Cronaca
Intesa Sanpaolo, 95% famiglie indipendente finanziariamente
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1 anno fa-
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Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi hanno presentato l’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023. La ricerca analizza l’impatto dell’inflazione subita e attesa sui comportamenti dei risparmiatori e i suoi effetti su redditi, consumi, liquidità, obiettivi, scelte concrete di investimento e di indebitamento. Verifica, inoltre, l’adeguatezza dei comportamenti degli investitori dal punto di vista della protezione del reddito e del patrimonio, mettendo in rilievo l’importanza dell’educazione finanziaria. Alla presentazione hanno preso parte Gregorio De Felice (Chief Economist della Banca), Beppe Facchetti e Giuseppe Russo (rispettivamente, Presidente e Direttore del Centro Einaudi) e Umberto Filotto (Docente di Economia presso l’Università di Tor Vergata; Presidente e Coordinatore del Comitato Scientifico della FEduF).
Il 95 per cento delle famiglie dichiara di essere finanziariamente indipendente, in aumento rispetto al 93 per cento dell’Indagine 2022, a conferma che (malgrado le difficoltà dello scenario) l’autonomia reddituale resiste.
La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7 per cento vs. 53,5 per cento nel 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6 per cento, dall’11,5 per cento del 2022).
Tra le motivazioni del risparmio, risaltano la casa (30 per cento) e i figli (16 per cento); solo il 5 per cento degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all’aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un’intenzione precisa.
Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28 per cento dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa resta un «terreno da dissodare»: vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2 per cento del campione. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (che interessa il 23 per cento degli intervistati) e i fondi etici ESG (13 per cento).
Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86 per cento degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche; il 68 per cento non ha un’assicurazione vita.
Solo il 38 per cento del campione è in grado di dare una definizione corretta dell’inflazione: oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi; qualcuno con il deprezzamento della valuta; altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea.
A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i 2 comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30 per cento cita invece il «mattone»; poco più del 10 per cento l’oro e i «beni rifugio».
A fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie italiane hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare. Emerge tuttavia chiara dall’Indagine l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani che per gli adulti, per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto.
“Le banche centrali hanno vinto la loro battaglia nella lotta all’inflazione – afferma Gregorio De Felice Chief Economist di Intesa Sanpaolo – Hanno influenzato la componente domestica dell’inflazione. Hanno evitato second round effect sulla diffusione dell’inflazione e il contenimento della domanda ha calmierato i prezzi delle materie prime energetiche.
Il picco della restrizione monetaria è chiaramente terminato.
Con riferimento all’area dell’euro, le stime di Intesa Sanpaolo indicano un rallentamento dell’inflazione al consumo dal 5,4 per cento di fine 2023 al 2,3 per cento nel dicembre del prossimo anno, seguito da una stabilizzazione intorno alla soglia del 2 per cento dall’inizio del 2025. Per quanto riguarda l’Italia, il dato è visto in calo all’1,8 per cento nel 2024, dal 5,9 per cento dell’anno in corso”.
“I recuperi salariali in programma nell’anno in corso e nel 2024 – aggiunge – uniti alla decelerazione attesa della dinamica dei prezzi, dovrebbero consentire nel breve termine una ripresa del reddito disponibile reale delle famiglie. Recentemente, il rapporto INAPP ha sottolineato come l’Italia abbia perso 13 posizioni nella graduatoria dei salari reali tra i Paesi OECD. Dal 1992 al 2022, l’incremento salariale in Italia è stato pari ad appena l’1% a fronte del +32,5% della media dei Paesi OCSE. Nel periodo 2019-22 i salari reali hanno continuato a scendere nonostante l’incremento di produttività del lavoro. La profittabilità delle imprese si è peraltro mantenuta buona e in molti casi è cresciuta. Vi sono le condizioni per un aumento dei salari, che costituirebbe un volano importante per sostenere i consumi delle famiglie, il cui potere d’acquisto è compromesso dalla crescita dei prezzi, e per trattenere in Italia le risorse più qualificate”.
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(ITALPRESS).
