Cronaca
Marchese Ragona “Papa? Ironico e umile, sull’Ucraina mal interpretato”
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8 mesi fa-
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RedazioneROMA (ITALPRESS) – Ironico, generoso e umile, ma anche molto determinato a trasformare la chiesa in un servizio al popolo: è il ritratto di Papa Francesco descritto da Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset, che ha curato l’autobiografia “Life – La mia storia nella Storia”, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia Italpress. L’idea del libro – distribuito in 21 Paesi in contemporanea e tradotto in otto lingue – è nata “dalla mia curiosità giornalistica, che mi ha spinto a domandarmi dov’era il Papa quando l’Argentina ha vinto il Mondiale dell’86 o quando cadeva il muro di Berlino, con chi era o cosa faceva quando c’è stato l’attacco alle Torri Gemelle”, ha raccontato. Com’è il Papa, dallo sguardo di chi ha potuto osservarlo da vicino? “Come lo si vede in pubblico, è davvero così. Ha una spiccata ironia, tipica dei latinoamericani, e una grande generosità. Siamo stati tante ore a parlare della sua vita… sai che hai di fronte il Papa, il leader morale più importante al mondo, una persona di una cultura sconfinata, ma semplicissima e molto umile. Tanti dicono che questo Papa non è molto amato, in realtà c’è una buona base di gente che lo ama e che vuole conoscere la sua storia”, ha sottolineato l’autore. Come ha reagito il Papa dopo il successo del libro? “Gli ho portato la prima copia stampata, era molto contento. Non immaginava che potesse raggiungere un così vasto pubblico. ‘Ogni tanto riaprire il libro della propria vita e rivedere le cose belle e le cose bruttè, ha detto, e ‘magari gli anziani possono raccontare la propria vita per far sì che i giovani non ripetano più gli errori commessi in passatò”.
Inevitabilmente il pensiero corre ai conflitti in Ucraina e a Gaza. Sul Medio Oriente “credo che oggi il Papa stia dalla parte di chi soffre, quindi da un lato i familiari degli ostaggi israeliani – che qualche giorno fa ha ricevuto di nuovo in Vaticano – e, dall’altro, il popolo di Gaza che si trova sotto le bombe. Il Papa non ha interessi strategici o geopolitici, ha interessi esclusivamente umanitari: credo che dal suo punto di vista la priorità sia stare dalla parte di chi soffre. Per questo continua a dire ‘no alla guerra e alle armi, bisogna fermarsì”. Sull’Ucraina, “credo che il Papa sia stato non solo mal interpretato, ma proprio strumentalizzato da chi voleva accendere qualche miccia. Sono sicuro che ci sia stata una ‘maninà che ha voluto metterlo in difficoltà”, ha sottolineato Marchese Ragona, ricordando le parole del Papa in un’intervista alla tv svizzera, in cui il giornalista ha proposto al Papa l’immagine della bandiera come metafora per parlare di negoziato. “Il Papa a un certo punto dell’intervista dice che ‘il negoziato non è mai una resa, è un atto di coraggiò, che è la posizione che il Papa e la Santa Sede hanno da sempre, cioè sedersi a un tavolo e discutere. Credo che lui sia stato un pò tirato per la tonaca”. Oltre che per le guerre, il Papa “è molto preoccupato” per il clima. “Ai giovani dice ‘fatevi sentire dai governi, haciendo lio (fate confusione in spagnolo), protestate per stradà, ma a patto che le proteste non sfocino in atti che deturpano il territorio o le opere d’arte”. In una delle conversazioni, “gli ho riferito che qualcuno dice che sta distruggendo il papato. Lui è rimasto un attimo in silenzio, ha guardato in alto e mi ha detto: ‘Ma io sono un prete, cosa posso farci? Devo stare in mezzo alla gente, non posso stare sul piedistallo come era una volta, solo perchè qui dentro vogliono così. Gesù Cristo stava in mezzo ai poverì. Questa è l’ultima monarchia assoluta d’Europa, dove ci sono ancora orpelli, pizzi e merletti, dove ci sono tutte queste trovate di corte. Questa è una delle missioni che ha questo Papa: mettere fine a tutto questo e trasformare la chiesa in una chiesa di servizio al popolo, non più una chiesa di potere”. Il libro si struttura in 14 capitoli. “Partiamo dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando lui aveva 3 anni, e arriviamo ai giorni d’oggi, attraversando la storia mondiale degli ultimi ottant’anni per raccontarla dal suo punto di vista, lanciando anche dei messaggi su vari temi, come ad esempio il dialogo interreligioso, la guerra, il clima e la tutela dell’ambiente”, ha spiegato l’autore.
