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Politica

Treccani, come politica e clima hanno cambiato il linguaggio del 2023

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ROMA (ITALPRESS) – Politica, tecnologia, clima, costume hanno avuto un peso determinante nella diffusione dei neologismi scelti dall’Osservatorio della Lingua Italiana Treccani e raccolti ora nel Libro dell’Anno 2023, da poco pubblicato dall’Istituto della Enciclopedia italiana.
Molti termini derivano naturalmente dal linguaggio della politica, che registra le profonde novità avvenute nel Paese, che ha favorito – anche grazie al contributo dei giornalisti – l’introduzione nell’uso comune e nella stampa di interessanti neologismi. Spicca fra tutti underdog; ma si sono imposti anche all’attenzione armocromia; controegemonia; esternalizzazione delle frontiere; movimento delle tende; orbanizzare e privatocrazia.
La sensibilità della pubblica opinione verso i cambiamenti climatici, e in particolare verso l’innalzamento delle temperature del Pianeta, ha contribuito all’affermazione di parole quali Caronte; codice calore; decarbonizzarsi; downburst; ebollizione globale; eco-talebano; e-fuel; european green deal; granchio blu; iper-estate; iperturismo e isola di calore umano.
Cambiano i costumi, cambiano le abitudini delle persone, cambia l’economia e la società, interviene la cronaca e cambiano, di conseguenza, anche le parole. Si registra allora ergastolo della patente; famiglia queer; gravidanza solidale; cavaiola; iperturismo; skin shaming; transilienza; diversity editor; digiuno intermittente; dealcolato; inflazione da avidità; pizzo di Stato; oblio oncologico; pull factor; anti orso.
Un ruolo importante lo hanno avuto inoltre le innovazioni tecnologiche. Da cui intelligenza artificiale generativa; modello linguistico di grandi dimensioni; pregiudizio algoritmico;
elaborazione del linguaggio naturale.
Anche i social media hanno avuto le loro parole, come barbienheimer, booktok, challenge e deinfluencing.
Tutti termini che si aggiungono a femminicidio, la parola dell’anno scelta dalla Treccani per evidenziare l’urgenza di porre l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere, stimolare la riflessione e promuovere un dibattito costruttivo intorno a un tema che è prima di tutto culturale.
“I neologismi selezionati per il Libro dell’Anno Treccani meritano di essere segnalati – spiegano i linguisti dell’Osservatorio della Lingua Italiana – perchè hanno contrassegnato l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, fotografando la sensibilità politica, sociale e culturale degli italiani e i cambiamenti nelle opinioni e nei costumi”.
“Sarà il tempo a stabilire il destino lessicografico di questi neologismi, ovvero la loro fortuna nelle future edizioni dei dizionari. Il nostro lavoro è stato quello di individuare le nuove parole che, nel corso del 2023, hanno presentato la maggiore rilevanza dal punto di vista socioculturale, sia nell’uso comune che nella loro ricorrenza nella stampa e nella saggistica”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

Politica

Manovra, vertice di maggioranza a Palazzo Chigi

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ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto questa sera un vertice di governo a Palazzo Chigi sulla manovra. Presenti insieme al premier Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Manovra, vertice di maggioranza a Palazzo Chigi

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ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto questa sera un vertice di governo a Palazzo Chigi sulla manovra. Presenti insieme al premier Giorgia Meloni, i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

– Foto IPA Agency –

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Politica

Mattarella “La democrazia è più forte dei suoi nemici”

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ROMA (ITALPRESS) – “La democrazia è più forte dei suoi nemici. Lo è soprattutto là dove è stata edificata con sacrificio. Là dove si è radicata nel consenso delle comunità, nelle convinzioni delle persone, nel pieno affermarsi dei diritti e dei doveri di cittadinanza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Partecipazione sembra parola desueta in un tempo caratterizzato da una crescente astensione elettorale. Alle ultime elezioni regionali ha votato meno del 45 per cento degli aventi diritto. Nelle precedenti tornate la percentuale era già in discesa e dobbiamo purtroppo constatare che questa tendenza prosegue. Non ci si può stancare di ripeterlo: una democrazia di astenuti, di assenti, di rassegnati è una democrazia più fragile e a subirne danno sono i cittadini”.

“E’ prezioso il contributo di ognuno alla comunità di cui fa parte – sottolinea Mattarella -. La partecipazione è fatta anche di domande, di risposte, di confronto, di fiducia nei confronti delle istituzioni. A chi è chiamato a rappresentare le istituzioni, a dare loro un volto e una voce, a chi ha l’onore di servirle è chiesto di corrispondere a queste attese e a questa fiducia.La fiducia dei cittadini è la risorsa più preziosa per lo Stato. Su di essa si basa il patto costituzionale della nostra convivenza”.

Il modello democratico “oggi appare sfidato da Stati sempre più segnati da involuzioni autoritarie che, contro la storia, si propongono come modelli alternativi. Una sfida per i sistemi democratici appare oggi derivare anche dal tentativo di ignorare e cancellare il confine tra libertà e arbitrio. La pretesa di rimuovere i limiti ai comportamenti individuali, unita alle potenzialità offerte dalle tecnologie, rischia di travolgere ordinamenti democratici e stato di diritto”, aggiunge.

“Questo tradizionale appuntamento di fine anno, con chi riveste ruoli di rilievo nelle istituzioni e con quanti ricoprono responsabilità nei diversi comparti della vita sociale, ci invita a volgere lo sguardo verso il futuro, cercando i motivi su cui fondare una speranza che non sia una mera espressione rituale. La nostra comune speranza oggi ha il nome della pace”. E’ necessaria una “pace vera e giusta ovunque che ponga fine all’incertezza e al disorientamento indotti dalla u internazionale. Abbiamo il dovere di coltivare e consolidare ogni piccolo spiraglio che si apra rispetto ai conflitti in corso, in Ucraina come in Medio oriente. Con l’obiettivo di costruire quella ‘pace permanente’, come la definì il presidente Franklin D. Roosevelt che affermava: ‘Più che una fine della guerra vogliamo una fine dei principi di tutte le guerre’. Pace, quindi, come affermazione del diritto sulla forza delle armi. Pace come condizione di libertà e sviluppo”, aggiunge.

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“Il tema della politica internazionale, delle alleanze, della scelta dell’Europa come strada da percorrere senza ripensamenti. E questo non soltanto per gli impegni che abbiamo assunto con l’adesione ai Trattati. Sappiamo bene che l’Unione ha alcuni problemi e molti avversari. Soltanto l’Europa può preservare, e dare un futuro, a quelle conquiste che gli Stati hanno garantito per decenni con i loro ordinamenti”, conclude.

– Foto di repertorio IPA Agency –
(ITALPRESS).

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