Cronaca
Women Value Company, Intesa Sanpaolo premia le imprese al femminile
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2 anni fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Dopo Firenze e Napoli, si è svolto a Milano il terzo evento conclusivo del premio Women Value Company Intesa Sanpaolo, organizzato dal Gruppo bancario guidato da Carlo Messina in collaborazione con Fondazione Marisa Bellisario.
Presso lo Spazio eventi Intesa Sanpaolo Gioia 22, presenti 38 aziende provenienti dalle regioni del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto e Friuli-Venezia Giulia). L’iniziativa, giunta quest’anno alla settima edizione, è riconosciuta come categoria speciale del Premio Marisa Bellisario ed è dedicata alla valorizzazione dell’imprenditoria al femminile e delle aziende che investono sull’uguaglianza di genere e sul welfare aziendale.
Anche quest’anno numerose le candidature pervenute da tutta Italia, oltre 1.200, tra le quali sono state selezionate le due vincitrici del premio nazionale Mela d’Oro Women Value Company Intesa Sanpaolo. A queste si sono aggiunte le imprese selezionate per le menzioni speciali in ambito “Donne Innovatrici”, “Donne per l’Estero” e “Donne per il Sociale”.
Durante l’evento milanese sono intervenute Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario; Virginia Borla, Responsabile Business Governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, e Anna Roscio, Responsabile Sales & Marketing Imprese Intesa Sanpaolo, oltre all’intervento di Stefania Trenti, Responsabile Industry Research Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo.
Quest’anno il premio Women Value Company Intesa Sanpaolo ha visto la partecipazione più numerosa dal suo esordio, forte di una sempre maggior sensibilità ai temi dell’inclusione e della valorizzazione dell’imprenditoria femminile. Per questo motivo Intesa Sanpaolo e Fondazione Marisa Bellisario hanno voluto organizzare tre momenti di incontro con tutte le 100 aziende vincitrici, oltre a celebrare alcune di esse con una menzione speciale, coerente con le missioni del PNRR ed esempi di eccellenza per cultura aziendale inclusiva, offrendo importanti spunti di riflessione sulle sfide delle strategie aziendali e su misure/strumenti del PNRR per valorizzare l’imprenditoria in rosa.
Dall’analisi della Direzione Studi e Ricerche emerge come nel 2022 l’Italia si collochi all’ultimo posto tra i paesi europei per tasso di attività femminile (56,4%, 13 punti in meno rispetto alla media UE27). Su questo risultato pesano soprattutto i ritardi delle regioni del Mezzogiorno (41,5%), mentre per le regioni del Nord la percentuale sale al 64,9% e con tassi superiori alla media nazionale diffusi a tutti i territori. Se l’Italia si allineasse al valore medio europeo di attività femminile, significherebbe un incremento di 2,4 milioni nella forza lavoro (+10%), con effetti positivi sulla crescita del PIL. Anche le imprese possono contribuire ad aumentare il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro attraverso una serie di interventi e strategie. Le imprese che hanno aderito a questa edizione di Women Value Company hanno mostrato una forte attenzione alla valorizzazione dei dipendenti con un mix articolato di iniziative, con ai primi posti i temi della formazione e della conciliazione tra vita professionale e famiglia. Spiccano per l’adozione di queste iniziative le imprese a guida femminile. Attenzione al capitale umano e alla sostenibilità emergono come due elementi strettamente correlati: le imprese con un profilo più evoluto per la gestione del capitale umano mostrano una maggior propensione a investire in sostenibilità. Le imprese con un’attenzione maggiore a queste tematiche hanno registrato negli ultimi anni una migliore evoluzione in termini di crescita del fatturato ma anche della produttività del lavoro, a dimostrazione di come il capitale umano ed il suo benessere siano sempre di più un fattore strategico vincente.
Tematiche al centro degli eventi di Firenze, Napoli e Milano durante i quali avviene l’assegnazione della Menzione speciale – Donne per l’Estero, della Menzione speciale – Donne per il sociale e Menzione speciale – Donne per l’innovazione.
