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Economia

Poste, nel 2022 i ricavi salgono a 11,9 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane, presieduto da Maria Bianca Farina, ha approvato la Relazione finanziaria annuale 2022, redatta in conformità ai principi contabili IAS / IFRS, e l’aggiornamento della strategia per il 2023. Risultato operativo (Ebit) del 2022 a livelli record, con un aumento del 24,1% su base annua a 2,3 miliardi di euro, pari a più del doppio del livello del 2017 di 1,1 miliardi. I ricavi totali sono pari a 11,9 miliardi di euro, con un aumento del 6%. La proposta di dividendo è rivista al rialzo nel 2022 a 0,65 euro (+10%), “sostenuto dalla forte performance finanziaria e dalla maggiore visibilità sul 2023”. Nel 2022 i ricavi del settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione si sono attestati a 3,7 miliardi di euro, in calo dell’1,2% su base annua (-1,0% anno su anno a 1 miliardo nel quarto trimestre del 2022), “mostrando una solida resilienza rispetto ai 3,6 miliardi del 2017”, spiega Poste Italiane in una nota. I ricavi da corrispondenza nel 2022 sono scesi dello 0,8% su base annua a 2,1 miliardi di euro (-1,3% anno su anno a € 556 milioni nel quarto trimestre 2022), con volumi in crescita sui prodotti a più alto margine come i servizi integrati (+126% su base annua), che hanno compensato il calo dei prodotti a più basso margine come la corrispondenza non registrata (-10,2% su base annua). (ITALPRESS) – (SEGUE). I ricavi da corrispondenza dell’esercizio 2022 sono diminuiti del 23,2% rispetto al livello del 2017, pari a 2,7 miliardi di euro, a causa del declino storico dei volumi della corrispondenza. I volumi di periodo della corrispondenza sono stati pari a 2,4 miliardi, in calo del 4,7% su base annua (-9,2% anno su anno a 608 milioni nel quarto trimestre del 2022), con tariffe medie in crescita nell’anno (+3,9%) e in aumento dell’8,2% nell’ultimo trimestre dell’anno, mitigando l’impatto dei minori volumi. I ricavi da pacchi sono rimasti sostanzialmente stabili nel 2022 (-0,5% su base annua) a 1,4 miliardi, con una performance positiva nel quarto trimestre (+5,0% su base annua a 404 milioni di euro), sostenuti dall’aumento dei volumi. I ricavi dei pacchi sono raddoppiati rispetto al 2017, compensando il calo dei ricavi della corrispondenza. Nel 2022 i postini hanno consegnato 71 milioni di pacchi, in calo del 12,2% su base annua. Il risultato operativo (EBIT) del settore è sceso nel 2022 a – 326 milioni da -301 milioni di euro (pari a -481 milioni di euro da -280 milioni di euro nel quarto trimestre del 2022) a causa dell’impatto di componenti una tantum. Nel 2023 si prevedono ricavi da Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione stabili, pari a 3,6 miliardi di euro rispetto a 3,65 miliardi del 2022.

Nel 2022 i ricavi del segmento Servizi Finanziari si sono attestati a 4,9 miliardi di euro, +3,3% su base annua rispetto al livello dell’anno precedente di 4,8 miliardi (+9,7% anno su anno a 1,2 miliardi nel quarto trimestre del 2022) con un margine di interesse solido e in crescita del 28,6% su base annua (+40,8% anno su anno nel quarto trimestre del 2022), che ha più che compensato le minori entrate previste dalle commissioni di distribuzione dei prodotti di risparmio postale. I ricavi lordi del 2022 (inclusi i ricavi infrasettoriali) sono aumentati del 3,9% su base annua a 5,8 miliardi (+9,7% anno su anno a 1,4 miliardi nel quarto trimestre del 2022), a seguito di una dinamica commerciale positiva. Il margine di interesse (NII) in crescita da 1,5 miliardi del 2021 a 1,9 miliardi nel 2022, in aumento del 28,6% su base annua (+40,8% anno su anno a 528 milioni nel quarto trimestre del 2022), principalmente per effetto della dinamica dei tassi di interesse. I ricavi del segmento Pagamenti e Mobile hanno continuato a crescere, anno su anno, di un solido 30% a 1,1 miliardi di euro nel 2022 (+40,2% su base annua pari a € 368 milioni nel quarto trimestre del 2022), con LIS che ha generato nell’anno ricavi incrementali pari a 93 milioni (69 milioni nel quarto trimestre del 2022), “confermando il ruolo svolto da PostePay come leader nel mercato in rapida crescita ed evoluzione dei pagamenti digitali in Italia”. I ricavi del segmento Pagamenti e Mobile sono previsti in crescita nel 2023 a 1,7 miliardi di euro rispetto a 1,32 miliardi del 2022.

