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Cronaca

Abruzzo, Marsilio si conferma presidente “Scritta pagina di storia”

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PESCARA (ITALPRESS) – Marco Marsilio si riconferma presidente della Regione Abruzzo. Il candidato del centrodestra ha la meglio su Luciano D’Amico del campo largo, con un vantaggio che secondo le proiezioni è di circa 8 punti percentuali, e cresce a 10 considerando le liste.
Secondo la sesta e ultima proiezione sulle Regionali in Abruzzo da parte di Noto Sondaggi per Rete8 (copertura 60%), Marsilio è al 53,9%, D’Amico al 46,1%.
Sempre secondo la sesta proiezione, questi i risultati delle liste: Fratelli d’Italia 24,5%, Forza Italia 12,9%, Lega 8,1%, Marsilio Presidente 5,7%, Noi Moderati 2,3%, Udc-Dc 1,5% (totale coalizione Marsilio 55%); Partito Democratico 19,1%, Abruzzo Insieme 8,6%, Movimento 5 Stelle 6,8%, Azione-D’Amico 3,5%, Alleanza Verdi-Sinistra 4%, D’Amico Presidente – Riformisti Civici 3% (totale coalizione D’Amico 45%).
Quando sono state scrutinate 447 sezioni su 1.634, Marsilio è al 53,78%, D’Amico al 46,22%.
“Venerdì avevo detto due cose: che l’unica sarda che questa sera avrebbe festeggiato sarebbe stata mia moglie e che massimo alle due andavamo tutte a dormire”, ha detto Marsilio, aprendo il suo breve discorso dal suo comitato elettorale a Pescara, dove è stato accolto dai cori “Un presidente, c’è solo un presidente” dei suoi sostenitori.
“Qualcuno ci ha sottovalutato e a mezzanotte ancora raccontava di un testa a testa che non è mai esistito, se non nei sogni di chi ha provato a raccontare un altro Abruzzo, non quello che hanno scelto gli elettori – ha aggiunto -. Il popolo abruzzese ha scelto di conferirmi l’onore di guidare la Regione per altri 5 anni, mai nei 30 anni precedenti una amministrazione uscente era stata confermata per il secondo mandato. E’ stata scritta una pagina di storia ed è stato abbattuto un altro muro”.
“Abbiamo chiesto altri 5 anni per continuare a crescere e completare l’opera di rilancio, ricostruzione e valorizzazione che stiamo mettendo in campo – ha detto ancora Marsilio -. Esprimo il mio più profondo ringraziamento al popolo abruzzese per questo immenso privilegio che mi concede. Questa è la missione della mia vita: restituire alla terra dei miei padri la forza, la dignità, il ruolo che merita, per dare alla sua gente tenace e laboriosa e soprattutto ai suoi figli la speranza di un futuro migliore. Il mio impegno per essere all’altezza della fiducia e delle aspettative e dell’amore che mi è stato dimostrato sarà ancora più intenso. Il popolo abruzzese vuole guardare al futuro e ha dimostrato di non avere nessuna nostalgia di un triste passato che si è gettato alle spalle già 5 anni fa. Il campo largo non è il futuro dell’Abruzzo perchè era il suo triste passato, e il campo largo non sarà il futuro dell’Italia”, ha concluso, prima di rivolgersi così, scherzosamente, ai suoi sostenitori: “Possiamo andà a ballà”.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, si è recato alle urne il 52,2% degli aventi diritto. L’affluenza è in calo rispetto al 53,11% del 2019. Hanno votato in totale 630.686 elettori.
Questa la percentuale di affluenza al voto provincia per provincia (tra parentesi le percentuali relative alle precedenti elezioni regionali): Chieti 48,46% (50,19%); L’Aquila 55,40%(54,71%); Pescara 53,33% (54,77%); Teramo 53,04% (53,85%).

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Cronaca

Castellanos e Dia rilanciano la Lazio, 2-0 sul Genoa al Ferraris

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GENOVA (ITALPRESS) – Dopo la delusione ai rigori in Europa League contro il Bodo Glimt, la Lazio riparte in campionato con una vittoria per 2-0 contro il Genoa al ‘Ferraris’, trascinata dalla prestazione del Taty Castellanos, che si riscatta dopo l’errore decisivo dagli undici metri di giovedì scorso. L’argentino apre le marcature al 32′ (di Dia la rete del raddoppio), ma soprattutto dà il via all’azione che produce l’episodio chiave di una partita che proietta i biancocelesti a 59 punti in classifica, ad una lunghezza dal Bologna quarto. Al 22′ il centravanti vince un duello con De Winter, aggancia la palla al volo e serve un passaggio in profondità per Zaccagni che prima dell’ingresso in area di rigore viene steso da Otoa. L’arbitro Ayroldi fischia fallo ed espelle il difensore rossoblù, il cui debutto in Serie A dura così poco più di venti minuti. La Lazio alza i ritmi e raccoglie i frutti del suo assedio dieci minuti più tardi: Pellegrini crossa dalla sinistra e pesca in area Castellanos, che si coordina e con una mezza rovesciata non lascia scampo a Leali. Un doppio episodio che cambia così una partita che in avvio di gioco aveva riservato più di un pericolo a Mandas (rimasto anche leggermente stordito a causa dell’esplosione di un petardo intorno al quarto d’ora di gioco), decisivo in due occasioni su Pinamonti (al 10′ e al 13′). Nella ripresa la Lazio raddoppia, ma resta anch’essa in 10. Al 65′ Rovella inventa un filtrante per Dia che col diagonale mancino batte Leali, ma al 73′ il neo entrato Belahyane commette un grave fallo di gioco su Thorsby: Ayroldi estrae il giallo, viene richiamato al Var e trasforma l’ammonizione in espulsione. La Lazio deve gestire il finale di gara senza l’uomo in più e lo fa con ordine, rischiando pochissimo e dando minutaggio anche ad Hysaj e Noslin. Marco Baroni si riavvicina alla zona Champions. Per il Genoa invece slitta l’appuntamento con la salvezza matematica.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Cagliari-Fiorentina 1-2, decidono Gosens e Beltran

