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Cronaca

Lombardia, alloggi Aler sfitti diminuiti del 28,7 % in 18 mesi

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MILANO (ITALPRESS) – Nell’ultimo anno e mezzo gli alloggi Aler sfitti per carenze manutentive in Lombardia sono diminuiti del 28,7%: da 9.069 a 6.466, grazie allo stanziamento di nuove risorse e a un cambio di passo complessivo nella gestione delle politiche per la casa, che si riflette anche nell’aumento delle assegnazioni, raddoppiate da 1.500 a 3.000 l’anno in seguito a una serie di modifiche normative introdotte per velocizzare le procedure. Sono alcuni dei dati snocciolati dall’assessore regionale alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco, nel corso del convegno ‘Disegniamo il futuro dell’abitare per costruire il domani della Lombardià, in corso di svolgimento a Palazzo Pirelli. Un’occasione per fare il punto sulla ‘Missione Lombardià, il piano regionale per i servizi abitativi. “Stiamo effettuando uno sforzo senza precedenti – ha sottolineato l’assessore Franco – considerando che la ‘Missione Lombardià vale oltre 1,5 miliardi di euro abbracciando ogni aspetto delle politiche abitative: la riqualificazione edilizia ed efficientamento energetico, la cura del patrimonio con la riduzione degli sfitti, la rigenerazione urbana dei quartieri, la velocizzazione delle assegnazioni, l’housing sociale con case per la classe media che non riesce ad accedere al mercato privato, l’attenzione alla sicurezza con l’introduzione dei vigilantes. I numeri dicono che siamo sulla buona strada, proseguiamo col massimo impegno con il coinvolgimento degli enti locali e degli stakeholder”. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato: “Come Regione stiamo mettendo in campo fondi e strategie che portano a risultati concreti – ha detto il governatore – andando a incidere su un tema complesso e delicato come la casa. Lo facciamo attraverso provvedimenti e un lavoro quotidiano che ha l’obiettivo di rispondere a tutte le necessità abitative dei singoli territori”. Centrale, nella ‘Missione Lombardià, l’obiettivo del recupero degli alloggi sfitti, ovvero degli appartamenti non ancora disponibili causa carenze manutentive, escludendo quindi gli alloggi pronti per l’assegnazione e quelli su cui si sta concretamente lavorando per la riqualificazione. Considerando l’accelerazione a partire dal 2023, nel triennio 2022 – 2024 sono stati recuperati circa 7.000 alloggi con un investimento di 137 milioni di euro. “Fin dal mio insediamento – ha evidenziato l’assessore Franco – ho individuato il recupero degli alloggi sfitti come obiettivo primario: da questo punto di vista abbiamo aumentato gli stanziamenti, accelerato le conclusioni dei cantieri e dunque le assegnazioni, in generale lavorato per dare certezze sui tempi”. Il raddoppio delle assegnazioni annuali ha consento di assegnare circa 10.000 alloggi nel triennio 2022 – 2024, con un importante contributo da parte delle Aler. “Lavorare per efficaci politiche sulla casa – ha proseguito Franco – significa impegnarsi certamente per le persone indigenti o in difficoltà, ma anche per i lavoratori che fanno funzionare i territori, ovvero quella classe media che non deve essere respinta dalle città. Si favorisce in questo modo anche il cosiddetto mix abitativo, così da rendere più eterogeneo il tessuto sociale dei quartieri popolari”. Da questo punto di vista sono state attuate procedure concrete e veloci per rispondere alla domanda abitativa dei nuclei familiari con ISEE medio basso (da 10.000 a 16.000 euro ISEE), del personale sociosanitario, del personale delle Forze dell’Ordine, del personale del Ministero della Giustizia e da ultimo, ma solo temporalmente, l’adesione all’iniziativa della Diocesi di Milano di un Fondo per l’emergenza abitativa. Si tratta dell’housing sociale pubblico, cioè la capacità anche delle Aler di rispondere al bisogno abitativo dei lavoratori, a fianco dei soggetti privati come le cooperative e i fondi immobiliari. Inoltre si è concluso da poco un bando di housing sociale da oltre 18 milioni di euro per famiglie con un reddito di livello medio (ISEE 14.000-40.000 euro) che metterà a disposizione quasi 400 alloggi in più realizzati da Aler, Comuni e cooperative. A questi si aggiungono 942 appartamenti che in questo triennio sono stati completati ad opera di Aler, delle cooperative e del Fondo FIL1 a cui Regione Lombardia partecipa. L’attenzione della ‘Missione Lombardià alla dimensione sociale si concretizza anche nella vicinanza agli inquilini più in difficoltà con i contributi per l’affitto e progetti per creare un contesto sociale più favorevole. E’ questo il senso dei contributi di solidarietà con oltre 15.000 inquilini aiutati ogni anno (circa 70 milioni di euro nel triennio) e dei progetti degli Spazi CASA, ovvero luoghi in cui i presidi socio-sanitari convivono con i funzionari delle Aler dedicati ai contatti più stretti con gli inquilini. Regione Lombardia ha messo in campo uno specifico piano anti abusivi finanziato con 3 milioni di euro, con presidio concreto dei quartieri e degli stabili più critici di Milano (San Siro, Corvetto, Gratosoglio) anche attraverso la presenza di vigilanza armata. “I risultati sono incoraggianti – ha detto Franco – perchè proprio in quelle zone non registriamo nuove occupazioni”. Le occupazioni abusive a Milano sono ulteriormente diminuite nel 2024 e sono meno di 3.000, con un meno 300 rispetto all’inizio del 2024 e oltre 600 tentativi di occupazione bloccate. L’assessore ha lanciato la necessità di dare vita a una vera e propria Alleanza per la Casa: “Andiamo avanti con grande convinzione – ha osservato Franco – nella consapevolezza che c’è ancora molto lavoro da fare: abbiamo però ben chiare le sfide del presente e del prossimo futuro. L’obiettivo è intensificare sempre più la collaborazione istituzionale tra soggetti pubblici e privati per cercare di dare risposte sempre più puntuali alla domanda diversificata di alloggi, anche esplorando strumenti nuovi. E’ il momento di un’Alleanza per la Casa, in cui tutti i soggetti istituzionali, economici e del terzo settore possano trovare terreno fertile per mettere a frutto gli obiettivi comuni”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Regione Lombardia