Tra i capitoli più emozionanti sicuramente c’è quello del golpe in Argentina, “un periodo terribile della sua vita, quello dal 1975 in poi. Il Papa non aveva mai raccontato così apertamente quegli anni, perchè è stato accusato di aver favorito il regime che andava contro tanti sacerdoti e di aver venduto due gesuiti”, e qui “racconta per la prima volta come andarono le cose, come visse quel momento, di quando andò a celebrare messa a casa di Videla proprio per convincerlo a liberare quei due sacerdoti. Nel libro dice chiaramente che fu ‘la vendetta di qualcuno che voleva mettermi il cappio attorno al collò”. Un altro capitolo che “mi ha molto colpito è quando si racconta la nascita dell’Unione Europea: siamo negli anni Novanta e lui era in esilio a Cordoba, quelli sono stati anni per lui molto difficili, era molto depresso e chiuso in se stesso. Non riusciva a darsi una spiegazione del perchè i superiori lo avessero mandato in esilio, praticamente era stato buttato giù dal piedistallo: fu accusato di essere ultraconservatore, di essere autoritario nelle sue decisioni, fu accusato anche di voler stravolgere la pastorale dei Gesuiti perchè lui era cresciuto con i salesiani. I Gesuiti non volevano che lui mandasse i preti nelle periferie a fare catechismo ai ragazzini, avevano altri interessi: lui dice che in quel periodo di ‘purificazionè ha studiato quasi tutti e 34 i volumi della storia dei Papi… forse ‘era necessario, perchè mi stavo preparando a diventare anch’io Papa, pur non sapendolò, racconta nel libro”. Tra i capitoli c’è anche spazio per la sua grande passione per il calcio. “Ricordava alla perfezione tantissimi dettagli di quando andava allo stadio tutte le domeniche con tutta la famiglia a vedere il San Lorenzo”. Sui Mondiali dell’86 vinti dall’Argentina “racconta che in quegli anni si trovava in Germania, ma la sera della finale con la Germania non guardò la partita, rimanendo a passeggiare vicino al fiume Reno e a recitare il rosario. “Mi sono sentito solo, perchè volevo essere con i miei amici a festeggiare l’Argentina”, racconta il Pontefice. E sulla famosissima mano de Dios ricorda che quando Maradona andò in Vaticano gli chiese divertito quale fosse la mano incriminata”.
-foto Italpress-
(ITALPRESS).
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RedazioneNAPOLI (ITALPRESS) – Non riesce il colpaccio alla nuova Roma di Claudio Ranieri, che al “Maradona” gioca una partita tutto sommato sufficiente dal punto di vista dell’atteggiamento non riuscendo però a far male al Napoli, a sua volta non brillante ma che vince comunque per 1-0 con il gol dell’ex Lukaku, confermando il primo posto in classifica. Pronti-via e gli uomini di Antonio Conte sfiorano subito il vantaggio con un cross che trova tutto solo Kvaratskhelia, il quale sceglie di schiacciare il colpo di testa mancando lo specchio: disattento, nell’occasione, El Shaarawy, che ha completamente perso la marcatura sul georgiano. Il primo tempo scivola via senza particolari emozioni, con i padroni di casa che provano a fare la partita trovando spazi per il tiro, ma non la precisione, con Politano e McTominay. I giallorossi, invece, partono con la giusta aggressività provando a contrattaccare con diversi uomini, ma senza mai impensierire Meret. Tra i protagonisti più attesi c’è Lukaku, che però nella prima frazione non entra mai nel vivo del gioco. Il belga si vede a inizio ripresa, con un colpo di testa al 50′ che termina sull’esterno della rete e che è il preludio al gol che arriva quattro minuti più tardi, su cross del solito Di Lorenzo, abile nell’inserimento e favorito dalla pessima lettura di Angelino. L’esterno spagnolo prova a farsi perdonare al 57′ con un cross arretrato in area nella zona di Baldanzi, il quale però spreca tutto mandando alle stelle. Ancora dai piedi dell’ex Lipsia nasce un’altra grande occasione per la Roma, con un cross su cui arriva di testa Dovbyk centrando, però, la traversa. Gli ultimi minuti vedono i giallorossi creare tanta densità nella metà campo avversaria, ma a mancare è sempre la capacità di trovare spazi per finalizzare. Sono, anzi, i nuovi entrati Mazzocchi e Folorunsho a creare una buona occasione per il raddoppio del Napoli, col il centrocampista che non riesce a indirizzare bene di testa. Fuori di poco anche un tiro di Neres dal limite. Finisce 1-0 per gli azzurri che, con le note dell’inedito di Pino Daniele, tornano a respirare l’aria della vetta.
