Cronaca
25 anni di Axpo in Italia, quasi 9 mld di contributo economico generato
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8 mesi fa-
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Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Una crescita continua che l’ha portata ad occupare un posto di rilievo tra le imprese italiane per fatturato e a contribuire in maniera significativa al PIL Italiano – nel 2023 per lo 0,43% – distribuendo al territorio risorse per quasi 9 miliardi di euro. E’ quanto ha registrato Axpo in 25 anni di storia posizionandosi al 34° posto tra le prime 100 aziende in Italia per fatturato, 5° posto tra i gruppi societari per vendite totali di energia elettrica al mercato finale; 9° posto tra le imprese per fatturato tra le utility; 2°posto tra le imprese liguri (la sede principale di Axpo Italia è a Genova); 10° posto nel mercato finale del gas. Sono alcuni dati emersi dalla ricerca realizzata per conto di Axpo Italia dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – presentata oggi presso il Salone degli Arazzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – che fotografa l’impatto economico di Axpo Italia su Stato, Famiglie e fornitori. Nel suo messaggio il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha evidenziato il “successo aziendale, ma anche un segno di dedizione, impegno e innovazione nel panorama industriale italiano”.
Pichetto Fratin ha ricordato la partnership tra il Ministero e Axpo Italia sui progetti di riforestazione definendola un modello virtuoso di come pubblico e privato possano unire le forze per contribuire concretamente alla tutela delle risorse naturali del Paese, sottolineando infine come la presenza di Axpo in Italia rappresenti un punto di riferimento per l’innovazione, l’efficienza energetica e la sostenibilità.
Anche il Capo di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Federico Eichberg, ha sottolineato il valore di Axpo quale punto di riferimento per le imprese e i consumatori italiani e ha espresso il proprio apprezzamento per il contributo fornito in questi 25 anni allo sviluppo del comparto energetico nazionale. L’andamento del contributo allo Stato da parte di Axpo Italia tra il 2020 e il 2023 evidenzia una crescita esponenziale tra il 2020 e il 2022, seguita da una riduzione nel 2023. Nel 2020, il contributo è pari a circa 1,15 milioni di euro, valore che riflette le condizioni di mercato pre-pandemia e una minore incidenza di fattori straordinari sul settore energetico. Nel 2021 si registra un aumento drastico, con un contributo che supera i 90,4 milioni di euro, segnando un incremento straordinario rispetto all’anno precedente, probabilmente determinato dalla ripresa post-Covid, dall’aumento dei prezzi dell’energia e dall’inasprimento delle politiche fiscali o contributive nel settore. L’apice viene raggiunto nel 2022, con un contributo che supera i 439,8 milioni di euro, un valore quasi cinque volte superiore rispetto al 2021. Questa crescita è probabilmente legata alla crisi energetica innescata dal conflitto in Ucraina. Nel 2023, invece, si osserva una contrazione del contributo, che scende a circa 188,3 milioni di euro, riduzione che riflette un parziale riequilibrio dei mercati energetici, un calo dei prezzi rispetto ai picchi del 2022. Dopo 25 anni di presenza sul territorio italiano, Axpo ha generato un contributo economico significativo per il Paese, pari a oltre 8,76 miliardi di euro, di cui 64 milioni in salari, stipendi e contributi alle famiglie, 188 milioni in tasse versate agli organi di governo e circa 8,56 miliardi di euro destinati alle imprese della catena del valore, rappresentando complessivamente lo 0,43% del PIL italiano.
Nel periodo 2020-2023, Axpo ha versato alle famiglie 184,8 milioni di euro, 723,6 milioni allo Stato e oltre 28,2 miliardi alla catena del valore, contando su una media di circa 2.000 fornitori l’anno. L’azienda conta 254 dipendenti, con un aumento del 4,15% dal 2020, di cui il 95% con contratto a tempo indeterminato e il 93% full time. Si registrano picchi di tassazione fino a 441 milioni di euro e il contributo delle altre imprese è cresciuto di oltre il 50%, rappresentando il 29% del totale, contribuendo anch’esse allo 0,43% del PIL italiano. Axpo Italia ha acquistato beni e servizi da una media annua di circa 2.000 imprese di varie dimensioni (dalle microimprese alle grandi imprese), distribuite su tutto il territorio nazionale. Complessivamente, nel quadriennio 2020-2023, Axpo Italia ha registrato un totale di acquisto di beni e servizi, dai propri fornitori, di 28,29 miliardi di euro, con una netta prevalenza del settore beni (24,95 miliardi) rispetto ai servizi (3,34 miliardi).
