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LA VOCE PAVESE – QUESTIONE IRAN, LE MINACCE ALLA STUDENTESSA PAVESE

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La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia.

I giovani iraniani partecipano alla rivoluzione anche in Italia ma alcuni connazionali cercano di spegnere le proteste con minacce di morte. La vita di Samirà Ardalani, figlia di esuli iraniani, studentessa di Medicina all’ultimo anno a Pavia, è stata stravolta per le sue nette prese di posizione contro la Repubblica Islamica. Lei vive a Pavia, dov’è nata 27 anni fa. La Questura è in allerta e protegge la studentessa per quello che è successo dopo una clip che ha inviato a Sky e un’intervista al quotidiano “La Provincia Pavese” a sostegno delle donne che protestano a Teheran. La ragazza è tra i manifestanti scesi in piazza con l’Associazione Giovani Iraniani d’Italia che da anni si espone contro il regime e appoggia il Consiglio nazionale della resistenza. Analizzando le chat Telegram e gli account di chi sui social l’ha presa di mira facendo girare delle foto con una croce sulla sua foto, gli inquirenti hanno appurato che a prendere di mira la giovane sono altri universitari iraniani che hanno frequentato l’ateneo. In privato le hanno anche scritto che vogliono farla a pezzettini, che deve stare attenta quando esce di casa e che è una poco di buono. Le minacce proverrebbero da un ricercatore di un noto ospedale milanese, da uno studente a Pavia della facoltà di Medicina in Inglese, da un biologo che ha seguito un master a Pavia e da un ingegnere che si trova in Iran ma che ha studiato a Pavia.

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Scrivete al conduttore per le vostre segnalazioni o per chiedere diritto di replica: emanuele@bottiroli.it

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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