Nel 2022 i ricavi del settore assicurativo sono aumentati del 15,7%, su base annua, a 2,2 miliardi di euro (+40,5% anno su anno, pari a 580 milioni di euro nel quarto trimestre del 2022). I ricavi del Ramo Vita sono aumentati del 15%, su base annua, a 2 miliardi, grazie a favorevoli condizioni di mercato sul portafoglio prodotti “inflation-linked”. I ricavi del comparto assicurativo Danni sono aumentati del 25,1%, su base annua, a 151 milioni di euro (+51,1% anno su anno, pari a 35 milioni nel quarto trimestre del 2022), grazie al crescente contributo dei prodotti dell’offerta modulare e welfare. I premi lordi totali del Ramo Vita risultano in calo del 2,2%, su base annua, a 17,2 miliardi (+6,8% anno su anno, pari a 3,9 miliardi nel quarto trimestre del 2022). Si prevede che i ricavi netti dei Servizi Assicurativi si attestino nel 2023 a 1,6 miliardi di euro.

“Poste Italiane ha registrato risultati solidi con un risultato operativo del 2022 a livelli record, più che raddoppiato rispetto al 2017. Tutti i settori hanno contribuito al trend di crescita della redditività operativa sottostante, confermando ancora una volta solide basi per la crescita futura. Il nostro programma di trasformazione, fondato su “Deliver22″, il nostro primo Piano Strategico, è stato ora attuato pienamente con tutti i principali target raggiunti”, afferma in una nota Matteo Del Fante (nella foto), amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, commentando i risultati del 2022.

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“Ci stiamo trasformando da operatore logistico tradizionale in una piattaforma di distribuzione omnicanale, facendo leva sui nostri investimenti strategici in tecnologia e sulle funzionalità “data driven” – aggiunge -. Le nostre persone hanno fatto e continuano a fare la differenza in modo significativo. Abbiamo assunto 26mila FTE, investito in formazione, aggiornamento e riqualificazione, con un valore aggiunto per FTE in crescita del 25% dal 2017″.

“Negli ultimi 5 anni abbiamo affrontato diverse sfide, come quelle rappresentate dalla pandemia da Covid-19 e da un contesto macroeconomico turbolento. Questi fattori hanno avuto un impatto significativo sia sull’economia che sui nostri clienti. In risposta, l’approccio anti-fragile di Poste Italiane ha consentito di mantenere efficacemente tutti gli impegni nei confronti degli stakeholder. È con questo spirito che abbiamo effettuato un’approfondita valutazione per rendere il 2022 un punto di riferimento ben visibile da cui partire per il nuovo piano strategico che presenteremo nel corso dell’anno – sottolinea Del Fante -. Siamo consapevoli del nostro ruolo di pilastro strategico per l’Italia, in quanto parte integrante del Paese da oltre 160 anni, e con questo spirito abbiamo lanciato il progetto Polis per sostenere il Paese e le comunità locali. Il progetto Polis fornirà una nuova modalità di accesso a una serie di servizi della Pubblica Amministrazione, generando al contempo opportunità di cross-selling e supportando la trasformazione del nostro modello di servizio in futuro. Guardando in avanti al 2023, ci aspettiamo che le tendenze favorevoli dei business siano superiori rispetto all’effetto dell’inflazione sui costi. Riteniamo che i nostri obiettivi siano raggiungibili in diverse condizioni di mercato e che siano supportati dai forti progressi commerciali registrati fino ad oggi”.

“Sulla base della nostra sovraperformance, stiamo aumentando il dividendo per il 2022 ed il target per il 2023, rispetto ai nostri obiettivi originari, proponendo un dividendo per azione pari a 65 centesimi di euro sui risultati del 2022, con un aumento del 10% rispetto al livello dello scorso anno, e fissando un obiettivo di dividendo per azione pari a 71 centesimi di euro sui risultati del 2023, con un aumento del 9% su base annua”, conclude l’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane.

– foto ufficio stampa Poste Italiane –

(ITALPRESS).