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CAGLIARI (ITALPRESS) – La Fiorentina trema contro il Cagliari, dopo due giorni difficili, ma esce vittoriosa dall’Unipol Domus: 2-1 in rimonta e l’Europa resta vicina. Privi di Kean, tornato a casa nel primo pomeriggio per motivi familiari, i viola schierano un attacco mobile: c’è Beltran con Gudmundsson. L’avvio però è decisamente sorprendente in negativo per i viola, che faticano a costruire gioco e soffrono il possesso dei rivali. Spinge subito il Cagliari con Viola e, dopo sette minuti, ecco il vantaggio sardo. Luvumbo salta Dodò e mette in mezzo, de Gea devia su Piccoli e quest’ultimo è lestissimo nel ribadire in rete: ottimo l’anticipo su Pablo Marì, è 1-0. Nei primi venti minuti ci sono solo gli isolani, che colpiscono anche un palo con Zortea e sfiorano il bis. Questo episodio sveglia la Fiorentina che, spinta dalla grinta di Mandragora, torna prepotentemente in gara. Caprile deve fare gli straordinari su Gudmundsson e i viola sfiorano due volte la rete, prima di trovarla effettivamente al 36′. Su una punizione battuta da Mandragora, Zortea si dimentica Gosens e quest’ultimo incorna in rete l’1-1. Il Cagliari perde Mina per infortunio, si vede negare un rigore su Luvumbo e si distrae nuovamente in avvio di ripresa. Il protagonista in negativo è ancora Zortea, sovrastato da Beltran: al 48′ è 2-1.
Da qui in poi la gara si rasserena e i ritmi si abbassano drasticamente, fino al triplo cambio di Nicola, che stravolge il suo centrocampo. Il Cagliari torna prepotentemente in gioco e sfiora il pari con Razvan Marin, costringendo Palladino a reagire: dentro Folorunsho e Comuzzo per proteggere una preziosissima vittoria. Due mosse che restituiscono il controllo del match alla Fiorentina, che sfiora anche il tris. Zaniolo, subissato di fischi per l’esultanza invernale (giocava nell’Atalanta), viene fermato da Caprile. La Fiorentina sale a 56 punti e la lotta-Champions s’infiamma: cinque squadre in quattro punti dal Bologna quarto (60) ai viola ottavi. Si ferma a quota 30 punti, invece, il Cagliari: sardi a +5 su Empoli e Venezia, ma il Parma li scavalca.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Primo ko per Tudor, Juve sconfitta 1-0 a Parma

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PARMA (ITALPRESS) – Nel recupero della trentatreesima di Serie A, una brutta Juventus cade al Tardini contro il Parma. Con una grande prova di carattere, la formazione emiliana si impone per 1-0, compiendo forse il definitivo balzo salvezza. A prendersi i riflettori è Mateo Pellegrino, autore del gol da tre punti nel recupero del primo tempo. Alla quarta uscita sulla panchina bianconera, arriva così il primo ko per Tudor. Come nella altre tre partite di giornata, prima del fischio d’inizio è stato osservato un minuti di silenzio in ricordo di Papa Francesco. Il pomeriggio del Parma comincia subito in salita, a causa degli infortuni di Vogliacco e Bernabe, sostituiti da Chivu dopo appena dieci minuti di gioco. All’intervallo anche il neoentrato Estevez è costretto al forfait. L’avvio dei bianconeri, invece, sembra promettente: passano trenta secondi, infatti, e Locatelli, dalla distanza, sfiora il palo alla destra di Suzuki. Per lunghi tratti della prima frazione, però, si vede una Juve sotto ritmo e poco incisiva nei metri finali. Nonostante i cambi forzati in zone nevralgiche del campo, il piano di gioco del Parma non ne risente. Bonny è il più proposito dei suoi e tutte le azioni pericolose dei crociati partono dalle sue giocate. Nel recupero del primo tempo la determinazione del Parma viene premiata con la rete del vantaggio, firmata da Pellegrino. L’attaccante argentino svetta di testa su Kelly e devia in porta l’assist al bacio di Valeri. I problemi fisici non attanagliano solo il Parma, ma anche la Juve, costretta per il secondo tempo a fare a meno di Vlahovic, dolorante alla coscia: Tudor inserisce allora Conceicao, seguito pochi minuti più tardi da Yildiz. Nella ripresa gli ospiti provano ad alzare i giri del motore, esponendosi, di conseguenza, alle ripartenze del Parma. A qualche buona iniziativa di Kolo Muani, risponde Sohm al 60′ con un tiro di punta, innocuo per Di Gregorio. Nel finale un Parma stravolto viene schiacciato nella propria metacampo, ma il forcing della Juve crea ben poche occasioni nitide: da segnalare solo un paio di conclusioni insidiose di Conceicao dalla destra dell’area. Una Juve senza idee esce così sconfitta dal Tardini. Con questa sconfitta i ragazzi di Tudor rimangono al quinto posto, a pari punti con la Lazio: il Bologna quarto continua a distare un punto. Successo, invece, di capitale importanza per il Parma, lontano ora sei lunghezze dalla zona retrocessione.
– Foto Image –
(ITALPRESS).

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