Economia
Farmaceutica italiana leader in Ue, 56 miliardi di produzione e 54 di export
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5 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Farmaci e vaccini al primo posto in Italia per surplus con l’estero, con oltre 21 miliardi di attivo nel 2024. Con nuovi record per produzione, 56 miliardi di euro, ed export, 54 miliardi, raggiunti nel 2024 dall’industria farmaceutica in Italia, che conferma il ruolo di leader in UE della nostra Nazione, insieme a Germania e Francia. Imprese che sono prime dal 2022 al 2024 anche per incremento del valore aggiunto, +18%, rispetto a una crescita cumulata del PIL dell’1,4%”. Così Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, nel corso dell’Assemblea annuale aperta con il videomessaggio della premier, Giorgia Meloni; del vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto, e che ha visto la presenza, tra gli altri, del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani; del ministro della Salute, Orazio Schillaci; della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
È l’export a fare da traino. In 10 anni è aumentato del 157%, più della media UE (+137%). Nel 2000 rappresentava il 3,5% del totale manifatturiero, oggi l’11%. Tra il 2021 e il 2024 l’Italia è seconda al mondo per crescita in valore delle esportazioni di farmaci. Farmindustria conta circa 200 aziende associate a capitale nazionale e a capitale estero – che sono un valore strategico per la salute, la crescita e la sicurezza – con oltre 130 stabilimenti su tutto il territorio. Gli addetti del settore nel 2024 sono 71.000 (+1,4% nel 2024 e +8% in 5 anni), con un incremento del 21% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale.
“L’industria farmaceutica Made in Italy – prosegue Cattani -, con i numeri che ha, le eccellenze su cui può contare – dalle risorse umane, alla partnership con il pubblico, che conta su un SSN che è un unicum a livello globale – ha l’ambizione di essere la più competitiva al mondo. E può davvero farcela, se si interviene attraverso alcune riforme del contesto normativo per valorizzare gli investimenti in Ricerca e produzione, con una nuova governance che aumenti le risorse per la farmaceutica e riduca da subito gli insostenibili payback, per poi superarli dal 2027, con un adeguamento della spesa sanitaria ai reali fabbisogni di salute dei cittadini, con un accesso ai farmaci più rapido e omogeneo sul territorio, con l’aumento degli investimenti in prevenzione come proposto dal Ministro della Salute e con misure che permettano l’uso del dato clinico per necessità di Ricerca, nel rispetto della privacy. In Europa la situazione è molto difficile. Sia per misure che hanno compromesso la competitività complessiva dell’industria, con alcuni settori che rischiano di sparire, sia per una serie di lunghezze burocratiche che recano danni alla competitività, aumentano i costi e impediscono di fare passi avanti nello scenario internazionale. In questo scenario – conclude – serve un cambio di rotta evidente e rapido. Le regole di 20 anni fa non possono essere adatte a un mondo radicalmente diverso e in continua evoluzione. Sono urgenti scelte politiche coraggiose e veloci. La salute deve diventare prioritaria, anche in chiave di sicurezza nazionale, ed essere considerata un investimento che genera risparmi sociali ed economici evitando altri costi. E l’industria farmaceutica deve essere percepita come un’alleata su cui contare perché trasforma le conquiste scientifiche in cure per i cittadini”.
“La farmaceutica rappresenta un’eccellenza del made in Italy, un comparto strategico per la nostra economia. A dircelo sono i numeri. La farmaceutica è fondamentale per garantire cure sicure, efficaci e innovative a tutti i cittadini. Il valore di questo comparto va oltre i dati economici perché incide direttamente sulla vita delle persone, consente di far progredire costantemente percorsi di cura, di ridisegnare di volta in volta l’orizzonte della medicina. Ecco perché in una nazione come la nostra, seconda al mondo per longevità – afferma la premier, Giorgia Meloni -, è una priorità investire nelle scienze della vita. L’Italia gioca già un ruolo di primo piano nella ricerca clinica ma sono convinta che abbiamo gli strumenti, le competenze, il capitale umano per raggiungere nuovi traguardi e sfruttare le potenzialità che derivano dallo sviluppo anche dell’Intelligenza artificiale e delle tecnologie. Siamo determinati a portare avanti quel lavoro di riforme, semplificazione e riduzione delle procedure regolatorie di accessibilità ai farmaci, valorizzazione investimenti in ricerca e sviluppo che abbiamo avviato in questi anni e che già sta dando risultati”. Il settore della Farmaceutica è trainato dall’export e, alla vigilia delle decisioni Usa sui dazi, potrebbe subire dei danni. Secondo Cattani, però, sarebbero innanzitutto “per gli Usa e per i cittadini americani con rischi di carenze, aumento dei costi assicurativi e sanitari e un impatto sul Pil. Ma c’è un effetto immediato che sarebbe l’accelerazione della corsa sulla ricerca, lo spostamento degli investimenti verso la Cina. Noi siamo convinti che sui farmaci l’equazione debba essere zero a zero perchè l’interconnessione della filiera tra le due sponde atlantiche è molto forte”.
