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Economia

Intesa Sanpaolo, nel primo semestre un utile netto di 5,2 miliardi. Messina “Il miglior semestre di sempre”

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MILANO (ITALPRESS) –  Il consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato la relazione consolidata al 30 giugno. I risultati del primo semestre evidenziano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività sostenibile, con un utile netto pari a 5,2 miliardi (+9,4% rispetto al primo semestre del 2024). Si migliora la previsione di un utile netto per il 2025 a ben oltre 9 miliardi includendo le azioni gestionali nel quarto trimestre dell’anno per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo.

Secondo i risultati del primo semestre per Intesa Sanpaolo, il solido andamento economico e patrimoniale del semestre si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder. In particolare significativo ritorno cash per gli azionisti: circa 3,7 miliardi di dividendi maturati nel semestre (di cui circa 3,2 miliardi previsti come acconto dividendi da distribuire nel prossimo novembre), che si aggiungono al buyback pari a 2 miliardi di euro avviato a giugno 2025.

“Il primo semestre chiude con un utile netto di 5,2 miliardi, il miglior semestre di sempre. Ricavi, commissioni e attività assicurativa hanno raggiunto livelli record. Per il 2025, ci attendiamo un utile netto di ben oltre i 9 miliardi, grazie al forte potenziale di crescita organica della banca. Con una delle remunerazioni per gli azionisti più elevate nel panorama bancario europeo, quest’anno restituiremo almeno 8,2 miliardi agli azionisti, considerando il saldo dividendo di maggio, il buyback avviato a giugno e il prevedibile interim dividend di novembre”. Così il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, commenta i risultati conseguiti dall’istituto bancario nel primo semestre.

“La solidità dei risultati, la sostenibilità della crescita, la robustezza patrimoniale e il basso profilo di rischio ci permettono di svolgere un ruolo unico a supporto dell’economia reale e sociale. Nel primo semestre del 2025, abbiamo erogato 29,2 miliardi a famiglie e imprese in Italia, con una crescita del 44%, e 41,7 miliardi di euro complessivamente a livello di Gruppo – ha proseguito Messina – Alle nostre persone sono state destinate risorse per 3,2 miliardi. Il 35% dei dividendi cash – pari a 3,7 miliardi maturati nel semestre – è destinato a famiglie italiane e fondazioni azioniste. Le imposte generate nel semestre ammontano a 3,2 miliardi – ha aggiunto – Confermiamo il nostro impegno per la coesione sociale, con un programma di interventi da 1,5 miliardi da realizzare entro il 2027, supportato da mille persone della banca. A oggi, 800 milioni sono già stati investiti”.

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-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

Economia

A luglio inflazione stabile all’1,7% su base annua

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ROMA (ITALPRESS) – Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di luglio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una variazione del +0,4% su base mensile e del +1,7% su luglio 2024 (come nel mese precedente).

La stabilità del tasso di variazione tendenziale dell’indice generale sintetizza andamenti differenziati dei diversi aggregati: accelerano i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +4,2% a +5,1%), dei Beni alimentari lavorati (da +2,7% a +3,1%), dei Servizi vari (da +1,6% a +2,2%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +3,4%); decelerano i prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +22,6% a +16,7%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,2% a +2,6%) e si accentua la flessione di quelli dei Beni energetici non regolamentati (da -4,2% a -5,8%).

Nel mese di luglio l’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta invariata (a +2,0%), mentre quella al netto dei soli beni energetici aumenta lievemente (da +2,1% a +2,2%). La crescita tendenziale dei prezzi dei beni si attenua moderatamente (da +0,9% a +0,7%), come anche quella dei servizi (da +2,7% a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni aumenta, seppur di poco, portandosi a +1,9 punti percentuali (da +1,8 del mese precedente).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostrano una dinamica in accelerazione (da +2,8% a +3,4%), così come quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,0% a +2,3%). La variazione congiunturale positiva dell’indice generale è dovuta principalmente all’aumento dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+1,6%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,0%), degli Energetici regolamentati (+0,9%), dei Servizi vari (+0,6%) e degli Alimentari lavorati (+0,5%); scendono invece su base mensile i prezzi degli Alimentari non lavorati (-0,6%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a -1,0% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e a +1,7% su base annua (da +1,8% del mese precedente).

