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Politica

L’Italia alle urne, alle 19 ha votato il 50% degli elettori

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ROMA (ITALPRESS) – Alle ore 19 ha votato il 50% degli elettori, secondo i primi dati forniti dal Viminale.

Gli elettori sono chiamati alle urne per il rinnovo dei componenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Si vota in’unica giornata, i seggi sono aperti dalle 7 e chiudono alle 23. Si svolgono anche le elezioni regionali in Sicilia, e sono chiamati a votare 4,6 milioni di elettori.
In totale, per le elezioni politiche, sono chiamati al voto 50,8 milioni di elettori, compresi i 4,7 milioni all’estero. Alle ore 12:00 ha votato il 19,21% degli Italiani. Affluenza in leggero calo rispetto alle precedenti elezioni politiche, dove a recarsi al seggio fu il 19,43% degli aventi diritto.

A partire da queste consultazioni, ci sono alcune novità. La recente riforma costituzionale ha ridotto il numero dei parlamentari in Italia prevedendo quattrocento deputati, otto dei quali eletti nella circoscrizione Estero, e duecento senatori elettivi, di cui quattro nella circoscrizione Estero. Per la prima volta, inoltre, anche i diciottenni potranno votare per eleggere i senatori, così come previsto dalla legge del 2021 che ha modificato l’articolo 58 della Costituzione. Prima, infatti, soltanto i cittadini che avevano compiuto il venticinquesimo anno di età potevano votare per il Senato.
L’attuale legge elettorale prevede un sistema “misto”, con una componente maggioritaria uninominale e una proporzionale plurinominale: 147 seggi alla Camera e 74 seggi al Senato (compresi i collegi in Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige) sono assegnati in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato, mentre i restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (rispettivamente 245 e 122 per la Camera e per il Senato) vengono assegnati in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento.
Agli elettori vengono consegnate due schede: una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Sulle schede è indicato il nome del candidato nel collegio uninominale e il contrassegno di ciascuna lista o delle liste in coalizione che sono collegate. Accanto al simbolo di ciascuna lista, poi, si trovano i nomi dei candidati nel collegio plurinominale.
Il voto può essere espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista (in questo caso il voto è valido sia per la lista sia per il candidato nel collegio uninominale) oppure tracciando un segno sul nome del candidato nel collegio uninominale (in tal caso il voto è valido sia per lista che per l’elezione del candidato nel collegio uninominale e se ci sono più liste collegate i voti sono ripartiti tra le liste della coalizione in proporzione ai voti ottenuti). E’ possibile anche barrare sia il simbolo della lista, sia il nome del candidato nel collegio uninominale. Non è previsto il voto disgiunto.
In totale, i candidati alla Camera e al Senato sono oltre seimila. Degli oltre 46 milioni di elettori in Italia (in totale gli italiani chiamati al voto sono 50,8 milioni, compresi i 4,7 milioni all’estero), secondo i dati del ministero dell’Interno, per il 51,74% sono donne e per il 48,26% uomini.
I maggiorenni che voteranno per la prima volta alle elezioni politiche sono 2,6 milioni. La regione con il maggior numero di aventi diritto al voto è la Lombardia mentre quella con il minor numero è la Valle d’Aosta. Inoltre, in base ai dati del Viminale, il comune di Rocca dè Giorgi, in provincia di Pavia, contando solo 25 elettori, è l’ente con il corpo elettorale meno numeroso mentre Roma con oltre due milioni di elettori è la città con quello più numeroso.
Alle 23 di domenica, a conclusione delle operazioni di voto, dopo l’accertamento del numero dei votanti, lo scrutinio partirà dalle schede del Senato. Seguirà lo spoglio per la Camera.
Per le Regionali in Sicilia, sono chiamati a votare 4,6 milioni di siciliani, per un totale di 5.294 sezioni da scrutinare in tutta la regione.
Si vota negli stessi orari delle elezioni politiche (dalle 7 alle 23) ma lo scrutinio delle schede è posticipato a lunedì 26 settembre a partire dalle ore 14. Intanto alle ore 12:00 ha votato il 14,77% degli elettori. Affluenza in leggero aumento rispetto alle precedenti elezioni politiche, dove a recarsi al seggio fu il 14,28% degli aventi diritto.

voto: agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).

