Cronaca
Uno studio, Donanemab rallenta il declino cognitivo di chi ha Alzheimer
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2 anni fa-
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Redazione
SESTO FIORENTINO (FIRENZE) (ITALPRESS) – L’azienda farmaceutica Eli Lilly ha presentato i risultati completi dello studio di fase III Trailblazer-Alz 2, i quali dimostrano che donanemab ha rallentato in modo significativo il declino cognitivo e funzionale nelle persone con malattia di Alzheimer (AD) sintomatica precoce. I dati sono stati condivisi in occasione dell’edizione 2023 dell’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC) nel corso di un simposio di primo piano, e sono stati pubblicati contemporaneamente sul Journal of the American Medical Association (JAMA). “I dati positivi di Trailblazer-Alz 2 danno speranza alle persone con malattia di Alzheimer, le quali hanno urgente bisogno di nuove opzioni terapeutiche. Questo è il primo studio di fase III in cui una terapia capace di modificare la progressione della malattia replica i risultati clinici positivi osservati in uno studio precedente”, ha affermato Huzur Devletsah, Presidente e Direttore Generale di Lilly Italy Hub. “Se approvato, riteniamo che donanemab possa fornire alle persone con malattia di Alzheimer benefici clinicamente significativi, nonchè la possibilità di completare il loro ciclo di trattamento già 6 mesi dopo che la placca amiloide è stata eliminata. Nell’ambito di un ecosistema sanitario già complesso per quanto riguarda il morbo di Alzheimer, dobbiamo continuare a rimuovere qualsiasi barriera di accesso alla diagnosi e terapia mirate all’amiloide”.
Lilly aveva precedentemente annunciato che, nel corso dello studio clinico di fase III, donanemab ha raggiunto l’endpoint primario e tutti gli endpoint secondari cognitivi e funzionali. La presentazione alla FDA statunitense per l’approvazione è stata completata lo scorso trimestre, con una decisione regolatoria prevista entro la fine dell’anno. Sono attualmente in corso le sottomissioni anche ad altre Autorità Regolatorie nel mondo, la maggior parte delle quali verrà completata entro la fine dell’anno.
I risultati di Trailblazer-Alz 2 supportano la domanda di Lilly per l’approvazione regolatoria per il trattamento di persone con malattia di Alzheimer sintomatica precoce positiva per l’amiloide (deterioramento cognitivo lieve o demenza lieve), a prescindere dal loro livello basale di tau.
TRAILBLAZER-ALZ 2 ha arruolato partecipanti con più ampi punteggi cognitivi e livelli di amiloide rispetto ad altri recenti studi sulle terapie mirate alla placca amiloide. I partecipanti a Trailblazeralz 2 sono stati stratificati in base al loro livello di tau, un biomarcatore predittivo per la progressione della malattia, in un braccio tau medio-basso (a volte indicato come tau intermedio) o in un braccio tau alto, che rappresentava uno stadio patologico successivo di progressione della malattia. Tutti i partecipanti sono stati quindi valutati nell’arco di 18 mesi, utilizzando scale che misurano sia la capacità cognitiva che quella funzionale, tra cui l’Alzheimer’s Disease Rating Scale integrata (iADRS) e il Clinical Dementia Rating-Sum of Boxes (CDR-SB).
Come riportato in precedenza, tra i partecipanti con livelli medio-bassi di tau (n=1182), il trattamento con donanemab ha rallentato in modo significativo il declino, con un risultato del 35% secondo la scala iADRS e del 36% secondo il CDR-SB. Tra tutti i partecipanti allo studio sull’AD sintomatica precoce positiva all’amiloide (n=1736), il trattamento con donanemab ha rallentato in modo significativo il declino del 22% secondo l’ iADRS e del 29% secondo il CDR-SB. Ulteriori dati presentati all’AAIC hanno rafforzato il fatto che, a prescindere dallo stadio clinico o patologico della malattia al basale, il trattamento con donanemab ha prodotto benefici cognitivi e funzionali rispetto al placebo: Un’analisi pre-specificata di sottopopolazione tra i partecipanti con tau medio-bassa basata sullo stadio clinico ha dimostrato un maggior beneficio di donanemab nei soggetti in uno stadio iniziale della malattia: o Nei partecipanti con decadimento cognitivo lieve (n=214), donanemab ha rallentato il declino del 60% secondo iADRS e del 46% secondo CDR-SB o Per i partecipanti con demenza lieve dovuta ad AD, n=534, donanemab ha rallentato il declino del 30% secondo iADRS e del 38% secondo CDR-SB).
