Cronaca
Bernini “Con riforma più tutele per i ricercatori, combatteremo precarietà”
Pubblicato
8 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “La precarietà è quella vissuta fino ad oggi, incentivata dagli assegni di ricerca che non riconoscono diritti e che abbiamo deciso di non prorogare più. Da gennaio, senza gli assegni di ricerca, sparisce quello che era nei fatti un ricercatore-fantasma. Ma lo sa che è l’assegnista a doversi pagare i contributi previdenziali?”. Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, intervistata da ‘La Stampà, sulla riforma dei contratti dei ricercatori. “Le nuove figure contrattuali non tolgono nulla – continua -, ma aggiungono opportunità. Penso al contratto retribuito per lo studente la cui attività viene valorizzata, anche economicamente. Altro che precariato! La precarietà non è legata alla varietà dei contratti, ma dalla durata eccessiva dei rapporti a termine”. La figura del pre-ruolo introdotta dal governo Draghi, spiega Bernini, “non è stata affatto accantonata, anzi. Credo che il contratto di ricerca possa avere un rilancio da questa riforma. Le università possono già applicarlo. Se non lo fanno è perchè manca il necessario accordo tra Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e i sindacati. E’ evidente che il sistema-ricerca deve poter correre su altre gambe. E’ per questo che, in una situazione di quasi vuoto – conclude -, abbiamo individuato altri contratti che questo vuoto vanno a colmare”. Con la riforma dei contratti di ricerca “abbiamo pensato a possibilità diverse per situazioni diverse. Non sono strumenti sovrapponibili, ma soluzioni che tengono conto delle differenze. I giovani di talento potranno usufruire, ad esempio, di borse di assistenza junior o senior”, conclude Bernini.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Cronaca
PRONTO METEO – PREVISIONI PER 12 APRILE 2025
Pubblicato
8 minuti fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
Pronto Meteo è il servizio di meteorologia di Pavia Uno Tv e Lombardia Live 24 in onda ogni giorno alle 19,30. Fornisce interessanti bollettini meteo per il fine settimana su Pavia e provincia e le province confinanti, visionabili anche sui nostri siti paviaunotv.it, lombardialive24 e sui nostri canali social. Ogni giorno, poi, ci sono aggiornamenti nelle Breaking News della sera e un sito dedicato alle previsioni, prontometeo.it, edito sempre da Agenzia CreativaMente.
Cronaca
Omicidio di Vittorio Boiocchi, arrestati mandanti ed esecutori
Pubblicato
2 ore fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone gravemente indiziate di essere promotori, mandanti ed esecutori dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, ucciso a colpi d’arma da fuoco il 29 ottobre 2022 a Milano.
I due esecutori materiali sono ritenuti essere un uomo di 41 anni e un 30enne, entrambi italiani, rintracciati e arrestati rispettivamente in provincia di Vibo Valentia e nella città di SvetiVlas in Bulgaria. Quest’ultimo è stato bloccato dalla Polizia bulgara dopo quattro giorni di ricerche svolte con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e su specifica attivazione della Divisione Sirene del Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia, che si è avvalsa del costante supporto del suo Esperto per la Sicurezza di stanza a Sofia. Per quanto riguarda gli ulteriori quattro indagati, la misura cautelare è stata notificata a tre cittadini italiani di 40,50 e 62 anni presso gli istituti di pena ove erano già detenuti perché tratti in arresto nell’ambito del procedimento noto come “doppia curva” e, a un 51enne italiano, arrestato nella fase successiva e a riscontro delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia.
Il provvedimento restrittivo, che contesta agli indagati anche l’aggravante della modalità mafiosa, scaturisce dagli approfondimenti investigativi condotti dalla Squadra Mobile e dalla Sisco di Milano che, nell’ultima fase, sono stati finalizzati, principalmente, a raccogliere precisi riscontri alle dichiarazioni auto ed etero accusatorie del collaboratore di giustizia. Le dichiarazioni di quest’ultimo hanno permesso, al contempo, di valorizzare anche gli elementi già raccolti nel corso delle investigazioni eseguite subito dopo l’omicidio e, successivamente, nel più ampio contesto del progetto investigativo “Doppia Curva”.
