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Cronaca

Conou a Ecomondo 2023, legalità e dialogo con i giovani

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RIMINI (ITALPRESS) – Legalità, da un lato, e sensibilizzazione dei giovani sui temi ambientali dall’altro, sono il cuore della partecipazione del CONOU alla 26a edizione di Ecomondo, la grande fiera internazionale della green e circular economy, a Rimini dal 7 al 10 novembre.
Il contributo ambientale, che consente ai Consorzi di sostenere gli oneri per la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero dei rifiuti e il contrasto all’evasione contributiva è il focus dell’incontro promosso dal CONOU che vede anche la partecipazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e di alcuni tra i più importanti Consorzi di raccolta e smaltimento come Haiki Cobat (apparecchiature elettriche ed elettroniche), Erion (prodotti elettronici), Unirau (abbigliamento usato) e Greentire (pneumatici).
L’incontro trae spunto dalla recente convenzione sottoscritta dal CONOU con l’ADM finalizzata a una gestione più precisa ed efficace della riscossione dei contributi ambientali e un più stringente controllo dell’eventuale evasione. “L’accordo rafforza il controllo sul pagamento del contributo – spiega il presidente del CONOU Riccardo Piunti -. Siamo messi molto bene da questo punto di vista, ma abbiamo fatto di recente dei buoni passi in avanti sulla repressione di quel pò di evasione che ancora c’era. Il contributo è fondamentale per l’economia circolare”.
Il contributo è infatti essenziale per le attività consortili, finanzia le attività dei consorzi stessi, e costituisce l’essenza del sistema di Responsabilità Estesa del Produttore su cui essi sono fondati. Sistema da cui il CONOU trasse origine 39 anni fa e che lo ha portato ad essere un modello di efficienza e di circolarità compiuta, punta di diamante per tutta l’Europa.
Nel solo 2022, il Consorzio ha raccolto 181mila tonnellate di olio lubrificante usato: sostanzialmente la totalità del raccoglibile. Del raccolto, oltre il 98% è stato rigenerato (a fronte di una media europea del 60%), con la produzione di ben 118 mila tonnellate di nuove basi lubrificanti e di oltre 38 mila tonnellate di bitumi e gasoli. “Nel caso degli oli il modello italiano funziona benissimo, il modello del Consorzio senza fine di lucro riesce a fare funzionare la macchina in modo perfetto, abbiamo un’ottima industria di rigenerazione, abbiamo una compagine di raccoglitori efficace ed efficiente, che rispetta le regole”, sottolinea Piunti.
Numerosi gli effetti positivi in termini ambientali. Grazie, infatti, al contributo del CONOU, lo scorso anno si sono evitati l’immissione in atmosfera di 64 mila tonnellate di CO2 e il consumo di circa 7 milioni e mezzo di gigajoule di combustibili fossili, oltre a un minore sfruttamento del suolo, un risparmio di acqua e riduzioni rilevanti di molti altri inquinanti.
Il rispetto dell’ambiente e l’importanza dell’economia circolare sono al centro delle attività che il CONOU propone per sensibilizzare le giovani generazioni. Presso l’agorà dello stand, il CONOU ospita studenti delle scuole elementari per la visione del cortometraggio “La pace dell’olio”, che illustra la novella nata dalla penna dell’autore e divulgatore ambientale Roberto Cavallo, presente all’incontro: un viaggio fra le generazioni recenti, per riflettere sull’importanza e sul valore del riciclo dei materiali. Il filmato animato accompagna infatti il protagonista attraverso le fasi della sua vita, dall’infanzia all’età adulta fino alla vecchiaia, in cui avviene il passaggio di testimone alla nipotina, in un processo di rigenerazione e rinnovamento continuo come quello che avviene per l’olio.
Nello stand saranno inoltre attive 3 postazioni per giocare a Green League, applicazione del CONOU con la consulenza scientifica di Legambiente, per un viaggio alla scoperta dell’economia circolare e della sostenibilità. Scaricabile gratuitamente su dispositivi mobile l’app propone quattro diversi giochi che inframezzano pillole informative sul risparmio energetico e la gestione differenziata dei rifiuti. Al termine del gioco, l’utente è invitato a rispondere a quesiti per valutare l’apprendimento e incrementare il punteggio nella classifica generale. L’obiettivo è la creazione di una vera e propria community di giovanissimi giocatori più consapevoli delle tematiche ambientali.
A coinvolgere ragazzi e pubblico anche una postazione di RDS – Radio Dimensione Suono, che – tra pillole informative e musica – mostra la portata della comunicazione nella costruzione di una coscienza ambientale.
Infine, la comunicazione diventa protagonista nel talk “Economia circolare e clima tra sensazionalismo e realtà”, che chiude il programma CONOU. Un confronto sulla narrazione del cambiamento climatico da parte dei media affrontato proprio da chi contribuisce a costruirla. Giornalisti esperti di temi ambientali, della stampa generalista e specializzata, ne dibattono da prospettive diverse per cercare di tracciare una linea che distingua i sensazionalismi, dalla realtà scientifica dei cambiamenti climatici.

