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LA VOCE PAVESE – VOLONTARIATO, PAROLA DIMENTICATA NELL’INDIFFERENZA

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LA VOCE PAVESE – VOLONTARIATO, PAROLA DIMENTICATA NELL’INDIFFERENZA
Più costi e meno personale. Il volontariato si trova anche in provincia di Pavia ad affrontare una doppia crisi: quella economica e quella umana. Entrambe scaturiscono dai maggiori costi e forse anche un po’ da una crisi che porta le persone a smarrire la via dell’impegno per gli altri dovendo in qualche caso far fronte con nuovi problemi e in qualche altro con un’impennata di egoismo. Inflazione, caro carburante e caro bollette sono stati una scure per il terzo settore, da anni stampella della pubblica amministrazione in molti settori: il soccorrere le persone (Croce Rossa, Vigili del Fuoco, ecc.), il welfare sociale, la lotta alle discriminazioni e alle violenze. Le associazioni di volontariato insieme alle organizzazioni non lucrative si sono dovute caricare spese ingenti a tutela dei fragili. Lo Stato e la Regione potrebbero e dovrebbero fare di più. Altro tema riguarda i bandi: se ne fanno tanti per le strutture e le infrastrutture, se ne fanno pochi per associazioni e volontari che ogni giorno, nel silenzio, fanno la differenza nelle nostre comunità di tutta la Lombardia. Sono sei milioni le persone in Italia che offrono il loro contributo volontariamente. Dal 1985, ogni 5 dicembre, si celebra il loro impegno nella Giornata internazionale del volontariato. Istituita dall’Onu, questa ricorrenza ha l’obiettivo di riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, ogni mese, oltre 862 milioni di persone dai 15 anni in su si dedica ad aiutare gli altri. E nel momento del bisogno, nelle situazioni di crisi, il loro impegno è ancora maggiore: mentre i paesi e le comunità affrontavano il Covid, molte persone, indipendentemente dall’età, dal sesso e dallo status professionale, hanno dedicato il loro tempo e talento agli altri.

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PRONTO METEO – PREVISIONI DAL 24 FEBBRAIO

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Le previsioni del tempo in Lombardia, sempre aggiornate con Arpa Lombardia sul nostro sito prontometeo.it.

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI

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LA RIPARTENZA DELL’OLTREPÒ PAVESE È UMBERTO CALLEGARI
Il nuovo software installato da Umberto Callegari, CEO di Terre d’Oltrepò, continua a dare frutti. Lui è stato l’artefice del cambio di paradigma e di modello strategico sia all’interno dell’azienda che su scala territoriale tra meritocrazia, competenza e riorganizzazione generale. L’obiettivo? Creare valore, sostenibilità economica e nuovi mercati. Il “reset” di Callegari è stato di respiro territoriale, sebbene pesino ancora le scelte sbagliate e i conti da pagare per gli scivoloni del passato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese il 20 febbraio ha approvato due riforme decisive che segnano un punto di svolta dopo anni di divisioni interne. Dopo lunghe controversie tra cooperative e cantine private, nonché tra i vari attori della filiera, è stato adottato un nuovo statuto che ridefinisce il sistema di rappresentanza all’interno del Consorzio. In particolare, la nuova normativa prevede che ogni socio abbia diritto a un minimo di 10 voti, indipendentemente dalla propria capacità produttiva, al fine di dare maggior peso ai piccoli produttori, numericamente più numerosi ma tradizionalmente con minor influenza decisionale, senza però compromettere il criterio di proporzionalità basato sui dati produttivi. Parallelamente è stato introdotto un nuovo disciplinare per lo spumante Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG, che si chiamerà “Classese” per evidenziare la sua identità storica e la qualità distintiva. Le modifiche sono state accolte con grande consenso: lo statuto ha ottenuto il voto favorevole di oltre il 98% dei presenti, mentre il nuovo disciplinare ha visto l’approvazione di oltre il 93% dei partecipanti. Queste riforme non solo mirano a valorizzare il prodotto di punta della denominazione, ma rappresentano anche un passo fondamentale per rilanciare l’intera filiera produttiva dell’Oltrepò Pavese, un territorio rinomato per la coltivazione del Pinot nero e altre importanti varietà come Croatina, Riesling e Pinot grigio. In sostanza, grazie a queste innovazioni, il Consorzio si prepara a un futuro più armonizzato e competitivo, superando le tradizionali divisioni interne e promuovendo una filiera unificata e maggiormente rappresentativa.

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TURISMO, LA REGIA CHE MANCA

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LA VOCE PAVESE – TURISMO, LA REGIA CHE MANCA
L’Oltrepò Pavese potrebbe offrire un contesto unico, in cui il turismo diventerebbe un motore di sviluppo integrato. Se si puntasse su questo settore, le eccellenze locali – dal patrimonio enogastronomico ai paesaggi naturali e culturali – verrebbero valorizzate attraverso la creazione di una rete collaborativa e di una regia centralizzata. Tale approccio consentirebbe di coordinare risorse, competenze e iniziative, offrendo ai visitatori esperienze autentiche e sostenendo una crescita economica duratura nel territorio. Da dove partire? L’Amministrazione Provinciale di Pavia ci sta provando e questo è un buon segnale ma…

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