sempre era possibile accontentare il cliente”.
Quando si parla di tecnologia ci riferiamo anche ai nuovi mezzi di trasporto elettrici come il Free Duck, il mezzo elettrico a tre ruote per trasportare la posta. Nell’Ufficio di Perugia sono 48 i mezzi in uso e 19 di questi sono appunto completamente green.
Se Paolo porta in ufficio l’esperienza e i trucchi imparati in tanti anni di lavoro, Tania ha invece dalla sua l’energia e l’abilità nell’usare le nuove tecnologie. “Sono entrata nel 2023 in Poste Italiane – afferma -. Nel Centro di distribuzione ho conosciuto colleghi, poi diventati anche amici, che mi hanno insegnato come migliorare e velocizzare la mia giornata lavorativa. Certi trucchi li puoi imparare solo da colleghi più esperti e poi certamente in molte cose la tecnologia ci aiuta”. Il vero segreto e punto di forza nel lavoro di portalettere per Tania resta però il contatto umano con i clienti e questo aspetto non potrà mai essere sostituito nè dalle tecnologie nè dall’esperienza lavorativa.
-foto f04/Italpress –
(ITALPRESS).

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