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Cronaca

Pil, crescita acquisita per il 2021 a +6,2%

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ROMA (ITALPRESS) – La stima completa dei conti economici trimestrali dell’Istat, conferma una ripresa congiunturale sostenuta dell’economia italiana nel terzo trimestre, in misura pari al 2,6%, analogamente a quanto anticipato dalla stima preliminare. In termini tendenziali, la crescita rispetto al terzo trimestre del 2020 è risultata pari al 3,9% (era del 3,8% nella stima preliminare). Il risultato ha beneficiato, per il secondo trimestre consecutivo, di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, di una crescita dell’industria, mentre è risultato ancora in flessione il settore agricolo. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono stati soprattutto i consumi privati, ma contributi significativi sono venuti anche dagli investimenti e dalla componente estera. Le ore lavorate sono cresciute dell’1,4% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dello 0,2%, mentre i redditi pro capite sono aumentati dello 0,5%. La variazione acquisita per il 2021 è pari a +6,2%.
(ITALPRESS).

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Zidane “Tornerò ad allenare, Juve nel cuore ma sogno la Francia”

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TRENTO (ITALPRESS) – Ha scritto la storia del calcio da giocatore e ha vinto tre Champions League da tecnico del Real Madrid, ma al momento Zinedine Zidane è fermo e in attesa d’impiego. Nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento, però, Zizou non mostra la fretta di rimettersi in sella: “Sono fermo ma, avendo i miei figli, la mia vita è bella. So fare anche altre cose, come andare a vedere i miei figli giocare: giocano tutti e tre in Spagna. Un giorno tornerò a fare l’allenatore, ma adesso non mi manca. Tornerò sicuramente, prima o poi. Allenare la Juve? Non lo escludo, il club ha fatto altre scelte e anch’io, ma ho sempre la Juve nel cuore. In futuro, mi piacerebbe allenare la Nazionale francese. Vedremo”.

Non può ovviamente mancare un ricordo della Juventus, a cui l’ex fantasista deve tanto: “Gli anni a Torino sono stati bellissimi, sono arrivato dalla Francia dove il calcio non era importante come in Italia. Vincere era la cosa più importante, dovevamo farlo sempre, sia in casa che fuori casa”. “In Francia, invece, c’era una mentalità diversa – prosegue – Per me non era semplice, arrivando dopo Platini, anche perchè il modo di lavorare era diverso: c’era tantissimo lavoro fisico con Ventrone, che non è più con noi, e poi ho capito perchè fosse importante. L’avvocato Agnelli? Quando facevo una bella partita o un gol, alle tre-quattro del mattino tornavamo a casa e lui mi chiamava alle sei per farmi i complimenti e parlandomi in francese. Era un signore, si vedeva la sua passione per il calcio. Del Piero? Quello che faceva in campo era impressionante, ho avuto la fortuna di fare quattro-cinque anni con lui e con tanti giocatori di livello: Montero, Padovano, Vieri, Boksic… Avevamo una bella squadra, ma lui aveva qualcosa di particolare. Non so spiegarmi come mai quella Juve non sia riuscita a vincere la Champions, abbiamo perso due finali…”.

Si passa poi a commentare la sua (breve) carriera da allenatore: “Quando ho smesso, ho cambiato la mia vita occupandomi dei figli e della famiglia, godendomi gli amici e viaggiando tanto. Dopo tre-quattro anni, avevo 37 anni e mi sono chiesto: ‘adesso, che faccio?’. Non potevo continuare a fare quella vita, avevo un amico che faceva l’allenatore e lì ho deciso di prepararmi e provare”. “Avevo fatto due anni il manager – ricorda – e non mi piaceva, poi ho deciso di cambiare percorso e iniziare ad allenare, mi sono reso conto che mi piaceva. Ho avuto tanti maestri in Francia, ma l’allenatore da cui ho imparato di più è Marcello Lippi. Quando sono arrivato qui, era tutto difficile per me, sia fisicamente che in campo. Lui però mi ha sempre difeso e ha sempre creduto in me, è stato fondamentale”.

