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Cronaca

CENSIS, UNIVERSITA’ DI PAVIA AL PRIMO POSTO TRA I GRANDI ATENEI ITALIANI

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Pavia si conferma il primo grande ateneo italiano per il secondo anno consecutivo: i corsi di laurea di Medicina e Chirurgia insieme a quelli di Odontoiatria sono i migliori d’Italia.

L’istituto di ricerca nazionale Censis ha diffuso la nuova classifica degli atenei italiani, una graduatoria che viene elaborata da oltre vent’anni con l’intento di accompagnare i giovani diplomati nelle loro scelte universitarie. Secondo i dati raccolti, che quest’anno hanno preso in considerazione 948 variabili, l’Università di Pavia si conferma, per il secondo anno consecutivo al primo posto tra i grandi atenei nazionali. Pavia raccoglie un punteggio di 91,2 punti, superiore a quello dell’Università di Perugia, che si colloca in seconda posizione sommando 90,5 punti.

La Classifica Censis delle Università italiane, ritenuta la più autorevole valutazione qualitativa nazionale sulla formazione universitaria italiana, è composta complessivamente di 70 graduatorie. Prende in considerazione anche i singoli percorsi accademici, stilando però in questo caso classifiche uniche che non distinguono gli atenei per dimensione, ma solo tra statali e non statali. Tre gli ambiti considerati: lauree biennali, lauree triennali e lauree magistrali a ciclo unico. Anche qui ottime notizie per l’Università di Pavia.

Tra le lauree biennali l’Università degli Studi di Pavia è sul podio nei percorsi: letterario-umanistico, politico-sociale -comunicazione, psicologico ed economico. Tra le prime dieci università nelle categorie medico-sanitario e farmaceutico (quinta in assoluto), scientifico, architettura e ingegneria civile, ingegneria industriale e dell’informazione, scienze motorie e sportive.

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Per quanto riguarda le lauree triennali l’ateneo pavese è ai vertici negli indirizzi: scientifico, architettura e ingegneria civile, economico, medico-sanitario e farmaceutico, politico-sociale e comunicazione, psicologico.

Grandi riscontri per i percorsi magistrali a ciclo unico. L’Università di Pavia ha i migliori corsi di laurea d’Italia in assoluto tra gli atenei pubblici in medicina e chirurgia (dove distacca la seconda di 7,5 punti) e in odontoiatria. È terza nei percorsi di architettura e ingegneria edile-architettura e sesta per farmacia e farmacia industriale.

«La classifica Censis – spiega il Rettore dell’Università di Pavia, Francesco Svelto – è da tempo uno degli strumenti più consultati dai futuri studenti per la scelta del percorso di studio. La conferma del primo posto per l’Università di Pavia è una grande soddisfazione che condivido con tutto il personale docente, tecnico-amministrativo e i nostri studenti.

La rilevazione premia un impegno che si è protratto negli anni. Infatti prende in considerazione le più importanti variabili strategiche per un ateneo: i servizi agli studenti, le borse di studio, la qualità delle strutture, l’internazionalizzazione, la comunicazione e l’occupabilità. L’Università di Pavia si conferma un’eccellenza in tutti gli ambiti».

«I risultati rilevati dal Censis – aggiunge Elisa Roma, delegata del Rettore per Ricerca Nazionale e Valutazione – sono stati e sono per l’Ateneo un incentivo a continuare a lavorare per migliorare, come è avvenuto quest’anno in particolare per le voci borse di studio e strutture».