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“A luglio 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione è stabile all’1,7%, per effetto di dinamiche opposte dei prezzi dei diversi aggregati – commenta l’Istat -. Tra i beni, si accentua la flessione tendenziale dei prezzi degli Energetici (-4,0% da -2,1% di giugno) e accelerano i prezzi nel settore alimentare (+3,8% da +3,3%). Nel comparto dei servizi, si registrano tensioni sui prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,4% da +2,9%) e dei Servizi vari (+2,2% da +1,6%), mentre decelerano quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+2,6% da +3,2%). A luglio il tasso di variazione su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” sale (+3,4% da +2,8%), mentre l’inflazione di fondo rimane invariata (a +2%)”.

– Foto IPA Agency –

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Economia

Disoccupazione in calo a giugno, l’Istat stima una decrescita del 6,3%

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ROMA (ITALPRESS) – A giugno 2025, su base mensile, la crescita di occupati e inattivi si associa al calo dei disoccupati. Lo rende noto l’Istat. L’aumento degli occupati (+0,1%, pari a +16mila unità) coinvolge le donne, i dipendenti permanenti, gli autonomi e tutte le classi d’età ad eccezione dei 35-49enni, per i quali si registra un calo; gli occupati diminuiscono anche tra gli uomini e i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione è stabile al 62,9%. La diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,2%, pari a -71mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere ed è diffusa in tutte le classi d’età.

Il tasso di disoccupazione cala al 6,3% (-0,3 punti), quello giovanile al 20,1% (-1,4 punti). La crescita degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+0,6%, pari a +69mila unità) interessa gli uomini e coloro che hanno meno di 50 anni di età, mentre tra le donne e chi ha almeno 50 anni il numero di inattivi è in diminuzione. Il tasso di inattività sale al 32,8% (+0,2 punti). L’incremento del numero di occupati si osserva anche confrontando il secondo trimestre 2025 con quello precedente (+0,4%, pari a +93mila unità rispetto al primo trimestre 2025).

Rispetto al trimestre precedente, crescono anche le persone in cerca di lavoro (+1,2%, pari a +20mila unità) e diminuiscono gli inattivi di 15-64 anni (-0,7%, pari a -81mila unità). A giugno 2025, il numero di occupati supera quello di giugno 2024 dell’1,5% (+363mila unità); l’aumento riguarda gli uomini, le donne e chi ha almeno 50 anni, a fronte di una diminuzione nelle altre classi d’età. Il tasso di occupazione, in un anno, sale di 0,6 punti percentuali. Rispetto a giugno 2024, cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (-5,5%, pari a -94mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,2%, pari a -142mila).

“A giugno 2025 il numero di occupati, pari a 24 milioni 326mila, è in crescita rispetto al mese precedente. Aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 542mila) e gli autonomi (5 milioni 274mila), mentre diminuiscono i dipendenti a termine (2 milioni 510mila) – commenta l’Istat -. L’occupazione cresce anche rispetto a giugno 2024 (+363mila occupati in un anno), per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti (+472mila) e degli autonomi (+190mila) e del calo dei dipendenti a termine (-299mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,9%, quello di disoccupazione diminuisce al 6,3% e il tasso di inattività cresce al 32,8%”.

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Economia

Tata Motors acquisisce Iveco Group

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TORINO (ITALPRESS) – Iveco Group e l’indiana Tata Motors hanno raggiunto un accordo per creare un gruppo nel settore dei veicoli commerciali che avrà la portata, il portafoglio prodotti e la capacità industriale “per diventare un campione globale in questo dinamico settore”, si legge in una nota. L’opa volontaria sarà effettuata da TML CV Holdings PTE o da una società a responsabilità limitata da costituire secondo la legge olandese, che sarà interamente posseduta, direttamente o indirettamente, da Tata Motors.

L’offerta è condizionata, tra l’altro, alla separazione del Business Defence di Iveco, e riguarda tutte le common shares di Iveco Group ex separazione del Business Defence, a un prezzo unitario di 14,1 euro (cum dividend, al netto di qualsiasi dividendo distribuito in relazione alla vendita delle aziende del Business Defence) pagato in contanti. L’Offerta comporta un corrispettivo totale di circa 3,8 miliardi per l’intera Iveco Group, escludendo il Business Defence e i proventi netti riveniente dalla sua separazione.

