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Una vita da bomber, il Condor Agostini festeggia i 60 anni
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2 anni fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – All’anagrafe Massimo Agostini. Ma nel calcio è il Condor, riminese classe 1964 che il 20 festeggerà il 60esimo compleanno. Uno che ha parlato sul campo con il gol, spiccando il volo da Cesena dopo aver fatto tanto in Romagna. Il bomber ha giocato con Roma, Milan (vincendo Coppa Intercontinentale e Supercoppa Uefa) e Napoli, poi anche Parma, Ancona, Ravenna, Spezia, Tivoli, Forlì e Real Cesenatico fino a chiudere la carriera sul campo al Murata, nel campionato della Repubblica di San Marino che gli ha dato uno scudetto, ma soprattutto a 43 anni suonati il record per un periodo (anno 2007) di calciatore più anziano ad aver giocato in Champions League, considerando anche i turni preliminari. La cosa più bella dei suoi primi sessant’anni, spiega in un’intervista rilasciata all’Italpress, è “quello che ho fatto fino adesso e che ho lasciato nel mondo sportivo e la bella famiglia che ho da più di 40 anni. Sono felice e ho accanto una grande famiglia”. I suoi percorsi partono da Cesena e proprio quell’impronta lasciata è anche la stagione del cuore, la migliore di tutte: “La seconda salvezza conquistata con il Cesena in Serie A che ha preceduto il passaggio al Milan. Il mio gol all’ultima giornata quando abbiamo battuto il Verona a 11 minuti dalla fine”.
Un rimpianto ce l’ha ed è legato alla maglia azzurra: “Peccato solo l’infortunio nel 1987 quando stavo alla Roma. Forse avrei percorso la strada della Nazionale, mentre mi sono fermato all’Under 21 di B con Brighenti e all’Olimpica di Zoff. In campionato mi sono spaccato la caviglia e l’azzurro è finito lì. Non ho avuto più occasioni per ambire a quella maglia. Sia chiaro, la carriera la rifarei tutta. Io sono contento e rifarei tutto dall’inizio. Sono state in squadre importanti e dove mi hanno voluto bene”. Ci sono momenti che non si dimenticano, per esempio il gol più bello: “Ne ho fatti tanti, pesanti per la classifica, la promozione e la salvezza. Non dimenticherò mai quello contro il Verona con il Cesena, dovevo farlo perchè sapevo che me ne sarei andato”. Dalla piccola Cesena ha vissuto Roma, Napoli e Milano incontrando ambienti e città con differenze abissali: “La Romagna è la sana provincia dove si mastica calcio e si fa con quel che si ha per tirare fuori il massimo. Poi ci sono state squadre che nella loro storia hanno vinto e grandi città con un modo di vivere diverso, con minore tranquillità. Il carattere conta più di tutto, la personalità è fondamentale per ambientarsi e dare il meglio”.
Pesano anche gli allenatori e lui li ricorda volentieri: “Ho avuti grandi tecnici. Penso a Marchioro, Bigon, Lippi. Andando avanti con Liedholm, Eriksson e Boskov. Il mio primo allenatore alle giovanili è stato Sacchi che poi mi ha portato al Milan. Lui mi ha insegnato cosa vuol dire essere attaccante. Da ciascuno di loro ho preso qualcosa che mi sono portato dietro facendo l’allenatore, aggiungendo le mie idee”. Al Cesena oggi la sua vita è da dirigente: “Un ruolo di responsabilità, sto vicino alla squadra e allo staff tecnico e sono il collegamento con la società. Mi piace. Quando è cominciata due anni e mezzo fa, mi sono trovato bene. Del resto, ho fatto tanta esperienza in molti ruoli”. Si è messo in gioco dal campo alla panchina, pure alla guida della Nazionale Under 21 a San Marino e nel beach soccer da giocatore e tecnico: “Da calciatore mi hanno insegnato a fare l’attaccante e mi sono impegnato, da allenatore ho studiato e ho cercato di prendere da tutti quelli che ho avuto portando le mie idee e i metodi per lavorare con il gruppo. L’ho fatto anche nella realtà dilettantistica sammarinese, ponendomi nei confronti dei ragazzi tenendo conto che studiavano e lavoravano. Ho cercato di portare la cultura del lavoro e della fatica, anche se la dimensione era diversa in un livello comunque alto. Ho vissuto bene la parentesi con il Murata a San Marino e nel beach soccer come ct ho cercato di portare il mio modo adeguandomi al contesto. Bisogna sempre tenere conto della dimensione e del fatto che i ragazzi lavorano e giocano”.
