Economia
Tim, dal Cda via libera alla vendita di Netco al fondo Kkr
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1 anno fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi sotto la presidenza di Salvatore Rossi nelle giornate del 3, 4 e 5 novembre, ha approvato a maggioranza (con 11 voti favorevoli e 3 contrari) l’offerta vincolante per NetCo presentata da KKR.
L’offerta vincolante valorizza NetCo (esclusa Sparkle) a un Enterprise value di 18,8 miliardi di euro, “senza considerare eventuali incrementi del predetto valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro – spiega TIM in una nota -. In particolare, l’offerta ipotizza che il closing avvenga entro l’estate 2024 e prevede che il prezzo del ramo d’azienda oggetto di conferimento in FiberCop sia soggetto ad aggiustamento (usuale per questa tipologia di operazione) al closing in relazione a determinati parametri e target predefiniti, quali, inter alia, la cassa e il debito trasferiti, il livello del capitale circolante, il costo registrato negli ultimi 12 mesi dei dipendenti trasferiti e il rispetto di alcuni obbiettivi di investimento e di installazione della rete in fibra ottica”.
“Le delibere approvate oggi con grande responsabilità e coraggio dal Consiglio di TIM vanno nella direzione di fare il bene di TIM, delle persone che vi lavorano, dei suoi azionisti, del Paese intero. Una scelta chiara su un tema di cui si discuteva da molti anni. La cessione della rete a un investitore infrastrutturale come KKR ha trovato anche l’apprezzamento del Governo, che sosterrà questa operazione con ingenti risorse; ridà una prospettiva di crescita al Gruppo TIM”, afferma in una nota Salvatore Rossi, presidente di TIM.
“La nuova TIM dei servizi, più libera da pesi finanziari e più forte sul mercato, potrà dare il suo contributo a sviluppare quella capacità di innovazione che è fondamentale per accompagnare famiglie, imprese e pubblica amministrazione verso un futuro totalmente digitale”, prosegue.
In particolare, a seguito dell’approvazione consiliare si procederà alla sottoscrizione di un transaction agreement che disciplina: “Il conferimento da parte di TIM di un ramo d’azienda – costituito da attività relative alla rete primaria, all’attività wholesale e dall’intera partecipazione nella controllata Telenergia – in FiberCop, società che già gestisce le attività relative alla rete secondaria in fibra e rame;
Il contestuale acquisto da parte di Optics Bidco (come detto, veicolo controllato da KKR) dell’intera partecipazione detenuta da TIM in FiberCop medesima, all’esito del predetto conferimento (FiberCop post conferimento “Netco”). Inoltre, il transaction agreement prevede la sottoscrizione alla data del closing dell’operazione di un master services agreement che regolerà i termini e le condizioni dei servizi che saranno resi da NetCo a TIM e da TIM a NetCo a seguito del completamento dell’operazione.
Il Consiglio ha altresì deliberato a maggioranza (con 11 voti favorevoli e 3 contrari), sulla base dei pareri forniti dai professori Piergaetano e Carlo Marchetti, Andrea Zoppini, Giuseppe Portale, Antonio Cetra, Claudio Frigeni e dall’Avvocato Luca Purpura, che la decisione sull’offerta è di competenza esclusiva consiliare. Il Consiglio ha quindi dato mandato all’Amministratore Delegato di finalizzare e sottoscrivere i contratti vincolanti relativi all’offerta”.
Il pagamento di eventuali earn-out a favore di TIM è, legato al verificarsi di eventi futuri quali, in particolare: “Il completamento, durante i 30 mesi successivi alla data del closing, di alcune potenziali operazioni di consolidamento che riguardino NetCo e all’eventuale introduzione di modifiche regolamentari idonee a generare benefici a favore di NetCo, che potrebbero comportare il pagamento a favore di TIM di un importo massimo di 2,5 miliardi di euro; all’introduzione ed entrata in vigore entro il 31 dicembre 2025, di incentivi di settore che potrebbero comportare il pagamento a favore di TIM di un importo massimo di 400 milioni di euro”.