Allo stesso modo, un’analisi di sottogruppo post-hoc tra i partecipanti con tau medio-bassa basata sull’età, ha dimostrato un maggiore beneficio di donanemab nei pazienti di età inferiore ai 75 anni: o Nei partecipanti di età inferiore ai 75 anni (n=267), donanemab ha rallentato il declino del 48% secondo iADRS e del 45% secondo CDR-SB. Nei partecipanti di età pari o superiore a 75 anni (n=266), donanemab ha rallentato il declino del 25% secondo iADRS e del 29% secondo CDR-SB. I risultati erano simili tra i vari sottogruppi, compresi i partecipanti portatori o meno di un allele ApoE4. L’effetto complessivo del trattamento con donanemab ha continuato a crescere durante tutto lo studio, con le maggiori differenze rispetto al placebo osservate a 18 mesi.
“Questi risultati dimostrano che diagnosticare e trattare le persone più precocemente nel corso della malattia di Alzheimer può portare a un beneficio clinico rilevante”, ha affermato Alessandro Padovani, Presidente della Società Italiana di Neurologia e Direttore dell’Istituto di Neurologia Clinica presso il Dipartimento di Continuità di Cura e Fragilità, AOU Spedali Civili di Brescia. “Il ritardo nella progressione della malattia nel corso della sperimentazione è significativo e può dare alle persone più tempo per fare le cose che sono significative per loro. Le persone che vivono con la malattia di Alzheimer precoce e sintomatica continuano a lavorare, a godersi i viaggi, a 4 condividere tempo di qualità con la famiglia: vogliono sentirsi se stessi, più a lungo. I risultati di questo studio rafforzano la necessità di diagnosticare e trattare la malattia prima di quanto si faccia oggi.”.
Donanemab agisce in modo specifico sulla placca amiloide depositata e ha dimostrato di portare alla sua rimozione nei pazienti trattati. Il trattamento con donanemab ha ridotto in modo significativo i livelli di placca amiloide, a prescindere dallo stadio patologico della malattia al basale. Tra tutti i partecipanti, il trattamento con donanemab ha ridotto la placca amiloide in media dell’84% a 18 mesi, rispetto a una diminuzione dell’1% per i partecipanti con placebo. Una volta soddisfatti i criteri predefiniti di clearance della placca amiloide, i partecipanti hanno potuto interrompere l’assunzione di donanemab. Circa la metà dei partecipanti ha raggiunto questa soglia a 12 mesi, e circa sette partecipanti su dieci l’hanno raggiunta a 18 mesi.
Nella fase patologica iniziale della malattia nei partecipanti con tau medio-bassa, il trattamento con donanemab ha prodotto assenza di progressione a un anno nel 47% dei partecipanti secondo la valutazione CDR-SB, rispetto al 29% con placebo. I partecipanti trattati con donanemab hanno anche presentato un rischio inferiore (39%) di progredire allo stadio clinico successivo della malattia nel corso dello studio di 18 mesi. Questo ritardo nella progressione ha significato che, in media, i partecipanti trattati con donanemab hanno avuto altri 7,5 mesi prima di raggiungere lo stesso livello di declino cognitivo e funzionale secondo CDR-SB rispetto a quelli con placebo.
