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Economia

Eni, nel primo trimestre utile ante imposte adjusted a 5 miliardi

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MILANO (ITALPRESS) – Il Consiglio di Amministrazione di Eni, riunitosi sotto la presidenza di Lucia Calvosa, ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2023 (non oggetto di audit). L’utile ante imposte adjusted del primo trimestre 2023 di 5 miliardi di euro evidenzia una marginale riduzione
rispetto al primo trimestre 2022 (-5%), nonostante la significativa contrazione dei prezzi delle materie prime energetiche (petrolio -20%; gas naturale -42%)
L’andamento del Gruppo nel primo trimestre 2023 è stato sostenuto dalla robustezza del business E&P e dalla rilevante prestazione di GGP, oltre che dalla stabilità dei risultati di Sustainable Mobility & Refining. Significativo l’aumento del 30% dell’EBIT1 adjusted e del 14% dell’utile ante imposte adjusted rispetto al quarto trimestre 2022, nonostante l’indebolimento dello scenario E&P.
Il settore E&P ha conseguito l’EBIT adjusted di 2,8 mld, principalmente influenzato dai minori prezzi di realizzo e dal deconsolidamento delle attività angolane. Su base proforma, includendo il contributo di Azule, l’EBIT adjusted del settore E&P si ridetermina in 2,93 mld, in riduzione del 33% rispetto al primo trimestre 2022.
Il settore GGP ha conseguito l’EBIT adjusted di 1,37 mld, in aumento del 47% rispetto al primo trimestre 2022, grazie alle azioni di ottimizzazione e di trading.
Eni Sustainable Mobility, operativa dal 1° gennaio 2023, ha conseguito l’EBIT adjusted di 0,14 mld, in aumento di 0,07 mld rispetto al primo trimestre 2022 riesposto per considerare la nuova articolazione del settore operativo.
Il business Refining ha conseguito l’EBIT adjusted di 0,13 mld rispetto alla perdita di 0,04 mld del primo trimestre 2022, per effetto di margini di raffinazione nettamente più elevati (indicatore SERM a 11 $/bbl rispetto ad un valore negativo nel trimestre 2022), nonostante l’effetto negativo delle manutenzioni programmate di importanti unità di conversione e la minore esposizione al beneficio della significativa riduzione del costo del gas naturale per le azioni di efficientamento intraprese.
Versalis ha risentito della flessione della domanda e delle incertezze del mercato, riflesse nel rallentamento delle decisioni di acquisto dei rivenditori, e dalla crescita della pressione competitiva dai flussi di prodotti provenienti da Medio Oriente e Asia dell’Est.
Il settore Plenitude & Power ha conseguito solidi risultati con un EBIT adjusted di 0,19 mld (invariato rispetto al periodo di confronto) sostenuti dalla crescita della capacità rinnovabile e della produzione di energia rinnovabile e dalle ottimizzazioni nel business della generazione da gas. Plenitude ha conseguito l’EBITDA adjusted di 0,23 mld nonostante sfavorevoli condizioni di mercato. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni del primo trimestre 2023 di 2,9 mld, in calo dell’11% rispetto al primo trimestre 2022, è stato caratterizzato dalle minori quotazioni degli idrocarburi e dall’effetto dell’imposta sui profitti del settore energetico in UK, attenuati dal robusto
andamento industriale dei business Eni. Nel primo trimestre 2023, il flusso di cassa da attività operative ante working capital al costo di rimpiazzo di 5,3 mld ha largamente finanziato gli esborsi per gli investimenti organici (2,2 mld) e i dividendi (€0,8 mld). I fattori stagionali che tipicamente influiscono sul fabbisogno di cassa per il capitale circolante del primo trimestre hanno assorbito la maggior parte del flusso di cassa in
eccesso, mentre le altre attività d’investimento hanno contribuito per -0,2 mld e il saldo netto di acquisizioni/disinvestimenti ha assorbito €0,3 mld.
A marzo 2023 Eni ha pagato la terza rata del dividendo 2022 di 0,22 per azione. La quarta tranche di 0,22 per azione sarà pagata a maggio 2023. L’indebitamento finanziario netto ex-IFRS 16 al 31 marzo 2023 è pari a 7,8 mld; il leverage di
gruppo a 0,14, rispetto allo 0,13 al 31 dicembre 2022.
“Eni ha conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari nonostante l’indebolimento dello scenario, grazie alla solidità del settore E&P che evidenzia il recupero della produzione d’idrocarburi, e al risultato di assoluto rilievo del settore Gas/LNG. Considerato anche il contributo delle bioraffinerie e della rete commerciale e la continua crescita del settore Plenitude & Power, il Gruppo ha realizzato 4,6 miliardi di utile operativo adjusted e 2,9 miliardi di profitti netti”. Lo evidenzia Claudio Descalzi, AD di Eni, esaminando i risultati del primo trimestre 2023.
“Nel corso del trimestre abbiamo compiuto progressi sostanziali nell’attuazione della nostra strategia e del piano industriale. Sustainable Mobility, il più recente esempio del modello satellitare Eni, è diventata operativa integrando l’attività in crescita della bioraffinazione e la estesa rete di vendita dei prodotti; la crescita nei biocarburanti sarà potenziata grazie all’accordo relativo alla bioraffineria di St. Bernard in Louisiana, il cui avvio è programmato a breve” continua.
“Plenitude ha incrementato la capacità rinnovabile a 2,3 GW e sta procedendo come pianificato per raggiungere l’obiettivo annuo di oltre 3 GW, mentre Versalis ha appena finalizzato un accordo strategico per l’acquisizione del 100% di Novamont, leader nel settore della chimica verde.
Confermando quindi i progressi del nostro percorso di decarbonizzazione, nell’affrontare il tema della sicurezza energetica e accrescere la disponibilità di gas naturale, abbiamo definito un accordo di vasta portata con la società di Stato libica NOC per lo sviluppo delle Strutture A&E e abbiamo rafforzato la nostra posizione in Algeria attraverso l’acquisizione degli asset di bp” ha proseguito Descalzi.
“Nel trimestre il flusso di cassa rettificato prima dell’assorbimento di circolante è stato di 5,3 miliardi, ampiamente superiore al fabbisogno per gli investimenti organici pari a 2,2 miliardi e al pagamento dei dividendi. Punto fermo della nostra azione è la disciplina finanziaria, condizione imprescindibile per affrontare allo stesso tempo le sfide del mercato dell’energia e creare valore per i nostri azionisti. Sulla base di tali risultati, confermiamo le previsioni 2023, e grazie alla solida posizione finanziaria e alle nostre flessibilità operative, siamo nella posizione di poter confermare alla prossima Assemblea annuale degli azionisti di maggio il piano già annunciato di incremento del dividendo 2023 a 0,94 per azione e l’avvio del programma di buy-back da 2,2 miliardi” ha concluso.