Così come già ipotizzato e poi confermato dal collaboratore, l’omicidio, per la cui organizzazione e realizzazione egli avrebbe pagato 50 mila euro, sarebbe stato ordito e condiviso, come atto strategico, nell’ambito delle dinamiche del tifo organizzato interista. In particolare, il delitto costituisce la risposta alle aspre contestazioni mosse dalla vittima sulla corretta contabilizzazione e quindi divisione dei proventi derivanti dalle attività economiche ed illecite connesse al tifo ultras. Non meno complessa e significativa è stata, infine, l’attività investigativa svolta dalla Polizia di Stato nelle ultime settimane, che ha portato a localizzare uno degli indagati in Bulgaria, dove si era trasferito, assumendo già da tempo atteggiamenti tipici di chi vive in latitanza.
Così la procuratrice aggiunta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, Alessandra Dolci, nel corso di una conferenza stampa. “Beretta ha riferito il movente di ordine economico – ha spiegato – e ha detto di aver commissionato l’omicidio per 50mila euro per eliminare quello che era stato fino a quel momento il leader della Curva Nord e prenderne il posto, al fine di dividere i profitti, sia leciti che illeciti, legati all’indotto dello stadio di San Siro”.
L’operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia milanese, ha portato all’arresto di sei persone con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e da modalità mafiose. Oltre a Beretta, sono finiti in carcere Marco Ferdico, il padre Gianfranco, Daniele D’Alessandro, Pietro Andrea Simoncini e Cristian Ferrario. Due dei soggetti arrestati sono stati fermati all’estero: uno in Calabria e uno in Bulgaria.
Secondo il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, con questi arresti “l’ufficio ritiene di aver ricostruito e accertato tutti i fatti di sangue commessi nell’ambito delle curve”. Il pm Paolo Storari ha parlato di “vicenda totalmente ricostruita”.
– foto xp2/Italpress –
(ITALPRESS).
Cronaca
Vigili del fuoco, Conapo “Il Soccorso Pubblico è competenza dello Stato”
Pubblicato
2 ore fa-
11 Aprile 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – “Il soccorso tecnico urgente non può essere terreno di conquista da parte del Soccorso Alpino o di qualunque altro soggetto estraneo al coordinamento statale. Il CNSAS svolge un’opera preziosa e importante ma nessuno può sostituirsi ai Vigili del Fuoco nel ruolo di guida del soccorso pubblico nazionale”. Così il Segretario Generale del Conapo, Marco Piergallini, in una nota indirizzata alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai Ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Salute Orazio Schillaci, per sollecitare un intervento urgente del Governo.
Il documento del primo sindacato del Corpo nazionale dei vigili del fuoco denuncia la progressiva affermazione di “sistemi di soccorso paralleli alimentati da convenzioni regionali e interpretazioni normative che stanno generando una pericolosa sovrapposizione di competenze e aggravio della spesa pubblica”.
“Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco – scrive il Conapo – è per legge l’organo tecnico dello Stato per il soccorso urgente su terra. Non si può assistere in silenzio al suo sistematico aggiramento, soprattutto quando si tratta di interventi tecnici complessi che richiedono competenze, attrezzature e procedure consolidate”.
“Massimo rispetto per i volontari del CNSAS e per il valore della loro missione – precisa Piergallini – ma il loro contributo deve inserirsi in un sistema integrato, non parallelo. Le pretese di autonomia o di esclusività non fanno bene nè al soccorso, nè ai cittadini”.
Il Conapo segnala “casi concreti accaduti Bari, Trieste e in Sicilia, da ultimo anche a Palermo dove i Vigili del Fuoco sono stati esclusi dalle operazioni, anche in presenza di scenari con evidenti profili tecnici. Episodi che – secondo il sindacato – dimostrano l’urgenza di ripristinare un coordinamento nazionale sotto la guida del Ministero dell’Interno”.
Nella nota si propone “una revisione profonda del Disciplinare Tecnico NUE 112, spesso orientato a favore del soccorso sanitario anche quando il contesto richiede prioritariamente un approccio tecnico. Si auspica inoltre l’adozione di protocolli operativi integrati tra vigili del fuoco e servizi sanitari, su modelli già applicato in altri Paesi europei”.
“Il soccorso non può dipendere da chi risponde per primo o da accordi locali. Servono regole chiare, ruoli ben definiti e un ritorno a una visione nazionale del sistema – sottolinea ancora Piergallini – altrimenti il rischio è quello di avere un Paese a più velocità, con cittadini non ugualmente tutelati e su questo il Ministro dell’ Interno deve assumersi le proprie competenze e responsabilità con direttive chiare”.
Il Conapo ribadisce la “disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni per costruire un sistema di soccorso realmente integrato, che valorizzi tutte le professionalità – comprese quelle del volontariato – ma nel rispetto dei ruoli e senza aggirare le competenze Statali”.
– foto ufficio stampa Conapo –
(ITALPRESS).

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