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IL COMUNICATO DEL CENSIS

Tra i mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti) le prime tre posizioni sono occupate stabilmente, anche quest’anno, dall’Università di Bologna, prima con un punteggio complessivo di 89,7 punti, seguita dall’Università di Padova e dalla Sapienza di Roma, rispettivamente in seconda e terza posizione con i punteggi di 87,5 e 85,7. Resta in quarta posizione l’Università di Pisa (84,0), seguita dall’Università Statale di Milano (83,7), che guadagna una posizione (+7 punti per l’indicatore Servizi per gli studenti), superando l’Università di Firenze, che retrocede al sesto posto, totalizzando 83,3 punti. Si conferma al settimo posto l’Università di Palermo (83,0), mentre perde una posizione, scendendo all’ottavo posto, l’Università di Torino (80,7), che lo scorso anno condivideva ex aequo con Palermo la settima posizione. Chiudono la classifica dei mega atenei statali l’Università di Bari (76,7) e quella di Napoli Federico II (76,2), rispettivamente in penultima e ultima posizione.
Tra i grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), al pari dello scorso anno, è l’Università di Pavia a detenere la posizione di vertice, con un punteggio di 91,2 punti, superiore a quello dell’Università di Perugia, che si colloca in seconda posizione sommando 90,5 punti. Mantengono salde la terza e la quarta posizione l’Università della Calabria e l’Università di Venezia Ca’ Foscari, con i punteggi rispettivamente di 90,2 e 89,0. Avanza di due posizioni rispetto allo scorso anno l’Università di Parma e si posiziona al quinto posto con 87,2 punti (+6 punti per l’indicatore Strutture), seguita al sesto posto dall’Università di Salerno (87,0), che recupera cinque posizioni (+19 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti). Segue in settima posizione l’Università di Cagliari (86,8), a cui si accoda in ottava posizione l’Università di Milano Bicocca (85,7), che perde tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno. Stabili in nona e decima posizione l’Università di Modena e Reggio Emilia (85,2) e di Roma Tor Vergata (85,0), seguite in undicesima posizione dall’Università di Genova (84,5), che retrocede di tre posizioni, e al dodicesimo posto dall’Università di Verona (84,0), stabile rispetto all’anno passato. Guadagnano tre posizioni l’Università della Campania, con 82,3 punti (+15 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti), e l’Università di Messina, con 77,7 punti (+14 punti per l’indicatore Comunicazione e servizi digitali), che si collocano rispettivamente al tredicesimo e al sedicesimo posto, mentre l’Università di Roma Tre (79,5) ne acquisisce due, passando dal diciassettesimo al quindicesimo posto (+6 punti per l’indicatore Strutture). Diversamente, perdono una e due posizioni, nell’ordine, l’Università di Ferrara (81,2) e l’Università di Chieti e Pescara (77,3), che vanno a occupare la quattordicesima e la diciassettesima pozione. Chiude la classifica dei grandi atenei statali l’Università di Catania (76,8).
Apre la classifica dei medi atenei statali (da 10.000 a 20.000 iscritti) l’Università di Trento, che con il punteggio di 96,2 guadagna la prima posizione, detenuta lo scorso anno dall’Università di Siena, che con 93,0 punti scende in terza posizione, preceduta dall’Università di Udine (93,7), che guadagna tre posizioni, posizionandosi seconda. In quarta posizione si colloca l’Università di Sassari (92,3), che perde due posizioni rispetto alla precedente classifica. Sale di una posizione l’Università Politecnica delle Marche, che totalizzando 91,8 punti si colloca al quinto posto, precedendo l’Università di Trieste, sesta con 91,3 punti, avendo perso due posizioni rispetto alla precedente classifica. Stabili al settimo e all’ottavo posto si confermano l’Università di Brescia (87,5) e l’Università del Salento (87,2). In nona posiziona si colloca una new entry, fino allo scorso anno inserita nella classifica dei grandi atenei statali: l’Università di Bergamo (84,3), seguita dall’Università del Piemonte Orientale, che con 84,2 punti guadagna due posizioni (+7 punti per l’indicatore Strutture). Perde una posizione l’Università dell’Insubria (83,2), undicesima ex aequo con l’Università di Napoli Parthenope, che scala invece cinque posizioni (+13 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti e +11 punti per l’indicatore Internazionalizzazione). Perde tre posizioni l’Università di Urbino (dodicesima con 82,3 punti), mentre l’Università di Foggia ne perde due (tredicesima con 81,8 punti). Chiude il ranking, in ultima posizione, l’Università dell’Aquila (79,0), preceduta in penultima e terzultima posizione dall’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro (79,3) e dall’Università di Napoli L’Orientale (79,2), che sale di una posizione rispetto allo scorso anno.
Nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) continua a occupare la prima posizione l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 101,7, seguita in seconda posizione dall’Università della Tuscia, che con 86,0 punti scala tre posizioni in classifica, posizionandosi al secondo posto (+13 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti). Terzo in graduatoria è un altro ateneo marchigiano, l’Università di Macerata (85,7), che retrocede di una posizione rispetto allo scorso anno. Stabile al quarto posto c’è l’Università di Cassino (84,3), cui seguono l’Università del Sannio (84,0), quinta tra i piccoli atenei statali, avendo salito tre posizioni (+24 punti per l’indicatore Borse e altri servizi in favore degli studenti), e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (83,5), al sesto posto, avendo perso tre posizioni rispetto allo scorso anno. Resta stabile al settimo posto l’Università di Teramo (80,0), mentre scende di due gradini l’Università della Basilicata, che con il punteggio di 78,0 va a occupare la penultima posizione in graduatoria, seguita dall’Università del Molise (77,3).
La speciale classifica dei Politecnici è guidata anche quest’anno dal Politecnico di Milano (con un punteggio complessivo di 96,2 punti), seguito al secondo posto dal Politecnico di Torino (91,5). A pari merito in terza posizione chiudono la classifica il Politecnico di Bari e lo Iuav di Venezia con il punteggio di 86,5.

