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Cronaca

Parolin “Lo stile di Papa Leone XIV è sereno e benevolo, chiaro e forte”

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ROMA (ITALPRESS) – “C’è un passo del Vangelo di Giovanni che esprime bene quanto è avvenuto nel Conclave che ha portato all’elezione di papa Leone XIV: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perchè andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perchè tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri» (15,16-17). Riuniti nella Cappella Sistina, lontani dai rumori del mondo, liberi dai condizionamenti esterni, noi Cardinali ci siamo messi in ascolto dello Spirito Santo, per scegliere l’uomo destinato a guidare la Chiesa universale, il successore di Pietro, il vescovo di Roma”. Lo scrive il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede ad interim, nella prefazione al libro di Antonio Preziosi “Leone XIV – La via disarmata e disarmante”, edito da Piemme.
“Perchè è lo Spirito di Cristo che, in ultima analisi, servendosi dell’umanità dei cardinali elettori, ha scelto papa Leone e lo ha costituito per portare quel frutto d’amore e di pace di cui il mondo ha sempre più bisogno – sottolinea il cardinale -. Lo ha ribadito lo stesso Pontefice fin dalle sue prime parole dalla Loggia di San Pietro, riferendosi alla vera pace, dono del Risorto, «una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante». Questo libro di Antonio Preziosi ci fa rivivere i primi momenti del nuovo Pontificato, dai quali si può già cogliere uno stile forte e mite nello stesso tempo. Come ho già avuto modo di osservare all’indomani dell’elezione di Leone XIV, un lungo e caloroso applauso è seguito alle parole con cui il cardinal Robert Francis Prevost accettava l’elezione canonica a Sommo Pontefice – prosegue Parolin -. Un momento intenso, addirittura “drammatico”, se si pensa al peso che veniva posto sulle spalle di un uomo. Eppure dal suo volto, pur emozionato, traspariva soprattutto serenità, un sorriso pacato e buono. Ma il cardinal Prevost è sempre stato così, e ho avuto modo di conoscerlo in questi ultimi due anni, da quando Papa Francesco l’ha messo a capo del Dicastero per i Vescovi. Svolgeva il suo compito con scrupolo e dedizione ed era sempre ben informato sulle persone e sulle situazioni – scrive ancora il cardinale Parolin nella prefazione al libro di Preziosi -. Sapeva poi affrontare ogni cosa in maniera pacata e argomentata, offrendo soluzioni equilibrate, rispettose, che mostravano attenzione e amore verso tutti”.
Parolin ricorda come Leone XIV sia “un agostiniano, figlio del grande padre e dottore della Chiesa sant’Agostino. Lo ha già citato più volte nei primi giorni del suo Pontificato. Il primo riferimento che ha fatto è alla famosa frase «con voi sono cristiano e per voi vescovo». Leone ha così manifestato subito la sua profonda umanità e lo spirito di servizio con cui intende portare avanti il suo incarico. Sulla scia di papa Francesco, che non a caso ha voluto subito ringraziare, prolungando con la sua prima benedizione quella impartita pochi giorni prima, con «voce debole ma sempre coraggiosa», da Bergoglio. Una benedizione rivolta a Roma e al mondo intero la mattina del giorno di Pasqua. Una benedizione che era anche una dichiarazione: «Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà!»”.
“Tra le innumerevoli parole che sant’Agostino ci ha lasciato, ne cito una famosissima: «Ama e fà ciò che vuoi». E’ la sintesi del Vangelo, della vita cristiana – prosegue il cardinale -, il precetto che racchiude tutti gli altri, quello che Gesù ci chiede e che papa Leone ci ha ricordato fin dall’inizio: il Signore ci ama e ci chiede di amare tutti come lui ha fatto con noi. Non va dimenticato come prosegue la celebre frase di Agostino, tratta dalla settima omelia sulla Prima lettera di Giovanni. Egli esplicita e applica alla nostra vita concreta la sua icastica affermazione: «Sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poichè da questa radice non può procedere se non il bene». Queste pagine di Antonio Preziosi ci fanno apprezzare lo stile sereno e benevolo, chiaro e forte, di papa Leone XIV. Al quale siamo vicini con la preghiera e con la nostra filiale obbedienza. Sotto la sua guida la Chiesa possa risplendere ogni giorno. di più come testimone dell’amore di Dio, un amore dal quale proviene ogni bene per ognuno di noi e per il mondo intero”, conclude il cardinale.

– Foto Piemme –

(ITALPRESS).

