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LA VOCE PAVESE – GIARDINO DI PIETRA CORVA CHIUSO, IL SISTEMA TURISMO CHE NON FUNZIONA

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 La Voce Pavese di Emanuele Bottiroli: il commento in diretta alle ore 20 al fatto del giorno in provincia di Pavia. 

Un’estate di segnalazioni di turisti delusi dal trovare chiuso Giardino Alpino di Pietra Corva. La chiusura si deve a lavori che sembrano procedere a passo di lumaca. Ecco l’emblema di una scadente gestione turistica del territorio delle terre alte della provincia di Pavia (Alta Valle Staffora e Alta Val Tidone). Dal canto suo Giovanni Palli, presidente della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, Sindaco di Varzi e Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Pavia parla di notevoli investimenti ottenuti a bando che si sta cercando di utilizzare al meglio. Ai turisti, però, si presentano solo porte chiuse e nessuna informazione in merito alla riapertura. Sui siti Internet che sono punto di riferimento di chi ama il turismo in natura il parco è per di più comunicato come fosse aperto. Questo abbandono nell’estate della grande siccità che effetto avrà avuto sulle specie botaniche del parco? Il Giardino Alpino di Pietra Corva ubicato in comune di Romagnese, a 950 metri di altitudine, sul versante del Monte Pietra di Corvo, ha una lunga storia che testimonia dell’impegno e del volontariato di tanti che hanno dedicato la loro vita al gioiello naturalistico che fino alla chiusura custodiva oltre 1200 specie botaniche su 30.000 metri quadrati, dei quali circa la metà occupati da un lembo di faggeta spontanea. Ideato e realizzato da Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il Giardino alpino di Pietra Corva fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi ed Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande. Attorno agli anni ’70 la passione e l’entusiasmo di Antonio Ridella riuscirono a contagiare un gruppo di amici che lo aiutarono a potenziare la struttura del giardino, tra i quali Adriano Bernini che subentrò nella direzione dello stesso dopo la precoce morte del suo fondatore avvenuta nel 1984.

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