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Cronaca

Lavoro, Calderone “Spinta sulle politiche attive”

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ROMA (ITALPRESS) – “Questa riforma afferma una visione moderna del sistema del lavoro italiano rendendo il Paese più competitivo. Con questo e gli altri provvedimenti in itinere vogliamo disegnare un mondo del lavoro più inclusivo, più semplice, più adatto all’attuale momento economico e senza intaccare diritti e tutele. Nel pieno rispetto dei principi contenuti negli articoli 1 e 4 della nostra Costituzione”. A parlare, intervistata dal Corriere della Sera, è il ministro Marina Elvira Calderone, dopo l’approvazione alla Camera del decreto lavoro.
“Dal primo settembre – aggiunge – parte il Supporto per la formazione e il lavoro per chi, in età da lavoro, è a rischio di esclusione sociale e lavorativa – sottolinea la ministra – L’obiettivo è migliorare l’occupabilità delle persone per il mercato del lavoro. Le politiche attive saranno il driver”.
Calderone spiega che l’assegno di inclusione “mette in protezione le fragilità con l’aggiunta di una tutela ad hoc per le vittime di violenza di genere”. “Riconosce a questi nuclei un beneficio economico – dice – ma lo subordina all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa”. L’abolizione delle causali per i contratti a termine non apre alla deregulation “perchè, le causali nei contratti che supera- no i 12 mesi non scompaiono. L’obiettivo è una loro razionalizzazione, superando le difficoltà attuative del decreto Dignità – afferma Calderone – la semplificazione delle causali per i contratti a termine costituisce semmai un elemento chiarificatore, a vantaggio soprattutto dei giovani inoccupati. Ma questo non si traduce in un automatico incremento della precarietà”.
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).