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Poste, a Bari un punto di riferimento per casa e famiglie

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BARI (ITALPRESS) – Nella filiale Bari Sud di Poste Italiane si è consolidato un modello di assistenza dedicato alle famiglie che cercano servizi chiari, supporto costante e soluzioni pratiche per la gestione delle utenze domestiche e dei prodotti finanziari. Il corner “Poste Casa e Famiglia”, presente all’interno dell’ufficio, è diventato uno spazio riconoscibile in cui gli utenti possono orientarsi tra offerte energetiche e servizi digitali, ricevere consulenza personalizzata e gestire con semplicità le principali esigenze quotidiane.
“Stiamo attraversando una fase di grande cambiamento – spiega all’Italpress il direttore della filiale Bari Sud, Walter Bianco – e, proprio per questo, le persone hanno sempre più bisogno di un punto di riferimento. Nel mio ufficio, uno dei quindici presenti nel capoluogo di Bari, abbiamo creato un corner dedicato, che ci permette di essere vicini a tutti i clienti che necessitano di supporto.
In modo semplice e completamente gratuito offriamo consulenza e assistenza per orientarsi in un mercato, soprattutto quello di luce e gas, che oggi risulta spesso confuso e difficile da interpretare.
Oltre ai servizi dedicati a luce, gas ed energia, mettiamo a disposizione anche soluzioni legate al risparmio postale, la possibilità di attivare contratti sia per la fibra che per le SIM. Offriamo inoltre il servizio di apertura del conto corrente”.
Le famiglie si rivolgono alla filiale con una crescente consapevolezza dei propri consumi e dei costi sostenuti, alla ricerca di alternative più convenienti e di un confronto trasparente con ciò che il mercato propone. Il punto di forza riconosciuto dal pubblico è la presenza fisica del personale, che rende il post-vendita più immediato rispetto ai canali telefonici e favorisce un rapporto diretto e continuativo.
Una parte essenziale dell’attività riguarda inoltre il supporto per coloro che hanno meno confidenza con i servizi digitali. L’assistenza comprende l’installazione e la configurazione delle app di Poste Italiane sugli smartphone dei clienti, per consentire un accesso più agevole ai servizi online e facilitare la gestione autonoma delle operazioni più comuni.
-foto f06/Italpress –
(ITALPRESS).

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Mosaner-Brignone e Pellegrino-Fontana portabandiera Italia a Milano-Cortina

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ROMA (ITALPRESS) – Saranno quattro i portabandiera italiani a Milano-Cortina. A Cortina toccherà ad Amos Mosaner e Federica Brignone. A Milano a Federico Pellegrino e Arianna Fontana. Lo ha annunciato il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio durante una conferenza stampa in sala Giunta di Palazzo H. “Mi piace avere un senso di complicità con i numeri e la cabala. Il 12 è considerato il numero della completezza, dell’armonia e della ciclicità. Dodici sono i mesi, sono le ore, i segni zodiacali. Stiamo portando avanti armonia con determinazione, e il desiderio è che ci sia un mondo di armonia, ovviamente quello di cui ci occupiamo noi, ma vorremmo essere d’esempio anche per gli altri mondi. L’armonia è stata anche la chiave di sviluppo di Milano-Cortina”, ha spiegato Buonfiglio.
Non è tutto, perchè il numero 1 dello sport italiano ha fatto un altro annuncio importante. “La prima medaglia l’abbiamo già vinta, Federica Brignone stamattina mi ha confermato che dai test fatti sarà in gara con tutto il suo entusiasmo e il suo orgoglio e determinazione”, ha detto il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio in conferenza stampa in sala Giunta, annunciando il recupero in tempo per i Giochi della fuoriclasse azzurra, che sarà una delle quattro portabandiere insieme ad Amos Mosaner (a Cortina con Brignone), Federico Pellegrino e Arianna Fontana. “Questa prima medaglia è dedicata a tutte le persone che hanno avuto una sconfitta ma che si sono dedicate a riprendersi non solo nello sport ma anche nella vita, Federica è un esempio per tutti”, ha aggiunto Buonfiglio.
– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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Presentato a Milano il calendario 2026 della Dia, dedicato alle donne della legalità

