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Alla Maratona di New York con le protesi “Disabili No Limits”

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ROMA (ITALPRESS) – Tra i 50.000 partecipanti alla Maratona di New York c’erano anche Pierluigi Maggio e Costantin Bostan, i due atleti paralimpici che hanno iniziato a correre anche grazie a Giusy Versace e alla sua associazione Disabili No Limits, che ha donato loro protesi adatte alla corsa di lunga distanza. Costantin Bostan, atleta di origine moldave e amputato alla gamba sinistra, prima di conoscere la Versace partecipava a maratone e mezze maratone con le stampelle. “Ho partecipato a diverse gare in stampelle, ma sono riuscito a concludere solo la Maratona di Firenze nel 2015 e quella di Milano l’anno successivo. Nel 2017 ho ricevuto la protesi da corsa dalla Disabili No Limits di Giusy Versace, grazie alla quale ho partecipato a moltissime altre gare di lunghe distanze in giro per l’Italia. Il sogno di correre a New York lo cullavo dal 2012 e solo quest’anno sono riuscito a realizzarlo. Purtroppo, però, a causa di un problema all’invaso della protesi, ho dovuto alternare momenti di corsa a momenti di cammino con una protesi diversa da quella ricevuta dalla Disabili No Limits. Ho impiegato circa 10 ore a concludere i miei 42 km, perchè ho deciso di godermi questa manifestazione metro dopo metro e vivere ogni secondo della loro incredibile festa. Un’esperienza straordinaria che porterò per sempre nel cuore”.
Anche per il leccese Pierluigi Maggio, amputato alla gamba destra a 17 anni a causa di un incidente stradale, l’incontro con Giusy Versace è stato decisivo per la sua carriera sportiva da mezzofondista e da paratriatleta. Maggio è l’unico atleta amputato in Italia a disputare lunghe distanze e nel suo palmarès conta un titolo europeo di paratriathlon ottenuto a fine agosto in Belgio e diversi titoli italiani nell’atletica leggera. “Ho conosciuto Giusy a Lecce nel 2017, ma poi l’ho rivista nel 2021 a un campus sul paratriathlon organizzato da Obiettivo 3, l’associazione creata da Alex Zanardi. Quell’incontro è stato per me davvero significativo, ho iniziato a raccontarle del mio sogno di fare triathlon e di correre le lunghe distanze. E così Giusy, attraverso la sua associazione, mi ha donato un piede adatto a queste esigenze, con cui corro ancora oggi. Ricordo che in quello stesso anno, 2021, ho partecipato alla mia prima 42K, la Maratona di Berlino, gara che si rivelò difficile sia per il caldo che per i dolori alla gamba accusati dopo il 30° km, ma che comunque chiusi in 4h40′. Alla maratona di New York sono arrivato più preparato mentalmente e fisicamente, dato che a settembre ho partecipato al mezzo Ironman di Cervia e a fine agosto ho vinto la medaglia d’oro ai Campionati Europei di paratriathloin in Belgio”.
“Correre a New York – ha aggiunto Maggio – è stata un’esperienza bellissima e mi ha sorpreso vedere così tanti atleti paralimpici al via in handbike e carrozzine olimpiche. Noi amputati eravamo in 5 e credo di essere arrivato secondo. Ho adottato la tecnica di fermarmi ogni 40 minuti per togliere la cuffia e asciugare il moncone dal sudore e così sono arrivato in fondo, quasi col sorriso, in 4h15′. Sono davvero felicissimo del risultato perchè non mi aspettavo un tempo del genere”.
“Sono davvero orgogliosa dell’impresa che Costantin e Pierluigi hanno portato a termine – racconta Giusy Versace – i loro successi, così come quelli di tanti altri ragazzi aiutati in questi anni, mi spronano a continuare ad impegnare il mio nome e il mio tempo in quest’associazione che ho fondato nel 2011, proprio per regalare un sogno sportivo a presone con disabilità. A nome mio e della Disabili No Limits rivolgo loro i miei più sentiti complimenti, con l’auspicio di un futuro ricco di molte altre imprese sportive!”.
– Foto ufficio stampa Giusy Versace –
(ITALPRESS).

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Vlahovic non basta, Juventus-Sporting 1-1: i bianconeri restano a secco di vittorie in Europa

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TORINO (ITALPRESS) – Ancora un pareggio per la Juventus in Champions League. Nella quarta giornata, alla prima con Luciano Spalletti in panchina nella massima rassegna continentale, la squadra non è riuscita ad andare oltre l’1-1 all’Allianz Stadium di Torino contro lo Sporting Lisbona: Vlahovic ha risposto alla rete di Araujo. Per i bianconeri qualificazione alla seconda fase che si è complicata anche se non impossibile.

