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Detroit non si ferma più, nono ko di fila per i Sixers

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ROMA (ITALPRESS) – Detroit non si ferma più. Nella notte italiana della regular-season dell’Nba, di fronte agli oltre ventimila spettatori della Little Caesars Arena, i Pistons sfruttano il fattore casalingo e infilano l’ottava vittoria consecutiva, mettendo al tappeto anche i campioni in carica dei Boston Celtics: finisce 117-97 per la franchigia del Michigan nonostante i 27 punti firmati da Tatum, top-scorer dell’incontro; tra i padroni di casa, privi dell’azzurro Simone Fontecchio, ancora alle prese con l’infortunio alla mano patito nel match di Atlanta, 26 punti di Beasley e 21 di Cunningham. Nona sconfitta di fila, invece, per i Philadelphia 76ers: sul parquet del Madison Square Garden i New York Knicks si impongono in rimonta per 110-105 sfruttando la vena realizzativa di Brunson, capace di contribuire alla causa dei suoi con un bottino personale di 34 punti. Battute d’arresto casalinghe sia per i Washington Wizards che per i Brooklyn Nets, che si arrendono con lo stesso score (129-121) rispettivamente contro Portland Trail Blazers e Oklahoma City Thunder: canadesi assoluti protagonisti con i 36 punti di Sharpe e i 27 di Gilgeous-Alexander. Fanno festa in trasferta anche i Los Angeles Clippers, che espugnano per 122-117 il campo dei Chicago Bulls con 30 punti di un Harden in versione ‘cecchinò, e i Sacramento Kings, che regolano per 118-101 Utah Jazz con 26 punti di Murray. Miami Heat implacabile con la sua batteria di ‘bomber’: i 24 punti di Herro e Robinson e i 20 di Adebayo e Mitchell disinnescano la difesa degli Atlanta Hawks, sconfitti con un perentorio 131-109. Affermazioni interne, infine, per Indiana Pacers e Houston Rockets, che hanno la meglio sui Toronto Raptors (111-91, 33 punti di un immarcabile Haliburton) e i San Antonio Spurs (118-106 con 25 punti di Thompson).
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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In un’America divisa al via il Mondiale per Club

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di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il primo Mondiale per club targato Fifa prende il via sabato negli Stati Uniti. Mentre i riflettori illumineranno Lionel Messi e il suo Inter Miami nel caldo tropicale della Florida, una domanda resta in sospeso: può davvero avere successo questo torneo, o è destinato a rivelarsi un grande buco nell’acqua? Il contesto non è affatto ideale.

Mentre in California esplodono le proteste contro i raid dell’ICE sugli immigrati, e mentre Donald Trump si prepara a celebrare il suo compleanno con una parata in stile militare che coincide con la giornata nazionale di protesta “No King Day”, il torneo da un miliardo di dollari della Fifa si inserisce in uno scenario già saturo di tensioni e divisioni. Gli Usa ospiteranno il Mondiale nel 2026, ma questa vetrina per club, pensata come prova generale, fatica ancora a trovare il suo senso.

Le vendite dei biglietti sono state finora deludenti. I prezzi iniziali erano esorbitanti, con partite del primo turno proposte anche a più di 100 dollari. Solo questa settimana la Fifa ha tagliato drasticamente i prezzi, mettendo in vendita migliaia di biglietti a cifre più accessibili, alcuni a partire da 24 dollari per River Plate-Urawa Red Diamonds in programma a Seattle. Le partite del Real Madrid restano tra le poche con forte richiesta, ma nemmeno quelle sono andate esaurite.

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Con 32 squadre e un montepremi da un miliardo di dollari, l’ambizione è chiara: spodestare la Champions League come regina delle competizioni per club. Ma il denaro non basta a creare “significato”. Le grandi d’Europa – Manchester City, Real Madrid, Bayern Monaco, Juventus, Inter, Chelsea – arrivano stremate da stagioni logoranti. Alcuni giocatori hanno preferito il riposo al torneo. Altri partecipano più per dovere che per entusiasmo.