Nelle vittorie, secondo Zidane, “per me l’80% è il merito dell’allenatore e 20% dei giocatori. Conta tutto, anche l’atteggiamento in allenamento. Trasmetti sempre la tua energia, devi sempre lasciare i problemi a casa e non trasporli sulla squadra. Nel Real Madrid avevo una grande squadra, ma ho trasmesso loro la fiducia totale. Li allenavo, avevo la fiducia assoluta di vincere con loro e gliela trasmettevo ogni giorno. E in campo si vedeva tutto questo, insieme alla mia idea di giocare a calcio. Ho allenato Modric, CR7, Benzema, Kroos… Che giocatori”, conclude Zidane.

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(ITALPRESS).

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Cronaca

Spalletti “L’Italia è il mio rimpianto, Acerbi non dice la verità”

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TRENTO (ITALPRESS) – Luciano Spalletti è il grande protagonista della domenica del Festival dello Sport di Trento. L’ex ct della Nazionale, nel suo lungo intervento, non può che partire proprio dall’esperienza sulla panchina azzurra, il suo grande rimpianto dopo l’esonero estivo. “Ho commesso l’errore di trasferire troppo ai ragazzi il mio amore per il calcio – assicura l’allenatore toscano – Li ho un pò intasati tra cose dette e richieste, mentre ai calciatori ora serve essere leggeri perchè le pressioni sono tante. Probabilmente gli sono entrato troppo negli ingranaggi e questo non ha fatto bene. A me nell’Italia non mancava niente, e secondo me ci sono venti-venticinque giocatori su cui si può costruire una grande Nazionale. Donnarumma, Bastoni, Barella e Tonali sono dei top. Barella ha determinate caratteristiche e può anche anche davanti alla difesa, poi ora c’è Pio Esposito che è veramente impressionante. Ti dà la convinzione che prima o poi avremo un padrone dell’area di rigore, ieri sera ha fatto un gol pazzesco per coordinazione e per come ha tirato la palla. Forse assomiglia a Bobo Vieri, l’anno scorso l’ho seguito più volte a La Spezia”. L’altro grande tema riguarda Francesco Acerbi e il no alla Nazionale prima di Norvegia-Italia, con la dura risposta dell’ex ct al difensore dell’Inter: “La possibilità di dirmi quelle cose che ha detto c’era stata e invece le ha dette troppo tardi. Aveva accettato la pre-convocazione, il giorno prima gli ho telefonato e gli ho detto ‘avevi ragione tù, perchè il campo aveva detto una cosa chiara ed è ancora uno dei più forti. C’era stata la semifinale col Barcellona dove aveva fatto il gol decisivo, io gli ho detto che era sempre uno dei più bravi, mentre prima avevo cercato di escluderlo per dare forza ai giovani. Volevo convocarlo per la partita-chiave contro la Norvegia, avevamo tre infortunati: Gabbia, Buongiorno e Gatti. Quando gli ho telefonato, più volte, lui mi ha risposto e sembrava disponibile a giocare. Poi sono passati tre-quattro giorni, ha giocato la finale (di Champions col Psg, ndr) e a pochi giorni dalla partita mi ha mandato un messaggio: ‘ci ho pensato bene e non vengo più’. Allora io gli ho telefonato e lui ha tirato di nuovo fuori la situazione di Juan Jesus. Mi sento di dire che le cose sono andate diversamente da quello che dice lui”. Non può ovviamente mancare il ricordo del Napoli e di quello storico scudetto, con Spalletti che racconta anche la rottura con De Laurentiis: “A Napoli ho ricevuto un amore sfrenato, che ti metteva anche timore e non sai dove può andare a finire. Era talmente grosso quello che ho ricevuto, che ti faceva quasi paura. Il primo anno vivevo in albergo accanto alla camera di De Laurentiis, un presidente forte con cui ho condiviso grandissimi momenti. Il secondo anno ho vissuto a Castelvolturno, in una stanzetta nel centro d’allenamento. Alzarsi e vedere l’area di rigore è come essere in Paradiso (ride, ndr). La fine del rapporto con Napoli? Per me era diventato difficile perchè il presidente aveva preso il sopravvento, non mi ha mai parlato di un rinnovo o di un qualsiasi regalo per far vedere che mi voleva bene. Ha agito in modo prepotente con la prelazione sul rinnovo e ho deciso di non rimanere, anche a costo di non poter allenare come da contratto. L’anno dopo ha creduto di poter gestire la situazione da solo, è andata com’è andata e ha dovuto scegliere un altro allenatore forte, che avesse la personalità che Napoli richiede”. La chiusura è con una previsione sulla Nazionale: “L’Italia andrà ai Mondiali. I calciatori sono forti e Gattuso ha qualità di spessore, è stato molto bravo a far giocare insieme le due punte e trovare la grinta. La sua ricerca del carattere e del fisico è stata decisiva contro Israele, quella partita l’ha vinta lui senza dover per forza lavorare dal basso. Credo nel movimento Italia, abbiamo venti giocatori di livello e possiamo centrare la qualificazione al Mondiale”.
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Cronaca