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Economia

Sharing Mobility, cresce la domanda ma cala la disponibilità di servizi

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ROMA (ITALPRESS) – La sharing mobility si è radicata nelle abitudini di mobilità degli italiani, questo il presupposto della 9ª Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, organizzata in Campidoglio all’interno della Sala della Protomoteca. Un appuntamento che da 10 anni tiene sotto osservazione tutto ciò ruota intorno alla mobilità condivisa che oggi è a disposizione di 13 milioni di italiani, in calo però del 7% rispetto al 2022. L’evento, introdotto e moderato dal Coordinatore Osservatorio Nazionale sulla sharing mobility, Raimondo Corsini e dalla Presidente e AD Roma Servizi per la Mobilità, Anna Donati, è iniziato con un video messaggio del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, seguito a livello istituzionale dagli interventi dell’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, e del Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri. “La Sharing Mobility, è certamente una delle leve per la costruzione di un nuovo modello di mobilità, per ridisegnare una città più sostenibile, una modalità di movimento ormai divenuta componente stabile della vita quotidiana, un fenomeno che riguarda in profondità il tessuto socio economico del Paese, da dove parte la domanda di nuova mobilità”, queste le parole del ministro Pichetto Fratin.

“Un ruolo importante”, ha continuato il ministro, “in tale contesto è affidato all’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility che coinvolge Ministeri, Enti Locali, associazioni, operatori economici con l’obiettivo comune di raccogliere idee per nuovi progetti concreti, servendoci di un ricco ventaglio di opzioni che abbiamo a disposizione, una mobilità condivisa da connettere sempre di più all’intermodalità e all’integrazione con il trasporto pubblico”.

“L’Osservatorio raccoglie i dati dei servizi di sharing in tutte le città italiane da dieci anni”, ha spiegato il coordinatore Orsini. “Questi dati ci dicono che la sharing ormai è un’abitudine consolidata ed è qui per restare, ma è giunto il momento di cambiare passo. Bisogna pensare a misure di sostegno accompagnate da una semplificazione normativa per una maggiore integrazione tra tutte le forme di mobilità condivisa e il Tpl”.

“Per noi la sharing mobility è una componente strategica di una trasformazione della città che vede nel cambiamento della mobilità uno dei pilastri”, ha detto Gualtieri. “Anche le politiche delle mobilità non possono essere affrontate in modo profondo e radicale se non sono dentro ad un cambiamento delle altre politiche: ambientali, urbanistiche, dell’articolazione della città, della distribuzione dei servizi, dell’organizzazione dei tempi, persino nel modo in cui materialmente si fanno e si cambiano strade e piazze. C’è una organicità tra queste dimensioni dentro la nostra ambizione di trasformare Roma”.

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Il Sindaco ha continuato sulla Sharing Mobility: “Tra ferro, gomma e sharing nella concezione da primo e ultimo miglio è impossibile avere la capillarità che renda credibile la sostituzione del trasporto pubblico con quello privato. A Roma questa integrazione è indispensabile e penso che debba essere accompagnata da scelte a livello nazionale. Crediamo molto nella sharing e siamo contenti che gli incentivi che abbiamo introdotto stiano funzionando. I numeri si vedono“, dunque ha concluso, “pensiamo che questi debbano crescere”.

Cresce la domanda con oltre 50 milioni di noleggi nel 2024 e 60 milioni stimati per il 2025, uno per ogni italiano e la flotta è per il 95% a zero emissioni. Prosegue invece il calo dell’offerta con meno veicoli, servizi e operatori. Nel 2024, rispetto al 2022, i veicoli in sharing sono 96.000 (-15%), il numero complessivo dei servizi è di 170 (-26%); gli operatori sono scesi tra il 2022-25 a 35 (-24%). L’offerta si concentra sempre di più nelle grandi città, mercati più redditizi e favorevoli: Roma e Milano, con 13,2 e 12,6 milioni noleggi, generano insieme oltre il 50% del totale nazionale. Ben 16 capoluoghi di provincia, soprattutto medio piccoli, come Catanzaro, Reggio Calabria, Pesaro e Prato, hanno perso invece servizi di sharing. Tendenze queste che indicano la necessità di una nuova rotta: integrazione col trasporto pubblico, incentivi economici alla domanda e supporto all’offerta. Senza nuovi modelli di regolazione e sostegno della mobilità condivisa aumenterà infatti inesorabilmente l’uso dell’auto privata che nel 2024 ha superato 40 milioni di veicoli, 701 ogni mille abitanti. Numeri e tendenze della sharing mobility nazionale sono contenuti nel 9° Rapporto nazionale sulla sharing mobility, presentato da Luca Refrigeri, dell’Osservatorio Nazionale sharing mobility, in occasione della Conferenza stessa e promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

