Cronaca
Neoplasie linfoproliferative, studi su impatto e gestione del paziente
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1 anno fa-
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RedazioneROMA (ITALPRESS) – In occasione della XVI edizione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Health Technology Assessment (SiHTA), ha avuto luogo il simposio promosso da BeiGene, azienda biotecnologica globale, dal titolo ‘Il burden economico della Macroglobulinemia di Waldenstrom (MW) e della Leucemia Linfatica Cronica (LLC) e stima del potenziale impatto organizzativo legato alla gestione multidisciplinare dei pazientì. Al simposio interattivo sono intervenuti Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Microeconomia, Direttore EEHTA-CEIS, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergatà e Presidente SiHTA, ed Eugenio Di Brino, Co-founder & Partner di Altems Advisory, Università Cattolica del Sacro Cuore, sull’impatto di queste malattie onco-ematologiche sul Servizio Sanitario Nazionale e quanto sia fondamentale ottimizzare la presa in carico dei pazienti anche tramite l’implementazione di Team multidisciplinari.
Entrambe le neoplasie linfoproliferative rientrano nella categoria dei linfomi non Hodgkin: la Macroglobulinemia di Waldenstrom (WM), un raro tumore del sangue, colpisce ogni anno circa 250 persone in Italia, rappresentando circa il 2% di tutti i linfomi non-Hodgkin ed ha in genere una progressione lenta dopo la diagnosi. La Leucemia Linfatica Cronica (LLC), una delle forme di leucemie più frequenti negli adulti, è una neoplasia spesso indolente che si sviluppa lentamente. Pertanto, molti pazienti potrebbero non aver bisogno di un trattamento immediato. Circa due terzi dei pazienti affetti richiedono, alla diagnosi o in un momento successivo, il trattamento con una terapia sistemica e la maggior parte di essi viene sottoposta a più di una linea di trattamento.
Queste patologie sono quindi malattie dalle caratteristiche croniche, che interessano perlopiù soggetti anziani, e che di frequente quindi si associano anche a numerose comorbidità, che ne rendono la presa in carico particolarmente più complicata.
Proprio su questi aspetti si è soffermato lo studio presentato da Eugenio Di Brino, che ha analizzato il possibile impatto che un approccio multidisciplinare avrebbe rispetto all’attuale modello di gestione dei pazienti affetti da queste patologie.
L’analisi, che ha preso in considerazione 4 Centri ematologici italiani, ha permesso di identificare le maggiori criticità esistenti nel percorso di cura dei pazienti affetti dalle patologie in esame: per la Macroglobulinemia di Waldenstrom l’assenza di armonizzazione dei criteri diagnostici e di uniformità dei criteri di eleggibilità ai trattamenti disponibili, e la mancanza di omogeneità sul territorio nazionale; per la Leucemia Linfatica Cronica la mancanza di studi di confronto diretto tra i diversi trattamenti disponibili, che complica la scelta terapeutica ottimale, la variabilità nelle risposte al trattamento e l’influenza di fattori logistici, come l’accessibilità delle strutture sanitarie ai pazienti.
Si evince quindi come tali patologie necessitino di una maggiore attenzione e sensibilizzazione. Data la loro cronicità e complessità risulta anche di fondamentale importanza valutarne l’impatto economico sociale che è quanto ha realizzato il Professor Francesco Saverio Mennini attraverso l’analisi di dati di costi diretti sanitari e indiretti sostenuti oggi in Italia, per la gestione di queste patologie tratti da fonti nazionali appropriate.
Nel complesso, l’analisi ha stimato una media di 7.568 pazienti ospedalizzati ogni anno per le patologie considerate, con la maggioranza dei pazienti ricoverati con LLC (87%) contro il 13% della WM. Il peso economico totale stimato per le due patologie è pari ad oltre 317,5 milioni annui corrispondente ad una media per paziente di oltre 41 mila (con circa 256 milioni annui dovuti alla LLC e circa 62 alla WM). La principale voce di spesa rappresentata dai costi diretti è pari all’82% della spesa complessiva, mentre i costi indiretti rappresentano il 18% e derivano dalle prestazioni previdenziali e assistenziali erogate ai pazienti, anche attraverso indennità di accompagno e invalidità, che comportano un aggravio di costi sociali, ad esempio per le ore di lavoro perse da parte del paziente stesso, trattandosi di pazienti anziani ma spesso ancora in età lavorativa o da parte dei caregiver che li affiancano.
‘L’analisi dei costi sostenuti attualmente per queste malattie onco-ematologiche ha rivelato un quadro significativamente impattante sul Sistema Sanitario Nazionale, mettendo in evidenza la necessità di una ottimizzazione nella gestione di questi pazienti – ha commentato il Professor Mennini – Anche grazie alla disponibilità di terapie sempre più avanzate, per questo tipo di malattie onco-ematologiche si può iniziare a parlare di cronicizzazione, per cui è fondamentale poter garantire una presa in carico ottimale di questi pazienti, sia per garantire loro un miglioramento della qualità di vita sia per assicurare la sostenibilità del sistema con adeguato utilizzo delle risorse a disposizionè.
