Cronaca
Eni, con Joule a Milano giovani talenti dell’eco-business
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3 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – I migliori talenti dell’innovazione africana al PoliHub di Milano, che ha ospitato una tappa dello Startup Africa Roadshow 2022, organizzata da Joule, la Scuola di Eni per l’impresa. Dall’agricoltura alla finanza, passando per moda e salute, sono sei le startup vincitrici di Startup Africa Roadtrip 2019 e 2021 che si sono presentate alla platea di startupper e investitori, con idee di business diverse ma accomunate da uno stesso denominatore: la sostenibilità ambientale. Tra i protagonisti dell’iniziativa di Joule, la Kimuli Fashionability, un’azienda ugandese che trasforma i rifiuti di plastica in stoffa, con la quale realizza vestiti, gioielli e accessori. A presentare l’impresa, il cui nome “Kimuli” in ugandese vuol dire “fiore”, è stata a Milano la co-fondatrice e direttrice, Zaharah Nabirye: “Nella capitale ugandese, Kampala, ogni giorno si accumulano oltre 28.000 tonnellate di rifiuti plastica e di queste meno della metà è raccolta e solo l’1% è riciclata, il resto è lasciato a cielo aperto e spesso bruciato, con gravi danni per la salute delle persone e dell’ambiente”, spiega Nabirye, 25 anni, che ha voluto “fare la differenza”.
“Trasformiamo i rifiuti di plastica in stoffa per creare prodotti di un marchio di moda eco-sostenibile e inclusivo, che offre lavoro a persone con disabilità e giovani – prosegue -. Quello che facciamo è raccogliere gli scarti da varie discariche, poi li portiamo nel nostro centro produttivo, dove attiviamo il processo di pulitura dei materiali, che successivamente trasferiamo in fabbrica dove li tagliamo e procediamo con le attività di design e poi di cucitura sartoriale”.
Da giugno 2020, anno di inizio del business, la Kimuli Fashionability ha raccolto 15.000 kg di scarti di plastica e ha realizzato 25.000 vestiti e accessori, con un aumento del 10% all’anno. Oggi la 25enne africana guarda al futuro con ottimismo: “Grazie a questo Roadshow, e anche a quest’evento organizzato da Joule, ho conosciuto qui a Milano molti fashion designer e retailer che magari decideranno di introdurre i nostri prodotti nel mercato italiano”.
Presente al PoliHub anche la startup Musa Social Venture, fondata da Rebecca Cenzato, 26enne neolaureata al Politecnico di Milano, che ha partecipato allo Human Knowledge Lab, l’iniziativa di Joule, la scuola di Eni per l’impresa, che guida il team attraverso le prime fasi di validazione del modello di business. Cenzato ha scelto una “business idea” focalizzata sulle donne, con la creazione di assorbenti in fibre di banano. “Musa Social Venture è una impresa a impatto sociale che si occupa di contrastare la stigmatizzazione del ciclo e della povertà mestruale in Africa – sottolinea Cenzato -. In alcune zone rurali si rileva una quasi totale mancanza di prodotti di igiene idonei al ciclo mestruale e questo impatta sulla vita di molte giovani donne, che addirittura smettono di andare a scuola”.
Da qui l’idea di “assorbenti in fibra di banano, un materiale di scarto largamente disponibile in Africa, con cui realizziamo un prodotto economico, che tutti si possono permettere, e compostabile, per cui facilmente degradabile nell’ambiente”.
A organizzare l’incontro di presentazione degli startupper e dei loro progetti è stata Joule, la scuola di Eni per l’impresa, una realtà che parte dal valore della persona per far crescere una nuova generazione di imprenditrici e imprenditori attenti a sostenibilità e decarbonizzazione in tutti i settori.
“Siamo veramente contenti – dichiara Mattia Voltaggio, Head of Joule – di far parte di questo progetto che favorisce nuove forme di collaborazione internazionali tra Europa e Africa, dove Eni opera. Il continente africano rappresenta oggi un’opportunità di cambiamento per il settore energetico e ci dimostra, attraverso i talenti imprenditoriali selezionati nell’ambito di “Next Generation Africa”, di aver sviluppato anche una forte sensibilità verso l’imprenditoria femminile, inclusiva e sostenibile. Siamo certi che insieme si possano avviare nuove opportunità di sviluppo, frutto di una commistione di competenze, esperienze ed entusiasmo”.