foto: agenziafotogramma.it

(ITALPRESS).

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Economia

Sace, focus sul Piano Mattei per le imprese italiane

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ROMA (ITALPRESS) – Un percorso formativo dedicato alle imprese italiane che desiderano acquisire competenze per operare nelle geografie incluse nel Piano Mattei, che mira a creare relazioni commerciali e valorizzare le eccellenze italiane. E’ “Africa Champion Program”, lanciato da Sace con il patrocinio del ministero degli Esteri e con il supporto della struttura di missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei ministri insieme ad attori istituzionali come l’Agenzia Ice, Cop, Simest, Confindustria Assafrica & Mediterraneo e Càmara de Comèrcio Mocambique-Itàlia, che prenderà ufficialmente il via nel 2025.
“Si tratta di un programma di formazione e di incontri con quelli che possono essere i nuovi player con cui le aziende italiane possono confrontarsi in Africa. Assieme al mondo delle istituzioni italiane e agli attori del sistema, vogliamo accompagnare questo avvicinamento verso l’Africa e lo possiamo fare perchè partiamo da quella che è la nostra conoscenza di quel territorio. Dall’inizio del Piano Mattei abbiamo già realizzato 1,2 miliardi di iniziative e da qui stiamo partendo per far si che ci sia uno slancio ancora maggiore per le Pmi per entrare in Africa”, ha spiegato Alessandra Ricci, Ad di Sace, sottolineando come l’attuale situazione geopolitica non sta creando difficoltà in quanto “ha investito altre aree. Noi avevamo già identificato l’Africa come uno dei potenziali Paesi cosiddetti gate, infatti, stiamo aprendo una nuova sede a Rabat in Marocco in aggiunta alle altre due sedi a Il Cairo e Johannesburg”.
Per Alessandro Terzulli, Chief Economist di Sace, si tratta di “un Continente dalle alte potenzialità, è posizionato per cogliere alcuni macro trend che sempre più si affermeranno come quello demografico, quello dello sviluppo di una classe media, dell’urbanizzazione, quello tecnologico. E’ necessario un approccio di traino per le nostre imprese affinchè possano cogliere le potenzialità, ma è improntare anche l’aspetto bilaterale”.
Il progetto si articola in due fasi: un percorso formativo suddiviso in 3 moduli con approfondimenti verticali su Costa D’Avorio, Egitto, Marocco, Mozambico, Tunisia, Kenya e su tre settori chiave: energia, infrastrutture e agroalimentare; Business Matching, ovvero una seconda fase dedicata alla creazione di opportunità commerciali mediante sessioni di business matching, tra imprese italiane e controparti africane, anche nell’ambito del programma di push strategy di Sace.
Africa Champion Program è solo l’inizio di una serie di opportunità di confronto e condivisione di visioni e strumenti concreti a supporto delle imprese italiane che sono interessate ad approcciare il mercato africano o che sono già presenti e intendono potenziare la loro presenza nell’area geografica. L’Africa guarda al futuro con lo slancio di una regione che, dopo anni non facili, mira a essere la prossima protagonista della crescita globale. Pur con le consuete, profonde differenze tra gli oltre 50 Paesi che compongono il continente africano, si evidenziano segnali positivi provenienti da mercati di interesse per le nostre imprese. L’interscambio tra Italia e Africa ha già mostrato notevoli potenzialità nel corso del 2024 raggiungendo 60 miliardi di euro, come mostrano i dati Istat raccolti dall’Ufficio Sudi di Sace. Le previsioni sul 2025 sono positive: è previsto infatti un incremento del 7,7% nel Nord Africa e dell’8,5% nell’Africa Subsahariana, considerando rispettivamente 14 miliardi e 6,5 miliardi di, export italiano registrati nel 2023. In questo contesto, il nuovo approccio di Sace per l’Africa ha visto una crescente esposizione verso il continente: dal 2022 Sace ha deliberato 1,2 miliardi nel 2024, data di inizio del Piano Mattei. Alla tradizionale offerta export credit, in collaborazione con la Struttura di Missione del Piano Mattei Sace ha aggiunto l’operatività push per rafforzare il ruolo delle imprese italiane in Africa, individuando geografie ad alto potenziale come Costa d’Avorio, Senegal e la prima operazione di Push Strategy in Benin, concedendo una garanzia a copertura di un finanziamento di 120 milioni di euro destinato al Ministero delle Finanze del Benin. Inoltre Sace ha garantito il primo finanziamento da 100 milioni di euro alla banca multilaterale di sviluppo Trade Development Bank (TDB) per favorire la crescita sostenibile e l’integrazione regionale africana, aumentando le opportunità di export per le imprese italiane.
(ITALPRESS).
-Foto: xb1/Italpress-

