VOGHERA, MAMMA STRANGOLA FIGLIO DI UN ANNO
Aveva detto ad una vicina di essere un po’ depressa, da qualche tempo era seguita anche da un professionista privato. Stamane al 112 è arrivata una drammatica telefonata, quella di una nonna disperata per Luca, il nipotino di un anno che non respirava più. I carabinieri della stazione di Voghera si sono precipitati poco dopo le 9 in via Mezzana, area residenziale della città, insieme al personale del 118. Hanno trovato Elisa Roveda, 45 anni in stato di choc. “Ho ucciso mio figlio», si è limitata a dire ai militari, prima di essere portata al Policlinico S. Matteo di Pavia in psichiatria.
Gli operatori del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso del piccolo Luca, è stato strangolato dalla madre.
La donna lavorava come impiegata in un ufficio di commercialista non lontano da casa sua. Il padre del piccolo, Maurizio Baiardi, autotrasportatore, secondo una prima ricostruzione era uscito per andare al lavoro e un’ora dopo è arrivata la madre della donna, che ha trovato il nipote morto e la figlia in stato di choc e ha subito chiamato il 118. Per il piccolo Luca non c’è stato nulla da fare.
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La 45enne si trova ora in stato di fermo in ospedale per una serie di accertamenti, dopodichè i magistrati, superato lo choc, la interrogheranno in presenza di un avvocato. La vicenda è nelle mani della Procura della Repubblica di Pavia.
Tanto il cordoglio dei vogheresi appena appresa la notizia. Il sindaco Paola Garlaschelli scrive sulla sua pagina social: “Rimaniamo attoniti di fronte ad un bimbo strappato alla vita da un gesto terribile. Attendiamo di sapere di più dalle forze dell’ordine sulla tragedia che questa mattina ha sconvolto la nostra città. Per ora, un pensiero di dolore enorme e di vicinanza alla famiglia”.
ZONA LOMBARDIA – 24 SETTEMBRE 2024
Il commento ai fatti del giorno in Lombardia: un focus quotidiano a cura di Emanuele Bottiroli, un esperimento multimediale allargato anche ai social, per essere sempre aggiornati su quanto avviene sul nostro territorio in tempo reale. Dal lunedì al venerdì alle 13 su Lombardia Live 24 e Pavia Uno TV.
LA VOCE PAVESE – CRESCE OCCUPAZIONE FEMMINILE, MA CONTRATTI PRECARI IN AUMENTO
Buone notizie per l’occupazione femminile in Lombardia: continua a crescere, ma resta ancora ampio il divario rispetto ai colleghi uomini. I dati più recenti dell’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps e di PoliS-Lombardia mostrano un consolidamento della ripresa post-pandemica, iniziata a metà del 2021. Nel secondo trimestre del 2024, il tasso di occupazione complessivo nella fascia d’età 15-64 anni è salito al 69,2%, rispetto al 68,8% dello stesso periodo dell’anno precedente. La disoccupazione cala, attestandosi al 4,2% per le donne e al 3,1% per gli uomini.
Tuttavia, se la diminuzione della disoccupazione femminile è dovuta a un aumento dell’occupazione, quella maschile è principalmente legata a un calo della partecipazione al mercato del lavoro, con un tasso di attività che scende al 78,7%.
Il settore dei servizi, dove è impiegata la maggior parte delle donne, è il motore della crescita occupazionale lombarda, compensando la riduzione dei posti nella manifattura e nelle costruzioni. Ma c’è un altro lato della medaglia: i contratti precari e part-time, che offrono minori garanzie e retribuzioni più basse, continuano a essere prevalentemente al femminile.
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Analizzando i dati sui nuovi ingressi nel mercato del lavoro, emerge che nei primi sei mesi del 2024 i contratti a tempo indeterminato sono stati nettamente più numerosi per gli uomini rispetto alle donne. In Lombardia, su 169.756 nuove assunzioni stabili, solo 60.209 hanno riguardato donne. Il divario è particolarmente evidente in province come Brescia, dove il numero di uomini con contratti a tempo indeterminato è più del doppio rispetto alle donne (11.096 contro 5.345), o Bergamo, dove la differenza è altrettanto marcata (11.042 contro 4.970).
Anche il part-time, tipologia contrattuale meno stabile e con retribuzioni più basse, è ancora largamente a maggioranza femminile, segno che c’è ancora molto da fare per ridurre le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro.
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