La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia.

In tribunale a Milano ha un seguito inatteso la vicenda dell’insegnante di Pavia che con altre due maestre in chat “bullizzava” il figlio di una loro collega di 8 anni, descrivendolo come scarso e pieno di problemi. La madre del bambino, anche lei insegnante nella stessa scuola elementare, è stata a sua volta denunciata perché, nel guardare la chat rimasta aperta sul computer di scuola con le frasi offensive verso il figlio, si sarebbe introdotta abusivamente nella conversazione telematica della collega violando anche la sua corrispondenza. La storia delle maestre di Pavia che su Whatsapp insultavano il figlio di 8 anni della loro collega, che ha portato alla sospensione cautelare delle docenti, è ora all’esame della Procura di Milano. La donna aveva scoperto la chat con gli insulti a suo figlio sedendosi per caso davanti al computer di un’aula dove la conversazione tra le tre colleghe era rimasta aperta. Comparivano parole come: “pirla”, “sporco”, “bambino di m…”. Tra le foto, condivise su WhatsApp, ce n’era una che lo mostrava seduto al banco dopo aver ricevuto un castigo. La scoperta delle chat aveva turbato molte famiglie degli alunni della scuola. Ma ha senso che finisca denunciata la mamma del piccolo vilipeso?

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