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Economia

Bee Hive, modello Elevion accelera decarbonizzazione imprese a investimento zero

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ROMA (ITALPRESS) – Coniugare innovazione tecnologica, competenze trasversali e fiducia tra partner pubblici e privati per accelerare la decarbonizzazione delle industrie e del terziario: è l’obiettivo di Elevion Group, gruppo europeo leader nelle soluzioni per la transizione energetica, che in Italia presenta il proprio modello ESCo “bee hive”, un ecosistema che orchestra partner tecnologici, industriali e finanziari per ridurre il time to impact e guidare le imprese verso la neutralità climatica.
“Il nostro approccio si basa su relazioni di fiducia e su contratti a investimento zero per il cliente – spiega Claudio Sanna, CEO di Elevion Group Italy -. Grazie al network di oltre 80 aziende specializzate, offriamo soluzioni integrate di efficienza energetica, bioenergie, tecnologie digitali e sostenibilità ambientale, in piena logica di servitization. L’obiettivo è costruire partnership di lungo periodo, su misura per le esigenze di ciascun cliente”.
Elevion Group è oggi tra i protagonisti della produzione di biometano in Italia e gestisce sette cluster di impianti destinati alla riconversione energetica. L’obiettivo è immettere in rete 22 milioni di Smc nel 2026 e raggiungere una produzione di oltre 70 milioni di Smc entro il 2030, destinati alla decarbonizzazione dei processi industriali.
“Il biometano – sottolinea Sanna – rappresenta una delle leve più concrete per la transizione energetica, poichè è un gas rinnovabile e immediatamente utilizzabile nei processi industriali ad alta temperatura, senza richiedere aggiornamenti tecnologici. E’ immagazzinabile, distribuito in base alla domanda e adatto a diversi usi finali: dall’industria ai trasporti, fino alla generazione elettrica. Con un piano d’investimenti da oltre 250 milioni di euro entro il 2030, Elevion Group intende consolidare la propria presenza in Italia, puntando su un mercato dell’efficienza energetica che, nei prossimi cinque anni, potrà raggiungere un valore di 50 miliardi di euro. L’Italia – conclude Sanna – è il secondo Paese manifatturiero d’Europa e un laboratorio ideale per la transizione energetica. Con il nostro approccio integrato e la forza di un gruppo internazionale, siamo pronti a giocare un ruolo decisivo nella decarbonizzazione del sistema produttivo”.
Tra le ultime operazioni annunciate in Italia, Elevion Group ha completato l’acquisizione del cluster di tre impianti biogas a Cremona (convertiti alla produzione di biometano), ha siglato un accordo quadro con AB Group per la realizzazione di cinque nuovi impianti biometano tra Emilia-Romagna e Lombardia, e ha avviato una partnership strategica con RDR S.p.A. Società Benefit per integrare le competenze nel water treatment industriale all’interno dell’offerta Bee Hive. Queste operazioni rafforzano la presenza del gruppo nel settore delle bioenergie e della sostenibilità industriale, consolidando il modello di integrazione tra energia e acqua come pilastro della strategia end-to-end di decarbonizzazione.

– Foto ufficio stampa Elevion Group –

(ITALPRESS).

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Enel, nei primi 9 mesi ricavi +3,6% a 59,7 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Enel ha esaminato e approvato il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2025, nonché il prospetto contabile di Enel riferito alla medesima data e la relazione, da cui risulta che la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Società consente la distribuzione di un acconto sul dividendo per l‘esercizio 2025 pari a 0,23 euro per azione, che verrà messo in pagamento a decorrere dal 21 gennaio 2026. I ricavi dei nove mesi del 2025 sono pari a 59.702 milioni di euro, in aumento di 2.068 milioni di euro (+3,6%) rispetto all’analogo periodo del 2024.

La variazione è prevalentemente riconducibile all’aumento dei ricavi nella Generazione Termoelettrica e Trading per la vendita di commodity sul mercato wholesale in un contesto di mercato con prezzi medi crescenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il margine operativo lordo ordinario (EBITDA ordinario) dei nove mesi del 2025 ammonta a 17.262 milioni di euro, in riduzione di 187 milioni di euro rispetto all’analogo periodo del 2024 (-1,1%).

Al netto degli effetti delle variazioni di perimetro, riconducibili prevalentemente alla cessione di attività di distribuzione e generazione di energia elettrica in Perù, il margine operativo lordo ordinario è in aumento di 153 milioni di euro (+0,9%), per effetto dei positivi risultati in Spagna e Colombia che hanno più che compensato la riduzione dei margini in Italia.