Cronaca

Sanità, da associazioni pazienti un manifesto per sistema più inclusivo

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ROMA (ITALPRESS) – Valorizzare a ogni livello la comunicazione delle associazioni dei pazienti, oggi protagoniste del sistema salute e risorsa primaria per dare concretezza alla partecipazione dei pazienti. E’ l’invito rivolto a istituzioni e comunità scientifica attraverso il Manifesto “Comunicare è – La comunicazione delle Associazioni pazienti cambia il Sistema Salute”, lanciato nell’ambito del progetto Relazioni promosso da Lilly Italia.
Il documento è stato messo a punto da 16 associazioni di pazienti nazionali che rappresentano circa 20 milioni di pazienti e che sono coinvolte nel progetto Relazioni, un percorso di confronto e dialogo tra Lilly Italia e Associazioni dei pazienti attive in diverse aree – neuroscienze, oncologia e onco-ematologia, diabete e obesità, e patologie autoimmuni – per condividere spunti e riflessioni sulle principali sfide in sanità e valorizzare le competenze offerte da chi rappresenta i pazienti.
La seconda edizione di Relazioni, che si è svolta a Roma a fine maggio, ha avuto come focus proprio il ruolo strategico della comunicazione delle associazioni nei confronti di tutti gli attori del sistema salute.
Il Manifesto lanciato oggi rappresenta quindi il punto di arrivo di un percorso costruito nel tempo, attraverso dibattiti e momenti di confronto tra rappresentanti delle associazioni, istituzioni sanitarie, politici ed esperti di management sanitario, comunicazione e advocacy. «Per Lilly Relazioni non è solo un progetto, ma un impegno concreto e a lungo termine a supporto del valore delle associazioni dei pazienti nell’ecosistema salute – dichiara Federico Villa, Associate VP Corporate Affairs & Patient Access di Lilly Italia -. Il lancio del manifesto rappresenta oggi un momento cruciale in questo percorso avviato oltre un anno fa. Auspichiamo che questo documento diventi un impegno concreto per la comunità scientifica, i decisori pubblici e i rappresentanti delle Istituzioni affinchè riconoscano l’autorevolezza, la rappresentatività e la competenza delle Associazioni dei pazienti nei processi decisionali, garantendo un dialogo aperto e un ascolto attivo”.
Le Associazioni di pazienti sono emerse a metà del secolo scorso, principalmente negli Stati Uniti e in Europa, con l’obiettivo di promuovere i diritti dei pazienti all’interno dei sistemi sanitari. Per molti anni si sono concentrate soprattutto nel fornire informazioni e supporto ai malati e alle loro famiglie. Il loro ruolo si è ampliato dalla fine degli anni ’80, quando i movimenti dei malati hanno acquisito rilevanza globale grazie alle battaglie per l’accesso alle cure nella lotta all’AIDS. Da allora le Associazioni di pazienti sono diventate uno stakeholder sempre più rilevante e ascoltato nei processi decisionali, favorendo l’evoluzione della Sanità italiana verso una maggiore equità, partecipazione e sostenibilità e agendo quindi come vero e proprio “fattore di cambiamento”. Di recente in Italia il loro ruolo è stato sancito dalla Legge di Bilancio 2025/2027, dove viene prevista la definizione di criteri, da parte del Ministro della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco, per la loro partecipazione ai principali processi decisionali in materia di salute.
Ma quale è in concreto il valore aggiunto della comunicazione promossa dalle Associazioni dei pazienti? Il Manifesto individua quattro aree. La prima è quella dell’informazione, ovvero l’insieme delle attività svolte dalle Associazioni per aiutare i pazienti a conoscere il loro percorso di cura e informare cittadini e Istituzioni sui loro bisogni. In questo ambito è cruciale il confronto con le Istituzioni, per orientarle nelle scelte di politica sanitaria, con le Società scientifiche e professionisti sanitari per costruire i percorsi di cura e con i cittadini, per costruire vicinanza ed empatia con l’esperienza dei pazienti.
Il secondo ambito è quello della rappresentanza di bisogni, diritti e aspirazioni dei pazienti che ha come aspetto centrale la comunicazione basata sull’ascolto. E’ proprio attraverso questo tipo di comunicazione che le Associazioni danno voce a chi non la ha, con azioni di advocacy per portare le istanze e i diritti dei pazienti all’attenzione delle Istituzioni e promuovere l’equità nell’accesso alle cure. Fondamentali in questo ambito sono, oltre all’ascolto, anche il coinvolgimento, per sensibilizzare tutte le figure che partecipano ai percorsi di cura, la collaborazione tra le Associazioni, per dare più forza ai diritti dei pazienti, e la formazione, per offrire un punto di vista approfondito e consapevole.
La partecipazione è la terza area in cui si specifica la comunicazione promossa dalle Associazioni ed è fondamentale per aiutare i pazienti a essere protagonisti dei propri percorsi di cura, consapevoli dei propri diritti e coinvolti nelle scelte sulla propria salute. La comunicazione delle associazioni in questo ambito è rivolta alla proattività, per cercare nuove soluzioni insieme a tutti gli stakeholder, alla progettazione che includa il punto di vista dei pazienti e alle connessioni tra pazienti, strutture sanitarie, clinici e risorse del territorio.
Quarta area è quella della condivisione che aiuta a far conoscere storie ed esperienze dei pazienti e a far comprendere tutte le ricadute delle malattie, comprese quelle psicologiche e sociali. Elementi chiave, in questo tipo di comunicazione, sono le narrazioni, che fanno conoscere in presa diretta i bisogni dei pazienti, la partecipazione emotiva, per dare spazio a tutti i vissuti e le emozioni legate alla malattia, e l’accuratezza, per raccontare esperienze di malattia senza nascondere e senza enfatizzare.
I valori e le potenzialità della comunicazione delle associazioni dei pazienti sono promossi anche attraverso un video emozionale, un’opera collettiva girata nel corso dell’evento che ha come interpreti tutti i rappresentanti delle associazioni pazienti, ripresi mentre “costruiscono” insieme la parola “comunicazione”, per simboleggiare la costruzione di una comunicazione efficace cross-patologia, e testimoniare il valore della comunicazione come strumento di connessione, espressione e inclusione.
-foto ufficio stampa Lilly –
(ITALPRESS).