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si dice però fiducioso. “Il commissario Sefcovic è al lavoro e ci auguriamo si possa trovare un accordo positivo. Il 10% è ragionevole anche se io preferisco obiettivo zero e un grande mercato unico. La farmaceutica è un settore importante per il nostro export e continueremo a lavorare affinché ci possa essere il minor danno possibile per un comparto che rappresenta una fetta considerevole delle nostre esportazioni ed è un settore all’avanguardia. Continueremo a lavorare perché i nostri prodotti possano subire il minor danno possibile. Dobbiamo trovare un accordo perché la guerra commerciale non conviene a nessuno, l’incertezza non conviene a nessuno”, conclude Tajani.
– foto ufficio stampa Farmindustria –
(ITALPRESS).
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La metà dei laureati e dei diplomati ITS che le imprese cercano sono considerati introvabili
Pubblicato
1 ora fa-
26 Novembre 2025di
Redazione
VERONA (ITALPRESS) – La metà dei laureati e dei diplomati ITS che le imprese cercano nel 2025 sono considerati “introvabili”. Lo dimostra il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.
I dati vengono presentati oggi, in occasione di 34ª edizione di Job&Orienta, il salone nazionale dedicato a orientamento, scuola, formazione e lavoro, inaugurato stamattina in fiera a Verona. Excelsior 2025 mostra che nel corso di quest’anno le imprese avevano programmato l’attivazione di 670mila contratti per laureati, 120mila per diplomati ITS Academy, 1,3 milioni per diplomati e 2,3 milioni per qualificati e diplomati professionali.
Ma il mismatch tra domanda e offerta è decisamente importante: risulta difficile reperire quasi la metà dei profili ricercati (47%), con punte del 57,3% per i tecnici ITS Academy e del 50,9% per i laureati.
“Il gap tra domanda e offerta di lavoro si mantiene molto alto anche quest’anno”, sottolinea Andrea Prete, presidente di Unioncamere. “Non è una prerogativa italiana ma certo rappresenta un freno importante alla competitività del sistema Paese. È indispensabile continuare a lavorare su più fronti, tra i quali quello dell’orientamento, che deve essere quanto più precoce possibile; su una più intensa relazione tra Università e imprese per frenare la fuga dei cervelli; su un migliore incontro e dialogo tra formazione e richiesta delle imprese”.
Le lauree più ricercate restano economia (193mila profili) e ingegneria (127mila). Ampie opportunità anche per gli indirizzi insegnamento e formazione (117mila) e per l’area sanitaria e paramedica (54mila). Per i giovani under 30, le maggiori opportunità occupazionali si concentrano negli indirizzi statistico (51,1% delle assunzioni) e scienze motorie (40%). Il mismatch, tuttavia, colpisce duramente proprio le discipline STEM: i laureati in Chimica e Farmaceutica sono i più “introvabili” (difficoltà di reperimento al 72,4%); seguono l’indirizzo sanitario e paramedico (70,8%) e medico-odontoiatrico (67,2%).
I diplomati ITS più ricercati provengono dagli ambiti servizi alle imprese (27mila ingressi), sviluppo e innovazione del processo e del prodotto (16mila) e meccatronica (13mila). Ottime le opportunità per i giovani nei settori mobilità (94,3% di assunzioni under 30), energia sostenibile (51,9%) e architetture software e data management (44,6%). Ma il mismatch resta elevatissimo: sono difficili da reperire 67 mila tecnici ITS (57,3%), con picchi del 94,2% per sostenibilità energetica ed economia circolare e dell’87,7% per efficienza energetica. Seguono poi produzione di apparecchi dispositivi diagnostici e medicali, moda e sviluppo e innovazione del processo e del prodotto tutti con un mismatch che interessa 3 posizioni su 4 (intorno al 75%).