– Foto Conou –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Mkhitaryan “Inzaghi fondamentale per l’Inter, Chivu ha un gran futuro”

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ROMA (ITALPRESS) – Un lungo viaggio in giro per l’Europa, diversi Paesi toccati, dall’Ucraina all’Italia, passando per Germania e Inghilterra, ma ancora tanta voglia di giocare. Ora Henrikh Mkhitaryan è al quarto anno con la maglia dell‘Inter, una squadra che negli ultimi anni è stabilmente tra le migliori d’Italia e d’Europa, grazie anche a un allenatore come Simone Inzaghi, da questa stagione sulla panchina dell’Al-Hilal. “Di lui ho solo bei ricordi, se lo vedrò lo riabbraccerò, gli ho mandato un messaggio quando è andato in Arabia perchè è stato un allenatore fondamentale per questa Inter”, ha detto al Festival dello Sport di Trento il centrocampista nerazzurro.

A livello personale, il centrocampista armeno spiega che il tecnico piacentino “mi ha dato una seconda giovinezza. L’ho avuto tra i 33 e i 36 anni e mi faceva giocare quasi tutte le partite, mi ha fatto sentire importante”. Il rapporto tra Inzaghi e l’Inter si è chiuso dopo la finale di Monaco, con il 5-0 subito contro il Psg che, per Mkhitaryan, è sia orgoglio che un trauma: “Tutti e due i sentimenti sono forti. Sono orgoglioso perchè la stagione è stata molto lunga, ma in tre settimane abbiamo perso tre titoli. E’ la regola del calcio. C’è rimpianto perchè non siamo riusciti a vincere un trofeo dopo nove mesi di stagione, ed eravamo una squadra abituata a vincere”.

Ora c’è Cristian Chivu, rumeno come l’allenatore che lo ha lanciato nel calcio europeo, allo Shakhtar Donetsk, ovvero Mircea Lucescu: “Lucescu è stato davvero importante per me. Non direi che lui e Chivu si assomigliano, perchè il calcio è cambiato, da quando ero allo Shakthar ad oggi è quasi un altro sport. Ma mi trovo benissimo con tutti e due ed è la cosa più importante. Chivu mi fa giocare meno? Non posso dimenticare che tra poco avrò 37 anni – prosegue Mkhitaryan sull’attuale allenatore nerazzurro – La mia voglia di giocare è tantissima, ma bisogna capire le scelte dell’allenatore. Sono pronto ad aiutare la squadra anche giocando una partita a settimana. Io ne parlo benissimo, perchè vedo un allenatore che vuole crescere e imparare ogni giorno e ha un grande futuro”. Tra le grandi figure che hanno caratterizzato la sua carriera c’è anche il suo ex procuratore, Mino Raiola: “Non era solo un rapporto di lavoro, è stata una connessione come tra padre e figlio. Ci sono stati tanti episodi, tanti momenti tra noi due. Sapeva cosa volevo io, mi ha sempre aiutato e dato consigli. E’ sempre stato affidabile, mi ha aiutato tantissimo”, è il ricordo del centrocampista ex Roma.