“I risultati di Axpo Italia – ha dichiarato Salvatore Pinto, Presidente di Axpo Italia – sono il frutto di un percorso di crescita costante, costruito nel corso degli ultimi 25 anni. In questo periodo, abbiamo affrontato sfide complesse, rafforzando le nostre competenze e sviluppando una relazione solida con le Istituzioni. Crediamo fermamente nell’importanza della collaborazione tra il settore pubblico e privato per garantire sicurezza e stabilità energetica al Paese. Le nostre centrali e la produzione energetica rappresentano un asset strategico per l’approvvigionamento energetico nazionale, contribuendo in modo significativo alla sicurezza energetica di una parte rilevante dell’Italia. La crescita evidenziata dai dati del rapporto che presentiamo oggi, è il risultato del lavoro sinergico di tutte le società che fanno capo ad Axpo Italia, una squadra che ogni giorno contribuisce al nostro successo”.
Secondo i dati più recenti, la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili in Italia ha raggiunto il 43,8% nel 2023, segnando un incremento significativo rispetto al 36,8% registrato nel 2011. Nel primo semestre del 2024, per la prima volta, la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato quella derivante da fonti fossili, con un picco storico di 33,2 gigawatt registrato il 22 giugno 2024. Attraverso investimenti mirati e l’implementazione di strategie sostenibili, ha contribuito a supportare gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione, per ridurre l’impronta carbonica e promuovere un sistema energetico più pulito e resiliente. Il rapporto tra il valore della produzione di Axpo Italia e il PIL italiano evidenzia il peso dell’azienda sull’economia nazionale. Nel 2019 e 2020, il rapporto è inferiore a 0,11, indicando un impatto relativamente limitato. A partire dal 2021, il rapporto cresce significativamente per assestarsi a 0,43 nel 2023, indicando una crescita strutturale dell’azienda rispetto al periodo pre-pandemia. Inoltre, i dati relativi al 2022/2023 testimoniano una crescita significativa dell’occupazione, un rafforzamento dell’inclusività di genere e un impegno costante nella sostenibilità. Axpo Italia si distingue come modello di riferimento per le sue politiche inclusive e innovative, contribuendo positivamente sia al mercato del lavoro sia alla società nel suo complesso. “I risultati dell’indagine – ha dichiarato Simone Demarchi, Amministratore Delegato di Axpo Italia – confermano che Axpo gode di una ottima reputazione per qualità e affidabilità e confermano il nostro ruolo chiave in Italia non solo come fornitore di energia, ma come partner attivo nei percorsi di trasformazione ecologica e digitale delle imprese italiane. Nel corso dei suoi 25 anni di storia in Italia Axpo non solo è riuscita ad occupare un posto rilevante come fornitore di energia, ma ha assunto il ruolo di un interlocutore credibile, innovativo e orientato al bene comune, capace di coniugare business, sostenibilità e responsabilità sociale”.
“Dalla ricerca emerge che l’impatto dell’azienda per quanto riguarda il territorio, la filiera e le famiglie dei dipendenti è molto significativo – ha sottolineato Fabio Iraldo, Professore ordinario di Management, Scuola Sant’Anna di Pisa -. Questi sono indicatori non usuali per le imprese, di solito si guarda agli utili mentre noi abbiamo pensato di misurare ciò che solitamente si toglie dagli indicatori finanziari e ciò che emerge è che queste variabili talvolta sono più importanti. E’ cambiato molto nel territorio e nella filiera, il contributo è significativo”.
– foto ufficio stampa Axpo –
(ITALPRESS).
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Cronaca
La Voce Pavese – Semafori in tilt, traffico paralizzato a Pavia
Pubblicato
18 minuti fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
Giornata complicata ieri per la viabilità cittadina a Pavia, dove alcuni impianti semaforici sono rimasti fuori uso per ore causando pesanti disagi al traffico. Il problema si è verificato fin dalle prime ore del mattino, con semafori lampeggianti lungo il trafficatissimo viale Bligny.
Automobilisti costretti a procedere a passo d’uomo, incroci trasformati in punti critici e rallentamenti a catena che hanno avuto ripercussioni su tutta la rete urbana. Secondo quanto emerso, i semafori sono rimasti guasti per circa sette ore, fino all’intervento dei tecnici che hanno ripristinato il funzionamento nel primo pomeriggio, attorno alle ore 15.
Molti cittadini hanno segnalato l’assenza della polizia locale per la gestione del traffico nelle fasi più caotiche. Dal Comune è arrivata la spiegazione che gli agenti erano impegnati nelle scuole per altri interventi. Una situazione che ha comunque acceso il dibattito sulla necessità di interventi più rapidi in caso di guasti prolungati.