L’operazione dà attuazione al piano di cosiddetto delayering avviato da TIM nel corso del 2022 – “con l’obiettivo di perseguire il superamento dell’integrazione verticale di TIM attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa dai servizi che TIM continuerà a fornire ai propri clienti retail – e consente a TIM di ridurre il proprio indebitamento finanziario di circa 14 miliardi di euro al momento del closing (senza considerare l’impatto degli aggiustamenti di prezzo di cui sopra e gli eventuali earn-out), con un risultato migliorativo, nonostante il deterioramento delle condizioni macro-economiche, rispetto alle previsioni presentate in occasione del Capital Market Day del 7 luglio 2022. Grazie all’operazione – prosegue la nota -, TIM, oltre a ridurre l’indebitamento e a liberare risorse, avrà l’opportunità di operare nel mercato domestico beneficiando della riduzione di alcuni vincoli regolatori e potrà contribuire al mantenimento della flessibilità strategica prevista dal piano di delayering”.
“Al closing, TIM beneficerà di una struttura di capitale solida con un rapporto fra debito netto ed Ebitda inferiore a 2 volte (after lease) – spiega ancora l’azienda -. Il perfezionamento dell’operazione è atteso per l’estate del 2024, una volta completate le attività prodromiche e soddisfatte le condizioni sospensive (completamento del conferimento della rete primaria, autorizzazione Antitrust, autorizzazione in materia di sovvenzioni estere distorsive e Golden Power)”.
Quanto all’offerta non vincolante su Sparkle, il Consiglio, avendola ritenuta non soddisfacente, ha dato mandato al CEO “di verificare la possibilità di ricevere un’offerta vincolante a un valore più elevato una volta completata la due diligence, il cui termine è stato esteso fino al 5 dicembre”.
Infine, il Consiglio ha preso atto della comunicazione inviata da Merlyn Partners e RN Capital Partners, ritenendola “non in linea con il piano di delayering della Società, come presentato agli investitori nel già citato Capital Market Day”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Redazione
ROMA (IITALPRESS) – Ostacoli e strategie per le aziende che operano a livello globale nell’odierno contesto geopolitico al centro del seminario “Challenges in the International Financial Management” tenuto da Massimo Ferrari, Direttore Generale Webuild, per il corso di Corporate Finance della facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma.
Il seminario è stato occasione per analizzare, con una panoramica dettagliata, sfide economiche, politiche, operative, finanziarie, fiscali, assicurative, legali e relative ai temi ESG (ambientali, sociali e di governance) che le imprese devono affrontare nel contesto internazionale.
“Per un’efficace pianificazione finanziaria è necessario effettuare un’analisi multidisciplinare anche in termini di “paese” e sulla base di esperienze e prospettive aziendali, valutare come le operazioni industriali e societarie in un determinato paese influenzano la possibilità di operare o la redditività in altri Stati, comprese le misure restrittive come sanzioni finanziarie e restrizioni di import/export. Per aumentare la resilienza aziendale è dunque cruciale diversificare e mantenere un approccio globale nel monitoraggio e nella gestione dell’esposizione aziendale. Decidere il business plan di un gruppo multinazionale è un processo che si basa su visione, missione e obiettivi a lungo termine, attraverso la creazione di piani operativi e una costante attività di monitoraggio”, ha dichiarato Ferrari.