– Foto Ipa Agency –

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Zidane “Tornerò ad allenare, Juve nel cuore ma sogno la Francia”

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TRENTO (ITALPRESS) – Ha scritto la storia del calcio da giocatore e ha vinto tre Champions League da tecnico del Real Madrid, ma al momento Zinedine Zidane è fermo e in attesa d’impiego. Nel suo intervento al Festival dello Sport di Trento, però, Zizou non mostra la fretta di rimettersi in sella: “Sono fermo ma, avendo i miei figli, la mia vita è bella. So fare anche altre cose, come andare a vedere i miei figli giocare: giocano tutti e tre in Spagna. Un giorno tornerò a fare l’allenatore, ma adesso non mi manca. Tornerò sicuramente, prima o poi. Allenare la Juve? Non lo escludo, il club ha fatto altre scelte e anch’io, ma ho sempre la Juve nel cuore. In futuro, mi piacerebbe allenare la Nazionale francese. Vedremo”.

Non può ovviamente mancare un ricordo della Juventus, a cui l’ex fantasista deve tanto: “Gli anni a Torino sono stati bellissimi, sono arrivato dalla Francia dove il calcio non era importante come in Italia. Vincere era la cosa più importante, dovevamo farlo sempre, sia in casa che fuori casa”. “In Francia, invece, c’era una mentalità diversa – prosegue – Per me non era semplice, arrivando dopo Platini, anche perchè il modo di lavorare era diverso: c’era tantissimo lavoro fisico con Ventrone, che non è più con noi, e poi ho capito perchè fosse importante. L’avvocato Agnelli? Quando facevo una bella partita o un gol, alle tre-quattro del mattino tornavamo a casa e lui mi chiamava alle sei per farmi i complimenti e parlandomi in francese. Era un signore, si vedeva la sua passione per il calcio. Del Piero? Quello che faceva in campo era impressionante, ho avuto la fortuna di fare quattro-cinque anni con lui e con tanti giocatori di livello: Montero, Padovano, Vieri, Boksic… Avevamo una bella squadra, ma lui aveva qualcosa di particolare. Non so spiegarmi come mai quella Juve non sia riuscita a vincere la Champions, abbiamo perso due finali…”.

Si passa poi a commentare la sua (breve) carriera da allenatore: “Quando ho smesso, ho cambiato la mia vita occupandomi dei figli e della famiglia, godendomi gli amici e viaggiando tanto. Dopo tre-quattro anni, avevo 37 anni e mi sono chiesto: ‘adesso, che faccio?’. Non potevo continuare a fare quella vita, avevo un amico che faceva l’allenatore e lì ho deciso di prepararmi e provare”. “Avevo fatto due anni il manager – ricorda – e non mi piaceva, poi ho deciso di cambiare percorso e iniziare ad allenare, mi sono reso conto che mi piaceva. Ho avuto tanti maestri in Francia, ma l’allenatore da cui ho imparato di più è Marcello Lippi. Quando sono arrivato qui, era tutto difficile per me, sia fisicamente che in campo. Lui però mi ha sempre difeso e ha sempre creduto in me, è stato fondamentale”.

Nelle vittorie, secondo Zidane, “per me l’80% è il merito dell’allenatore e 20% dei giocatori. Conta tutto, anche l’atteggiamento in allenamento. Trasmetti sempre la tua energia, devi sempre lasciare i problemi a casa e non trasporli sulla squadra. Nel Real Madrid avevo una grande squadra, ma ho trasmesso loro la fiducia totale. Li allenavo, avevo la fiducia assoluta di vincere con loro e gliela trasmettevo ogni giorno. E in campo si vedeva tutto questo, insieme alla mia idea di giocare a calcio. Ho allenato Modric, CR7, Benzema, Kroos… Che giocatori”, conclude Zidane.