L’incidenza di anomalie all’imaging correlate all’amiloide (ARIA, amyloid-related imaging abnormalities) e delle reazioni correlate all’infusione è stata coerente con il precedente studio Trailblazer-Alz.
Si verificano casi di ARIA in tutta la classe delle terapie anticorpali volte a eliminare la placca amiloide.
Sono più comunemente osservate come gonfiore temporaneo in una o più aree del cervello (ARIAE) o come micro-emorragie o siderosi superficiale (ARIA-H) – in entrambi i casi rilevate da risonanza magnetica – le quali possono essere gravi e, in alcuni casi, persino fatali. Questo rischio deve essere gestito mediante attenta osservazione, monitoraggio con risonanza magnetica e azioni appropriate, se 5 vengono rilevate ARIA. Sono state osservate anche gravi reazioni correlate all’infusione, nonchè anafilassi.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).
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Donnarumma finalista al Pallone d’Oro, in top 30 Lautaro e McTominay
Pubblicato
1 ora fa-
7 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Un azzurro, Gianluigi Donnarumma, e tre star della Serie A, gli interisti Denzel Dumfries e Lautaro Martinez, e il napoletano Scott McTominay.
L’Italia risponde presente nella top 30 del Pallone d’Oro maschile 2025, che sarà assegnato il prossimo 22 settembre al Thèàtre du Chàtelet di Parigi, dove saranno presenti anche le azzurre Sofia Cantore (Washington Spirit, tesserata con la Juventus nella scorsa stagione) e Cristiana Girelli (Juventus), candidate nell’edizione femminile.
Al maschile domina il Psg con nove giocatori nell’elenco (un record, condiviso con il Real Madrid nel 2018). Oltre al portierone italiano, sono presenti Dèsirè Douè, Achraf Hakimi, Khvicha Kvaratskhelia, Nuno Mendes, Joao Neves, Fabian Ruiz, Vitinha e Ousmane Dembele. Quest’ultimo, trascinatore con 35 gol nel cammino trionfale in Champions League e Ligue 1, è tra i grandi favoriti, insieme a Lamine Yamal, autore di 18 reti in 55 presenze col Barcellona campione di Spagna.
Il 18enne spagnolo sembra sicuro della vittoria del Trofeo Kopa, riservato al miglior Under 21 dell’ultima stagione, che lo vede candidato in compagnia dello juventino Kenan Yildiz, oltre a Dean Huijsen (Real Madrid), Pau Cubarsì (Barcellona), Ayyoub Bouaddi (Lille), Estevao (Chelsea), Myles Lewis-Skelly (Arsenal), Rodrigo Mora (Porto), Joao Neves (Psg) e Dèsirè Douè (Psg). Doppia nomination anche per Donnarumma, finalista del Trofeo Yashin, riservato ai migliori estremi difensori.
A fare compagnia al portierone del Psg – al centro dei rumors su una possibile cessione ad un anno dalla scadenza del contratto -, c’è anche l’interista Yann Sommer, oltre ad Alisson Becker (Liverpool), Yassine Bounou (Al Hilal), Lucas Chevalier (Lille), Thibaut Courtois (Real Madrid), Emiliano Martinez (Aston Villa), Jan Oblak (Atletico Madrid), David Raya (Arsenal) e Matz Sels (Nottingham Forest). Al femminile sono candidate Ann-Katrin Berger (Gotham), Cata Coll (Barcellona), Hannah Hampton (Chelsea), Chiamaka Nnadozie (Brighton) e Daphne van Domselaar (Arsenal).
Antonio Conte, campione d’Italia col Napoli, ed Enzo Maresca, vincitore della Conference League e del Mondiale per Club col Chelsea, sono invece tra i candidati al Trofeo Cruijff, il premio assegnato al miglior allenatore dell’ultima stagione. Nell’elenco anche Luis Enrique (Psg), Hansi Flick (Barcellona) e Arne Slot, campione d’Inghilterra col Liverpool. Nel calcio femminile i migliori in panchina sono Sonia Bompastor (Chelsea), Arthur Elias (Brasile), Justine Madugu (Nigeria), Renèe Slegers (Inghilterra), Sarina Wiegman (Inghilterra).
