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Economia

Panetta “L’Italia sa affrontare le difficoltà, in 5 anni mostrata una notevole capacità di resilienza”

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ROMA (ITALPRESS) – “Negli ultimi cinque anni l’economia italiana ha mostrato una notevole capacità di resistenza e adattamento, crescendo più che nel quinquennio precedente la pandemia e in linea con il resto dell’area dell’euro. Il Mezzogiorno ha contribuito in misura significativa, interrompendo una lunga fase di arretramento rispetto al resto del Paese: dal 2019 il suo prodotto è aumentato dell’8%, contro il 5 del Centro Nord”. Lo afferma il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in occasione della celebrazione della 101ª Giornata Mondiale del Risparmio organizzata da Acri. “Le politiche economiche adottate dopo la pandemia e durante la crisi energetica – insieme ai fondi del programma Next Generation EU – hanno attenuato l’impatto degli shock sui redditi di famiglie e imprese e sostenuto l’attività produttiva. Ma questa tenuta riflette anche i frutti della ristrutturazione produttiva e delle riforme avviate dopo la crisi dei debiti sovrani”, aggiunge.

“Negli anni recenti l’Italia ha mantenuto una gestione prudente delle finanze pubbliche. Con l’esaurirsi delle misure straordinarie, l’indebitamento netto si è ridotto drasticamente: si è più che dimezzato lo scorso anno e, secondo le stime del Governo, nel 2025 dovrebbe scendere al 3% del PIL. Il saldo primario è tornato positivo e dovrebbe salire allo 0,9% mentre gli investimenti pubblici restano su livelli elevati in rapporto al prodotto, sostiene Panetta.

“La tenuta dell’economia, la credibilità degli obiettivi di finanza pubblica e la prudenza nella gestione dei conti ha rafforzato la fiducia nelle prospettive del Paese. Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi è diminuito di circa 100 punti base negli ultimi due anni. Anche il giudizio delle principali agenzie di rating è migliorato, nonostante il difficile contesto geopolitico. Vi sono spazi per ulteriori miglioramenti. Sono sviluppi che vanno consolidati, proseguendo con determinazione nella direzione intrapresa”, spiega.

“Oggi, con l’inflazione tornata sotto controllo, ci troviamo in un contesto internazionale complesso: riemergono tensioni geopolitiche e conflitti che pensavamo superati, mentre le nuove spinte protezionistiche ostacolano il commercio e la cooperazione economica. Si rafforza un clima di frammentazione e incertezza in cui la contrapposizione tende a prevalere sul dialogo e sulla collaborazione. In questo scenario la priorità è chiara: proseguire con determinazione una crescita solida e duratura fondata su investimenti, innovazione e produttività”.

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“L’Italia ha dimostrato di saper affrontare le difficoltà economiche e di sapersi rinnovare. Dobbiamo valorizzare questa forza investendo nel capitale umano e tecnologico, sostenendo la produttività e la competitività, rafforzando la fiducia dei cittadini e dei mercati. La solidità del sistema produttivo e la transizione verso un’economia sempre più digitale offrono le basi per farlo”

“Guardando al futuro, la politica di bilancio dovrà tenere conto dell’invecchiamento della popolazione e dei nuovi impegni in materia di difesa sostenendo la capacità produttiva. È essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell’economia oltre quell’1% stentato su cui sembriamo esserci assestati, preparando fin d’ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.

DAZI, “ACCORDO UE-USA HA RIDOTTO INCERTEZZA”

“La competitività delle imprese italiane non può essere data per acquisita, soprattutto alla luce delle attuali tensioni commerciali e delle incerte prospettive della domanda globale. Il recente accordo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti ha ridotto l’incertezza sul quadro dei rapporti doganali bilaterali, ma ha anche comportato un sensibile aumento, dal 2 al 16%, dei dazi medi effettivi sulle esportazioni europee. Secondo le nostre valutazioni, gli effetti diretti per gli esportatori italiani e le loro filiere restano nel complesso limitati, grazie ai punti di forza appena menzionati. Non vanno però sottovalutati gli effetti che si concentrano su singoli settori o territori, né quelli indiretti -osserva -. Nei primi sette mesi di quest’anno le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono diminuite di 43 miliardi di euro rispetto all’analogo periodo del 2024, mentre quelle verso l’Europa sono aumentate di 34 miliardi”.

“Sebbene non straordinaria, è una crescita rilevante, che interessa in ampia misura i settori a tecnologia avanzata e conferma il rischio – già segnalato in passato – di un ampio reindirizzamento delle produzioni cinesi verso i nostri mercati. A ciò si aggiunge l’apprezzamento dell’euro, che sta erodendo in misura significativa la competitività di prezzo dei prodotti europei”, aggiunge.

BANCHE, “UTILIZZINO RISORSE PER RAFFORZARE CRESCITA”

“Il sistema bancario italiano è nell’insieme solido, ben patrimonializzato e oggi tra i più redditizi d’Europa. I rischi di credito restano limitati, grazie anche alle buone condizioni finanziarie delle imprese. Contribuisce l’ampio utilizzo dei prestiti garantiti dallo Stato, tutt’ora pari a un quarto di quelli alle imprese. I ricavi continuano a crescere, nonostante la discesa dei tassi di interesse, a conferma della capacità degli intermediari di adattarsi e diversificare la propria attività. Questi andamenti hanno alimentato le operazioni di concentrazione che hanno interessato il sistema bancario negli ultimi mesi. Quelle realizzate devono rafforzare gli intermediari, accrescerne ulteriormente l’efficienza e potenziare la capacità di offrire servizi migliori e più vicini ai bisogni della clientela”, aggiunge.

