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Cronaca

Libri, Gruppo Cap sostiene gli scrittori emergenti con “The Source”

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Un’Europa desertificata dal surriscaldamento in cui moltitudini di persone si trasformano in migranti climatici in rotta verso nord. La città di Brescia interamente sommersa dalle acque che diventa teatro di bande di criminali. Un anziano sopravvissuto all’Armageddon climatico che si avventura con la sua barca in cerca di cibo e trova la compagnia di una cagnolina che condividerà il suo destino. Un futuro apocalittico in cui l’umanità è costretta a vivere dentro altissime torri e in cui ciascuno non deve mai oltrepassare il piano cui è stato destinato. Sono solo alcuni degli scenari ritratti nei dodici racconti che compongono la raccolta “The Source – Scrivere sull’Acqua”, l’antologia curata da De Agostini Libri che si avvale della prefazione di Paolo Zardi e che è il frutto dell’iniziativa promossa da Gruppo Cap, gestore del servizio idrico della Città metropolitana di Milano, che ha lanciato la sfida agli scrittori emergenti di misurarsi con il macro-genere della climate fiction. La presentazione del volume si è tenuta presso il Mondadori Megastore di piazza Duomo a Milano con la partecipazione di Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap, e la climatologa Serena Giacomin, insieme ad alcuni degli autori. “A metà marzo 2022 – sottolinea l’ad Russo – si contavano cento giorni senza pioggia nell’area settentrionale del Paese. In Lombardia mancavano all’appello tre miliardi di metri cubi d’acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quella del clima non è solo un’emergenza ambientale, ma anche economica, sociale e culturale. Ed è proprio per divulgare quanto più possibile questo messaggio che Gruppo Cap ha deciso di investire nell’ideazione, realizzazione e diffusione di nuovi format creativi, per avvicinare il pubblico al mondo dell’acqua”. Il concorso letterario, partito a settembre 2021, ha visto la partecipazione di 134 racconti appartenenti a quel filone della fantascienza che affronta il grande tema del cambiamento climatico attraverso la narrazione di un mondo futuro che fa drammaticamente i conti con i danni prodotti dall’uomo sull’ambiente. Un filone che ha ispirato, tra gli altri, autori come James G. Ballard, Ian McEwan, Margaret Atwood e Cormac McCarthy. “I racconti di questa antologia – scrive Zardi nella prefazione – compiono quella piccola magia che è appannaggio solo della narrativa, spostare avanti di qualche anno la lancetta degli orologi e poi guardare cosa è successo al mondo, come è cambiato, cosa è diventato. E’ un modo per prendere le distanze dalla quotidianità e dalla sua stretta contingenza, liberarsi dalle pastoie del presente, con il suo rumore di fondo e l’inestricabile groviglio di voci e interpretazioni, e concentrarsi sugli aspetti essenziali: è quello che la letteratura prova a fare da più di un secolo, da Wells e Verne in poi.” Tra i racconti prescelti spicca la presenza di Dea, scritto da un quasi-esordiente, Mario Izzi, romano ma residente a Collecchio, che ha appena compiuto 78 anni. The Source è un progetto che ha preso spunto dal podcast omonimo, sempre prodotto da Cap, che racconta proprio gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici in un’Italia che ha a lungo ignorato gli allarmi degli scienziati, ritrovandosi all’improvviso vittima della prima crisi idrica della storia. (ITALPRESS).

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Cronaca

MAX PEZZALI, TRA FESTA AD APPIANO E POLEMICHE PER UNA BENEMERENZA A PAVIA. ARRIVA LA RISPOSTA DI MAX E SPIAZZA TUTTI!

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eri ad Appiano Gentile ha fatto capolino Max Pezzali, grande tifoso nerazzurro. Ed è stata festa con tutti i giocatori e lo staff. Oggi invece a Pavia, la sua città, dopo il successo riscontrato dalla serie andata in onda su Sky, a far notizia sono le polemiche legate alle benemerenze di San Siro. Gli avvocati di Max Pezzali hanno inviato una lettera al sindaco di Pavia, Michele Lissia, e alla giunta chiedendo di non assegnare la benemerenza a Mauro Repetto, ex degli 883, che ha fatto tappa per la sua “prima” del nuovo tour nelle settimane passate proprio al Teatro Fraschini di Pavia. Sullo sfondo c’è una causa civile tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto. I legali di Max Pezzali sostengono che i diritti sul nome della band spettano soltanto a chi della band ha il merito della notorietà, cioè a Pezzali. Se il Consiglio comunale, nonostante la richiesta di soprassedere all’assegnazione della benemerenza, procederà comunque in tale senso, gli avvocati si riservano di far valere le ragioni di Max Pezzali nei confronti del Comune di Pavia. Come andrà a finire la vicenda? Chiude la polemica proprio Max sul suo profilo Fb e precisa: “Fosse per me, oltre al premio San Siro di Pavia, a Mauro darei anche un Grammy per l’importanza che ha avuto nella mia vita. Quello che sta venendo fuori in queste ore c’entra con delle questioni legali abbastanza di dominio pubblico che non coinvolgono Mauro, ma sono legate all’utilizzo del nome degli 883, una storia che appartiene a Mauro quanto a me. Nonostante quello che sta cominciando a girare in rete, il legame tra me e Mauro è indistruttibile, sancito da quelle canzoni che ormai sono più vostre che nostre. A noi piacciono le birre scure e le moto da James Dean, non quelle stronzate che si dicono nei film”. Chapeaux.

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Cronaca

Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Cronaca

La Russa “Non sono interessato a fare il Presidente della Repubblica”

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ROMA (ITALPRESS) – “Non farò il presidente della Repubblica”. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa in una lettera a Repubblica, manifestando il suo “Disinteresse totale” per la corsa al Quirinale nel 2027. “La mia storia lo renderebbe problematico – ammette -. Ma soprattutto non coincide con le mie ambizioni e con il mio desiderio di potermi schierare sulle cose che reputo importanti” e conservare “la libertà di dire, sia pure ogni tanto, quello che penso senza ipocrisie”. “So e capisco che quasi sempre (o sempre?) chi diventa presidente del Senato un minuto dopo conforma il suo agire alla possibile prospettiva di futuro presidente della Repubblica – scrive La Russa -. Io ho volutamente avuto una diversa postura, proprio perchè non ci ho mai pensato e nemmeno mai l’ho desiderato. Per cui, se Repubblica vuole interrogarsi sulle ipotesi più improbabili si chieda cosa voteresti per avere Schlein al posto della Meloni? O meglio, cosa sareste disposti a votare pur di non averla”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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