Avvio di gara di marca bianconera, ma al 12′ è stato lo Sporting a passare con Araujo. Pedro Goncalves, servito da Geovany Quenda, è stato bravo a verticalizza per Ioannidis abile a fare la sponda di tacco per Trincao, palla del numero 17 per Araujo che ha controllato e col mancino ha sferrato un diagonale che è andato prima a sbattere sul palo e ha poi terminato la sua corsa in rete alle spalle di Di Gregorio. Due minuti più tardi è stata la traversa a negare il gol del raddoppio allo Sporting su conclusione di Trincao. Tra il 17′ e il 18′, invece, duello tra Vlahovic e il portiere Rui Silva: ad avere la meglio è stato l’estremo difensore ospite che prima ha respinto un colpo di testa del serbo servito dalla destra da Kalulu e poi ha deviato in corner una conclusione col mancino del numero nove bianconero.

La vendetta di Vlahovic è arrivata al 34′ quando, da una azione innescata a centrocampo da Yildiz e proseguita da Thuram, ha anticipato Goncalo Inacio e ha trovato la deviazione vincente da pochi passi trafiggendo Rui Silva. Secondo tempo di ulteriore intensità ma senza particolari occasioni degne di nota fino al recupero. Da segnalare ancora Vlahovic protagonista in avvio con una conclusione rasoterra dalla distanza al 5′ facile preda del portiere, mentre al 18′ l’occasione è capitata sui piedi di Thuram che di destro ha mandato il pallone in curva, La grande chance è arrivata al 47’quando da un traversone di Kalulu il colpo di testa del neo entrato David ha trovato ancora una volta le mani del provvidenziale Rui Silva.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio 6; Kalulu 6, Gatti 6, Koopmeiners 6.5; Cambiaso 6, Locatelli 6.5 (37′ st Miretti sv), Thuram 6 (27′ st Kostic sv), McKennie 6.5; Conceicao 6 (27′ st Zhegrova sv), Yildiz 6.5 (42′ st David sv); Vlahovic 7 (37′ st Adzic sv). In panchina: Perin, Scaglia, Openda, Rugani, Joao Mario, Rouhi. Allenatore: Spalletti 6.5.

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SPORTING LISBONA (4-2-3-1): Rui Silva 7; Vagiannidis 6 (22′ st Quaresma 6), Diomande 5.5, Goncalo Inacio 5.5, Araujo 6.5; Joao Simoes 6 (37′ st Morita sv), Hjulmand 6.5; Quenda 6 (22′ st Catamo 6), Trincao 7, Goncalves 6 (37′ st Alisson Santos sv); Ioannidis 5 (27′ st Suarez sv). In panchina: Virginia, Reis, Kochorashvili, Ribeiro, Bruno Ramos, Blopa, Mangas. Allenatore: Rui Borges 6.

ARBITRO: Siebert (Germania) 6.
RETI: 12′ pt Araujo, 34′ pt Vlahovic.
NOTE: serata fredda, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Thuram, Cambiaso, Goncalves, Araujo, Hjulmand. Angoli: 5-0 per la Juventus. Recupero: 1′; 4′.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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Il Napoli stecca ancora in Champions, finisce 0-0 contro l’Eintracht

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NAPOLI (ITALPRESS) – Ancora uno stop in Europa per il Napoli, che contro l’Eintracht Francoforte non va oltre lo 0-0. Una serata non particolarmente positiva per gli uomini di Antonio Conte, che appaiono poco brillanti, imprecisi e in difficoltà nel cercare di scalfire il muro eretto dai tedeschi. Non arriva, quindi, il riscatto dopo la pesantissima sconfitta subita sul campo del Psv Eindhoven, e ora la classifica vede i partenopei con appena quattro punti all’attivo quando siamo a metà di questa prima fase della competizione.

Conte ritrova Lobotka, al rientro da titolare dopo un mese fuori per infortunio, e a sinistra propone l’inedita catena formata da Gutierrez e Elmas. Il canovaccio della partita è chiaro fin da subito, con il Napoli che prova a comandare il gioco tramite il possesso palla, mentre l’Eintracht aspetta e prova a ripartire con grande velocità. Al 6′ la prima occasione per gli azzurri, con Hojlund e Anguissa che si ostacolano a vicenda al momento del tiro su un cross di Gutierrez, poi Zetterer mura il secondo tentativo del danese. Questo, di fatto, è l’unico lampo del primo tempo; nel Napoli pesa la serata negativa di Anguissa e soprattutto McTominay, mentre sugli esterni Politano non riesce mai a saltare Brown, senza dubbio migliore in campo.