Gli incontri territoriali seguono la cerimonia nazionale di consegna della “Mela d’Oro” Women Value Company Intesa Sanpaolo avvenuta a Roma in occasione della premiazione della 35^ edizione Premio Marisa Bellisario. Le imprenditrici a cui è stata assegnato il prestigioso riconoscimento sono Nunzia Giunta, Amministratore Delegato di UOMO E AMBIENTE (categoria Piccole Imprese), e a Sabrina Paola Secli, CEO di SPS Manifatture (categoria Medie Imprese).
La discussione “Donne e imprese che guardano al futuro” dedicata ai temi dell’innovazione, supporto della nuova imprenditoria femminile e difesa della parità di genere al centro delle grandi sfide globali, ha offerto l’occasione persviluppare il tema della diversity. Non solo in termini di genere ma anche di esperienze, e dato spazio a spunti e riflessioni sulle nuove sfide delle strategie aziendali a partire da sostenibilità, digitalizzazione, innovazione tecnologica, capitale umano e formazione come fattori abilitanti alla crescita delle imprese in particolare al femminile, anche alla luce delle missioni e degli strumenti del PNRR destinati all’inclusione e alla coesione sociale, con l’assegnazione di specifici fondi alle politiche per il lavoro e alla valorizzazione dell’imprenditoria femminile. Per questa ragione, al dibattito è prevista la presenza di imprenditrici che hanno avviato nuove start up innovative, come segnale della capacità di investire in nuove tecnologie orientate in particolare alla sostenibilità, e giovani studentesse che sono pronte ad affrontare nuovi percorsi lavorativi, facendo leva su formazione di alto livello.
“Ringrazio ancora una volta Intesa Sanpaolo per aver reso possibile questa splendida iniziativa e le aziende selezionate per il grande contributo che danno all’economia dei loro territori e alla diffusione di una cultura di parità. Il loro modello di gestione ci conferma che investire sulle donne, valorizzare le loro competenze, favorire la loro crescita professionale sono tutte scommesse vincenti – ha detto Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario -. Con Women Value Company premiamo l’impegno, l’equità e la lungimiranza di tante piccole e medie imprese italiane perchè il loro modello di crescita inclusiva e sostenibile diventi un esempio per tutte le nostre realtà produttive”.
“Condividiamo il progetto Women Value Company con Fondazione Marisa Bellisario ormai da sette anni per essere al fianco di imprenditrici orientate all’equità di genere e alla valorizzazione di talento e merito come leve per il successo della loro azienda – ha sottolineato Virginia Borla, Responsabile Business Governance Banca dei Territori Intesa Sanpaolo -. A questo tipo di PMI è destinato nuovo credito per un miliardo di euro nell’ambito dei finanziamenti previsti dal Gruppo per le imprese, finalizzati a stimolare ulteriormente l’imprenditoria a guida femminile e facilitarne anche l’accesso ai fondi del PNRR per investire in benessere, welfare e formazione dei propri dipendenti”.
– foto f01/Italpress –
(ITALPRESS).
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Cronaca
Consorzi Cobat, riciclate 154 mila tonnellate di prodotti a fine vita
Pubblicato
56 minuti fa-
7 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Tre filiere integrate, una base sociale in crescita e un contributo concreto all’economia circolare. Questi i risultati presentati a Roma nell’evento a Palazzo Grazioli, organizzato con il supporto di Globe Italia.
“I Consorzi Cobat sono un sistema virtuoso e i sistemi consortili sono strutture fondamentali per lo sviluppo dell’economia circolare”, ha affermato Laura D’Aprile Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE.
Un modello, quello dei consorzi, che contribuisce in modo significativo ai risultati raggiunti dall’Italia che è tra i Paesi leader in Europa per il recupero e il riciclo dei rifiuti. Secondo i dati Eurostat, registra un tasso di uso circolare dei materiali – cioè la quota di materiali riciclati reinseriti nei cicli produttivi – pari al 20,8%, quasi il doppio della media europea. A questo si aggiunge il dato evidenziato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, secondo cui l’Italia guida la classifica UE con l’85,6% di rifiuti riciclati sul totale dei rifiuti trattati. Numeri che testimoniano l’eccellenza del settore, ma che non esauriscono le sfide: allinearsi alle direttive europee, incrementare la raccolta, rafforzare la tracciabilità delle filiere e ridurre la dipendenza dalle materie prime vergini.