In generale, in America Latina la positiva performance operativa ha compensato l’effetto negativo dei cambi, complessivamente pari a 332 milioni di euro. Il margine operativo lordo ordinario (EBITDA ordinario) di Enel Grids è pari a 6.529 milioni di euro, in aumento di 319 milioni di euro rispetto all’analogo periodo del 2024. Escludendo gli effetti delle variazioni di perimetro nei due periodi a confronto, derivanti principalmente dalla cessione nei nove mesi del 2024 delle attività di distribuzione in Perù, il contributo di Enel Grids al margine operativo lordo ordinario del Gruppo risulta in aumento di 499 milioni di euro, essenzialmente quale conseguenza della forte accelerazione degli investimenti, messa in atto a partire dal 2023, i cui effetti hanno più che compensato il negativo andamento dei tassi di cambio prevalentemente in America Latina.

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Il risultato operativo (EBIT) dei nove mesi del 2025 ammonta a 10.924 milioni di euro, in diminuzione di 1.804 milioni di euro (-14,2%) rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. La variazione è da ricondurre principalmente all’andamento dei risultati derivanti dalla gestione operativa, ai maggiori ammortamenti delle attività materiali e immateriali connessi agli impianti entrati in esercizio e ai maggiori adeguamenti di valore principalmente connessi ad alcuni impianti rinnovabili negli Stati Uniti e in Cile, che hanno più che compensato le minori svalutazioni di crediti.

Il risultato operativo (EBIT) dei nove mesi del 2025 ammonta a 10.924 milioni di euro, in diminuzione di 1.804 milioni di euro (-14,2%) rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. La variazione è da ricondurre principalmente all’andamento dei risultati derivanti dalla gestione operativa, ai maggiori ammortamenti delle attività materiali e immateriali connessi agli impianti entrati in esercizio e ai maggiori adeguamenti di valore principalmente connessi ad alcuni impianti rinnovabili negli Stati Uniti e in Cile, che hanno più che compensato le minori svalutazioni di crediti.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Economia

Gruppo Corriere, il mondo dell’editoria a confronto per decifrare il proprio futuro

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CITTÀ DI CASTELLO (PERUGIA) (ITALPRESS) – Il mondo dell’editoria a confronto per decifrare il proprio futuro. A Città di Castello (Perugia) nella sede dell’Università degli Studi Link si è tenuto il convegno ‘Editoria e informazione: carta, digitale… e poi? Internet ha sgretolato la carta, l’IA sta travolgendo il digitale. Chi ha il coraggio di scrivere il futuro?’ organizzato dal Gruppo Corriere, ideato dall’editore emerito Francesco Polidori e dal direttore del Corriere dell’Umbria e del Gruppo Corriere, Sergio Casagrande, per il quale ‘non può esserci futuro senza informazioni e mai come oggi non può esserci futuro senza un’informazione di qualità’.

‘Questo incontro ci impone una riflessione complessiva sullo stato dell’arte dell’editoria giornalistica e dell’informazione cartacea, nella tormentata congiuntura tardo-moderna, contrassegnata dall’impatto crescente della digitalizzazione e dall’emergenza – affascinante ma discussa – dell’Intelligenza Artificiale’, afferma in un messaggio il ministro della Cultura Alessandro Giuli. ‘In qualsiasi contesto sociale, politico ed economico, il progresso è tale quando l’umano è il fine al quale è orientato ogni sforzo intellettuale, creativo, tecnico e scientifico – prosegue -. Il vero progresso ha per protagonista l’essere umano che, attraverso la politica, è capace di governare la tecnica e utilizzarne gli strumenti al servizio dell’essere umano stesso. Ancor più, dal punto di vista dei beni culturali e artistici, della creatività umana e della proprietà intellettuale, è necessario riconoscere la centralità e la dignità dell’uomo. L’informazione sta sperimentando un’evoluzione vorticosa e il mondo dell’editoria, con le sue logiche di mercato e le sue esigenze produttive, deve saper rispondere, saper fornire prospettive. Per ciò che riguarda il Ministero che rappresento, la risposta nasce dall’incontro, dal dialogo, attraverso il quale la cultura “si fa”. Siamo e restiamo in prima linea nella promozione di politiche a favore della cultura e del dibattito pubblico, con interventi che possono contribuire alla diffusione di conoscenze, informazioni e approfondimenti culturali. Voglio per questo menzionare il recente Decreto Cultura che prevede, tra gli altri intenti, il sostegno all’offerta culturale dei quotidiani cartacei, attraverso il potenziamento delle pagine dedicate a cultura, spettacolo e settore audiovisivo e per il quale abbiamo previsto uno stanziamento di 10 milioni di euro’.

Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria, durante i saluti istituzionali, ha sottolineato: ‘Ai nostri giovani dobbiamo dare la libertà di un’informazione che riesce a comunicare la realtà’. Il primo panel, moderato da Sergio Casagrande e intitolato ‘Editori in trincea: dal rischio all’opportunità? La sfida vista da chi fa impresa e garantisce l’informazione’, si concentra sulle sfide che oggi gli editori devono affrontare in un mercato che cambia alla velocità degli algoritmi.

A confrontarsi su queste tematiche sono stati: Maurizio Belpietro, direttore dei quotidiani La Verità e Panorama, Alessandro Bompieri, Direttore Generale News RCS, Giuseppe Cerbone, Amministratore Delegato Nord Est Multimedia, Carmela Colaiacovo, Presidente Gruppo Il Sole 24 Ore, Lino Morgante, Presidente e Direttore Editoriale Società Editrice Sud e Presidente di Ads srl. Dopo la crisi della carta e la rivoluzione digitale, l’intelligenza artificiale rappresenta una nuova prova: i siti di news online rischiano di essere travolti, i modelli economici devono essere reinventati, nuovi pubblici conquistati e il ruolo dell’imprenditore dell’informazione ridefinito.

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Gli editori presenti raccontano come trasformare questa complessità in opportunità, offrendo strategie e costruendo ‘dei modelli che siano credibili’, ha dichiarato in questo contesto Maurizio Belpietro, direttore dei quotidiani La Verità e del settimanale Panorama. Alessandro Bompieri, Direttore Generale News RCS, si è interrogato sul cambiamento attuale, sottolineando: ‘Dobbiamo tornare alla nostra e più profonda identità. Per avere traffico diretto è necessario che i lettori cerchino la nostra testata. Poi ho il compito di far abbonare i lettori, ma devo investire sulla qualità del lavoro e sui giornalisti. Sarà la qualità che darà l’identità’. Bompieri ha trattato anche il lato negativo e positivo dell’intelligenza artificiale.

Il primo riguarda sicuramente ‘il calo del traffico mentre se guardiamo questo strumento non solo come una minaccia, si possono realizzare delle cose molto interessanti, come capire le necessità dell’utente’. Carmela Colaiacovo, Presidente Gruppo Il Sole 24 Ore, ha parlato di come si sia evoluto questo mondo, che ora è ‘molto variegato e grande, per questo è importante tutelare il marchio e garantire la trasparenza’. Sergio Casagrande ha successivamente dato la parola a Lino Morgante, Presidente e Direttore Editoriale Società Editrice Sud e Presidente di Ads srl, affermando che, in questo dibattito, il problema non è lo strumento, cioè l’intelligenza artificiale, ma come viene utilizzata. Morgante durante il suo intervento ha affermato che ‘la tecnologia avanza rapidamente e non sempre riusciamo a tutelare il settore dell’editoria. Noi oggi siamo una merce che viene utilizzata da altri, ma così sarà difficile. L’intelligenza mi inquieta, c’è un problema di qualità’.

Inoltre, si è soffermato sul tema delle edicole raccontando una bella iniziativa: ‘Noi il giovedì portiamo il giornale nelle scuole, mentre sabato e domenica c’è il porta a porta’. Il secondo panel, intitolato ‘Libertà di stampa e informazione di qualità: pilastri di democrazia e beni da tutelare’, è stato moderato da Sergio Casagrande, direttore del Corriere dell’Umbria e del Gruppo Corriere.

Protagonista dell’incontro è stato Alberto Barachini, sottosegretario all’Editoria, che ha dialogato con Casagrande sui temi centrali che stanno ridefinendo il mondo dell’informazione. Dal sostegno alle edicole, veri presidi di libertà e di comunità, alle sfide poste dall’intelligenza artificiale e dal web, fino al ruolo delle istituzioni nel promuovere e difendere la qualità dell’informazione. Un confronto aperto sul futuro del settore, tra innovazione, responsabilità e libertà, che ha messo in luce l’importanza di tutelare la stampa come bene fondamentale per la democrazia. Alberto Barachini ha approfondito il reato specifico legato ai deepfake. La norma punisce chi diffonde, senza il consenso della persona ritratta o coinvolta, immagini, video o registrazioni vocali falsificati o alterati mediante intelligenza artificiale, qualora ciò arrechi un danno ingiusto.