Solo dopo le riparazioni la circolazione è tornata gradualmente alla normalità, ma resta il bilancio di una mattinata di forti disagi per pendolari, residenti e attività commerciali.
Per interagire e/o chiedere diritto di replica scrivete a emanuele@bottiroli.it.
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Cronaca
Delitto di Garlasco, concluso incidente probatorio, presente Alberto Stasi
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3 ore fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
Un tribunale di Pavia assediato stamane da troupe televisive e giornalisti, per l’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. A sorpresa è arrivato anche Alberto Stasi. Il 42enne, condannato per la morte di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007, si è presentato accompagnato dai suoi legali. “Vuole manifestare il rispetto per l’autorità giudiziaria e credo che sia l’atteggiamento giusto da tenere, rispetto e interesse – ha affermato l’avvocato di Stasi -. Non entro nel merito, dobbiamo entrare e ogni parte deve fare il proprio dovere. Alberto non può rilasciare dichiarazioni, ma ci teneva a esserci”. L’udienza è finita intorno alle 14, con la perita Denise Albani ha di fatto confermato la sua relazione sulla compatibilità del profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi con il dna con la linea paterna di Andrea Sempio, sottolineando comunque le criticità legate alla all’incertezza del dato di partenza: “Il software che abbiamo utilizzato per l’indagine biostatistica non tiene conto dei possibili artefatti”. Der i legali e i consulenti di Sempio Marina Baldi e Armando Palmegiani non sono emersi elementi che collochino Sempio sulla scena del delitto. Gli avvocati di Sempio, hanno anche depositato una relazione sui possibili luoghi toccati nella casa dal loro assistito e che potrebbero giustificare il trasferimento del Dna da contatto, quindi slegato dal delitto. Nessuna valutazione spetta invece alla gip Daniela Garlaschelli che ha raccolto tutti gli elementi, li ha messi a verbale e ha decretato la chiusura dell’incidente probatorio su Andrea Sempio prima della chiusura indagine che sarà disposta dalla Procura di Pavia.
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Cronaca
La Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo fa tappa in Cattolica
Pubblicato
4 ore fa-
18 Dicembre 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Non più soltanto luoghi di formazione e di ricerca, ma anche spazi di dialogo tra culture e visioni differenti. In altri termini, vere e proprie “arene geopolitiche”, capaci di costruire ponti, coltivare la diplomazia globale e orientare il confronto tra Paesi e società. È questa la missione che dovranno adempiere sempre più le università italiane nel mondo, così come è stata delineata durante la conferenza “Le università italiane all’estero: l’internazionalizzazione del sistema universitario italiano”, ospitata a Milano giovedì 18 dicembre nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’incontro si inserisce nel programma della XVIII Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo, aperta a Roma il 15 dicembre dai saluti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Per la prima volta nella storia della Conferenza abbiamo voluto prevedere una sessione dedicata alle università: è il segno di una nuova consapevolezza e di una nuova volontà. Se vogliamo parlare del futuro dell’Italia, dobbiamo discutere delle università con le università e per le università”, ha dichiarato Maria Tripodi, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, accogliendo gli oltre 200 fra titolari delle sedi diplomatiche italiane e vertici del Ministero degli Esteri riuniti a Milano nelle giornate del 17 e 18 dicembre. “Le università sono modelli e laboratori di innovazione, ponti naturali tra l’Italia e il resto del mondo. Attraggono studenti e investimenti internazionali, rafforzano i territori. Nella visione che stiamo portando avanti, rappresentano un riferimento fondamentale per la diplomazia della crescita”.
A ribadire il ruolo degli atenei come attori strategici nella costruzione di relazioni internazionali, è stata Elena Beccalli, Rettrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “La proiezione internazionale di un ateneo non si traduce solamente nell’attivazione di corsi in lingua inglese, nell’accogliere studentesse e studenti dall’estero, nel promuovere i propri corsi nei circuiti dell’educazione globale, nell’ottenere accreditamenti dei corsi di studio, nell’attivare doppi titoli o nel perseguire avanzamenti nei ranking internazionali. Sono tutti obiettivi imprescindibili ed essenziali. Ma va ricordato che si tratta di strumenti, non del fine in sé dell’internazionalizzazione di un Ateneo. Sono infatti strumenti funzionali a una missione più alta: incidere in modo reale e responsabile sulla società, a partire dalla consapevolezza che gli atenei sono chiamati ad agire come autentiche arene geopolitiche”.
