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Politica

Ucraina, Draghi “Smettere di sparare e cercare la pace”

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“L’ultima volta che ho parlato con Putin ho iniziato dicendo ‘la chiamo perchè voglio parlare di pace’ e mi ha detto non è il momento. ‘La chiamo perchè vorrei ci fosse un cessate il fuoco, non è il momento’. ‘La chiamo perchè forse solo voi due potete risolvere la questione…non è il momento’. Parlando con Biden gli ho detto che forse è solo da lui che Putin vorrebbe sentire una parola e il suggerimento ha avuto più fortuna perchè l’indomani non lui, ma il ministro della Difesa americano e quello russo si sono sentiti”. Così il premier Mario Draghi, nel suo intervento alla Scuola Secondaria Inferiore “Dante Alighieri” di Sommacampagna. “Chi attacca con la violenza ha sempre torto. Quello che è successo in Ucraina è che il piccolino è diventato sempre piu grande e lo è diventato perchè è stato aiutato dagli amici e poi perchè combatte e si difende per un motivo: la libertà. Noi italiani viviamo questa guerra di riflesso, da lontano e mi chiedo cosa si può fare oltre che aiutare l’amico. Quello che si deve fare è cercare la pace, fare in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
-foto Agenzia Fotogramma-

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Crosetto “Il governo di Israele ha perso ragione e umanità”

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ROMA (ITALPRESS) – “Quel che sta accadendo è inaccettabile. Non siamo di fronte a una operazione militare con danni collaterali, ma alla pura negazione del diritto e dei valori fondanti della nostra civiltà. Noi siamo impegnati sul fronte degli aiuti umanitari, ma oltre alla condanna bisogna ora trovare il modo per obbligare Netanyahu a ragionare”.

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa a proposito di quanto sta accadendo a Gaza. Il governo di Israele “non è disposto a dialogare perché ha assunto una linea fondamentalista e integralista. La legittima difesa di una democrazia di fronte a un terribile attacco terroristico subito non convince più. Siamo di fronte a un progetto di segno diverso: la conquista di un territorio straniero mettendo in conto una catastrofe umanitaria”, spiega.

“Penso che l’occupazione di Gaza e alcuni atti gravi in Cisgiordania segnino un salto di qualità di fronte al quale vanno prese delle decisioni che obblighino Netanyahu a ragionare. E non sarebbe una mossa contro Israele, ma un modo per salvare quel popolo da un governo che ha perso ragione e umanità. Bisogna sempre distinguere i governi dagli Stati e dai popoli come dalle religioni che professano”, ribadisce Crosetto.

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è un segnale politico? “No, perché quello Stato non c’è e riconoscere uno Stato che non c’è rischia di trasformarsi solo in una provocazione politica in un mondo che muore di provocazioni. Va costruito un percorso per attuare la storica risoluzione Onu dei due popoli, due Stati, difendendo il diritto della Palestina ad esistere e avere uno Stato e quello di Israele a vivere in sicurezza, il che significa che va, al contempo, estirpato il terrorismo di Hamas”, conclude.

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– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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Papa Leone XIV “Chi prende decisioni importanti non ignori il desiderio universale di pace”

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ROMA (ITALPRESS) – “Continuiamo a pregare perché si ponga fine alle guerre. L’80esimo anniversario dei bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki hanno risvegliato il doveroso rifiuto della guerra come via della risoluzione dei conflitti. Quanti prendono le decisioni, tengano presenti le loro responsabilità per le conseguenze delle loro scelte sulle popolazioni, non ignorino le necessità dei più deboli e il desiderio universale di pace”.

Così Papa Leone XIV, al termine dell’Angelus. “In questo senso mi congratulo con l’Armenia e Azerbaijan che hanno raggiunto la firma della dichiarazione congiunta di pace – prosegue -. Auspico che questo evento possa contribuire a una pace stabile e duratura nel Caucaso meridionale”.

Invece, la situazione della popolazione ad Haiti “è sempre più disperata, si susseguono notizie di omicidi, della tratta di esseri umani”, e lancia quindi un “accorato appello” a tutti responsabili affinché “tutti gli ostaggi siano liberati” e chiedendo “il sostegno completo della comunità internazionali che permettano agli haitiani di vivere in pace”.

– Foto IPA Agency –

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(ITALPRESS)

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Politica

Tajani “A Gaza è in corso una carneficina, Netanyahu si fermi”

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ROMA (ITALPRESS) – “Questa carneficina non può continuare. E l’invasione di Gaza rischia di trasformarsi in un Vietnam per i soldati israeliani. Se i vertici dell’esercito hanno perplessità un motivo c’è. Non è questa la via”. Lo afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervistato dal Messaggero, sottolineando come l’intenzione di Netanyahu di invadere Gaza sia “assolutamente” da condannare, e indicando come via quella della “diplomazia e negoziati”. Hamas deve restare fuori “da qualsiasi soluzione, l’Autorità palestinese è l’unico interlocutore possibile. Serve ora una missione Onu a guida araba per riunificare lo Stato palestinese. L’Italia è pronta a partecipare”. Secondo Tajani, “ogni tentativo di annessione di una parte della Striscia o della Cisgiordania mina alla base la costruzione di uno Stato palestinese. E rafforza la causa terroristica di Hamas. Attaccare perfino villaggi di cristiani palestinesi, da sempre elemento di stabilità nell’area, è imperdonabile”. Il riconoscimento dello Stato palestinese è “un gesto simbolico, noi parliamo con i fatti. Oggi non esiste ancora lo Stato palestinese, va costruito. Di certo non lo vuole Hamas che non abbandona le armi nè libera gli ostaggi. Siamo profondamente contrari all’esodo dei palestinesi dalla loro terra, vogliamo che nasca uno Stato libero e lavoriamo per questo”. Intanto a Gaza la situazione è catastrofica: “Siamo in campo fin dall’inizio – ricorda -. Ieri l’Aeronautica militare ha effettuato il primo lancio di aiuti italiani sulla Striscia, dopo i lanci effettuati in collaborazione con gli Emirati. Netanyahu deve consentire l’accesso agli aiuti Onu. L’Italia, con l’operazione Food for Gaza, ha fatto entrare i convogli del Program-ma alimentare mondiale. Dal porto di Ashdod sono entrati prodotti alimentari per la popolazione civile e foraggio per gli animali. Si rischia una carestia sul larga scala”, conclude.

– Foto Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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