In questo contesto, si inserisce l’azione dei Consorzi Cobat, che oggi hanno presentato a Roma, presso la Sala della Stampa Estera di Palazzo Grazioli, i Bilanci di Sostenibilità 2024. L’evento ha offerto per la prima volta una lettura integrata delle tre filiere Cobat: RIPA (pile e accumulatori), RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e TYRE (pneumatici fuori uso).
L’evento, organizzato insieme a Globe Italia – Associazione Nazionale per il clima, ha visto la partecipazione di Michele Zilla, Presidente di Consorzi Cobat, Michele Priori, Direttore Generale di Consorzi Cobat, Camilla Colucci, CEO di Circularity – Sustainability Partner che ha supportato la redazione dei report, David Viva, Direttore Generale di Cobat RIPA, Valentina Negri, Direttore Generale di Cobat RAEE e Francesco Massaro, Direttore Generale di Cobat TYRE.
Inoltre, sul tema “Sostenibilità come volano di sviluppo: il valore dei consorzi”, sono intervenuti Fabrizio Penna, Capo Dipartimento Unità di missione per il PNRR del MASE; Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE e il Senatore Luca De Carlo, Presidente della 9 a Commissione permanente del Senato.
I risultati raccontano di un sistema in crescita: nel 2024 sono state raccolte e avviate a trattamento oltre 154 mila tonnellate di prodotti giunti a fine vita, mentre i soci dei tre consorzi sono aumentati significativamente negli ultimi tre anni: +22% RIPA, +21% RAEE, +33% TYRE.
“Il nostro primo Bilancio di Sostenibilità integrato non è solo un esercizio di trasparenza, ma il punto di partenza di un percorso condiviso”, spiega Michele Priori, Direttore Generale di Consorzi Cobat. “Per la prima volta Consorzi Cobat racconta la propria identità e la propria visione all’interno di una narrazione unica e integrata. E’ il segno di un sistema consortile che cresce, che affronta le sfide come stimolo al cambiamento e che guarda al futuro con l’ambizione di guidare la transizione verso un’economia circolare più giusta, innovativa e inclusiva. Ogni risultato raggiunto è il frutto di un impegno collettivo: dei nostri soci, delle istituzioni, dei partner e di tutte le persone che insieme a noi credono che la sostenibilità sia una responsabilità concreta e quotidiana” ha sottolineato Michele Priori.
“Il bilancio di sostenibilità è uno strumento importante, perchè ci consente di delineare l’attività’ dei consorzi come strutture fondamentali per lo sviluppo delle filiere circolari, attraverso numeri e dati. I sistemi consortili sono la prima forma di partnership tra pubblico e privato nel settore dell’economia circolare, in cui crediamo molto e che abbiamo scelto di vigilare sempre più attentamente, attraverso l’istituzione di un organismo di vigilanza e controllo dei consorzi e dei sistemi autonomi che nel tempo monitora le attività e applica misure correttive, ove necessario, per garantire un sistema sano e competitivo. I Consorzi Cobat sono un esempio di sistema virtuoso” ha dichiarato Laura D’Aprile Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE.
Fra i dati del 2024, spiccano i principali risultati raggiunti: – Cobat RIPA ha raccolto 88.627 tonnellate di pile e accumulatori esausti, con una crescita del +35% rispetto al 2023. La raccolta ha riguardato in particolare 51.379 tonnellate di batterie per veicoli e 33.075 tonnellate di batterie industriali, cui si aggiungono 4.174 tonnellate di batterie portatili. Parallelamente, i soci del Consorzio hanno immesso sul mercato 236.853 tonnellate di pile e accumulatori, un dato leggermente inferiore rispetto al 2023, ma superiore al 2022.
“Questi risultati confermano la centralità della filiera RIPA per il recupero di materie critiche e per la sicurezza ambientale”, ha commentato David Viva, Direttore Generale di Cobat RIPA.