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Impianti sportivi, boom di richieste per il bando della Regione Lombardia

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MILANO (ITALPRESS) – Presentate 474 domande da parte dei Comuni lombardi per il bando sulla riqualificazione e messa in sicurezza degli impianti sportivi pubblici comunali promosso da Regione Lombardia e che ha visto il sottosegretario alla Presidenza con delega a Sport e Giovani Federica Picchi direttamente impegnata in un tour di presentazione su tutte le provincie lombarde.

Il bando, pubblicato sul Burl il 5 maggio scorso, ha messo a disposizione un totale di 100 milioni di euro, di cui 30 milioni a fondo perduto da parte di Regione Lombardia e 70 milioni in forma di linea di credito agevolato attivata in collaborazione con l’Istituto per il credito sportivo e culturale. Le domande ricevute saranno ora oggetto di istruttoria e le graduatorie saranno approvate entro il 31 ottobre 2025.

“Sono molto felice e soddisfatta – ha commentato Federica Picchi – che il bando abbia ricevuto una risposta così straordinaria e capillare sui territori. Tutto ciò dimostra quanto i Comuni lombardi credano nello sport come motore di crescita e catalizzatore sociale. Regione Lombardia ha risposto con un bando storico da 100 milioni di euro, dando concretezza alle esigenze degli enti locali e promuovendo lo sport quale strumento di formazione giovanile e crescita sociale”.

Regione Lombardia conferma così il proprio impegno nel rafforzare l’impiantistica sportiva locale, contribuendo alla crescita culturale, sociale ed economica delle comunità. “Questo – ha aggiunto – è un segnale importante, soprattutto per i Comuni più piccoli, che rappresentano i principali propulsori dello sport di base. Abbiamo voluto un bando semplice, chiaro e accessibile, con criteri pensati per valorizzare anche le realtà più piccole, ma con grande voglia di investire su impianti più sicuri e moderni. Sono felice inoltre che vi sia stata una bella risposta da tutte le province”.

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– foto Lombardia Notizie –

(ITALPRESS).

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Cronaca

E’ morto a 85 anni Sandro Antoniazzi, storica figura della Cisl milanese

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MILANO (ITALPRESS) – E’ scomparso oggi, a 85 anni Sandro Antoniazzi, figura storica della Cisl milanese, nella quale ha militato dal 1958. Collaboratore di Pierre Carniti alla Fim Cisl (la categoria dei metalmeccanici) è entrato nella segreteria della Cisl di Milano nel 1973, divenendo segretario generale nel 1979 e tenendo la carica fino al 1988, quando verrà chiamato a guidare la Cisl Lombardia (fino al 1992). In quell’anno lascerà l’attività sindacale per diventare Commissario al Pio Albergo Trivulzio di Milano, a seguito delle vicende che furono all’inizio della stagione di Tangentopoli. Laureato in Economia e commercio, presidente di diverse Fondazioni di area cattolica, tra cui la Fondazione San Carlo, componente di altrettanti CdA di istituti ed enti di beneficenza, è stato candidato sindaco per la città di Milano nel 2001.

“Sono molto addolorato per la scomparsa di Sandro Antoniazzi – osserva il segretario generale della Cisl di Milano, Giovanni Abimelech -, un uomo che ha fatto la storia non solo della Cisl, ma del sindacato a Milano e in Lombardia. Sandro ha dedicato la sua vita all’impegno sindacale, sociale e civile. Ha vissuto in prima persona stagioni difficili, come gli anni di piombo, battendosi sempre per la democrazia e la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, e il periodo della trasformazione di Milano da capitale dell’industria a città del terziario avanzato. Finita l’esperienza nella Cisl si è dedicato all’associazionismo cattolico e alla politica, con la competenza e lo spirito di servizio di sempre. E’ stato un intellettuale lucido e appassionato, capace di leggere la realtà e di offrire idee e soluzioni innovative, come dimostra anche la sua notevole produzione editoriale. Anche recentemente ci siamo confrontati con lui per ragionare sul ruolo del sindacato e sui continui cambiamenti nel mondo del lavoro. Nonostante l’età avanzata, guardava sempre avanti con grande curiosità e lungimiranza. E’ stato e rimarrà un punto di riferimento per tutti noi”.

– foto ufficio stampa Cisl Milano –

(ITALPRESS).

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