– foto xb5/Italpress –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Confindustria Energia, Brusco “Autonomia strategica Ue tema prioritario”
Pubblicato
9 ore fa-
8 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Un contesto globale sempre più instabile. Oggi più che mai, il sistema energetico italiano – ed europeo – si trova ad affrontare un momento di straordinaria complessità”. Con queste parole Guido Brusco, presidente di Confindustria Energia, ha dato il via ai lavori della Terza Conferenza Annuale della Federazione. “In questo scenario – ha sottolineato il presidente di Confindustria Energia – il tema dell’autonomia strategica europea – energetica, industriale e tecnologica – non è più una questione astratta, ma una priorità concreta. Allo stesso tempo, siamo chiamati a rispettare obiettivi climatici ambiziosi, che impongono una profonda trasformazione del nostro sistema produttivo ed energetico”.
La decarbonizzazione non è più un orizzonte lontano: è una sfida già in corso, che coinvolge ogni anello della filiera – dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riuso e riciclo. Ma non può essere affrontata con un approccio ideologico o, peggio, scollegato dalla realtà industriale ed economica degli Stati membri. E’ fondamentale pensare ad una transizione giusta, graduale e sostenibile. Una transizione che riconosca il ruolo dell’industria come parte della soluzione, e che rispetti il principio della neutralità tecnologica, evitando scelte calate dall’alto che rischiano di penalizzare segmenti chiave della nostra manifattura e della filiera energetica.
Decarbonizzare, sì, quindi, ma con realismo, con strumenti efficaci, e con l’intelligenza di valorizzare tutte le tecnologie disponibili – dal gas naturale all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla CCS – senza esclusioni ideologiche, prevedendo misure che possano rispondere opportunamente al fabbisogno e alle opportunità di investimento al fine di affrontare le ricadute sociali, economiche e ambientali della transizione.
L’Italia, secondo quanto emerso, ha le competenze, le imprese, le tecnologie e le professionalità per giocare un ruolo da protagonista. “Ma servono regole chiare, tempi certi e processi decisionali snelli. Non possiamo più ignorare la farraginosità dell’attuale sistema autorizzativo, che oggi rappresenta il vero collo di bottiglia per gli investimenti nel settore energia”.
Progetti strategici per il futuro del Paese – nelle rinnovabili, nel gas, nelle reti e infrastrutture – restano bloccati per mesi, talvolta per anni, in un labirinto burocratico che scoraggia gli investitori, rallenta la transizione e indebolisce la nostra sicurezza energetica.
“Non chiediamo scorciatoie – indica Guido Brusco – ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Chiediamo che il sistema Paese sappia premiare chi investe in innovazione, sostenibilità e lavoro, piuttosto che penalizzarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci”.
Una recente ricerca realizzata dal CENSIS per Confindustria Energia nasce da una riflessione condivisa sulla natura e sui tempi della transizione energetica. Una transizione che non può più essere considerata solo un obiettivo ambientale, ma che va letta nella sua piena dimensione industriale, economica e sociale.
“In questo senso, la proposta di una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e neutralità sociale, rappresenta un passaggio chiave – spiegano da Confindustria Energia -. Serve uno strumento in grado di superare la frammentazione normativa, favorire la chiarezza delle regole, e consentire una pianificazione solida e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica”.
Nel primo semestre del 2025, secondo i dati pubblicati dal Servizio Studi del Dipartimento Attività produttive della Camera dei Deputati, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa 1.000 giorni; per un Provvedimento Autorizzatorio Unico, oltre 1.200 giorni. Numeri incompatibili con l’urgenza del cambiamento richiesto.
Ma perchè la transizione sia davvero efficace, dovrà essere compresa, condivisa e sostenuta dalle comunità. “La ricerca evidenzia con chiarezza come la dimensione sociale sia oggi un fattore determinante – si legge ancora -. I cittadini si dichiarano disponibili a cambiare abitudini nei consumi, nella mobilità, nell’uso dell’energia. Ma questa disponibilità va alimentata con trasparenza, ascolto e coinvolgimento. E poi ci sono le persone. Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze. Dobbiamo investire in formazione, attrarre giovani, aggiornare i profili professionali, e rafforzare la collaborazione tra imprese, università e istituzioni scolastiche”.
“In questo quadro – ha chiosato Brusco – voglio rivolgere un ringraziamento particolare al sindacato, con cui abbiamo recentemente concluso il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio. Un risultato importante, frutto di un confronto serio, trasparente e orientato al futuro. Abbiamo dimostrato, insieme, che è possibile trovare soluzioni equilibrate, capaci di valorizzare il lavoro, migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e, al tempo stesso, sostenere la competitività delle imprese. Questo è il modello di relazioni industriali che ci guida e che vogliamo rafforzare: basato sul dialogo, sulla corresponsabilità e su una visione di lungo periodo”.