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Banca CF+, De Francisco “Cresciamo su tutte le linee di prodotto”

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MILANO (ITALPRESS) – “Anno su anno cresciamo del 30%, con un grande riscontro da parte della clientela: tutte e tre linee di prodotto (i finanziamenti garantiti, il factoring e l’acquisto di crediti fiscali Iva e Ires) funzionano. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla Pmi che richiede credito”. Lo afferma Iacopo De Francisco, Ceo di Banca CF+, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.
Il Credito Fondiario, una banca che ha 126 anni di storia, dal 2022 “ha cambiato pelle e scelto questa nuova missione”, crescendo “operazione dopo operazione: in tre anni abbiamo finanziato più di 3 miliardi di euro sui 3 prodotti, l’attivo arriverà a 2 miliardi. La banca ha 200 persone, una sede a Milano e una a Roma, e molta presenza digitale. Vogliamo che il nostro elemento distintivo sia la velocità di risposta che possiamo dare alla PMI che richiede credito”, spiega De Francisco.
“Una banca specializzata nel dare credito ha bisogno di capitale per farlo, oltre che di liquidità, perchè lo richiedono i requisiti regolamentari. Abbiamo come azionista il fondo Elliot, che ci sostiene in questo percorso di crescita. In particolare, l’aumento di capitale di circa 27 milioni con Elliot che ormai è al 90% dell’azionariato della banca ha l’obiettivo di sostenere il percorso di crescita del nostro prodotto di punta, quello più nuovo e più innovativo che è il Digital Lending”.
Si tratta di “una piattaforma tecnologica” che, grazie al digitale, “in tre giorni ci permette di dare una risposta sull’erogazione”. Quest’ultima in caso di esito positivo arriverà “in meno di un mese. Siamo partiti con le società di capitali, entro il primo trimestre 2025 andremo su ditte individuali e società di persone”.
In futuro, grazie all’intelligenza artificiale “avremo dei super analisti”. Il parametro fondamentale per la decisione “è la capacità di restituire il Debt Service Coverage Ratio (DSCR), poi guardiamo molto soprattutto al passato e allo stato di salute dell’azienda in questo momento, alla capacità di usare la cassa generata per pagare il debito”.
L’unico prodotto che Banca CF+ offre alla clientela privati “sono i depositi vincolati online”, una soluzione “molto flessibile perchè il vincolo è di 32 giorni. Non è un conto corrente su cui c’è la transazionalità, ma è una soluzione di investimento della propria liquidità” che “sta avendo un grandissimo successo in Italia e in altri paesi, come Olanda e Spagna”.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Economia

Piazza Affari avvio in rialzo, Ftse Mib +0,64%

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MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta in rialzo questa mattina a
Piazza Affari dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima
rilevazione, segna un +0,64% a quota 33.509 punti, anche l’Ftse All Share guadagna +0,60% a 35.650 punti. In salita anche
l’Ftse Star che segna +0,25% a 4.748,09 punti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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