L’iniziativa ospitata in Cattolica ha assunto un duplice valore: un’occasione per riflettere sulle dinamiche dell’internazionalizzazione del sistema universitario italiano, ma anche un momento per interrogarsi sul ruolo che gli atenei devono coprire in uno scenario geopolitico in continua evoluzione e sulle strategie future per affrontare le nuove sfide globali.
“Penso che l’acceso dibattito in corso sul futuro delle università non si soffermi abbastanza proprio sull’importanza che può ricoprire la missione degli Atenei come luoghi di dialogo tra culture e visioni anche molto distanti le une dalle altre. In breve, come soggetti pubblici capaci di declinare la loro missione educativa in senso ampio”, ha precisato la Rettrice Beccalli. “Infatti, per formare classi dirigenti del domani con uno sguardo lungo e integrale non è sufficiente fornire alle studentesse e agli studenti metodi di studio all’avanguardia; è necessario abituarli a confrontarsi con il mondo, nel mondo. È proprio lo scenario mondiale a suggerirci un cambiamento, andando ad abbracciare logiche di coopetition per la costruzione di un ecosistema della conoscenza che superi i confini nazionali. Per farlo concretamente dobbiamo ribadire il criterio secondo cui le università operano non per profitto – per citare il titolo del celebre libro di Martha Nussbaum – ma per rafforzare le democrazie, rappresentando comunità epistemiche in grado di educare cittadine e cittadini responsabili”.
A soffermarsi più nello specifico sulla presenza del sistema universitario italiano all’estero è stata Tiziana Lippiello, Delegata CRUI per le Relazioni Internazionali e Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. “Il nostro sistema rappresenta un’eccellenza e un volano per la crescita sociale ed economica del Paese”, ha detto, ricordando come siano stati fondamentali i finanziamenti del PNRR.
“Abbiamo rafforzato i rapporti con il territorio e con i partner europei. Ritengo importante continuare a operare secondo una logica di alleanze per costruire ecosistemi nell’ambito della formazione superiore, rafforzare la dimensione transnazionale della ricerca scientifica e dell’innovazione, promuovere investimenti congiunti per creare effetti duraturi nel tempo. Il lavoro di networking è essenziale per attrarre e trattenere talenti”. Inoltre, “le ambasciate possono aiutarci sia per comprendere criticità e opportunità nei diversi contesti sia per individuare verso quali Paesi orientare i nostri sforzi. Gli studenti internazionali sono sempre benvenuti, ma vanno accompagnati e orientati non solo nella comprensione del sistema Paese e dei suoi servizi ma anche nell’apprendimento della lingua”.
La lingua italiana, infatti, rappresenta uno “strumento privilegiato” per il perseguimento dell’internazionalizzazione come vera “missione culturale” e “progetto formativo dell’università contemporanea”. Lo ha messo ben in evidenza Mariateresa Zanola, Presidente del Presidio della Qualità di Ateneo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È grazie all’italiano, “lingua internazionale”, che “l’università diventa lo spazio in cui l’internazionalizzazione si vive, non solo si organizza: un luogo che genera esperienza internazionale”. Essere un ateneo internazionale e aperto al mondo significa però sapere operare anche in aree del mondo a basso reddito per favorire uno sviluppo sostenibile.
Risponde a queste finalità il Piano Africa dell’Università Cattolica, illustrato dal direttore Mario Molteni e che ha già promosso oltre 130 progetti in 40 Paesi. “L’obiettivo è essere l’Università europea più attiva in Africa e con l’Africa in termini di ricerca, formazione e terza missione operando in partnership con atenei e istituzioni africane nell’ottica di un arricchimento reciproco per la formazione integrale delle persone, lo sviluppo socio-economico”. Un segno tangibile, insomma, per riprendere le parole della Rettrice Beccalli, per “agire come arena geopolitica ponendoci, inoltre, come istituzione di pace, un luogo cioè dove la didattica, la ricerca e l’impatto sociale trovano un comun denominatore nel promuovere una cultura della pace”.
L’evento si è concluso con le testimonianze dell’Ambasciatore d’Italia in Azerbaigian Luca Di Gianfrancesco e dell’Ambasciatrice d’Italia in Ghana Laura Ranalli. Per entrambi le università italiane costituiscono un modello eccezionale di soft power che, contribuendo ad alimentare il confronto, lo scambio di conoscenze, la collaborazione tra i paesi, risultano cruciali per il perseguimento della pace e del dialogo tra popoli.
– Foto Università Cattolica –
(ITALPRESS).

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