E il Sudamerica? Club come River Plate e Flamengo portano con sé la passione di un intero continente che vive di calcio. I tifosi del Boca Juniors si aspettano scintille. La squadra messicana del Pachuca, l’egiziana Al Ahly e l’Al Hilal dell’Arabia Saudita arrivano con grandi aspettative e un orgoglio nazionale da difendere. Per loro, il Mondiale per club non è una distrazione: è un’occasione per dimostrare di valere quanto i giganti europei. Ma allora chi lo vuole davvero questo torneo? I critici lo definiscono il “progetto personale di Infantino”, sottolineando come il trofeo abbia fatto tappa perfino nello Studio Ovale della Casa Bianca durante il suo tour promozionale. Un torneo nato a forza, con squadre invitate in base a meriti vecchi di anni o al potenziale televisivo, non certo alla forma attuale. Il pubblico americano, intanto, è più concentrato sulle finali Nba che su una gara tipo Club Brugge-Al Ahly.

Eppure… Il calcio ha la capacità sorprendente di superare il cinismo. Nel 1994, in molti dubitavano che gli Stati Uniti potessero ospitare un Mondiale. Fu invece un successo record. Nel 2024, si diceva che la Mls fosse in declino, poi è arrivato Messi e ha cambiato tutto. Se la passione dei tifosi, la fame delle squadre meno blasonate e la presenza di stelle internazionali riusciranno a superare il cinismo commerciale, allora sì, questo torneo potrebbe stupirci tutti.

Magari non quest’anno, ma forse nel 2029 guarderemo a questa estate americana come alla scintilla iniziale. Se invece gli stadi resteranno mezzi vuoti e i giocatori poco motivati, resterà solo una lezione da ricordare: si può comprare un trofeo, ma non la passione. E viene da chiedersi: quanti di quei biglietti invenduti erano destinati proprio a coloro che amano il calcio più di tutti? Già, proprio quegli immigrati senza documenti, spesso tifosi da una vita, che oggi temono di presentarsi ai cancelli degli stadi e trovarsi davanti non uno steward, ma un agente dell’ICE? Quando a Miami risuonerà il primo fischio d’inizio, forse solo una magia di Messi potrà accendere la passione per il calcio anche in questa America inquieta, che questo spettacolo non l’aveva nemmeno chiesto.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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Per Musetti lesione all’adduttore, il torneo del Queen’s è a rischio

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ROMA (ITALPRESS) – Non sono arrivate notizie incoraggianti per Lorenzo Musetti, costretto al ritiro all’inizio del quarto set della semifinale del Roland Garros contro Alcaraz. Gli esami strumentali – più precisamente una risonanza magnetica effettuata dopo i primi controlli ai quali si era subito sottoposto a Parigi – hanno infatti confermato la lesione di 1° grado all’adduttore della gamba sinistra per il 23enne di Carrara, che ha postato sul suo profilo Instagram una foto accompagnata dalla parola “Loading”….

Con queste premesse, sottolinea Supertennis, è in dubbio la partecipazione del neo n.6 del ranking (“best”) all’Atp 500 del Queen’s in programma la prossima settimana dove deve difendere i punti della finale raggiunta lo scorso anno (stoppato dallo statunitense Tommy Paul). Musetti ha disputato una straordinaria stagione sul “rosso” raggiungendo la finale a Montecarlo e le semifinali a Madrid, Roma e da ultimo al Roland Garros. Per il toscano però si avvicinano due “cambiali in scadenza” sui prati piuttosto pesanti: oltre la già citata finale al Queen’s, infatti, il tennista toscano lo scorso anno aveva raggiunto anche la semifinale a Wimbledon (fermato da Djokovic).

-Foto IPA Agency-
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Il fuoriclasse del Barcellona Lamine Yamal in vacanza a Pantelleria

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PANTELLERIA (TRAPANI) (ITALPRESS) – Lamine Yamal in vacanza a Pantelleria. Il 17enne fuoriclasse del Barcellona si sta godendo qualche giorno di riposo nell’isola siciliana, dopo le fatiche di una stagione esaltante con il triplete centrato in Spagna tra Liga, Coppa del Re e Supercoppa nazionale.

L’arrivo in Sicilia a bordo di uno yacht, poi il trasferimento in elicottero a Pantelleria, il luogo scelto per smaltire anche la delusione della finale persa in Nations League contro il Portogallo. Yamal ha scelto una villa in località Recale, in una delle zone più belle delle dell’isola, nei pressi della Balata dei Turchi. Il campione del Barça ha postato, tra specialità di cibo, panorami mozzafiato e gite in barca, alcune foto di Pantelleria dove, tra gli altri, in questi giorni è presente anche Fabio Capello.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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