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Economia

Gruppo Ferrero, il fatturato sale a 17 miliardi di euro

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LUSSEMBURGO (ITALPRESS) – Il Gruppo Ferrero, attraverso la sua holding Ferrero International S.A., ha approvato il Bilancio Consolidato per l’esercizio 2022/2023, chiusosi il 31 agosto 2023. Il Gruppo ha chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato di 17 miliardi di euro, in aumento del +20,7% rispetto al fatturato di 14 miliardi di euro dell’anno precedente, sostenuto sia dalla crescita organica che dalle acquisizioni, proseguendo la strategia di crescita guidata dal Presidente Esecutivo, Giovanni Ferrero, ed eseguita dal CEO Lapo Civiletti.
“Nonostante l’anno caratterizzato da un contesto economico e geopolitico complesso – si legge in una nota -, il Gruppo Ferrero è stato in grado di proseguire nella sua solida crescita e di consolidare la propria quota di mercato in tutte le categorie e in tutte le geografie grazie alla resilienza delle sue persone, dei suoi marchi e del suo modello di business. Gli stabilimenti produttivi Ferrero nel mondo al 31 agosto 2023 erano 37 rispetto ai 32 dell’anno precedente, mentre la forza lavoro globale del Gruppo era di 47.212 dipendenti, rispetto ai 41.441 al 31 agosto 2022”.
“Siamo lieti di poter di poter raccontare un momento di forte crescita, nonostante le sfide economiche e geopolitiche, con le continue pressioni inflazionistiche che rimangono un elemento presente in tutto il mondo. Oltre alla crescita dei ricavi, anche la forza lavoro globale è cresciuta di oltre 5.000 persone, a testimonianza della visione a lungo termine della nostra strategia aziendale”, ha affermato Daniel Martinez Carretero, Chief Financial Officer del Gruppo Ferrero.
Alla fine di gennaio 2023, il Gruppo ha completato l’acquisizione di Wells Enterprises Inc., delle sue attività e del suo forte portafoglio di marchi tra cui Blue Bunny, Blue Ribbon Classics, Bomb Pop e Halo Top. “L’acquisizione è parte dell’ambiziosa crescita strategica del Gruppo Ferrero, volta ad espandere le proprie attività in Nord America e nella categoria del gelato. L’accordo comprendeva anche quattro stabilimenti produttivi statunitensi, situati negli stati di Iowa, Nevada e New York – prosegue la nota -. A fine marzo 2023, il Gruppo ha inoltre finalizzato l’acquisizione di Fresystem, azienda italiana a conduzione familiare che produce prodotti da forno surgelati. L’acquisizione rientra nei piani strategici di crescita di Ferrero e segue il lancio dei Nutella Muffins, prodotti da Fresystem già dal 2021”.
“L’innovazione rimane al centro del DNA aziendale – sottolinea il Gruppo -, al fine di supportare la crescita dei marchi più iconici di Ferrero, espandendo la loro presenza in nuove categorie del segmento di mercato dello Sweet Packaged Food, soddisfacendo così le nuove esigenze dei consumatori. Ciò trova riscontro nell’anno 22/23 dall’introduzione di nuove referenze Kinder, Rocher e Raffaello nel segmento dei gelati in tutta Europa, e nel lancio di successo di Nutella Biscuits e Nutella B-ready negli Stati Uniti. Il Gruppo ha ampliato la propria capacità produttiva per soddisfare la crescente domanda di prodotti Ferrero. Nel periodo in questione, ha effettuato investimenti totali per 811 milioni di euro, in beni immobili, impianti e macchinari in Italia, Stati Uniti, Germania e Spagna”.
“Sotto la guida del Presidente Esecutivo Giovanni Ferrero, all’approccio a lungo termine del Gruppo verso la crescita, si aggiunge un’attenzione sempre costante alla sostenibilità – conclude la nota -. La strategia di sostenibilità del Gruppo si concentra su quattro pilastri chiave: protezione dell’ambiente, approvvigionamento sostenibile di ingredienti di alta qualità, promozione di un consumo responsabile e valorizzazione delle persone”.

– Foto ufficio stampa Ferrero –

(ITALPRESS).