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Il Napoli ufficializza l’acquisto di Kevin De Bruyne

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NAPOLI (ITALPRESS) – “Benvenuto Kevin”. La foto con la stretta di mano di rito tra Aurelio De Laurentiis e De Bruyne segna l’inizio dell’avventura partenopea dell’ormai ex centrocampista del Manchester City, che firma per la società azzurra da svincolato. All’ora di pranzo, dopo le visite mediche a Villa Stuart e il bagno di folla all’esterno della clinica romana, il presidente partenopeo ha pranzato in compagnia del calciatore, che poi si è recato nella sede della Filmauro per sottoscrivere il contratto. “Kevin è orgoglioso di essere uno di noi”, ha scritto il Napoli sul profilo instagram del club, dopo l’ufficialità. La società partenopea ha pubblicato un fotomontaggio che mostra l’ex Manchester City sul trono, con la didascalia “King Kev is here”. Pochi minuti dopo anche la Federcalcio del Belgio ha celebrato De Bruyne, pubblicando una foto che lo ritrae con il compagno di club e nazionale, Romelu Lukaku: “Una connessione belga a Napoli. Buona fortuna Kev”. De Bruyne ha giocato 111 partite con la maglia della nazionale belga, segnando 31 gol. Sono invece 422 le presenze con il Manchester City, con 108 reti segnate in tutte le competizioni.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Cronaca

Ponte sullo Stretto, la Sicilia presenta il progetto a Expo Osaka

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OSAKA (GIAPPONE) (ITALPRESS) – Una Sicilia diversa, lontana dai clichè, attenta allo sviluppo ma soprattutto allo sviluppo sostenibile. All’Expo di Osaka, in occasione della settimana dedicata alla Regione Siciliana, si è parlato anche di infrastrutture, a partire da quella più importante, che potrebbe cambiare per sempre il volto dell’isola e dell’Italia: il ponte sullo Stretto. Un’opera che sarà cofinanziata con 1,3 miliardi di euro dalla Regione Siciliana.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, gli assessori alle Infrastrutture e mobilità Alessandro Aricò e al Territorio e ambiente Giusi Savarino.
“Abbiamo voluto presentare le infrastrutture siciliane con grande attenzione a quello che riteniamo sia un simbolo dell’Italia e della Sicilia in tutto il mondo, cioè il ponte sullo Stretto di Messina. Un’imponente opera infrastrutturale e tecnologica avanzatissima che abbiamo voluto anche presentare ai giapponesi che sono leader del settore in termini di costruzioni. Un’opera che sarà finanziata con 1 miliardo e 300 milioni di euro dal governo Schifani. Abbiamo voluto fortemente quest’opera e riteniamo che siamo sulla strada giusta, proprio per eliminare non soltanto il gap infrastrutturale ma riteniamo anche che sia un messaggio di coesione sociale. Abbiamo dei dati statistici ed economici che indicano che il gap infrastrutturale e la condizione di insularità costano ai siciliani circa 6 miliardi di euro all’anno. Solamente nel triennio in cui verrà resa fruibile l’opera potremo recuperare questo investimento”.
“Il governo Schifani sta lavorando per sbloccare investimenti importanti che grazie al governo Meloni sono arrivati in Sicilia, ma con un occhio attento alla tutela ambientale. E questo è un equilibrio difficile, quello di cercare di andare incontro allo sviluppo tenendo sempre l’attenzione alta rispetto all’ecosostenibilità e al controllo degli habitat naturali. Lo stiamo facendo nelle varie infrastrutture che abbiamo sbloccato, lo stiamo facendo anche con l’innovazione, con l’energia alternativa, con la nuova nave, la prima nave siciliana che collegherà Porto Empedocle a Lampedusa che è ecosostenibile”.

Foto Italpress
(ITALPRESS).

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Italia-Slovenia, Cavagna “Rapporti bilaterali radicati nel tempo”