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La Voce Pavese – Addio a Maria Forni, voce della cultura lomellina

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Mortara e la Lomellina salutano Maria Forni, storica, divulgatrice e dirigente scolastica di primo piano, scomparsa sabato all’età di 85 anni nella sua abitazione di contrada Loreto. Figura autorevole e amatissima, ha incarnato per decenni la passione per la conoscenza e la trasmissione del sapere, diventando un punto di riferimento culturale ben oltre i confini cittadini.

Ex preside del liceo scientifico Taramelli di Pavia e dell’istituto superiore Omodeo di Mortara, Maria Forni ha insegnato anche al liceo classico Cairoli di Vigevano. Alla carriera scolastica ha affiancato un’intensa attività divulgativa: le sue conferenze di carattere storico, letterario e linguistico richiamavano sempre un pubblico numeroso, conquistato dalla capacità di passare con naturalezza dai grandi autori della letteratura alle più sottili sfumature del dialetto lomellino, con rigore ma anche con grande chiarezza.

L’ultima presentazione risale a un mese fa nella biblioteca civica Pezza, spazio culturale per lei speciale e familiare, dove fino a un anno fa ha presieduto l’associazione Amicivico17. In ambito familiare proveniva da una nota famiglia lomellina, ma aveva sempre rivendicato con fermezza una posizione autonoma sul piano civile e politico.

Lascia la figlia Francesca Baletti, il genero Tommaso e i nipoti Tancredi e Dionigi. Profondo il cordoglio del mondo della scuola: l’istituto Omodeo ne ricorda la gentilezza d’animo, l’intelligenza e la lungimiranza. Parole di stima anche dal pianista Alessandro Marangoni e dalla regista Marta Comeglio. Iscritta all’Anpi di Mortara, è ricordata per l’impegno antifascista e per i valori democratici. Una perdita che lascia un segno profondo nel tessuto culturale e civile della Lomellina.

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Cina, a novembre tasso di disoccupazione nelle città al 5,1%

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PECHINO (CINA) (XINHUA/ITALPRESS) – Il mercato cinese del lavoro è rimasto complessivamente stabile, con il tasso di disoccupazione urbana rilevato che si è mantenuto stabile al 5,1% a novembre, hanno mostrato lunedì i dati ufficiali.

Nei primi 11 mesi dell’anno, tale tasso si è attestato in media al 5,2%, ha riferito l’Ufficio Nazionale di Statistica (NBS).