Riflettori sulle isole minori, protagoniste per tre giorni a Lipari

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LIPARI (MESSINA) (ITALPRESS) – Dal 10 al 12 ottobre l’isola di Lipari è stata protagonista degli “Stati Generali delle isole minori marine” organizzati dal ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci. Una tre giorni che ha visto il coinvolgimento di numerosi esponenti delle diverse realtà insulari, dai sindaci alle associazioni di categorie operanti in diversi settori, dal turismo ai trasporti alla tutela ambientale. L’obiettivo era accendere i riflettori sulle problematiche che accomunano le diverse isole minori italiane e riflettere sulle strategie da adottare per mitigare le ricadute negative e permettere alle comunità locali di esprimere tutte le loro potenzialità.

I problemi principali evidenziati sono stati principalmente le difficoltà nei collegamenti con le isole maggiori e la terraferma, spopolamento, criticità nei servizi essenziali, minor possibilità di sviluppo per le imprese locali. Sul tema dei collegamenti si è soffermato in particolare il viceministro alle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi, sottolineando che “dobbiamo trovare il modo di individuare approdi che abbiano dei coefficienti standard: capacità di rifornimento, altezza della banchina, protezione a mare. Non possiamo avere isole dove puoi andare solo con qualche tipologia di imbarcazione perchè altre non ci possono andare”. Ma, ha detto, “dobbiamo anche rivedere la flotta traghetti che è la più numerosa e una delle più complesse al mondo. Oggi il 55% degli approdi delle isole minori non è in grado di far attraccare una nave con mare a forza 5”.

Sul tema del rinnovo del naviglio si sono fatti sentire anche gli armatori. Tra questi il direttore generale di Confitarma Luca Sisto: “la ascoltiamo l’associazione quando faremo il draft del nuovo decreto flotte o lo vedremo già scritto? Non conosco armatori che rinunciano a un contributo pubblico per rinnovare la propria flotta: evidentemente quel decreto flotte è stato scritto male, ma allora scriviamolo meglio”.

Per meglio aiutare le realtà locali, il presidente della commissione vigilanza anagrafe tributaria della Camera Maurizio Casasco ha suggerito “una politica fiscale intelligente: solo così possiamo pensare non solo a un’assistenza in termini di una fiscalità generalizzata che pure deve esserci specifica, ma anche quella dell’attrattività degli investimenti e quindi dell’opportunità per i giovani di rimanere o di ritornare” e anche “una ZES per le isole minori con una fiscalità e una normativa specifica”.

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Il ministro per gli affari europei, politiche di coesione e Pnrr Tommaso Foti ha invece sottolineato come le isole minori non siano state trascurate in termini di risorse con “978 progetti e un impegno di spesa di 508 milioni di euro di cui 446,5 finanziati dal PNRR”.

Da parte sua il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli si è augurato che “entro una quindicina di giorni il disegno di legge sulle isole minori diventi realtà. Abbiamo un pò meno di due anni alla fine della legislatura. I tempi per potercela fare ci sono e se non ce la facciamo la colpa sarà solo nostra”.

Al termine dei lavori il ministro Musumeci ha apprezzato la riuscita degli stati generali, dando appuntamento per la primavera del 2027. Numerosi gli interventi alla tre giorni, fra cui anche quelli dei ministri Fitto, Giuli, Nordio, Piantedosi, Schillaci, Ciriani, Santanchè e Pichetto Fratin, e del premier Giorgia Meloni (con un videomessaggio). “Speriamo che le proposte domani possano diventare azione anche con il coinvolgimento delle opposizioni che in una democrazia compiuta sono un lievito essenziale”, ha concluso Musumeci.

Fonte foto: IPA

(ITALPRESS).

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