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Referendum, aperti i seggi: si vota sino alle 23. Urne aperte anche domani sino alle 15
Pubblicato
60 minuti fa-
8 Giugno 2025di
Redazione
MILANO (ITALPRESS) – Aperti, questa mattina alle 7, i seggi per le votazioni dei 5 referendum abrogativi. Nella giornata di oggi le votazioni si terranno dalle 7 alle 23. Per la giornata di domani si voterà dalle 7 alle 15.
Urne aperte, oltre che per i 5 Referendum, anche per i ballottaggi nei capoluoghi di Provincia Matera e Taranto, a Cernusco sul Naviglio, Saronno e Lamezia Terme e in altre 13 città con più di 15mila abitanti nelle quali al primo turno di elezioni amministrative nessun candidato sindaco ha raccolto la metà più uno dei voti necessari per essere eletti. Oggi e domani si terrà il secondo turno con i seggi aperti in giornata dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15.
(ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency
Cronaca
Usa, scontri a Los Angeles. Trump schiera 2000 soldati Guardia Nazionale
Pubblicato
3 ore fa-
8 Giugno 2025di
Redazione
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il presidente americano Donald Trump ha manifestato la volontà di schierare 2000 soldati della Guardia nazionale della California nonostante le obiezioni del governatore di Los Angeles. Una decisione presa dopo che per tutta la giornata di sabato si sono verificati scontri e intense proteste tra dimostranti e autorità per l’immigrazione con gas lacrimogeni e fumo nell’area periferica di Los Angeles. La Casa Bianca ha dichiarato in una nota che Trump avrebbe schierato le guardie della California per “affrontare l’illegalità che sta dilagando”. Gavin Newsom, governatore democratico della California, in un post su X ha definito la mossa del presidente repubblicano come “volutamente provocatoria”, aggiungendo che “non farà che aumentare le tensioni”. Sul suo social Truth, Trump aveva affermato che “il governo federale interverrà e risolverà il problema delle rivolte e dei saccheggiatori nel modo in cui dovrebbe essere risolto” nel caso in cui Newsom e il sindaco di Los Angeles “non riescano a fare il loro lavoro, cosa che tutti sanno”. Il personale della Border Patrol in tenuta antisommossa e maschere antigas era di guardia all’esterno di un parco industriale nella città di Paramount, lanciando gas lacrimogeni mentre passanti e manifestanti si radunavano sui marciapiedi e dall’altra parte della strada. Alcuni fischiavano gli agenti mentre registravano gli eventi con gli smartphone. Il Segretario per la Sicurezza Interna Kristi Noem ha pubblicato un messaggio sui social rivolgendosi ai “rivoltosi di Los Angeles” e avvertendo che non saranno tollerate interferenze nelle misure di controllo dell’immigrazione: “Non ci fermerete nè ci rallenterete”, ha scritto Noem su X. L’Immigration and Customs Enforcement “farà rispettare la legge. E se mettete le mani su un agente delle forze dell’ordine, sarete perseguiti con la massima severità prevista dalla legge”. Nella giornata di venerdì gli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement hanno eseguito mandati di perquisizione in diverse località, tra cui l’esterno di un magazzino di abbigliamento nel quartiere della moda. L’azione è stata intrapresa dopo che un giudice ha stabilito che sussisteva una causa probabile per cui il datore di lavoro stava utilizzando documenti fittizi per alcuni dei suoi dipendenti. I difensori dei diritti degli immigrati hanno affermato che sono stati effettuati fermi di migranti anche davanti ai supermercati. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha affermato in una nota che le recenti operazioni dell’ICE a Los Angeles hanno portato all’arresto di 118 immigrati, tra cui cinque persone legate a organizzazioni criminali e altri individui con precedenti penali. Dopo gli arresti di venerdì, la sera i manifestanti si sono radunati fuori da un centro di detenzione federale, gridando “Liberateli, lasciateli rimanere”. (ITALPRESS).
Foto: Ipa Agency
Cronaca
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3 ore fa-
8 Giugno 2025di
Redazione
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Foto: Ipa Agency


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