Le condizioni occupazionali dei gruppi chiave sono rimaste anch’esse solide. A novembre, il tasso di disoccupazione tra i lavoratori rurali migranti si è attestato al 4,4%, inferiore alla media nazionale.

L’economia cinese è rimasta nel complesso stabile a novembre, ha dichiarato il portavoce dell’NBS Fu Linghui nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che il Paese lavorerà per garantire uno sviluppo stabile dell’occupazione, delle imprese, dei mercati e delle aspettative.

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La Cina ha fissato un obiettivo per il tasso di disoccupazione urbana rilevato intorno al 5,5% per il 2025, e mira a creare oltre 12 milioni di nuovi posti di lavoro urbani entro l’anno.
(ITALPRESS).
-Foto Xinhua-

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Andreani (UILTuCS) “Terziario colpito da fenomeno dell’impoverimento salariale”

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ROMA (ITALPRESS) – Il settore terziario in Italia è “al centro di una stagione” caratterizzata dal fenomeno dell’impoverimento salariale. E’ quanto ha sottolineato in un’intervista all’agenzia Italpress Paolo Andreani, segretario generale della UILTuCS, il sindacato Uil per il turismo, commercio e servizi. “C’è tanta stagionalità, c’è discontinuità lavorativa e ci sono tanti rapporti di lavoro, anche in aumento, ma con poche ore. E questo determina il grande fenomeno del lavoro povero. Il terziario è al centro di questa stagione, una stagione preoccupante di impoverimento salariale”, ha osservato Andreani. Secondo il segretario generale della UILTuCS, “il fenomeno è tale perchè le imprese terziarizzano, e sono le imprese dell’industria, ma anche la pubblica amministrazione, quando deve appaltare. In questa logica degli appalti, dei subappalti e della terziarizzazione, ecco che questo fenomeno si amplifica e diventa molto rilevante”.
Un elemento che contribuisce a questo contesto è quello dei contratti collettivi, la cui tipologia negli anni si è diversificata ed è aumentata di numero, fino a comprendere i cosiddetti “contratti pirata”. “Al Cnel sono depositati oltre mille contratti collettivi e nel terziario ce ne sono molte centinaia. Tra questi ci sono i cosiddetti contratti pirata, ovvero contratti sottoscritti da associazioni che non hanno rappresentanza, datoriali e sindacali, che spesso non hanno trattativa, non hanno delegazioni e che in stanze un pò riservate sottoscrivono dei contratti collettivi. Quel che è grave è che questi contratti impoveriscono il lavoro”, ha spiegato. Facendo un esempio concreto, “ci possono essere due supermercati, l’uno vicino all’altro, con una cassiera che ha lo stesso orario e lo stesso numero di ore, però ci sono 8 mila euro all’anno in meno di retribuzione. E’ un fenomeno che sta diventando rilevante”, ha proseguito. Secondo Andreani, il sindacato da lui rappresentato va in direzione contraria rispetto a questo fenomeno. “Non solo siamo tanti e facciamo le trattative, a volte facciamo anche gli scioperi, e facciamo tanti contratti collettivi, come nel 2024”, ha aggiunto definendo questi contratti “protettivi”, perchè comprendono le condizioni “che riguardano i permessi, le ferie, che riguardano la retribuzione, che riguardano tutti gli aspetti”.
L’obiettivo di UILTuCS è procedere ai prossimi rinnovi senza ritardi sulla tabella di marcia. “Abbiamo una grande occasione perchè siamo riusciti ad allineare le scadenze dei contratti collettivi e quindi tra il 2026, fine ’26 e inizio ’27, scadranno quasi tutti i contratti collettivi. Noi lavoreremo già nei prossimi mesi per costruire le proposte, per poi andare a negoziare il rinnovo”, ha spiegato Andreani. Le proposte riguarderanno un aumento dei salari ma anche “il lavoro domenicale, perchè noi vorremmo fare in modo che sia pagato di più e meglio per chi lavora la domenica, perchè è un sacrificio”, ha detto anticipando la proposta di un 50 per cento di maggiorazione per ogni ora lavorata la domenica.
Un’altra proposta riguarderà il lavoro festivo, con una maggiorazione del 100 per cento, “e poi vorremmo fare in modo che tutti i contratti individuali abbiano un minimo di orario che consenta alle persone di avere la pensione. Ci vogliono 25 ore – 20 nel turismo, 25 nel terziario – perchè, se non ci sono queste ore, di fatto c’è povertà previdenziale”, ha concluso Andreani.
(ITALPRESS).
-Foto Italpress-

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