La ricerca di ALTEMS condotta dal professor Di Brino è andata proprio ad indagare come l’approccio di un team multidisciplinare permetta di ottimizzare gli esiti dei pazienti e gli aspetti organizzativi ed economici in questo setting di patologie. Le motivazioni principali che valorizzano l’implementazione del lavoro in un team strutturato per la diagnosi e la presa in carico di questi pazienti vanno nella direzione di migliorare alcune delle criticità sopra elencate, come ad esempio, poter arrivare ad una valutazione accurata dei pazienti essendo in età avanzata, armonizzare i criteri diagnostici e uniformare quelli di eleggibilità ai trattamenti, migliorare i processi di logistica, la gestione degli eventi avversi e la collaborazione tra i professionisti sanitari.
L’analisi ha valutato, attraverso l’ascolto dei professionisti sanitari dei 4 Centri coinvolti nell’indagine, quale potrebbe essere l’organizzazione ottimale per la gestione di questi pazienti in un approccio multidisciplinare, con un team in cui l’ematologo è affiancato da altri specialisti come cardiologo, neurologo, farmacista ospedaliero, geriatra, ma anche figure di supporto come il farmacologo, il nefrologo, il radiologo e il reumatologo. Questo permetterebbe sicuramente di seguire meglio il paziente nell’intero percorso di cura ma anche di supportare l’ematologo, che spesso nella pratica clinica si ritrova ed essere solo nella gestione di questi pazienti, che hanno tutta una serie di comorbidità associate da gestire nel modo migliore.
Sono state identificate alcune modalità di funzionamento del team per poter efficientare il lavoro, come la programmazione di riunioni una volta al mese con la discussione di 10 casi clinici. Tutti gli specialisti dovrebbero prepararsi alla riunione effettuando un pre-reading dell’agenda che si andrà a discutere (impiegando circa 30 min) e con una tempistica media di discussione per ciascun caso di 12 minuti. Si è stimato un valore annuo di costo orario di circa 58.000 euro per il lavoro di un tumour board, che risulta essere il 6% delle risorse economiche del personale sanitario investite. Il maggior peso è rivestito dalla fase di preparazione della riunione, che può però essere migliorato efficientando i canali di comunicazioni esistenti, ad esempio un’unica mail o piattaforme di condivisione clinica.
Nell’analisi sono anche stati ipotizzati alcuni indicatori utili per misurare la performance del Team multidisciplinare così strutturato sugli esiti di salute come la risposta al trattamento, l’aderenza terapeutica, il tempo di diagnosi, il numero di accessi al pronto soccorso e l’incidenza di complicanze.
‘Dall’analisi di Altems Advisory è emerso che destinando una piccolissima quota parte delle risorse in termini di tempo del personale sanitario all’applicazione dei team multidisciplinari si può migliorare notevolmente la gestione del paziente, apportando notevoli benefici non solo all’outcome delle terapie ma anche benefici in termini di efficienza organizzativa per le strutture sanitarie – ha affermato Eugenio Di Brino, Co-Founder & Partner di Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica – Sicuramente un altro fattore di miglioramento per la presa in carico di questi pazienti è il poter favorire l’integrazione tra ospedale e territorio, data la sempre più elevata tendenza alla cronicizzazione per questi pazienti, grazie alle nuove terapie disponibili. Il sistema deve farsi quindi trovare pronto per agevolare questa integrazione, affinchè si eviti che una gestione non controllata delle cronicità abbia negativi impatti sull’intero sistemà.
Alla luce delle analisi condotte emerge quindi l’importanza di prioritizzare patologie onco-ematologiche come la Macroglobulinemia di Waldenstrom e la Leucemia Linfatica Cronica e dare la giusta centralità ai pazienti affetti da queste patologie, che sono spesso già fragili a causa dell’età avanzata e delle patologie associate, attraverso l’implementazione di un percorso di cura ottimale, ed omogeneo sul territorio nazionale.