L’Osservatorio ha elaborato, per la prima volta, lo Sharing Mobility Index che, per valutare le performance di sharing mobility nelle città italiane, tiene conto di quattro indicatori: varietà dei servizi disponibili (car, bike, scooter, monopattini); numero di veicoli per abitante; numero di noleggi per abitante; tasso di rotazione giornaliero dei veicoli. Dai dati elaborati emerge che le uniche città che offrono contemporaneamente tutti e quattro i servizi di sharing sono: Milano, Roma, Firenze, Bergamo e Torino. Roma è la prima città per numero di noleggi totali (13,2 milioni nel 2024); Bologna e Firenze sono le città cresciute maggiormente nel 2024 rispetto al 2023; Bologna è la città con più noleggi per abitante, dato significativo, trattandosi di una città in cui non sono presenti i monopattini; Milano è la città con più veicoli a disposizione per abitante; Brescia presenta il migliore tasso di rotazione dei veicoli. Il carsharing è stato il primo servizio di sharing mobility presente in Italia. Oggi il comparto è quello più in difficoltà: in calo città servite e noleggi, complice anche la micromobilità in aumento per gli spostamenti brevi in città ed eccessivi oneri per gli operatori.

Nel 2025 è in corso una corposa riduzione del numero dei veicoli in servizio di Enjoy, un operatore storico di car sharing. I servizi nel 2024 sono 42, -1 rispetto al 2023. Nel 2024 le flotte di auto sono aumentate del 9%, ma i primi mesi del 2025 vedono un drastico calo del 17%. Sempre più ecologica la flotta con 3.000 i veicoli elettrici nel 2024, più 18% rispetto al 2023. Sul totale della flotta le auto ibride arrivano nel 2024 al 38%, superando l’elettrico (34,8%). Milano (3.293) e Roma (2.158) dispongono del maggior numero di auto free floating; Torino (250), Roma (200), Palermo (109) per la flotta station based. In termini di chilometri percorsi, il carsharing conferma nel 2024 una quota pari al 45%, quasi equivalente a quella complessiva della micromobilità.

Continua anche nel 2024 la crescita dei noleggi del bikesharing free-floating toccando il picco di 12,2 milioni, valore di oltre il 162% superiore a quanto registrato nel 2021 e del 26% più alto del 2022. Complessivamente il bikesharing rappresenta il 32% del totale dei noleggi. I km percorsi sono stati circa 25 milioni. Più a prova di ambiente la flotta: Il numero di bici elettriche è aumentata del 18% rispetto al 2023 con oltre 4500 veicoli in più. La prima città per biciclette elettriche è Milano (più di 10mila veicoli), seguita da Roma (circa 7mila) e Bologna (2,7mila).

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Se nel biennio 2020-2022 i monopattini in sharing hanno rappresentato il motore del vehicle sharing, dal 2023 in poi i noleggisi sono stabilizzati appena sotto i 25 milioni. Le stime per il 2025, tuttavia, indicano una possibile ripresa (+27%). I servizi di monopattini hanno registrato un calo rilevante: dai 99 attivi nel 2022 si è passati a 68 nel 2024 e a 62 nei primi mesi del 2025, un fenomeno da attribuirsi ad un riposizionamento degli operatori in più città o all’uscita dal mercato di alcuni player. Diminuisce anche il numero di città capoluogo di provincia in cui è presente un servizio di monopattino in sharing: tra il 2022 e il 2024 ci sono 15 città in meno. La flotta (circa 42.000 veicoli) , cresciuta nel 2024 di 2 mila unità, si prevede in calo del 6% nel 2025. Le città con più monopattini in sharing sono Roma (13.500), Milano (6000) Torino (4.000) Palermo (2.280).

Nel 2024 l’offerta di servizi di scooter sharing, dopo essersi dimezzata tra 2022 e 2024, cresce di tre unità rispetto al 2023 e resta stabile anche a inizio 2025. La domanda mostra segnali di contrazione: dopo il picco del 2023, i noleggi si riducono del 23% nel 2024. La flessione è imputabile in larga parte a Milano, dove la chiusura di un operatore ha fatto perdere circa 1 milione di noleggi. Le città servite sono 9, nel 2024 le flotte più fornite a Milano con 1836 scooter, ma oltre 1000 in meno rispetto al 2023, Roma (1556), Torino (349), Bari (150). Pochi incidenti ed anche in diminuzione: in media un incidente ogni 300.000 km percorsi. In diminuzione nel 2024, del 7% per i monopattini, del 54% per gli scooter e del 67% per le biciclette. Il monopattino conferma un dato in linea con lo scooter, con valori rispettivamente pari a 0,6 e 0,4 incidenti ogni 100.000 km.