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ROMA (ITALPRESS) – Tra Italia e Slovenia i rapporti bilaterali sono “storici, radicati nel tempo”, ad un livello “per alcuni versi eccezionale”. E’ la valutazione di Giuseppe Cavagna, ambasciatore d’Italia a Lubiana, in un’intervista a Claudio Brachino per Diplomacy Magazine, format tv dell’agenzia Italpress.
“Sono due Paesi amici da decenni e in questo periodo questa amicizia si è approfondita”, ha osservato Cavagna ricordando che la Slovenia e l’Italia sono innanzitutto “collegate da un tessuto umano particolarmente intrecciato e particolarmente solido, che si rinforza di giorno in giorno”. Sono migliaia, infatti, le persone che “attraversano il confine, che portano il loro sapere da un lato e dall’altro, connesse da relazioni profonde di tipo amicale, di lavoro, familiare”, costruendo così “una condizione di inestricabilità che ci fa molto bene”. In passato i due Paesi sono stati divisi “da un confine storico che è stato a lungo, per decenni, un confine duro, un confine difficile, marcato da tragedie, da drammi e anche da crimini, da un lato e dall’altro del confine”. Grazie anche al lavoro assiduo delle rispettive comunità nazionali, oggi, secondo Cavagna, “non è più un confine che separa, ma che è diventato punto di incontro, di condivisione, di scambio e che è sempre meno avvertibile. E questo è un pò l’obiettivo, direi, non solo del mio lavoro quotidiano, del lavoro di tutti quelli che lavorano per i rapporti tra Italia e Slovenia, ma è anche un simbolo tangibile del potere trasformativo dell’appartenenza all’Unione europea”.
Il 2025 è l’anno di Gorizia e Nova Gorica Capitali europee della cultura. “Per la prima volta una capitale congiunta e una capitale transfrontaliera. Quindi l’Unione europea ha scommesso su questo simbolo, su questo potente esempio ed è una scommessa che sta riuscendo”, ha ancora osservato Cavagna ricordando che si tratta dell’esempio “di due città, Gorizia e Nova Gorica, la seconda delle quali nata in sostituzione e in contrapposizione alla prima, che dopo 50 anni stanno dimostrando la capacità di programmare insieme, di progettare per il futuro in maniera condivisa e di amministrare in maniera condivisa uno stesso territorio”. Partendo da questo “e ricordando quanto fatto per avvicinare le comunità a livello massimo, ad esempio dal presidente Mattarella e dall’ex presidente sloveno Pahor e attualmente dalla presidente attuale slovena Pirc Musar, sottolineerei il ruolo delle due comunità che il presidente Mattarella di recente ha definito avamposti di amicizia. La comunità slovenofona in Italia è la maggiore comunità slovena all’estero, ha un’importanza eccezionale per la Slovenia ed è molto seguita. La comunità nazionale italiana in Slovenia è una comunità pluricentenaria, molto radicata e pienamente riconosciuta dalla legge slovena”.
Il tessuto umano fa il paio con un intenso scambio commerciale che si mantiene stabile sui 10 miliardi di euro complessivi, con un surplus per la parte italiana. “La Slovenia è un’economia di mercato matura, pienamente integrata nell’Unione europea e che sta ponendo per quanto possibile l’accento sull’innovazione. Quindi vi sono una serie di settori che sono in espansione in Slovenia e che vanno dalle start-up al settore dell’aerospazio”, ha ricordato Cavagna. Altri settori, invece, sono di più lunga tradizione, come l’automotive, la componentistica e la meccanica. “Su questo e anche su altro noi agiamo quotidianamente tramite l’ambasciata, tramite il nostro ufficio ICE e tramite tutti gli imprenditori che sono presenti attivamente in questo mercato”, ha dichiarato il capo missione a Lubiana. Un settore che vede una forte presenza italiana è quello finanziario e assicurativo. “Sono qui Generali, Intesa Sanpaolo e UniCredit, che hanno banche locali, che sono la terza e la quarta banca del paese. Siamo presenti nel settore energetico, ad esempio con Eni e altri, nel settore della grande distribuzione, come con Eurospin, e in altri settori di particolare rilievo, la Danieli ad esempio. Ci sono sicuramente ancora margini di crescita. La Slovenia è un mercato pienamente maturo e integrato. Siamo lontani dall’immagine di un tempo, del luogo dove si andava a delocalizzare per risparmiare sul costo del lavoro”, ha osservato Cavagna.
La cooperazione con la Slovenia diventa “trilaterale”, includendo la Croazia, su alcuni temi di particolare rilievo come il controllo delle rotte migratorie. “Indubbiamente la rotta balcanica esiste ancora, anche se con numeri in netta riduzione rispetto agli anni scorsi. L’Italia da due anni ha attivato una stretta collaborazione a livello di ministri dell’Interno e a scendere di capi della polizia e di strutture di sicurezza, con la Slovenia e con la Croazia, per gestire e controllare al meglio questa rotta. L’obiettivo comune è di favorire la migrazione legale e contrastare quella illegale e i rischi connessi”, ha precisato l’ambasciatore aggiungendo che la prossima settimana saranno avviate le prime pattuglie trilaterali, “quindi la polizia di Croazia, Italia e Slovenia insieme gestiranno una parte dei controlli alla frontiera tra la Croazia e la Bosnia”. La collaborazione sul fronte migratorio “parte dalla testa, dai tre ministri dell’interno che si vedono mediamente 3-4 volte l’anno ad hoc per coordinarsi su questo settore”, ha precisato Cavagna. I controlli alle frontiere “vengono fatti ma con grano salis, cioè con l’obiettivo di contrastare la migrazione illegale senza andare a intaccare quella che è una delle nostre più preziose libertà, quella di circolazione intra Unione europea”, ha aggiunto. Il formato trilaterale viene utilizzato anche su un altro grande tema, quello dell’Alto Adriatico. “La prossima trilaterale dei ministri degli Esteri sarà organizzata dalla Slovenia nei prossimi mesi e in questo settore sono molteplici le attività. Una su tutte, ad esempio, è la valle dell’idrogeno del nord Adriatico”, ha ricordato Cavagna, per favorire l’utilizzo dell’idrogeno come energia verde rinnovabile. “Un’altra area di cooperazione ormai storica, perchè esiste da 15 anni, è quella dei porti del nord Adriatico, una connessione tra tutti i porti che vanno da Ravenna a Fiume, per cercare di condividere un’economia di scala e coordinarsi nei rapporti con l’esterno”, ha concluso l’ambasciatore.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).

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