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MILANO (ITALPRESS) – “Il ruolo della donna nella lotta alla criminalità organizzata affonda le radici nel tempo. Fin dalle origini, le donne hanno hanno incarnato una forma di resistenza civile e morale capace di incrinare le fondamenta del potere mafioso”. Queste le parole del direttore della Dia, il generale Michele Carbone, stampate sulla prima pagina del calendario 2026 della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, quest’anno dedicato alle donne ‘della legalità’.

Il calendario, giunto alla sua terza edizione consecutiva, è stato presentato oggi presso il Centro Operativo della Dia di Milano. All’evento hanno partecipato, in una tavola rotonda moderata dalla prof.ssa Ombretta Ingrascì dell’Università Statale di Milano, il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia Alessandra Dolci, il prof. Nando Dalla Chiesa dell’Università Statale di Milano e la consigliera regionale Paola Pollini, presidente della Commissione Speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza ed Educazione alla Legalità della Regione Lombardia.

“È un calendario raffinato”, ha detto il prof. Nando Dalla Chiesa, perché “al sentimento di ribellione si associa la coscienza civile”. “Non è un periodo in cui le istituzioni stanno dando il meglio di sé. Questo calendario restituisce il meglio delle istituzioni. Potremmo dire che è eretico”, ha aggiunto Dalla Chiesa.

“Il ruolo delle donne nella scelta del mafioso di collaborare con la giustizia è fondamentale. E l’essere donna magistrato permette di entrare nei meccanismi psicologici che portano una donna vittima di oppressione mafiosa a tacere o a collaborare”, ha detto il procuratore aggiunto della Dda di Milano Alessandra Dolci. Ma, sottolinea Dolci, “il percorso delle donne in magistratura non è stato semplice, oggi siamo la maggioranza ma nelle cariche direttive c’è un gap di cui non trovo ancora giustificazione se non di maschilismo della magistratura. Solo il 20% delle cariche di vertice sono coperte da donne”.

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“Come Commissione vogliamo sostenere la proposta ‘Liberi di scegliere’, per far comprendere che per le donne allontanarsi da un destino segnato dalla violenza è fondamentale”, ha detto la consigliera regionale Paola Pollini, presidente della Commissione Speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza ed Educazione alla Legalità della Regione Lombardia.

Questa edizione del calendario storico della Direzione Investigativa Antimafia del 2026 si propone di essere non soltanto un racconto iconografico, ma un percorso di memoria civile, un tributo a un coraggio che ha cambiato e continua a cambiare il nostro Paese. Donne che, spesso in silenzio ma sempre con assoluta determinazione, hanno rotto con il passato, hanno sfidato il peso della cultura mafiosa, e hanno scelto con sacrificio e lucidità di stare dalla parte giusta. Il calendario conferma la sua natura di strumento istituzionale prezioso, non solo per il significato simbolico che porta con sé, ma per il valore identitario che rappresenta per tutto il personale della Dia.

E in questa edizione, più che mai, le donne emergono come protagoniste assolute, capaci di intrecciare nelle istituzioni, nella società civile, nell’arte, nella politica e nella vita quotidiana la trama viva della speranza e della legalità. Ed è proprio questo spirito che il calendario mese per mese vuole restituire: una grande narrazione corale, che dà volto e voce alle donne che hanno inciso, e continuano a incidere, nella storia antimafia.

– foto xp9/Italpress –

(ITALPRESS).

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