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Economia

Fincantieri, Folgiero “La crescita dell’Ebitda è frutto dell’efficienza e del mix del prodotto”

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ROMA (ITALPRESS) – “Il +45% semestrale dell’Ebitda è il prodotto di due fattori. Da una parte stiamo raccogliendo i frutti di un duro lavoro di efficientamento sui costi e sulla produttività, dall’altra sta cambiando in modo significativo anche il mix di prodotti”. Così l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, in un’intervista a Milano Finanza. “Quelli a marginalità più alta come la costruzione delle navi militari e il business della subacquea stanno crescendo di peso percentuale nei ricavi. Il miglioramento della performance è frutto delle azioni previste ed attivate nel piano industriale 2023-2027 che stiamo rispettando e superando”.

“Stiamo preparando nuovo piano perché il mercato richiede di aumentare la capacità produttiva, dando priorità alla difesa che è il nostro business più pregiato. Abbiamo la taglia per farlo perché Fincantieri è già il più grande costruttore occidentale di navi. L’aumento della capacità sarà in due fasi – ha proseguito Folgiero – La prima, a parità di investimenti e infrastrutture, verterà sull’introduzione nei cantieri militari di molte tecniche di costruzione e turnistiche che utilizziamo nella crocieristica. La seconda sarà conseguente agli investimenti che programmeremo.” Folgiero ha aggiunto: “Il nuovo piano industriale sarà pronto entro fine anno e ci permetterà di rispondere in modo ancora più efficace alla domanda crescente di navi militari, anche grazie a una supply chain più robusta e a una maggiore integrazione tra le diverse divisioni del Gruppo”.

“Negli USA stiamo ribadendo il ruolo e la disponibilità di Fincantieri nel progetto di rinascita della cantieristica, dove abbiamo investito circa 800 milioni e siamo presenti da 15 anni con quattro stabilimenti – ha spiegato Folgiero – Siamo disponibili a lavorare alla ripartenza Usa anche sul civile con le navi rompighiaccio a Sturgeon Bay, le posacavi e i cantieri in Florida, ora dedicati alla manutenzione. Se necessario, questi ultimi potranno anche trasformarsi in siti produttivi”, ha aggiunto.

Il nuovo piano disegnerà un’azienda più grande dal punto di vista produttivo a fronte della maggiore domanda sulla difesa, sarà un catalizzatore per un rerating e una nuova valutazione dell’azienda. Quindi i “fondamentali” alla base della nostra valutazione cresceranno ulteriormente. Fincantieri si trova già in cima alla riserva per entrare nel Ftse-Mib. Siamo già candidati a farlo dunque e con la super Fincantieri avremo ottime chance”, ha concluso.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Cna, con i dazi contraccolpo maggiore per Abruzzo, Toscana e Molise

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ROMA (ITALPRESS) – Per 17 regioni italiane gli Stati Uniti sono tra i tre principali mercati di sbocco delle esportazioni che l’anno scorso hanno sfiorato i 65 miliardi di euro. Se in termini assoluti oltre il 50% dell’export parte da Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, in termini relativi le regioni che subiranno il maggior contraccolpo dall’introduzione dei dazi sono Abruzzo, Toscana e Molise. È quanto emerge dall’analisi dell’Area studi e ricerche di CNA sui flussi delle vendite dirette sul mercato a stelle e strisce. Gli Stati Uniti rappresentano il 10,4% dell’export totale dell’Italia ma per l’Abruzzo è di gran lunga il principale mercato con il 17,1% e oltre 1,6 miliardi di esportazioni dirette con un peso rilevante della farmaceutica che sfiora il miliardo di euro. A seguire la Toscana con il 16,2% e oltre 10 miliardi.

Il volume d’affari regionale dipende in larga parte dalla farmaceutica che rappresenta il 37% del totale nazionale. Sul podio anche il Molise con il 13,4% dell’export verso gli USA di cui oltre la metà riguarda prodotti chimici. Rispetto al 10,4% della media nazionale, il mercato americano vale il 12,5% dell’export dell’Emilia-Romagna con i mezzi di trasporto che rappresentano un terzo dei 10 miliardi di vendite regionali. Per l’Umbria e il Friuli-Venezia Giulia è il 12,4% e l’11,3% per il Lazio che presenta vendite totali in USA per 3,6 miliardi di cui il 52% riguarda la farmaceutica. In termini assoluti la Lombardia è la prima regione per flussi diretti pari a 13,7 miliardi (quasi la metà dei prodotti della chimica e della metallurgia) ma il peso del mercato americano è inferiore alla media nazionale attestandosi all’8,4%, sulla stessa linea il Piemonte all’8,3% mentre il Veneto è al 9,1% con 7,3 miliardi di vendite dirette.