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Politica

Europee, Senna “Forza Nord non è in contrapposizione a nessuno”

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ROMA (ITALPRESS) – “Stiamo andando incontro alle elezioni europee che sono fondamentali. Il peccato originale di chi ha fatto politica nel nostro Paese è stato non considerare l’Europa, ma in Europa ormai si decide il futuro e lo si può fare unicamente all’interno di un contenitore che possa decidere, questo è il Partito popolare europeo”. Così Gianmarco Senna, fondatore comitato Forza Nord, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo piano – Elezioni europee” dell’Agenzia Italpress. “Se alcune leggi un pò strambe sono state bloccate perchè c’è una sinistra o un’estrema sinistra che punta a delle dinamiche che distruggerebbero il nostro tessuto produttivo, è stato perchè all’interno del Ppe c’erano esponenti, in questo caso di Forza Italia, che hanno fatto delle battaglie. L’alternativa sono i conservatori della Meloni oppure di Identità e Democrazia dove si trova Salvini ma, purtroppo o per fortuna, sono all’opposizione e se sei all’opposizione in Europa non tocchi palla”, aggiunge.
Senna spiega, inoltre, che per qualsiasi legge che viene fatta in Europa “se non sei nel Ppe, che è il blocco più vecchio nel Parlamento europeo ed è in maggioranza, tu non hai nessuna possibilità di incidere”. Senna racconta il progetto nato da un percorso iniziato circa un anno fa insieme a Flavio Tosi e ad altri esponenti politici, un progetto all’interno di Forza Italia per portare avanti le istanze di “un blocco sociale del Nord che non si riconosce più in nessuno”. Secondo Senna il mondo non è più quello del 2019 di quando andammo a votare, “c’era anche una pressione a livello internazionale, c’era il trumpismo, le correnti in Europa che cercavano un’alternativa all’Europa che c’è adesso, poi sono successi dei fatti determinanti: il Covid che ha cambiato completamente il modo di interpretare la società, la guerra in Ucraina con un punto di non ritorno dove c’era da prendere una posizione chiara, il conflitto arabo-israeliano. E’ evidente che le condizioni non sono più quelle del 2019”. Parlando di una ipotetica competizione con la Lega spiega: “noi non siamo in contrapposizione a nessuno, ognuno fa la sua scelta di posizionamento, la Lega ne ha fatta una molto chiara ed è evidente che in Europa stai andando verso un certo tipo di progetto. La Lega fa la sua proposta, la porta avanti anche in Europa con un posizionamento che, secondo me, non porta a niente, noi ne abbiamo un altro e all’interno di Forza Italia siamo convinti che sia necessario bilanciare con un pò più di Nord e noi dobbiamo andare a riprendere l’elettorato”. E proprio parlando di astensionismo sottolinea come ormai ci sia “uno scollamento tra la classe politica di adesso e l’elettore. Noi dobbiamo andare ad intercettare tutti quelli che non hanno risposte, c’è da lavorare in termini di sburocratizzazione, c’è da dare forza alle nostre imprese, ma anche ai lavoratori e pensionati delle nostre imprese; è chiaro che serve un contenitore in grado di dare queste risposte. Io credo che il passaggio più importante sia quello di portare le persone a votare, se ci riusciamo ha vinto l’intero Paese e sono convinto che Forza Italia non avrà difficoltà a prendere più voti della Lega. Conosco bene il tessuto produttivo, c’è una disaffezione incredibile, però qualsiasi legge che viene fatta in Europa, e se non sei nel Ppe che è il blocco più vecchio nel Parlamento europeo ed è in maggioranza – ribadisce – tu non hai nessuna possibilità di incidere”.
Senna, inoltre, si sofferma anche su quanto accaduto con il Terzo polo che “ha fallito un’occasione incredibile – spiega – perchè era evidente che dopo le politiche del 2022 c’erano solo le praterie da andare a conquistare. Io entro in Forza Italia nell’aprile 2023 quando era in ‘terapia intensivà dove tutti uscivano ed era ai minimi storici, noi abbiamo fatto una scommessa, poi è stato bravissimo Tajani e sta dando un’impostazione al partito moderata, popolare e liberale e noi che siamo anche federalisti abbiamo chiesto casa e ci siamo ritrovati”. Infine, l’Autonomia che “serve al Paese perchè ha necessità di essere ammodernato. L’errore è far credere che sia una contrapposizione Nord contro Sud”, dove le persone sono “in grado di capire che potrebbe essere la strada per dare delle responsabilità a una classe dirigente che spesso è stata imbarazzante, perchè il problema del Sud è una classe dirigente che spesso ha marciato sull’arretratezza del Sud, sono convinto che spiegare il federalismo non vedo dei problemi”, conclude.
-foto Italpress-
(ITALPRESS).