“Questo è un passo logico successivo alla scissione del business dei veicoli commerciali di Tata Motors e permetterà al nuovo gruppo di competere su una base veramente globale con due mercati domestici strategici in India ed Europa. Le attività complementari del gruppo risultante dalla combinazione delle due realtà e la sua maggiore portata rafforzeranno la nostra capacità di investire con audacia. Non vedo l’ora di ottenere le necessarie approvazioni e di concludere l’operazione nei prossimi mesi”, afferma Natarajan Chandrasekaran, Chairman di Tata Motors.

Siamo orgogliosi di annunciare questa unione strategicamente significativa, che unisce due aziende con una visione condivisa sulla mobilità sostenibile. Inoltre, le più robuste prospettive della nuova realtà sono fortemente positive in termini di sicurezza dell’occupazione e dell’impronta industriale di Iveco Group nel suo complesso”, sottolinea Suzanne Heywood, Chair di Iveco Group. Per Girish Wagh, Executive Director di Tata Motors, “questa unione rappresenta un salto in avanti strategico nella nostra ambizione di costruire un ecosistema di veicoli commerciali pronto per il futuro. Integrando i punti di forza di entrambe le organizzazioni, stiamo aprendo nuove strade per l’eccellenza operativa, l’innovazione dei prodotti e soluzioni incentrate sul cliente. Questa partnership non solo migliora la nostra capacità di soddisfare le diverse esigenze di mobilità nei vari mercati, ma rafforza anche il nostro impegno a fornire soluzioni di trasporto sostenibili in linea con i megatrens globali. Insieme, stiamo plasmando un’azienda resiliente e agile, attrezzata per essere leader in tempi di grandi trasformazioni”.

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Olof Persson, CEO di Iveco Group, conclude: “Unendo le forze con Tata Motors, stiamo liberando nuovo potenziale per migliorare ulteriormente le nostre capacità industriali, accelerare l’innovazione nel trasporto a zero emissioni e ampliare la nostra presenza nei principali mercati globali. Questa unione ci permetterà di servire meglio i nostri clienti con un portafoglio di prodotti più ampio e avanzato e di offrire valore a lungo termine a tutti gli stakeholder”.

Il Prezzo d’Offerta, unitamente al dividendo straordinario che sarà distribuito agli azionisti in relazione al trasferimento delle attività del Business Defence (stimato pari a 5,5-6 euro per azione), incorpora un premio del 22-25% rispetto al prezzo medio ponderato per volume nei tre mesi precedenti il 17 luglio 2025, pari a 16,02 euro (prima di qualsiasi speculazione su una possibile offerta). Il Prezzo d’Offerta incorpora anche un premio del 34%-41% rispetto al prezzo medio ponderato per volume nei tre mesi precedenti il 17 luglio 2025 pari a 16,02 euro (prima di qualsiasi speculazione su una possibile offerta) al netto del dividendo straordinario stimato di 5,5-6 euro per azione. Il dividendo straordinario stimato di 5,5-6 euro per azione rimane soggetto agli adjustments di chiusura connessi alla vendita del Business Defence

Il Consiglio di Amministrazione di Iveco sostiene l’Offerta e raccomanda ai titolari di common shares di aderirvi. Exor, principale azionista di Iveco Group, ha assunto l’impegno irrevocabile a sostenere l’Offerta e portare in adesione all’Offerta la propria partecipazione azionaria, pari a circa il 27.06% delle common shares e al 43.11% dei diritti di voto complessivi di Iveco Group. L’Offerente ha in essere finanziamenti committed sufficienti a far fronte agli impegni di pagamento dell’intero Prezzo d’Offerta, assicurando la disponibilità dei fondi e un’elevata certezza di completamento dell’operazione. L’Offerente è impegnato a sostenere e accelerare la strategia di Iveco e a garantire gli interessi di lungo termine di tutti gli stakeholder di Iveco, inclusi dipendenti, fornitori e clienti. L’Offerente ha accettato numerosi impegni non finanziari a valere per i due anni successivi alla data di settlement dell’Offerta. L’Offerta è subordinata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni in materia di concentrazioni, investimenti diretti esteri, Regolamento UE sui sussidi esteri e regolamentazione finanziaria, e si prevede sia conclusa nella prima metà del 2026. La vendita del Business Defence è prevista entro il primo trimestre del 2026 e comunque non oltre il 31 marzo 2026.

-Foto Tata Motors-Iveco Group-
(ITALPRESS).

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