Osservando la propensione all’export su base regionale, per l’Emilia-Romagna le vendite all’estero rappresentano il 44,3% del valore aggiunto rispetto al dato nazionale del 29,4%. Sopra il 40% anche il Friuli-Venezia Giulia (42,2%), Veneto (41,5%), Piemonte (40,7%), Marche (40,5%), Toscana (40,2%), Lombardia (33,3%) a conferma della diffusa vitalità e capacità nell’export da parte del tessuto produttivo. Scomponendo su base regionale le principali categorie merceologiche, il 59% di macchinari e apparecchi parte da Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, il 65% della farmaceutica ha origine in Toscana, Lazio e Abruzzo, il 75% dei mezzi di trasporto è assicurato da Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. Più distribuito sul territorio l’agroalimentare con il 65% di export verso gli USA che parte da Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania.

– foto IPA Agency –

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Economia

Unicredit, 76 minibond per il rilancio dell’industria al Sud e 310 milioni alle imprese

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NAPOLI (ITALPRESS) – UniCredit raggiunge un traguardo significativo: dal 2017 ad oggi, ha strutturato e sottoscritto 76 minibond nel Sud Italia (Campania, Calabria, Puglia e Basilicata), per un controvalore complessivo di 310 milioni di euro. E’ quanto si legge in una nota.

Con 23,5 milioni di euro già emessi nell’ultimo anno da sei imprese del Sud Italia, sottolinea la nota, UniCredit conferma il proprio impegno per un modello di sviluppo sostenibile e radicato nei territori, attraverso il programma Basket Bond OpenSud ESG, che vede la collaborazione di Mediocredito Centrale (MCC) e di Sace. Il programma consente alle aziende meridionali di accedere in modo innovativo al mercato dei capitali emettendo minibond ESG, strumenti finanziari destinati a sostenere piani di sviluppo green e ad alto impatto occupazionale in cui è previsto un light assessment da parte di Cerved rating Agency attraverso la piattaforma Open-es.

Dalla produzione di idrogeno verde ad Avellino al rilancio del comparto surgelati nel Foggiano, passando per la sicurezza nei cantieri e l’innovazione in campo farmaceutico, i fondi sono stati già destinati a finanziare: Gruppo Farmaimpresa Srl (2 milioni di euro) per la ristrutturazione dello stabilimento e l’acquisto di nuove attrezzature a Teverola (Caserta) con un utilizzo di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico; questi investimenti consentiranno inoltre l’ottenimento delle nuove marcature CE dei dispositivi medici; Comac International (2 milioni di euro), azienda specializzata nella progettazione e costruzione di parti per turbine avioniche ed energetiche, per un nuovo opificio industriale dotato di impianti ad alta tecnologia in linea con gli standard energetici nazionali a Caserta; Edil Sanfelice Spa Società Benefit (4 milioni di euro) per investimenti in sicurezza e sostenibilità edilizia; FMC Srl (1,5 milioni di euro) per realizzare uno dei primi hub di produzione ed erogazione dell’idrogeno verde nell’area industriale di Avellino in Campania; GM Zincatura (4 milioni di euro) per aumentare la capacità produttiva in provincia di Napoli con un’attenzione in particolare al miglioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro. L’investimento sarà accompagnato anche dalla realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico di 400 Kw; OP Natura Dauna (10 milioni di euro) per potenziare le linee del fresco e surgelato nel rispetto della filiera “dal campo alla tavola”.

In parallelo, attraverso il prodotto ESG Finanziamento Futuro Sostenibile Plus, UniCredit ha già accompagnato nel 2025 oltre 60 aziende del Sud Italia con quasi 100 milioni di euro complessivi, in un percorso di transizione sostenibile personalizzata su target ESG concreti individuati e monitorati mediante assesment sulla sezione dedicata ai clienti di UniCredit all’interno della piattaforma Open Es: energie rinnovabili, gestione dei rifiuti, parità di genere nel management, rafforzamento della filiera con adozione di policy per selezione dei fornitori con criteri ESG.

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“Con il Basket Bond OpenSud ESG e il Finanziamento Futuro Sostenibile Plus stiamo dimostrando che anche le piccole e medie imprese del Mezzogiorno possono accedere a soluzioni finanziarie innovative e orientate al futuro. Questa forma di credito permette di coniugare obiettivi industriali e impatto ambientale e sociale: rigenerazione urbana, energie pulite, sicurezza alimentare e valorizzazione del capitale umano diventano driver economici misurabili”, dichiara Ferdinando Natali, Regional Manager Sud UniCredit.

– foto ufficio stampa Unicredit –

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