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“Il sistema bancario italiano è solido, ma “il contesto in cui le banche operano non è però privo di rischi. L’economia internazionale resta fragile e i mercati finanziari potrebbero subire bruschi aggiustamenti in relazione a shock improvvisi. È quindi importante che le banche utilizzino le risorse generate in questa fase favorevole per rafforzare la capacità di affrontare scenari sfavorevoli, continuare a investire in tecnologia e sicurezza informatica e, soprattutto, sostenere la crescita dell’economia”.

– Foto IPA Agency –

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Economia

KNDS e Leonardo, accordo per lo sviluppo congiunto di un nuovo sistema d’artiglieria

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AMSTERDAM (PAESI BASSI) (ITALPRESS) – KNDS Deutschland (KNDS) e Leonardo svilupperanno insieme un sistema d’artiglieria semovente. A tal fine, Florian Hohenwarter, prossimo Amministratore Delegato di KNDS Deutschland, e Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo, hanno firmato una Lettera d’Intenti presso la sede di KNDS Deutschland ad Amesterdam. Il nuovo sistema d’artiglieria sarà basato sull’Artillery Gun Module di KNDS e una versione avanzata di una piattaforma ruotata di Leonardo.

Le due aziende intendono intensificare la collaborazione industriale al fine di migliorare la resilienza della supply chain e il time to market. I partner offriranno la loro soluzione congiunta in risposta a un futuro programma dell’Esercito Italiano. “La combinazione di elettronica, C5I (Comando, controllo, comunicazioni, computer, collaborazione e intelligence), tecnologie di difesa nel campo di sistemi UAV allo stato dell’arte di Leonardo e delle più avanzate soluzioni d’artiglieria di KNDS contribuiranno in maniera significativa ad accrescere la capacità di combattimento e l’efficacia del sistema”, si legge in una nota.

“Questa Lettera d’Intenti è un importante passo avanti verso il miglioramento dell’interoperabilità delle forze di terra e della collaborazione industriale in Europa”, ha dichiarato Florian Hohenwarter, CEO di KNDS Deutschland. “Questo sforzo collaborativo conferma ancora una volta il nostro impegno per lo sviluppo di capacità integrate in grado di soddisfare l’evoluzione dei requisiti di mercato nei nuovi scenari operativi”, ha detto Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Leonardo.

– Foto ufficio stampa Leonardo –

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Economia

A novembre l’inflazione rallenta, +1,1% su base annua: i dati Istat

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ROMA (ITALPRESS) – A novembre 2025, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabac-chi, evidenzia una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,1% su base annua (da +1,2% del mese precedente); la stima preliminare era +1,2%. Lo rende noto l’Istat.

La lieve decelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente al rallentamento, su base tendenziale, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2% a +0,9%), degli Alimentari non lavorati (da +1,9% a +1,1%), degli Alimentari lavorati (da +2,5% a +2,1%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3%), a cui si aggiunge l’ampliarsi della flessione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da -0,5% a -3,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -0,3% a -0,8%). Tali effetti sono solo in parte compensati dalla ripresa dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -4,9% a -4,3%). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta, come anche quella al netto dei soli beni energetici (entrambe da +1,9% a +1,7%).

La crescita tendenziale dei prezzi dei beni decelera da +0,2% a +0,1%, quella dei servizi da +2,6% a +2,3%. Pertanto, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni diminuisce, portandosi a +2,2 punti percentuali (dai +2,4 punti percentuali del mese precedente). In rallentamento i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,1% a +1,5%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,1% a +2%).

La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette soprattutto la diminuzione dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (rispettivamente -1,6% e -1,3% soprattutto per effetti stagionali), solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+0,7%) e degli Alimentari non lavorati (+0,4%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,5% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione pari a -0,2% su base mensile e a +1,1% su base annua (in rallentamento da +1,3% del mese precedente), confermando la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione congiunturale pari a -0,1% e una tendenziale del +1%.

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“A novembre 2025 l’inflazione scende all’1,1%, il livello più basso registrato da gennaio – commenta l’Istat -. Sulla dinamica dell’indice generale incidono gli effetti dovuti al rallentamento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,1% da +1,9%), degli Energetici regolamentati (-3,2% da -0,5%) e di alcune tipologie di servizi, in particolare i trasporti (+0,9% da +2,0%), solo parzialmente compensato dall’attenuarsi della flessione di quelli degli Energetici non regolamentati (-4,3% da -4,9%). Si ri-duce il tasso di crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+1,5% da +2,1%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +1,7% (da +1,9%)”.

– Foto IPA Agency –

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Economia

Forbes incorona Musk, il suo patrimonio netto sfonda il tetto dei 600 miliardi di dollari

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ROMA (ITALPRESS) – Non solo la sua SpaceX è diventata l’azienda che vale di più nel mondo, ma adesso Elon Musk, azionista al 42%, è diventato la prima persona nel mondo a superare i 600 miliardi netti di patrimonio, in dollari. Suo anche il record precedente: primo a 500 miliardi. E’ la rivista economica americana Forbes a “incoronare” Musk. Il patron di SpaceX, Tesla e X è in cima alla classifica con 677 miliardi di dollari. Dietro di lui Larry Page, cofondatore di Google, con 252 miliardi di dollari.

– Foto IPA Agency –

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