Nel complesso, il calo generalizzato evidenzia un miglioramento significativo della sicurezza. Nel 2024 i viaggi in carpooling aziendale hanno raggiunto 388 mila unità, con la previsione, basata sui dati del primo semestre, di un ulteriore aumento del 40% nel 2025. Siamo però ancora lontani dai numeri della Francia, dove il carpooling aziendale ha raggiunto una scala nettamente superiore, grazie a un quadro normativo chiaro e a politiche di incentivo strutturate: 12,8 milioni di viaggi. Il fatturato complessivo del comparto vehicle sharing si attesta su una cifra di poco superiore ai 200 milioni di Euro nel 2024, con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente, ma inferiore alla crescita dell’11% registrata tra il 2022 e il 2023. I principali driver di questo sviluppo restano i monopattini in sharing e il carsharing free-floating, che incidono rispettivamente per il 36% e il 31% sul totale. In Italia il numero massimo di veicoli condivisi è stato raggiunto nel 2022, mentre in Europa il picco si è avuto nel 2023. Sul fronte dei noleggi, invece, il trend europeo resta in crescita e nel 2024 tocca il record di 617 milioni: a sostenerlo sono le bici, sia free-floating (+27%) sia station-based (+9%), mentre monopattini e scooter registrano valori negativi. Per quanto riguarda le tipologie, in Germania emerge il carsharing, mentre nelle città spagnole e francesi la mobilità condivisa ruota soprattutto intorno alla bici station-based, frutto di politiche amministrative precise ed orientate alla ciclabilità. Il solo servizio di bikesharing station-based di Parigi totalizza quasi quanto l’intero numero di noleggi della sharing mobility italiana. Anche sul fronte carsharing, le città tedesche come Berlino e Amburgo presentano volumi comparabili con l’intero mercato italiano.

– Foto xl5/Italpress –

(ITALPRESS)

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Economia

Pier Silvio Berlusconi saldo in vetta alla Top Manager Reputation davanti a Descalzi, Orcel sale in terza posizione

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MILANO (ITALPRESS) – A settembre, mese di ripartenza, Pier Silvio Berlusconi (86,13) si conferma in vetta alla Top Manager Reputation, stilata da Reputation Manager. Il passo avanti nel progetto per un polo tv paneuropeo con ProSieben e gli ottimi ascolti tv ne consolidano la leadership. Alle sue spalle si conferma al secondo posto l’ad di Eni, Claudio Descalzi (84,00), che incontra il Presidente dell’Angola e una delegazione Usa di alto livello per fare il punto sugli investimenti e a Gastech rivendica la scelta di scorporare asset e attrarre partner globali. Sale di uno al terzo Andrea Orcel (83,23), con UniCredit che si spinge al 26% in Commerzbank e si consolida in Alpha Bank. Dal 2020, la vetta della classifica è stata occupata prevalentemente da manager dei settori finanza, energia e moda: la conferma di Berlusconi al primo posto rappresenta dunque un risultato di rilievo per il mondo dei media. Un primato che si inserisce in un percorso ormai consolidato: da due anni consecutivi guida il comparto media e da 26 mesi figura stabilmente nella top ten generale. Un riconoscimento che riflette la continuità della sua leadership e il posizionamento di MFE-MediaForEurope, impegnata in un ambizioso progetto industriale di crescita internazionale e di rafforzamento nel mercato italiano ed europeo. Quarto Renato Mazzoncini (81,98) che a Cernobbio presenta lo studio di A2A-Teha sui datacenter delineando un futuro energetico fatto di nuove possibilità di recupero sostenibile.