Nella ripresa, Kristensen manca lo specchio di poco dalla distanza, ma viene fermato tutto per un fallo precedente, mentre, al 73′, Milinkovic-Savic si fa trovare pronto sul tiro potente ma centrale di Knauff, “smarcato” da un goffo intervento di Buongiorno. Positivo l’ingresso di Lang, che al 76′ crea un’occasione importante sprecata ancora da Anguissa, che forse non si aspettava il passaggio di Elmas. Il centrocampista camerunense è autore di una bella cavalcata sulla destra all’83’, ma il suo cross viene malamente sprecato da McTominay, che spara alle stelle. Ancora Anguissa ci prova di testa all’89’, ma centra in pieno Koch, poi Di Lorenzo manca la ribattuta a rete calciando alto. All’ultimo respiro, Collins respinge il tentativo di Elmas e Zetterer blocca la deviazione in mischia di Hojlund. Al fischio finale, dagli spalti del Maradona si sente anche qualche fischio per il Napoli, che spreca un’altra occasione per fare i tre punti e vede complicarsi il discorso qualificazione.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

NAPOLI (4-3-3): Milinkovic-Savic 6.5; Di Lorenzo 5.5, Rrahmani 6, Buongiorno 5.5, Gutierrez 5; Anguissa 5.5, Lobotka 6 (29’st Lang 6.5), McTominay 5; Politano 5 (20’st Neres 5.5), Hojlund 5.5, Elmas 6. In panchina: Contini, Ferrante, Juan Jesus, Olivera, Vergara, Beukema, Ambrosino. Allenatore: Conte 5.5.

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EINTRACHT FRANCOFORTE (3-4-2-1): Zetterer 6; Collins 6.5, Koch 6, Theate 6; Kristensen 6, Chaibi 6 (48’st Dahoud sv), Larsson 6.5 (34’st Skhiri sv), Brown 7 (48’st Amenda sv); Gotze 5.5, Bahoya 5.5 (20’st Knauff 6); Burkardt 5.5. In panchina: Grahl, Santos, Wahi, Doan, Chandler, Buta, Batshuayi. Allenatore: Toppmoller 6.

ARBITRO: Pinheiro (Por) 6.
NOTE: serata serena, terreno in ottime condizioni. Ammoniti: Rrahmani, Zetterer, Gutierrez. Angoli: 5-3. Recupero: 1′ pt; 5′ st.

– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).

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Sinner “Fiero di essere italiano, in Coppa Davis forti anche senza di me”

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MILANO (ITALPRESS) – “Sono orgoglioso di essere italiano, sono molto felice di essere nato in Italia e non in Austria, o da un’altra parte, perché secondo me onestamente questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io”. Jannik Sinner rivendica con orgoglio le sue radici nell’intervista rilasciata a Sky Sport per il quarto capitolo di “Jannik, oltre il tennis”, in onda da domani.

“Abbiamo le strutture, abbiamo gli allenatori, abbiamo i giocatori, abbiamo tantissime mentalità differenti. Che sono anche la nostra nostra forza: alcuni dicono che l’Alto Adige è diverso, la Sicilia è totalmente diversa, però è anche la nostra fortuna, la forza nelle differenze. Quindi abbiamo di tutto per essere lì a competere contro i migliori al mondo e secondo me dobbiamo unirci, stare insieme e darci forza per avere più trofei e più orgoglio possibile, perché secondo me l’Italia lo merita”. Per quanto riguarda il suo ruolo, “io ho sempre pensato che noi atleti non cambiamo il mondo. Poi ognuno ha degli idoli: all’inizio il mio è stato Andreas Seppi, perché conoscevo solo lui, e poi dopo, quando sono entrato un po’ nel tennis, è diventato Federer, poi ho conosciuto Nadal e ho detto “lui umanamente è incredibile”. Poi ho conosciuto Djokovic e ho detto “lui è incredibile in quello che fa”. Però poi ti rendi conto che siamo persone che non cambiano il mondo. Noi giochiamo solo a tennis, cerchiamo di tirare una pallina in campo. Poi c’è chi lo fa meno bene e chi lo fa di più”.

Sinner è anche tornato sulla sua scelta di non giocare la Davis. “A fine stagione, con tutte le pressioni, le partite giocate, le emozioni, sia quando si è vinto sia dopo una sconfitta, ci vuole tanto tempo a rimettere tutte le cose insieme. E soprattutto a fine stagione una settimana è davvero tanto, per noi atleti. Per me quest’anno non c’è stato un minimo di dubbio che questa è stata la scelta giusta. Invece l’anno scorso è stato diverso: l’anno scorso non ho giocato a Parigi, ho detto “io voglio giocare la Davis” e mi hanno un po’ trattenuto, nel mio team, ma ho detto “no, questo quest’anno voglio giocare” perché l’avevo promessa a Berrettini quando abbiamo vinto nel 2023, quando lui era lì a sostenerci e abbiamo vinto, io l’ho abbracciato e gli ho detto “ti prometto che vinciamo insieme la prossima Coppa Davis, perché tu lo meriti e siamo una squadra incredibile” e l’abbiamo vinta. Poi da lì avevo già deciso che l’anno prossimo sicuramente non avrei giocato. La cosa che a me personalmente non piace è che abbiamo una squadra incredibile anche senza di me e non ne parla nessuno. Noi dobbiamo rinunciare al numero 26 al mondo, che in questo momento è Darderi, possiamo permettere di non convocare il 26 al mondo in Coppa Davis perché c’è Cobolli, c’è Musetti, ce ne sono tantissimi altri: abbiamo una squadra di doppio incredibile. Possiamo vincere anche così, abbiamo lo stesso Berrettini, e quindi la possibilità di vincere la Davis è alta”.

– Foto IPA Agency –

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