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Cronaca
L’Italia bissa il successo del 2023 e vince ancora la Davis
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24 Novembre 2024di
RedazioneMALAGA (SPAGNA) (ITALPRESS) – Altro successo, altro trionfo, targato Jannik Sinner. L’annata straordinaria del tennis italiano non poteva chiudersi in altro modo, ovvero con la conquista della seconda prestigiosa insalatiera consecutiva. L’altoatesino ha battuto Tallon Griekspoor e ha regalato al team azzurro il decisivo punto del 2-0 nella finalissima della Coppa Davis 2024, contro l’Olanda, andata in scena sui campi in cemento indoor del “Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena” di Malaga. Il tennista di San Candido, numero uno del mondo, nel secondo singolare dell’incontro, ha sconfitto il rivale del team “Orange”, numero 40 del ranking internazionale, col punteggio di 7-6 (2) 6-2. Una vittoria molto più sofferta del previsto grazie anche e soprattutto a un Griekspoor in versione “deluxe”. In precedenza, nel primo singolo dell’atto conclusivo, Matteo Berrettini, numero 35 del mondo, sempre più vicino alla sua forma migliore (quella del 2021, quando è arrivato in finale a Wimbledon), ha battuto Botic Van De Zandschulp, 80 della classifica Atp, con lo score di 6-4 6-2.
Si tratta della seconda vittoria di fila in Coppa Davis per gli azzurri, capitanati da Filippo Volandri, ed è il terzo trionfo della storia per la Nazionale italiana maschile del tennis dopo il primo successo datato 1976. Sei invece le volte nelle quali gli azzurri si sono arresi all’atto conclusivo. Per l’Olanda di contro era la prima finale in Coppa Davis.
Per Sinner una stagione incredibile con la vetta della classifica mondiale, la conquista di due titoli del Grande Slam (gli Australian Open e gli Us Open), il successo nelle Atp Finals e ora il trionfo-bis in Davis. Annata super, in generale, per tutto il tennis azzurro. Storica l’accoppiata Coppa Davis-Billie Jean King Cup, arrivata grazie alla vittoria di mercoledì delle ragazze guidate da Tathiana Garbin, da aggiungere ai titoli di Sinner e alle medaglie di Parigi2024 (l’oro nel doppio femminile di Sara Errani e Jasmine Paolini e il bronzo nel singolare maschile di Lorenzo Musetti), alle finali raggiunte al Roland Garros e a Wimbledon in singolo dalla Paolini e al titolo del doppio misto conquistato agli Us Open dalla Errani e da Andrea Vavassori. L’Italia del tennis, dunque, è padrona del mondo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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RICORDO DI LUIGINO ALPAGO, PER TUTTI “LUIGINO STEREODISCO”
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24 Novembre 2024di
RedazioneSe ne è andato anche Luigino Alpago. Aveva 89 anni e un grande bagaglio di esperienza e di ingegno creativo. Per tutti, a Voghera e in Oltrepo, era “Luigino Stereodisco”. Quante generazioni sono passate da lì, da quel negozio di via Matteotti, nei pressi della stazione ferroviaria di Voghera, ormai chiuso dal 2019, dopo 57 anni di attività, ma ancora lì, con quell’insegna a dirci che quel luogo diventato ormai iconico non deve mai morire, anzi, sarebbe bello che l’amministrazione comunale pensasse di farne un museo della discografia in vinile e degli strumenti radiofonici d’epoca. Il sindaco Paola Garlaschelli, sul suo profilo social, ha ricordato Luigino per la sua passione e dedizione che hanno arricchito la comunità vogherese. E come non ricordare quante persone hanno appreso da lui le prime armi del mestiere come tecnici radiofonici a Radio Voghera. Lui, con la sua straordinaria semplicità e quella sua predisposizione al dialogo e alla collaborazione, sapeva confrontarsi con tutti, dai giovani ai meno giovani. Risuona ancora nella mente quello spot diventato ormai icona registrato con la voce inconfondibile del grande Peppino Malacalza, andato in onda per anni su Radio Voghera, “Luigino Stereodisco” gridava a gran voce. E noi subito a pensare a quel negozio dove siamo transitati chissà quante volte, soffermandoci a parlare del più e del meno con Luigino. L’ultima volta lo avevo intervistato proprio lì, per uno speciale in ricordo di altre due figure memorabili per Voghera, Beppe Buzzi e proprio “Pipei” Malacalza. Ora li immagino lassù in cielo insieme a programmare il prossimo varietà al Teatro alle Grazie e in onda anche su Radio Voghera, con il suo patron Gino Orsi, che ci ha lasciato qualche anno fa chiudendo per sempre la storia radiofonica locale in piazzale Marconi. Cara vecchia Voghera, quante persone straordinarie hai visto “andare avanti”…quanta storia culturale hanno lasciato alle giovani generazioni…non disperdiamola, mi raccomando!
I funerali di Luigino Alpago si svolgeranno Martedì 26 alle 10 nella chiesa dei Padri Barnabiti, partendo dalla Casa Funeraria Rossi di Voghera in via Barenghi 49, seguirà la tumulazione nel cimitero di Lungavilla, luogo di cui era nativo. S. Rosario Lunedì 25 alle 18,45 sempre nella chiesa dei Barnabiti. Alla famiglia Alpago le nostre più sentite condoglianze.
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