La Champions League a 43 anni gli è rimasta dentro. Nel 2007, nel Murata, a San Marino, sfida contro i finlandesi del Tampere che vinsero la gara di andata 2-1 in rimonta: “Una bella esperienza, sapevo che il livello che si andava ad affrontare richiedeva esperienza, apporto fisico e mentalità. Avevo smesso nei professionisti, tornavo a fare una competizione internazionale con un motivo di orgoglio e un amico come Aldair. Abbiamo dimostrato di poter reggere certi palcoscenici mettendo tutti noi stessi a disposizione di quella realtà”. Il calcio è cambiato:”Sono cambiate tante cose, anche nei regolamenti. Siamo arrivati alla tecnologia. Ai miei tempi si pensava a non subire per poi cercare il gol, ora si parte dalla costruzione dal basso pensando meno alla fase di non possesso e alle chiusure. Mi piaceva più quello dei miei tempi. Si prendevano più botte ma c’era più spettacolo, con duelli veri che portavano alla vittoria e alla sconfitta. Oggi ci sono più possibilità per gli attaccanti poichè i regolamenti e le tattiche penalizzano i difensori. Si lavora meno sulla fase difensiva: si vedono più gol per mancanza di certi meccanismi difensivi che una volta si curavano”.
– foto Image –
(ITALPRESS).
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La Fiorentina ‘vede’ la Conference League, 3-0 al Polissya. Kean espulso
Pubblicato
16 ore fa-
22 Agosto 2025di
Redazione
PRESOV (SLOVACCHIA) (ITALPRESS) – Comincia con una vittoria la stagione della Fiorentina, che sul campo neutro di Presov, in Slovacchia, batte gli ucraini del Polissya per 0-3 nell’andata degli spareggi di Conference League.
Un appuntamento importante, per il quale Pioli sceglie subito i migliori: davanti coppia Kean-Gudmundsson, in campo anche il neoacquisto Sohm. E partono bene i viola, con un colpo di testa fuori misura di Pongracic dopo un minuto. All’8′ arriva il vantaggio con Kean, che vince un rimpallo e scarica il tiro da fuori: la palla colpisce il palo ma si insacca dopo aver sbattuto sulla schiena di Kudryk, determinando, quindi, l’autogol del portiere. Con il passare dei minuti il Polissya prende campo attuando un pressing che la Fiorentina soffre. Nazarenko sbaglia in più occasioni la mira, mentre De Gea compie un’autentica prodezza al 23′ per sventare il colpo di testa di Filippov. I viola si riorganizzano e trovano gli spazi per uscire, raddoppiando al 32′ con Gosens, che raccoglie un cross di Kean deviato da Gudmundsson e insacca all’angolino alto.
Al 44′ altro episodio chiave: Sarapii tira i capelli di Kean, che incappa in un fallo di reazione e si merita il cartellino rosso. Stupisce, però, che lo stesso provvedimento non sia stato applicato al difensore ucraino. La Fiorentina, quindi, si limita alla gestione nel secondo tempo, soprattutto nei primi minuti, uscendo indenne dai tentativi di Nazarenko e, soprattutto, di Haiduchyk di testa. La squadra di Pioli poi trova gli spazi giusti con Gudmundsson, che al 66′ manca il tempo per il tiro e viene chiuso da Chobotenko. L’islandese non sbaglia tre minuti più tardi quando si invola e batte Kudryk di destro. Entrano anche Parisi e Dzeko, e si sente: l’esterno porta tanta energia sulla sinistra, ma in un’occasione è troppo indeciso e viene chiuso da Kudryk. L’ultima occasione è per il Polissya all’88’ con un insidioso colpo di testa del solito Haiduchyk.
Appuntamento per il ritorno giovedì 28 a Reggio Emilia: in mezzo, la Fiorentina è chiamata al debutto in campionato domenica pomeriggio a Cagliari, ma intanto la qualificazione in Conference è in cassaforte.
IL TABELLINO
POLISSYA (4-3-3): Kudryk 6; Kravchenko 5.5, Chobotenko 6 (38′ st Vialle sv), Sarapii 5.5 (38′ st Beskorovainyi sv), Korniichuk 5.5 (15′ st Goncalves 5.5); Lednev 6, Babenko 6, Adriyevskiy 6 (31′ st Costa sv); Hutsuliak 5.5, Filippov 6 (15′ st Haiduchyk 6), Nazarenko 6.5. In panchina: Volynets, Ulihanets, Karaman, Mykytiuk. Allenatore: Rotan 6.
FIORENTINA (3-5-2): De Gea 7.5; Comuzzo 6, Pongracic 6, Ranieri 6 (41′ st Viti sv); Dodo 6.5, Ndour 6 (41′ st Fazzini sv), Sohm 6 (31′ st Sabiri sv), Fagioli 6.5, Gosens 7 (31′ st Parisi 6); Kean 5, Gudmundsson 7.5 (25′ st Dzeko 6). In panchina: Lezzerini, Martinelli, Marì, Richardson, Viti, Fortini, Kouadio, Braschi. Allenatore: Pioli 6.5.
ARBITRO: Aghayev (Azerbaijan) 4.5.
RETI: 8′ pt aut Kudryk, 32′ pt Gosens, 24′ st Gudmundsson.
NOTE: serata piovosa, terreno in buone condizioni. Kean espulso al 44′ per fallo di reazione. Ammoniti: Gosens, Korniichuk.
Angoli: 5-3.