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Ue, Tommasi “Superare il diritto di veto”

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ROMA (ITALPRESS) – Rivedere il funzionamento dell’Europa, puntando sulla fattibilità degli obiettivi. A proporlo è Alessandro Tommasi, candidato alle Europee con “Azione-Siamo Europei” nel collegio Nord-Ovest. Intervistato da Claudio Brachino per la rubrica dell’agenzia Italpress “Primo Piano -Elezioni Europee”, ha spiegato: “Cambieremo moltissimo il modo di fare campagna elettorale. Berlusconi diceva ‘non si vince andando al mercatò, vero, ma non si vince nemmeno sui social. Noi iniziamo sempre tutti i nostri eventi chiedendo: ‘Cosa non vi fa dormire la notte?’, la maggior parte dei giovani ci risponde ‘l’incertezza sul futurò”.
Entrando nel merito delle proposte, Tommasi ha parlato della necessità di “far emergere il lavoro sommerso: tanto più tu lavori, tanto più io ti aiuto ad arrivare ad una soglia che secondo noi è minima. Dobbiamo supportare la crescita degli stipendi, che sono troppo bassi, soprattutto per i giovani”.
Le misure economiche del governo? “Mi verrebbe da dire ‘Qualì? Non c’è progettualità, ogni misura è spot, fatta una volta e poi vediamo se l’anno dopo ci sono i soldi. L’incapacità della politica di avere una visione di lungo periodo non fa bene all’economia, anche il cittadino non riesce a sapere se può risparmiare o meno”.
Per Tommasi “il dato di fondo deve essere uno: la fattibilità degli obiettivi che vengono tracciati. Il nostro debito pubblico è fuori controllo, il deficit degli ultimi anni è schizzato, noi stiamo vivendo una fase in cui non si sa quanto costa una misura, questo è molto grave, guardare solo all’Europa come vincolo esterno cattivo è una narrazione che abbiamo vissuto da troppo tempo, chi va in Europa si deve impegnare per la fattibilità degli obiettivi da raggiungere”.
Da rivedere, per il candidato di Azione, c’è anche il funzionamento delle istituzioni europee: “L’Europa è cresciuta, si è allargata, bisogna abolire il Consiglio e creare, magari, una Camera degli Stati, non un organismo con il diritto di veto, per esempio di Orban”.
In tema di immigrazione ha ricordato che “ogni anno lo Stato ha il decreto flussi che di fatto è una regolarizzazione di quello che già esiste. Serve invece una progettualità, ci sono delle professionalità dove noi abbiamo delle carenze, e penso ad esempio alle professioni sanitarie. Ecco, creiamo dei corridoi dove possiamo far avere dei visti, delle procedure di ingresso velocizzate, facilitate per provare a colmare quei voti che abbiamo”.
Quanto alle start up, “la cosa più importante riguarda l’accesso ai capitali, in tante parti del nostro paese avere dei soldi sufficienti per competere è complicato. C’è tanto capitale che è fermo”, ha concluso Tommasi.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Meloni incontra re di Giordania “Lavorare a de-escalation Medio Oriente”

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ROMA (ITALPRESS) – Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi re Abdullah II di Giordania.
Il presidente e il sovrano hanno discusso della situazione in Medio Oriente, auspicando che gli sforzi diplomatici in corso per un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio dei prigionieri, in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu, abbiano presto successo. I due leader si sono concentrati sulla situazione umanitaria: il presidente Meloni ha espresso forte apprezzamento per il ruolo cruciale svolto dalla Giordania in questo ambito e ha ribadito l’impegno italiano nel fornire assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza, anche in cooperazione con la Giordania.
Richiamando la dichiarazione dei Leader G7 del 14 aprile, il presidente Meloni ha ribadito la necessità di continuare a lavorare a una de-escalation a livello regionale. I due leader hanno discusso anche delle eccellenti relazioni bilaterali che continuano a svilupparsi in ogni settore. Il presidente Meloni ha accolto l’invito di re Abdullah a recarsi in Giordania.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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