L’ad di Intesa Carlo Messina (81,81) scivola al quinto posto, seguito da Luca de Meo (81,79), ora al timone di Kering: la governance rinnovata e il piano di riduzione del debito lo fanno salire di uno. Settimo Alessandro Benetton (78,78), che sale di due con il docufilm ‘Benetton Formula’. Stabile Urbano Cairo (78,38), che celebra vent’anni al Torino. Più uno al nono per l’ad di Ferrovie Stefano Donnarumma (76,30), con investimenti a quota 15 miliardi. Decimo Matteo Del Fante (76,12) di Poste Italiane. Stabili l’ad di Illycaffè Cristina Scocchia (72,74) e Giuseppina Di Foggia di Terna (70,35). Più uno per Luca Dal Fabbro di Iren (69,14), che a Cernobbio invoca ‘un piano Marshall dell’acqua’ per rendere più competitiva l’industria, e per l’ad di Enel Flavio Cattaneo (68,92), che all’ONU parla della sua vision di transizione energetica. L’ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero è quindicesimo con 68,81, davanti a Giuseppe Castagna di Banco BPM (68,69). Seguono Gian Maria Mossa di Banca Generali (+1 con 67,69) – forte di una raccolta netta ad agosto pari a 471 milioni -, l’ad di Tim Pietro Labriola (67,45) e Francesco Milleri (66,88, +1), con Essilux che corre sugli smart glasses. Entra in Top 20 Luigi Lovaglio (64,13), che sale di quattro con Mps sotto i riflettori per l’Opas su Mediobanca. In crescita: Pietro Salini (21°,+7), Fabrizio Palermo (27°,+6), Claudio Andrea Gemme (42°,+8), Stefano Azzi (72°,+10), Elena Goitini (83°,+10), Andrea Duilio (85°,+23) e Giorgio Busnelli (103°,+22).

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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Economia

Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio

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ROMA (ITALPRESS) – Occupazione in crescita e prezzi in rallentamento, ma la spesa delle famiglie non prende slancio, e nel 2025 si fermerà a +5,6 miliardi di euro (+0,5%) in termini reali. È questo il quadro che emerge dall’analisi e dalle proiezioni Confesercenti-CER sulla congiuntura economica italiana nel terzo trimestre 2025.

Il mercato del lavoro mostra un segnale incoraggiante, con gli occupati nel trimestre in aumento dello 0,9% su base annua, il dato migliore dall’inizio dell’anno, anche se il dato di agosto registra una perdita di quasi 60mila posti. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione scende all’1,6%, un decimo in meno rispetto al trimestre precedente e al di sotto dell’obiettivo BCE. Il Pil recupera la flessione primaverile ed è atteso in crescita dello 0,1% sul trimestre precedente e dello 0,5% su base annua, anche se è al di sotto dei ritmi registrati nei primi tre mesi del 2025 (+0,3% congiunturale e +0,7% tendenziale).

Tuttavia, le famiglie non sembrano beneficiare pienamente di queste condizioni: le proiezioni dei consumi indicano una crescita nel terzo trimestre di +0,2% sui tre mesi precedenti e +0,6% sull’anno. Dopo un 2024 più vivace, la domanda per consumi sembra essersi fermata: nei primi nove mesi del 2025 l’aumento acquisito della spesa è dello 0,3%, contro l’1,3% dello stesso periodo dell’anno precedente. Secondo le stime di Confesercenti-CER, a fine 2025 la crescita complessiva si fermerà a +0,5%, pari a circa 5,6 miliardi di euro in più a prezzi costanti.

Il rallentamento dei consumi si riflette sul commercio al dettaglio, che continua a mostrare segnali di sofferenza: nel terzo trimestre il volume delle vendite si riduce dello 0,4%, dopo i cali già registrati nei mesi precedenti. Sul fronte del clima di fiducia, ci sono timidi segnali di risalita: tra le famiglie l’indice passa da 95,9 a 96,5 punti, mentre per le imprese del commercio sale da 103,1 a 103,7, restando comunque sotto i livelli del primo trimestre.

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“L’economia italiana resta in crescita, ma rallenta. Ci sono segnali positivi di stabilità sul fronte del lavoro e dei prezzi, ma consumi e vendite continuano a perdere slancio”, commenta Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti. “Il 2026 porterà sfide cruciali su molti fronti: con il dispiegarsi degli effetti dei dazi e la conclusione del PNRR, che finora ha sostenuto gli investimenti, la spesa delle famiglie sarà determinante per la domanda interna e per la crescita. Lo stesso Governo nel DPFP confida per il prossimo anno in un incremento dei consumi del +1,2%, un obiettivo difficile da raggiungere senza un impulso più deciso. Il previsto intervento sul fisco potrebbe non avere la scala necessaria per svolgere questo ruolo, tanto che, secondo i prospetti riportati nel DPFP, il Governo non associa ad esso alcun effetto espansivo sui consumi. Occorre fare di più per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e riattivare la crescita”.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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