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– Foto Ipa Agency –

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Spalletti “L’Italia è il mio rimpianto, Acerbi non dice la verità”

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TRENTO (ITALPRESS) – Luciano Spalletti è il grande protagonista della domenica del Festival dello Sport di Trento. L’ex ct della Nazionale, nel suo lungo intervento, non può che partire proprio dall’esperienza sulla panchina azzurra, il suo grande rimpianto dopo l’esonero estivo. “Ho commesso l’errore di trasferire troppo ai ragazzi il mio amore per il calcio – assicura l’allenatore toscano – Li ho un pò intasati tra cose dette e richieste, mentre ai calciatori ora serve essere leggeri perchè le pressioni sono tante. Probabilmente gli sono entrato troppo negli ingranaggi e questo non ha fatto bene. A me nell’Italia non mancava niente, e secondo me ci sono venti-venticinque giocatori su cui si può costruire una grande Nazionale. Donnarumma, Bastoni, Barella e Tonali sono dei top. Barella ha determinate caratteristiche e può anche anche davanti alla difesa, poi ora c’è Pio Esposito che è veramente impressionante. Ti dà la convinzione che prima o poi avremo un padrone dell’area di rigore, ieri sera ha fatto un gol pazzesco per coordinazione e per come ha tirato la palla. Forse assomiglia a Bobo Vieri, l’anno scorso l’ho seguito più volte a La Spezia”. L’altro grande tema riguarda Francesco Acerbi e il no alla Nazionale prima di Norvegia-Italia, con la dura risposta dell’ex ct al difensore dell’Inter: “La possibilità di dirmi quelle cose che ha detto c’era stata e invece le ha dette troppo tardi. Aveva accettato la pre-convocazione, il giorno prima gli ho telefonato e gli ho detto ‘avevi ragione tù, perchè il campo aveva detto una cosa chiara ed è ancora uno dei più forti. C’era stata la semifinale col Barcellona dove aveva fatto il gol decisivo, io gli ho detto che era sempre uno dei più bravi, mentre prima avevo cercato di escluderlo per dare forza ai giovani. Volevo convocarlo per la partita-chiave contro la Norvegia, avevamo tre infortunati: Gabbia, Buongiorno e Gatti. Quando gli ho telefonato, più volte, lui mi ha risposto e sembrava disponibile a giocare. Poi sono passati tre-quattro giorni, ha giocato la finale (di Champions col Psg, ndr) e a pochi giorni dalla partita mi ha mandato un messaggio: ‘ci ho pensato bene e non vengo più’. Allora io gli ho telefonato e lui ha tirato di nuovo fuori la situazione di Juan Jesus. Mi sento di dire che le cose sono andate diversamente da quello che dice lui”. Non può ovviamente mancare il ricordo del Napoli e di quello storico scudetto, con Spalletti che racconta anche la rottura con De Laurentiis: “A Napoli ho ricevuto un amore sfrenato, che ti metteva anche timore e non sai dove può andare a finire. Era talmente grosso quello che ho ricevuto, che ti faceva quasi paura. Il primo anno vivevo in albergo accanto alla camera di De Laurentiis, un presidente forte con cui ho condiviso grandissimi momenti. Il secondo anno ho vissuto a Castelvolturno, in una stanzetta nel centro d’allenamento. Alzarsi e vedere l’area di rigore è come essere in Paradiso (ride, ndr). La fine del rapporto con Napoli? Per me era diventato difficile perchè il presidente aveva preso il sopravvento, non mi ha mai parlato di un rinnovo o di un qualsiasi regalo per far vedere che mi voleva bene. Ha agito in modo prepotente con la prelazione sul rinnovo e ho deciso di non rimanere, anche a costo di non poter allenare come da contratto. L’anno dopo ha creduto di poter gestire la situazione da solo, è andata com’è andata e ha dovuto scegliere un altro allenatore forte, che avesse la personalità che Napoli richiede”. La chiusura è con una previsione sulla Nazionale: “L’Italia andrà ai Mondiali. I calciatori sono forti e Gattuso ha qualità di spessore, è stato molto bravo a far giocare insieme le due punte e trovare la grinta. La sua ricerca del carattere e del fisico è stata decisiva contro Israele, quella partita l’ha vinta lui senza dover per forza lavorare dal basso. Credo nel movimento Italia, abbiamo venti giocatori di livello e possiamo centrare la qualificazione al Mondiale”.
– Foto Ipa Agency –
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