Recupero: 2′ pt; 3′ st.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
Sport
Vuelta, presentate le squadre a Torino: sabato il via da Reggia della Venaria Reale
Pubblicato
18 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
TORINO (ITALPRESS) – Il grande circo della Vuelta 2025 si è aperto ufficialmente a Torino. È da qui che sabato 23 agosto partirà l’80 esima edizione della Salida Oficial, prima volta assoluta per l’Italia. I primi 13 km della corsa prenderanno il via dalla Reggia della Venaria Reale nel weekend, ma sotto la Mole oggi è già iniziata la festa española nella cornice di piazzetta Reale, nel centro storico del capoluogo. Dove si è svolta la Teams Presentation, la cerimonia di presentazione ufficiale delle 23 squadre e dei 180 corridori che hanno salutato il pubblico in divisa ufficiale. In 476 giorni, Torino e il Piemonte hanno ospitato Giro d’Italia, Tour de France e, in questi giorni, La Vuelta.
“Con la Vuelta si completa un ciclo importante in cui con la Regione Piemonte abbiamo creduto dall’inizio – ha detto il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – È importante ribadire il valore dello sport come valore di pace, tolleranza e unione”.
Durante l’uscita dei team tanti applausi, ma anche qualche fischio da parte dei Pro Pal verso il team di Israele. Per i bookmakers l’uomo da battere è il danese Jonas Vingegaard del Team Visma-Lease a Bike, già vincitore di due Tour de France.
A provare a contendere la maglia rossa al danese saranno il portoghese Joao Almeida e lo spagnolo Juan Ayuso della UAE Team Emirates XRG. Fra gli italiani non ci sono ambizioni di classifica, ma si segnalano Giulio Ciccone (Lidl-Trek) e Antonio Tiberi (Bahrain Victorious). Vuelta significa competizione, ma anche divertimento.
Così già nel tardo pomeriggio torinesi e tifosi, tutti in rigorosa maglietta rossa, hanno cominciato a pedalare su una cinquantina di cyclette per una seduta di spinning speciale, perché a condurla c’era Fabio Aru. L’ex ciclista azzurro sa come si fa, visto che conquistò la Vuelta dieci anni fa esatti.
“È un piacere essere qua ed è un piacere che la Vuelta parta dal Piemonte, sicuramente ci sarà tanto entusiasmo da parte di tutti – ha detto Aru – Il Piemonte sta facendo bene per il nostro sport, sta investendo sempre nelle corse ciclistiche e devo fare loro i complimenti”. Sole, musica, pedalate, fatica e passione: sono gli ingredienti della corsa spagnola che arriva a Torino.
Per completare la festa, sul palco “rosso Spagna” allestito davanti ai Musei Reali è andato in scena il djset. Mani alzate e tanti sorrisi per bambini e famiglie. Sabato appuntamento alla Reggia di Venaria, da dove la prima parte non competitiva della Vuelta raggiungerà il Motovelodromo torinese intitolato a Fausto Coppi. Da qui si comincerà a spingere con la partenza lanciata e le tappe nelle provincie di Biella, Vercelli, Novara e Cuneo. Dopo più di 3 mila km percorsi, l’arrivo sarà a Madrid il prossimo 14 settembre.
IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE
-Foto xn3/Italpress-
(ITALPRESS).
Sport
Us Open 2025, sorteggiato il tabellone: Sinner esordisce con Kopriva
Pubblicato
20 ore fa-
21 Agosto 2025di
Redazione
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Sorteggiato il tabellone maschile dello Us Open, ultimo slam dell’anno. Jannik Sinner si presenta a Flushing Meadows da numero uno del seeding e da campione in carica. Reduce dal primo trionfo a Wimbledon, l’altoatesino aprirà la caccia al quinto Slam della carriera con il ceco Vit Kopriva.
IL CAMMINO DI JANNIK
Sul cammino teorico di Sinner verso la finale ci sono Popyrin (2° turno), Shapovalov (3° turno), Paul (ottavi), Draper (quarti) e Zverev (semifinale). Carlos Alcaraz, testa di serie numero 2, farà il suo esordio con Reilly Opelka.
GLI ALTRI ITALIANI
Lorenzo Musetti, testa di serie numero 10, pesca Giovanni Mpetshi Perricard, mentre Flavio Cobolli un qualificato o un lucky loser. Luciano Darderi avrà Rinky Hijikata. Luca Nardi trova la testa di serie numero 21 Tomas Machac, Matteo Arnaldi giocherà contro Francisco Cerundolo, Lorenzo Sonego contro Tristan Schoolkate e Mattia Bellucci con Juncheng Shang.
PAOLINI SUL CAMMINO DELLA SABALENKA
Al femminile Jasmine Paolini, testa di serie numero 7, aprirà il suo torneo contro una qualificata. L’azzurra è stata inserita nel quarto della numero 1 del mondo Aryna Sabalenka. Avrà una una qualificata anche Lucia Bronzetti, che vede al secondo turno la n.9 del seeding Elena Rybakina. Elisabetta Cocciaretto pesca Putinseva. Al secondo turno possibile sfida con la n.29 Kalinskaya.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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