Paolo Berlusconi è intervenuto per ricordare il fratello: ‘Se ci fosse ancora darebbe il suo contributo per affrontare questo fenomeno dell’intelligenza artificiale. Questo è un fenomeno che condiziona non solo i giornali ma la vita di tutti noi, bisogna capire il fenomeno e cercare di governarlo’. Il terzo panel, intitolato ‘Direttori in prima linea: la sfida di raccontare il futuro’, è stato moderato da Sergio Casagrande e hanno partecipato Maurizio Belpietro (La Verità e Panorama), Tommaso Cerno (Il Tempo), Massimo Martinelli (Il Messaggero), Claudio Rinaldi (Gazzetta di Parma), Pietro Senaldi (Libero) e Luca Telese (Il Centro).

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I direttori intervenuti hanno affrontato temi centrali per l’evoluzione del giornalismo: le redazioni si trasformano mentre le tecnologie avanzano a ritmi vertiginosi. Il quarto panel ‘Concorrenza sleale, diffamazione libera e anonimato: benvenuti in rete!’, è stato moderato da Sergio Luciano, Direttore di Economy. Ha esplorato il mondo dell’informazione online, sospeso tra libertà e caos digitale: piattaforme spesso fuori controllo, contenuti anonimi, reputazioni costruite o demolite in un clic. Francesco Dini, vicepresidente della FIEG e Andrea Barchiesi, business e digital strategist, hanno dialogato con Sergio Luciano sui nodi cruciali dell’ecosistema informativo sul web, confrontandosi su come tutelare verità, responsabilità e una concorrenza leale nell’era digitale. Barchiesi ha sottolineato che non basta individuare regole o concentrarsi sugli errori dell’intelligenza artificiale, destinati a essere presto corretti: è necessario prendere in mano le redini di questo fenomeno.

Il quinto panel del convegno, intitolato ‘Regole, piattaforme e intelligenza artificiale: il ruolo dell’Agcom nell’era digitale’, moderato da Alessandra Ravetta, direttore di Prima Comunicazione. Protagonista dell’incontro è stato Giacomo Lasorella, presidente dell’Agcom, che ha dialogato con Ravetta sul futuro della regolamentazione nell’ecosistema digitale. Le discussioni si sono sviluppate in un contesto in cui il web corre più veloce delle leggi e delle redazioni: piattaforme globali, intelligenza artificiale e nuovi modelli di distribuzione dei contenuti sollevano questioni urgenti su regole, responsabilità e libertà dell’informazione. Il panel ha messo in luce il delicato equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti, sottolineando il ruolo fondamentale delle istituzioni nel garantire un’informazione sicura e di qualità. Lasorella ha sottolineato come i giovani si informino prevalentemente sui social media, senza sviluppare l’abitudine alla lettura del giornale. Ha evidenziato che il giornale resta uno strumento imprescindibile per la capacità di andare oltre la singola notizia. Secondo lui, è fondamentale educare le nuove generazioni a leggere il giornale.

-Foto Italpress-
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Economia

Iren, nei primi nove mesi ricavi +16,4% a 4,8 miliardi. Dal Fabbro “Conferma dell’efficacia strategica”

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REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Iren ha approvato i risultati consolidati al 30 settembre 2025. I Ricavi consolidati al 30 settembre 2025 si attestano a 4.839,8 milioni di euro, in aumento del +16,4% rispetto ai 4.156,6 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024. I principali fattori di incremento del fatturato sono riferibili ai ricavi energetici, influenzati per circa 90 milioni di euro dall’aumento dei prezzi delle commodities e per circa 160 milioni di euro dai maggiori volumi energetici venduti. Contribuisce positivamente il consolidamento, a far data dal 1° gennaio 2025, del gruppo EGEA Holding per 313 milioni di euro e le attività di efficienza energetica per circa 59 milioni di euro. Il Margine Operativo Lordo (EBITDA) ammonta a 1.003,5 milioni di euro, in aumento del +8,7% rispetto ai 923,5 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024. L’incremento del margine di periodo è attribuibile prevalentemente al consolidamento del gruppo EGEA Holding (+43 milioni di euro), alla crescita organica (+18 milioni di euro) e al piano di sinergie (+16 milioni di euro). Il Risultato Operativo (EBIT) è pari a 401,5 milioni di euro, in aumento del +6,6% rispetto ai 376,6 milioni di euro dei primi nove mesi del 2024.