– Foto Ipa Agency –
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Cronaca
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3 ore fa-
24 Novembre 2024di
RedazioneMALAGA (SPAGNA) (ITALPRESS) – Altro successo, altro trionfo, targato Jannik Sinner. L’annata straordinaria del tennis italiano non poteva chiudersi in altro modo, ovvero con la conquista della seconda prestigiosa insalatiera consecutiva. L’altoatesino ha battuto Tallon Griekspoor e ha regalato al team azzurro il decisivo punto del 2-0 nella finalissima della Coppa Davis 2024, contro l’Olanda, andata in scena sui campi in cemento indoor del “Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena” di Malaga. Il tennista di San Candido, numero uno del mondo, nel secondo singolare dell’incontro, ha sconfitto il rivale del team “Orange”, numero 40 del ranking internazionale, col punteggio di 7-6 (2) 6-2. Una vittoria molto più sofferta del previsto grazie anche e soprattutto a un Griekspoor in versione “deluxe”. In precedenza, nel primo singolo dell’atto conclusivo, Matteo Berrettini, numero 35 del mondo, sempre più vicino alla sua forma migliore (quella del 2021, quando è arrivato in finale a Wimbledon), ha battuto Botic Van De Zandschulp, 80 della classifica Atp, con lo score di 6-4 6-2.
Si tratta della seconda vittoria di fila in Coppa Davis per gli azzurri, capitanati da Filippo Volandri, ed è il terzo trionfo della storia per la Nazionale italiana maschile del tennis dopo il primo successo datato 1976. Sei invece le volte nelle quali gli azzurri si sono arresi all’atto conclusivo. Per l’Olanda di contro era la prima finale in Coppa Davis.
Per Sinner una stagione incredibile con la vetta della classifica mondiale, la conquista di due titoli del Grande Slam (gli Australian Open e gli Us Open), il successo nelle Atp Finals e ora il trionfo-bis in Davis. Annata super, in generale, per tutto il tennis azzurro. Storica l’accoppiata Coppa Davis-Billie Jean King Cup, arrivata grazie alla vittoria di mercoledì delle ragazze guidate da Tathiana Garbin, da aggiungere ai titoli di Sinner e alle medaglie di Parigi2024 (l’oro nel doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini e il bronzo nel singolare maschile di Lorenzo Musetti), alle finali raggiunte al Roland Garros e a Wimbledon in singolo dalla Paolini e al titolo del doppio misto conquistato agli Us Open dalla Errani e da Andrea Vavassori. L’Italia del tennis, dunque, è padrona del mondo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
Cronaca
RICORDO DI LUIGINO ALPAGO, PER TUTTI “LUIGINO STEREODISCO”
Pubblicato
7 ore fa-
24 Novembre 2024di
RedazioneSe ne è andato anche Luigino Alpago. Aveva 89 anni e un grande bagaglio di esperienza e di ingegno creativo. Per tutti, a Voghera e in Oltrepo, era “Luigino Stereodisco”. Quante generazioni sono passate da lì, da quel negozio di via Matteotti, nei pressi della stazione ferroviaria di Voghera, ormai chiuso dal 2019, dopo 57 anni di attività, ma ancora lì, con quell’insegna a dirci che quel luogo diventato ormai iconico non deve mai morire, anzi, sarebbe bello che l’amministrazione comunale pensasse di farne un museo della discografia in vinile e degli strumenti radiofonici d’epoca. Il sindaco Paola Garlaschelli, sul suo profilo social, ha ricordato Luigino per la sua passione e dedizione che hanno arricchito la comunità vogherese. E come non ricordare quante persone hanno appreso da lui le prime armi del mestiere come tecnici radiofonici a Radio Voghera. Lui, con la sua straordinaria semplicità e quella sua predisposizione al dialogo e alla collaborazione, sapeva confrontarsi con tutti, dai giovani ai meno giovani. Risuona ancora nella mente quello spot diventato ormai icona registrato con la voce inconfondibile del grande Peppino Malacalza, andato in onda per anni su Radio Voghera, “Luigino Stereodisco” gridava a gran voce. E noi subito a pensare a quel negozio dove siamo transitati chissà quante volte, soffermandoci a parlare del più e del meno con Luigino. L’ultima volta lo avevo intervistato proprio lì, per uno speciale in ricordo di altre due figure memorabili per Voghera, Beppe Buzzi e proprio “Pipei” Malacalza. Ora li immagino lassù in cielo insieme a programmare il prossimo varietà al Teatro alle Grazie e in onda anche su Radio Voghera, con il suo patron Gino Orsi, che ci ha lasciato qualche anno fa chiudendo per sempre la storia radiofonica locale in piazzale Marconi. Cara vecchia Voghera, quante persone straordinarie hai visto “andare avanti”…quanta storia culturale hanno lasciato alle giovani generazioni…non disperdiamola, mi raccomando!
I funerali di Luigino Alpago si svolgeranno Martedì 26 alle 10 nella chiesa dei Padri Barnabiti, partendo dalla Casa Funeraria Rossi di Voghera in via Barenghi 49, seguirà la tumulazione nel cimitero di Lungavilla, luogo di cui era nativo. S. Rosario Lunedì 25 alle 18,45 sempre nella chiesa dei Barnabiti. Alla famiglia Alpago le nostre più sentite condoglianze.
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