Per quanto riguarda i diplomi, l’indirizzo più richiesto è amministrazione, finanza e marketing (381mila posizioni), seguito da turismo (239mila), meccanica e meccatronica (121mila), elettronica ed elettrotecnica (102mila). Le maggiori opportunità per i giovani riguardano liceo artistico (51,9%), grafica e comunicazione (46,5%), turismo (43,4%) e informatica e telecomunicazioni (43,2%).
Anche in questo caso emergono forti difficoltà di reperimento: sono introvabili 634 mila diplomati (47,4%), con carenze particolarmente marcate negli indirizzi tecnici: costruzioni, ambiente e territorio (66,4%), meccanica, meccatronica ed energia (65,8%), elettronica ed elettrotecnica (60,9%), informatica e telecomunicazioni (58,8%). Fra i qualificati e diplomati Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), i percorsi più richiesti sono ristorazione (452mila ingressi), sistemi e servizi logistici (265mila) e meccanico (222mila). Le migliori opportunità per i giovani riguardano lavorazioni artistiche (46,5%), grafico-cartotecnico (40,2%), ristorazione (39,3%) e impianti termoidraulici (38,8%). Sono difficili da reperire oltre 1 milione di profili IeFP (47%), con criticità particolarmente elevate negli ambiti termoidraulico (67,1%), riparazione veicoli (63,8%), benessere (62,4%), elettrico (60,5%) e meccanico (60%).
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Economia
Bankitalia, nel 2024 in lieve calo a 19.142 le imprese con rating di legalità
Pubblicato
1 ora fa-
26 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – La Banca d’Italia pubblica i risultati della rilevazione sul “rating di legalità” condotta nel corso del 2025 presso il sistema bancario. La rilevazione esamina gli effetti del possesso del rating di legalità sulle condizioni praticate alle imprese in sede di concessione o di rinegoziazione di un finanziamento. Nel 2024 le imprese titolari di rating di legalità finanziate presso il sistema bancario sono state 19.142, in lieve flessione rispetto all’anno precedente (-1,1 per cento). La percentuale delle imprese finanziate che hanno ricavato benefici dal possesso del rating di legalità è stata pari al 65 per cento (era il 70 per cento nel biennio 2022-2023). I benefici riconosciuti alle imprese si sono concretizzati principalmente nella riduzione dei tempi di istruttoria e nell’applicazione di migliori condizioni economiche in occasione della concessione o della rinegoziazione del finanziamento (7 casi su 10); è stata riscontrata più raramente la riduzione dei costi di istruttoria (3 casi su 10).
Le imprese che, pur in possesso del rating, non hanno conseguito benefici sono state 6.718, pari al 35 per cento delle imprese finanziate: il mancato ottenimento dei benefici è dipeso in larga parte dalla circostanza che tali imprese non hanno presentato una specifica istanza in sede di istruttoria (61,9 per cento dei casi); nel 35,9 per cento delle istanze di finanziamento approvate, il rating non ha apportato informazioni aggiuntive ai fini dell’accertamento del merito creditizio e pertanto non ha prodotto benefici; i casi di documentazione incompleta sono stati trascurabili (0,3 per cento).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).
Economia
Pnrr, Foti “L’erogazione della rata è la dimostrazione che l’Italia è in movimento”
Pubblicato
3 ore fa-
26 Novembre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “L’erogazione è la dimostrazione che l’Italia è in movimento e il PNRR in movimento, perché l’assegnazione delle risorse significa poco: se tu non raggiungi gli obiettivi, l’Unione Europea non liquida alcuna rata”. Così il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ad “Agorà” su Rai3. “Sicuramente verrà liquidata all’ottava rata che è di 12,3 miliardi, poi sia il 28 novembre o il 2 dicembre è quello un aspetto tecnico che sta affrontando l’Unione Europea. Ad oggi, se noi calcoliamo gli obiettivi raggiunti per ottenere i soldi dell’ottava rata dall’inizio del PNRR, abbiamo raggiunto 366 obiettivi. Al 30 dicembre dobbiamo presentare un’ulteriore dimostrazione di aver raggiunto 50 obiettivi, che daranno luogo a un’altra erogazione di 12,8 miliardi. Rimane poi la decima rata entro il 30 giugno-30 agosto, perché in realtà la rendicontazione è possibile fino al 30 agosto, che è pari a 159 obiettivi da raggiungere per oltre 28 miliardi di euro”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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