Cronaca
Agcom boccia confronto a 2 Letta-Meloni a Porta a Porta, no par condicio
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2 anni fa-
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RedazioneROMA (ITALPRESS) – L’Agcom – a fronte di diverse segnalazioni ricevute in relazione alla preannunciata organizzazione della trasmissione Porta a Porta programmata per il 22 settembre, tra le quali quella del Presidente della Commissione di vigilanza Rai Barachini – ha adottato a maggioranza, con il voto contrario della commissaria Elisa Giomi, una delibera con la quale richiama le emittenti televisive e radiofoniche nazionali al rigoroso rispetto della parità di trattamento dei soggetti politici nei programmi di approfondimento concernenti la campagna elettorale per le prossime elezioni del 25 settembre. Il confronto era previsto tra il segretario nazionale del Pd Enrico Letta e la leader di FdI Giorgia Meloni. Per garantire l’applicazione di tale principio, le emittenti dovranno tener conto che l’attuale legge elettorale prevede un sistema misto (maggioritario e proporzionale) che, da un lato, per cinque ottavi, prevede l’assegnazione dei seggi in collegi plurinominali in base ad un criterio proporzionale fondato sullo scrutinio di lista, dall’altro consente alle medesime liste di presentarsi (o meno) in coalizione per concorrere all’assegnazione dei rimanenti tre ottavi dei seggi in collegi uninominali in base ad un sistema maggioritario. Tale legge non prevede altresì l’individuazione di un capo della coalizione (laddove invece impone alle liste di indicare il relativo capo politico), nè postula necessariamente che l’esito delle elezioni venga determinato dal confronto tra due liste o tra due coalizioni. Pertanto, l’interpretazione della disciplina sulla par condicio, come risulta dal combinato delle disposizioni della delibera 299/22/CONS e di quelle del provvedimento del 2 agosto 2022 della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, deve necessariamente conformarsi a tale impostazione, secondo quanto espressamente previsto dalla legge, e in questo senso sono i precedenti dell’Autorità relativi alla scorsa tornata elettorale. Fermo restando quanto stabilito dalla delibera dell’Autorità in materia di confronto fra le forze politiche (e in particolare dall’articolo 7, comma 10), la programmazione di un unico confronto televisivo tra due soli soggetti politici, nonchè le attività di comunicazione ad esso correlate, risulta non conforme ai principi di parità di trattamento e di imparzialità dell’informazione, essendo suscettibile di determinare, in capo ai soggetti partecipanti al confronto, un indebito vantaggio elettorale rispetto agli altri.
Alla luce del quadro normativo e regolamentare sopra richiamato, inoltre, la definizione delle modalità di eventuali confronti fra esponenti politici non può essere rimessa agli esponenti politici medesimi, rientrando, tale definizione, nella responsabilità editoriale dei direttori responsabili dei programmi. L’Autorità ha pertanto ritenuto, in vista della seconda fase della campagna elettorale e al fine di fornire indicazioni a tutti i soggetti interessati, di rivolgere un richiamo a tutte le emittenti televisive e radiofoniche nazionali affinchè, all’interno dei programmi di approfondimento informativo in cui sono previsti confronti politici, provvedano, nel rispetto della propria autonomia editoriale, ad assicurare un rigoroso ed effettivo rispetto delle condizioni di parità di trattamento, al fine di garantire all’elettorato una rappresentazione completa e imparziale delle diverse proposte politiche in vista del voto. L’Autorità, nel rispetto dell’autonomia editoriale delle singole emittenti, vigilerà sulla programmazione televisiva e radiofonica, secondo le proprie prerogative, al fine di garantire l’effettività dei principi della parità di trattamento e della correttezza dell’informazione.
(ITALPRESS).
– credit photo agenziafotogramma.it –
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Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”
Pubblicato
1 ora fa-
23 Novembre 2024di
RedazioneMILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).
Foto: Agenzia Fotogramma
Cronaca
La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”
Pubblicato
1 ora fa-
23 Novembre 2024di
RedazioneROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).
Foto: Agenzia Fotogramma
Cronaca
Sicilia, Schifani “Quasi ripianati i conti della Regione, un record”
Pubblicato
1 ora fa-
23 Novembre 2024di
RedazioneMILANO (ITALPRESS) – Aveva promesso un cambio di passo per l’Isola e quasi a metà legislatura, l’obiettivo sembra essere compiuto. E’ quanto riconosce il quotidiano Milano Finanza al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Lo certificano, secondo l’articolo, i dati del consuntivo del 2023 presentato dall’amministrazione, ma anche i numeri della Banca d’Italia, che vedono il pil crescere dell’1%, e di Unioncamere, che confermano la crescita di valore aggiunto prodotto dai territori e le agenzie internazionali hanno messo la Sicilia sotto una luce nuova: BBB con outlook stabile per Fitch, lo stesso di Standard & Poor’s, mentre Moody’s ad aprile lo ha alzato da Ba1 a Baa3. Alla base di ciò, dice l’ultimo aggiornamento della Banca di Italia di metà novembre, ci sono un settore delle costruzioni che riesce a crescere nonostante la fine del Superbonus, un’espansione del turismo e dell’occupazione in generale, anche se la manifattura segna il passo. Il disavanzo regionale da ripianare, inoltre, è stato pertanto ridotto dai 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. “Si tratta di un record – commenta Schifani a Milano Finanza – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto”.(ITALPRESS).
Foto: Agenzia Fotogramma
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