L’elenco completo al Pallone d’oro maschile:
Ousmane Dembele (Psg), Gianluigi Donnarumma (Psg), Jude Bellingham (Real Madrid), Desire Doue (Psg), Denzel Dumfries (Inter), Serhou Guirassy (Borussia Dortmund), Erling Haaland (Manchester City), Viktor Gyokeres (Arsenal), Achraf Hakimi (Psg), Harry Kane (Bayern), Khvicha Kvaratskhelia (Psg), Robert Lewandowski (Barcellona), Alexis Mac Allister (Liverpool), Lautaro Martinez (Inter), Scott McTominay (Napoli), Kylian Mbappè (Real Madrid), Nuno Mendes (Psg), Joao Neves (Psg), Pedri (Barcellona), Cole Palmer (Chelsea), Michael Olise (Bayern), Raphinha (Barcellona), Declan Rice (Arsenal), Fabian Ruiz (Psg), Virgil Van Dijk (Liverpool), Vinicius (Real Madrid), Mohamed Salah (Liverpool), Florian Wirtz (Liverpool), Vitinha (Psg), Lamine Yamal (Barcellona).
L’elenco delle finaliste al Pallone d’oro femminile:
Lucy Bronze (Chelsea), Barbra Banda (Orlando Pride), Aitana Bonmati (Barcellona), Sandy Baltimore (Chelsea), Mariona Caldentey (Arsenal), Klara Buhl (Bayern), Sofia Cantore (Washington Spirit), Steph Catley (Arsenal), Melchie Dumornay (Lione), Temwa Chawinga (Kc Current), Emily Fox (Arsenal), Cristiana Girelli (Juventus), Esther Gonzalez (Gotham), Caroline Graham Hansen (Barcellona), Patri Guijarro (Barcellona), Amanda Gutierres (Palmeiras), Hannah Hampton (Chelsea), Pernille Harder (Bayern), Lindsey Heaps (Lione), Chloe Kelly (Arsenal), Marta (Orlando Pride), Frida Leonhardsen Maanum (Arsenal), Ewa Pajor (Barcellona), Clara Mateo (Paris Fc), Alessia Russo (Arsenal), Claudia Pina (Barcellona), Alexia Putellas (Barcellona), Johanna Rytting Kaneryd (Chelsea), Caroline Weir (Real Madrid), Leah Williamson (Arsenal).
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS)
In questa edizione: Vigna e bosco in fiamme tra Casteggio e Corvino – Incendio in appartamento a City Life, famiglia intossicata – A Milano pusher scappa in scooter, fermato dopo 5 km – Anche aiuole per riqualificazione Piazza Cordusio a Milano – Sanità in Lombardia, obiettivo estensione vaccini – Pronto Meteo Lombardia per 8 Agosto.
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7 Agosto 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Salgono a 173 in Italia, dall’inizio dell’anno i casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo (89 nel precedente bollettino) con undici decessi. E’ quanto si legge nel quarto bollettino della sorveglianza pubblicato oggi dall’Istituto Superiore di Sanità. Tra i casi confermati 72 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 37 Lazio, 21 Campania, 1 Basilicata, 1 Sardegna), 14 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 85 casi di febbre, 1 caso asintomatico e 1 caso sintomatico.
Tra i casi confermati sono stati notificati 11 decessi (1 Piemonte, 4 Lazio, 6 Campania). La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive fin ora segnalate, è pari al 15% (nel 2018 20%, nel 2024 14%). “La situazione è monitorata con attenzione da tutte le istituzioni competenti, sia a livello centrale che a livello territoriale. Al momento non emergono particolari segnali di allarme”, sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di malattie infettive dell’Iss.
(ITALPRESS).
-Foto: Ipa Agency-


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