A dimostrare resilienza e capacità di crescere negli ultimi 10 anni nonostante le complessità geopolitiche è stato Webuild, leader nella realizzazione di grandi infrastrutture complesse presente in oltre 50 paesi con più di 92mila persone. “Webuild – ha spiegato Ferrari – ha dimostrato fortissima resilienza strutturale, capacità di accrescere la propria dimensione e generare cassa, anche di fronte a scenari in radicale trasformazione a livello macroeconomico globale. Tali fattori sono stati alla base dei risultati record raggiunti nel 2024, con il superamento, con un anno di anticipo, dei principali target stabiliti dal piano triennale 2023-2025 e la successiva rivisitazione a rialzo della guidance per il 2025. Una strategia ben definita e una presenza in mercati a basso rischio che ci permette affrontare le sfide future e sfruttare al meglio le opportunità globali”.
– Foto ufficio stampa Webuild –
(ITALPRESS).
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Il gruppo Prada acquisisce Versace da Capri Holdings per 1,25 miliardi
Pubblicato
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10 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Prada annuncia oggi di aver stipulato un accordo definitivo per l’acquisizione del 100% di Versace da Capri Holdings. Il corrispettivo cash sarà basato su un Enterprise Value di 1,25 miliardi, ed è soggetto ad aggiustamenti al closing. “Fondata nel 1978 a Milano, Versace è una delle principali maison di moda internazionali e un emblema del lusso italiano nel mondo. Forte di una straordinaria brand awareness, Versace rappresenta un asset unico nel panorama del lusso, con radici profonde nella storia della moda, ma dal forte potenziale nella contemporaneità e sensibilità della società di oggi e futura – si legge in una nota -. Con la sua estetica altamente riconoscibile, il marchio costituisce un’aggiunta fortemente complementare al portafoglio del Gruppo Prada e presenta un significativo potenziale di crescita inespresso, grazie a molteplici leve di creazione di valore. All’interno del Gruppo Prada, Versace manterrà il proprio DNA creativo e la propria autenticità culturale, beneficiando al contempo della forza della piattaforma del Gruppo, incluso il know-how industriale e le competenze sviluppate in ambito retail e nei processi operativi”.
“Siamo lieti di accogliere Versace nel Gruppo Prada e di avviare un nuovo capitolo per un marchio con cui condividiamo un impegno costante verso la creatività, la cura del prodotto e un forte patrimonio culturale – commenta Patrizio Bertelli, Presidente e Amministratore Esecutivo del Gruppo Prada -. Il nostro obiettivo è di dare continuità all’eredità di Versace, celebrandone e reinterpretandone l’estetica audace e senza tempo; offriremo una piattaforma solida, rafforzata nel corso degli anni da continui investimenti industriali e distributivi. La nostra organizzazione è pronta e ben posizionata per scrivere una nuova pagina nella storia di Versace, facendo leva sui valori del Gruppo e continuando a operare con fiducia e rigorosa determinazione”.
“L’acquisizione di Versace rappresenta un passo ulteriore nel percorso evolutivo del nostro Gruppo e aggiunge una nuova dimensione, diversa e complementare – sottolinea Andrea Guerra, Amministratore Delegato del Gruppo -. L’infrastruttura del Gruppo è forte, abbiamo verticalizzato le organizzazioni dei nostri brand, e abbiamo rafforzato le nostre routine ed i nostri processi. Ci sentiamo pronti ad aprire questo nuovo capitolo. Versace ha un potenziale enorme. il cammino sarà molto lungo e richiederà pazienza e disciplina nell’esecuzione. L’evoluzione di un marchio necessita di tempo e di cura continua. Voglio ringraziare Capri Holdings per aver preservato ed ulteriormente arricchito l’heritage di questo magnifico brand. Nonostante il periodo di grande incertezza, guardiamo al futuro con fiducia, proiettati su una visione strategica di lungo termine”.
-Foto ufficio stampa Prada-
(ITALPRESS).
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MILANO (ITALPRESS) – Apertura molto positiva per Piazza Affari in avvio di seduta, dopo l’annuncio della pausa di 90 giorni sui dazi decisa dal presidente americano Donald Trump. L’indice Ftse Mib sale del 6,2% a 34.754 punti.
-Foto IPA Agency-
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