– foto Confindustria Energia –
(ITALPRESS).
Cronaca
La Fondazione Cariplo lancia un progetto per avvicinare i giovani al teatro
Pubblicato
9 ore fa-
8 Ottobre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Si chiama The Youth Club la nuova iniziativa sperimentale promossa da Fondazione Cariplo, pensata per avvicinare i più giovani a teatro, riducendo le disuguaglianze nell’accesso alla cultura. Oltre due milioni di euro messi a disposizione dalla fondazione per un progetto ambizioso e partecipato che mette in rete le principali Istituzioni culturali lombarde -e non solo – attive nello spettacolo dal vivo, con un obiettivo comune: contrastare la povertà educativa, ridurre le disuguaglianze e favorire la partecipazione attiva delle nuove generazioni alla vita culturale. The Youth Club si rivolge a bambine, bambini, adolescenti e giovani fino ai 30 anni con l’intento di rendere il teatro accessibile e significativo per i ragazzi abbattendo le barriere economiche, sociali e territoriali che spesso limitano l’accesso alla cultura. Le Istituzioni aderenti si impegnano a valorizzare e rafforzare i propri programmi culturali rivolti ai pubblici 0-30 anni, sviluppando nuovi formati, adottando linguaggi a loro più vicini e costruendo relazioni attive con scuole, università, centri di aggregazione, oratori e altri soggetti educativi per raggiungere e coinvolgere i giovani là dove vivono, crescono e si formano.
“La maggior parte dei giovani e dei bambini in Italia non va a teatro, se non in qualche occasione, con la scuola – commenta Giovanni Azzone, presidente Fondazione Cariplo – . È una parte del problema che risponde al nome di povertà educativa. Chi non ha opportunità di questo tipo è come se rinunciasse a sviluppare una parte del suo bagaglio culturale. Certo servono iniziative adeguate ai bambini, ai ragazzi e ai giovani di oggi, con un’offerta che avvicini queste generazioni. Il rischio è duplice: i teatri non riusciranno nel realizzare un cambio generazionale di pubblico, e le nuove generazioni perderanno una grande occasione per emozionarsi, accrescersi, entusiasmarsi di fronte alla potenza dell’esperienza teatrale”.
The Youth Club punta ad invertire la tendenza. “Lo fa con l’alleanza e la condivisione degli obiettivi con tante realtà teatrali sul territorio – sottolinea Azzone – . È un pezzo importante del percorso per far vivere la magia dello spettacolo ai più giovani; lo abbiamo fatto anche con il programma Laivin che in diciotto anni ha coinvolto oltre 42 mila studenti delle scuole superiori, in questo caso facendo loro provare l’ebbrezza di salire sul palco e mettersi in gioco. Agganciare i giovani per regalare loro esperienze formative. Questo è l’obiettivo. In cambio avremo una generazione che integri i loro passatempi con altre attività a valenza culturale”.
A oggi, sono 10 le Istituzioni culturali aderenti al progetto: Associazione Centro Teatrale Bresciano, Brescia; Associazione Lirica e Concertistica Italiana (AsLiCo) – Teatro Sociale di Como; Fondazione del Teatro Grande, Brescia; Fondazione I Pomeriggi Musicali Teatro Dal Verme, Milano; Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, Cremona; Fondazione Teatro Carlo Coccia, Novara; Fondazione Teatro Donizetti, Bergamo; Fondazione Teatro Fraschini, Pavia; Teatro dell’Elfo Impresa Sociale, Milano e Teatro Franco Parenti Impresa Sociale, Milano.
– foto ufficio stampa Fondazione Cariplo –
(ITALPRESS).
Cronaca
ACCOLTELLATO NEL PIAZZALE DELLA STAZIONE DI VOGHERA, 42ENNE GRAVE
Pubblicato
9 ore fa-
8 Ottobre 2025di
Redazione
La lite è iniziata sui binari e proseguita poi nel piazzale della Stazione di Voghera. Tutto è accaduto questo pomeriggio attorno alle 17: un 42enne di Voghera, senza fissa dimora, è stato colpito con due coltellate alla schiena nel piazzale della stazione di Voghera ad un nordafricano che frequenta i giardini nei paraggi. L’aggressore è stato subito individuato dai carabinieri e portato in caserma. Mentre il ferito è stato soccorso dal 118 e portato al San Matteo di Pavia dove si trova ricoverato in prognosi riservata. Dalle testimonianze raccolte pare che i due avessero litigato sul primo binario della stazione, il litigio è proseguito all’esterno e mentre il 42enne si stava allontanando, è stato inseguito e colpito alla schiena con la lama, che gli ha provocato una profonda ferita.

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