Nel periodo si sono registrati maggiori ammortamenti per 45 milioni di euro relativi all’entrata in esercizio di nuovi investimenti e all’ampliamento del perimetro di consolidamento (25 milioni di euro), riconducibili al Gruppo EGEA Holding, maggiori accantonamenti al fondo svalutazione crediti per 9 milioni di euro, maggiori accantonamenti al fondo rischi per 2 milioni di euro ed un minor rilascio di fondi di 2 milioni di euro. L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 219 milioni di euro, in aumento (+12,2%) rispetto al risultato dei primi nove mesi del 2024. La crescita riflette l’andamento dell’EBITDA e beneficia della riduzione del risultato di terzi legata all’acquisto della quota di minoranza di Iren Acqua e di un tax rate al 28% in riduzione per effetti straordinari non replicabili. L’Indebitamento Finanziario Netto si attesta a 4.287,4 milioni di euro al 30 settembre 2025, in aumento di 204,7 milioni rispetto al 31 dicembre 2024. Al riguardo, il flusso di cassa operativo si attesta a 566 milioni di euro coprendo quasi interamente gli investimenti tecnici effettuati pari a 613 milioni di euro, mentre i 500 milioni di euro raccolti con l’emissione dei bond ibrido sono stati, come previsto, interamente impiegati per gli investimenti finanziari del periodo pari a 511 milioni di euro.

Gli investimenti complessivi realizzati nel periodo ammontano a 1.124 milioni di euro, in crescita rispetto al 2024, di cui 613 milioni di euro di investimenti tecnici (+9,5%) e 511 milioni di euro di investimenti finanziari riconducibili all’acquisizione della quota di minoranza di Iren Acqua (283 milioni di euro), all’esercizio della call e al consolidamento di EGEA Holding (238 milioni di euro) e alla cessione del ramo d’azienda inerente al servizio idrico integrato di Imperia (-11 milioni di euro). Si segnala inoltre che il 68% degli investimenti è allineato alla Tassonomia europea e sono destinati a progetti di sostenibilità, in linea con le previsioni di piano industriale.

“I risultati del periodo sono molto positivi e testimoniano l’efficacia della nostra strategia e della qualità della gestione con un Ebitda in crescita del 9% e un Utile netto del 12%. Abbiamo saputo mantenere un equilibrio solido tra crescita organica e inorganica, valorizzando le sinergie tra le diverse aree di business. Confermiamo la guidance per l’esercizio in corso, prevedendo – come già anticipato – una crescita più moderata nella restante parte dell’anno. In particolare, ci attendiamo un Ebitda 2025 di 1.350 milioni di euro, un utile netto di 300 milioni di euro e investimenti tecnici superiori ai 900 milioni di euro”. Lo afferma Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren.

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“I risultati del periodo confermano la solidità del nostro modello industriale e la capacità del Gruppo di generare valore in modo sostenibile, grazie alla messa a terra di un piano di investimenti tecnici per oltre 610 milioni di euro, destinati principalmente ai business regolati – spiega Gianluca Bufo, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo -. La crescita di 80 milioni di euro del periodo è stata trainata dal contributo positivo di tutte le linee di business e dall’attuazione del piano di sinergie, che sta producendo effetti concreti in termini di efficienza operativa e marginalità (+16 milioni di euro). I risultati ottenuti rappresentano una base solida per proseguire nel percorso di sviluppo e nel raggiungimento degli obiettivi del nuovo piano industriale sostenuti anche da un miglioramento del rapporto IFN/EBITDA atteso a fine anno a 3,1x”.

“I risultati in crescita confermano l’impegno e la professionalità delle quasi 12.000 persone che lavorano nel Gruppo Iren e che sono il vero motore dei successi che stiamo riportando – sottolinea Moris Ferretti, Vice Presidente del Gruppo -. Prosegue, inoltre, con determinazione il nostro percorso di crescita sostenibile, con il 68% di investimenti destinati principalmente a progetti ambientali e sociali, che rappresentano un fondamento strategico in grado di dare ulteriore forza e solidità al modello di sviluppo dell’azienda. In particolare, nel periodo registriamo un incremento del +12% nelle volumetrie teleriscaldate per effetto del consolidamento di Egea e lo stabilizzarsi del 70% della raccolta differenziata grazie all’estensione delle best practice anche negli altri territori serviti”.

– foto ufficio stampa Iren –

(ITALPRESS).

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