– Cobat RAEE ha raccolto 27.591 tonnellate di rifiuti elettronici, a fronte di una crescita dell’immesso al consumo, passato da 149.218 t nel 2022 a 195.935,55 t nel 2024. La raccolta dei RAEE domestici è aumentata di oltre 2.500 tonnellate rispetto al 2023, con i raggruppamenti “freddo e clima” (R1) ed “elettronica di consumo” (R4) protagonisti: più di 7.000 tonnellate ciascuno.
“La sfida dei RAEE è accompagnare l’innovazione tecnologica riducendo l’impatto ambientale e valorizzando metalli preziosi da reimmettere nei cicli produttivi”, ha osservato Valentina Negri, Direttore Generale di Cobat RAEE.
Cobat TYRE ha raccolto 38.377 tonnellate di pneumatici fuori uso, corrispondente al 111,36% rispetto al target. La Lombardia si conferma la regione con il maggior volume (4.266,40 tonnellate), ma ottime performance sono arrivate anche dal Sud, a dimostrazione di una rete logistica solida e capillare.
“Abbiamo superato i target ministeriali e dimostrato che la filiera PFU può diventare un motore di innovazione e sostenibilità, anche grazie a nuove applicazioni industriali della gomma riciclata”, ha dichiarato Francesco Massaro, Direttore Generale di Cobat TYRE.
“Questo Bilancio di Sostenibilità è la prova che i Consorzi Cobat sanno trasformare responsabilità in opportunità, unendo imprese e istituzioni in un progetto comune di futuro circolare per il Paese. Le nuove normative europee, l’evoluzione dei mercati, la necessità di rafforzare la tracciabilità e il recupero delle materie prime critiche sono solo alcuni dei fronti su cui siamo chiamati a misurarci. Siamo convinti che proprio in queste sfide risieda la possibilità di costruire un sistema più avanzato e più giusto, capace di generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Il nostro obiettivo, oggi più che mai, è guidare la transizione verso un modello sostenibile di sviluppo, mettendo al centro l’interesse collettivo e il futuro del Paese” ha concluso Michele Zilla, Presidente di Consorzi Cobat.
-foto ufficio stampa Consorzi Cobat –
(ITALPRESS).
I fatti del giorno: Pavia, spaccatura in giunta sul trasferimento dei Sinti – Garlasco, chiarimenti sul computer di Sempio – Voghera, Stefano Boeri incaricato per il futuro dell’ex caserma – Milano, nuova super perizia per la morte di Ramy Elgaml – Statale, occupazione degli studenti per la Palestina – Addio ad Aimo Moroni, il cuoco che ha fatto la storia della cucina italiana – Pronto Meteo Lombardia 8 Ottobre.
Cronaca
Scompenso cardiaco, presentato il paper con le nuove linee di azione
Pubblicato
3 ore fa-
7 Ottobre 2025di
Redazione
ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuto oggi a Roma l’evento di presentazione del policy paper “Verso un piano nazionale per lo Scompenso Cardiaco”, alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni, esperti clinici e associazioni di pazienti. L’iniziativa, realizzata con il contributo non condizionante di AstraZeneca Italia, Roche Diagnostics e Bayer Italia, ha presentato i risultati del documento elaborato dal Gruppo di Lavoro dedicato, che negli ultimi mesi si è riunito periodicamente per affrontare le principali criticità legate a una patologia in costante crescita come lo scompenso cardiaco.
In Italia lo scompenso cardiaco interessa circa un milione di persone ed è la prima causa di ospedalizzazione negli over 65. Le riospedalizzazioni, in particolare, rappresentano la voce più rilevante della spesa sanitaria correlata allo scompenso: circa l’85% dei costi annui sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per la gestione di ciascun caso, stimati in 11.800 euro, è infatti riconducibile ai ricoveri. Il Gruppo di Lavoro ha pertanto individuato tre direttrici di intervento prioritarie: rafforzare la diagnosi precoce attraverso l’accessibilità al test NT-proBNP, definire percorsi di presa in carico strutturati e multidisciplinari mediante PDTA gestionali regionali, favorendo una collaborazione continuativa tra medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e territoriali, e consolidare l’integrazione ospedale-territorio con il supporto di strumenti digitali come il Fascicolo Sanitario Elettronico, la telemedicina e il telemonitoraggio.
Un tema centrale emerso nel paper riguarda la diagnosi precoce, considerata una leva decisiva per individuare tempestivamente i pazienti a rischio di scompenso cardiaco e avviare trattamenti in grado di modificare la prognosi, Fabrizio Oliva, Past President dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri – ANMCO, ha rimarcato l’importanza dell’integrazione del test NT-proBNP anche in contesti di primo livello e del ricorso a strumenti digitali per rafforzare la presa in carico: “individuare precocemente il paziente a rischio di insufficienza cardiaca è fondamentale per prevenire la progressione della malattia e ridurre il ricorso al ricovero, che incide in maniera significativa sulla prognosi. L’integrazione del test NT-proBNP nei setting territoriali permetterebbe non solo di attivare percorsi clinico-assistenziali tempestivi ed equi, ma anche di anticipare l’accesso ai trattamenti raccomandati, migliorando la qualità della presa in carico. In questo percorso, strumenti come la telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico possono favorire un dialogo più continuo tra specialisti e medici di medicina generale, garantendo un monitoraggio più ravvicinato e una gestione personalizzata nel tempo”.
All’interno del paper, inoltre, la necessità di rendere operativi PDTA gestionali unici per patologia, sintetici e realmente applicabili nei diversi contesti regionali, emerge come condizione abilitante per una presa in carico continua e multidisciplinare del paziente. In questa prospettiva, Stefania Paolillo, delegata della Società Italiana di Cardiologia – SIC, ha espresso l’esigenza di una regia clinica chiara, capace di coordinare medici di medicina generale e specialisti, valorizzando strumenti digitali validati per dare continuità informativa ai percorsi: “lo scompenso cardiaco è una condizione clinica che richiede un approccio multidisciplinare: senza un coordinatore del percorso il paziente si disperde tra esami e visite. Occorre un PDTA gestionale, conciso e pratico, che parta dalle esperienze regionali e converga verso un indirizzo nazionale condiviso, con ruoli e responsabilità definiti. La dimensione digitale non è accessoria: Fascicolo Sanitario Elettronico, teleconsulto e televisita, se implementati con strumenti validati e fruibili, costituiscono il filo conduttore che consente a tutti gli attori di sapere cosa è stato fatto, cosa resta da fare e perchè, rendendo il percorso effettivamente integrato e sostenibile”.
Il documento ha posto in evidenza i bisogni del paziente, sottolineando come la diagnosi precoce, la presa in carico del paziente secondo un percorso ben delineato dai PDTA regionali, incida sulla efficacia della cura e sulla qualità di vita del paziente cronico, ed in particolare del paziente affetto da scompenso cardiaco. Maria Rosaria Di Somma, Consigliera delegata dell’Associazione Scompensati Cardiaci – AISC, ha ricordato che la sostenibilità del sistema dipende dalla capacità di integrare ospedale e territorio, semplificando i percorsi e valorizzando i luoghi di prossimità: i pazienti hanno bisogno di percorsi chiari, multidisciplinari ed integrati, in grado di prevenire la fase acuta e di garantire continuità nella gestione della cronicità. Anche al fine di alleggerire l’ospedale preposto alla fase acuta, il territorio deve diventare il fulcro della cronicità: medici di medicina generale, farmacie, case di comunità devono poter eseguire, tra l’altro, test fondamentali come l’NT-proBNP per uno screening di prevenzione primaria e secondaria ed accompagnare il paziente in ogni fase di cura ed assistenza. Strumenti digitali come la telemedicina possono offrire un supporto prezioso, ma serve anche una decisa semplificazione burocratica: l’accesso alle terapie innovative è un diritto costituzionale e deve essere facilitato, alleggerendo il carico sia per i pazienti che per i medici.
La presentazione del paper rappresenta dunque un punto di partenza per consolidare un approccio condiviso e sostenibile, capace di fornire ulteriori strumenti alle Istituzioni, così da migliorare la qualità di vita dei pazienti con scompenso cardiaco.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
(ITALPRESS).


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